Prima Assemblea generale del Ciclismo Urbano

velostazione bologna

Giovedì 9 novembre, alla Velostazione Dynamo di Bologna, punto di riferimento per le due ruote bolognesi, si è riunita la prima “Assemblea Generale per il Ciclismo Urbano” che si pone come obiettivo quello di mobilitare i ciclisti con una strategia unitaria, in risposta alla campagna “risveglio civico” fomentata dal Sindaco, che infligge multe ai “ciclisti selvaggi” che circolano in contromano e sotto i portici.

Le sanzioni arrivano senza essere accompagnate da risposte per chi si sposta in bici, per esempio il doppio senso ciclabile che potrebbe essere attuato nel centro storico, come avviene dal 2008 a Reggio Emilia. L’esperienza ventennale di Bruxelles, ha mostrato come l’istituzione del doppio senso, opportunamente comunicato e segnalato, è un provvedimento che aumenta la sicurezza, rallentando i picchi di velocità, contrariamente a quando affermato dal Sindaco che dimostra di non conoscere le migliori esperienze europee.

I ciclo-attivisti chiedono, all’amministrazione bolognese, quali strategie sono in campo per rafforzare la sostenibilità e la responsabilità civica, che dovrebbe vedere premiati i trasporti sostenibili come pedonalità, ciclismo urbano, uso del trasporto pubblico? Non solo oggi queste utenze sono penalizzate ma persino messe in conflitto tra loro.

Bibi Bellini, coordinatore per la regione Emilia-Romagna di Fiab, ricorda all’assemblea che Bologna è storicamente la città dei patti civici e dei beni comuni, e proprio l’uso della bicicletta è in grado di tutelare l’aria, lo spazio pubblico, l’ambiente e di conseguenza la salute. Dobbiamo comunicare fortemente, diventando dei “moltiplicatori”, l’importanza della buona partica del ciclista, riconoscerne il valore, quantificarlo e mapparlo; perché ogni singolo ciclista delle nostre città è utile alla città stessa; è vantaggio e beneficio di tutti, automobilisti compresi.

Chiediamoci anche, quanti PM10 (polveri sottili) risparmiamo grazie a chi decide ogni giorno di andare al lavoro, o ovunque sia necessario, in bicicletta?

Marina Beneventi
www.modenainbici.it

La civiltà tra i portici di mamma Bologna

in bici sotto i portici di bologna

Tolleranza zero per le bici contromano e stop alle bici sotto i portici. “Bologna merita di essere una città civile”. Così nei giorni scorsi il sindaco Merola ha lanciato la sua campagna per il rispetto delle regole. Sacrosanto: noi di FIAB da anni facciamo corsi nelle scuole, ai giovani e donne straniere e promuoviamo eventi per la sicurezza dei ciclisti. E sappiamo bene che dal rispetto delle regole ne abbiamo solo da guadagnare, e quindi riteniamo giusto fare per primi la nostra parte.

Tutto bene quindi? Nemmeno un po’, e per due motivi. Primo perché tra i “comportamenti incivili” nel mirino del primo cittadino, alla stregua delle inosservanze dei ciclisti, è finito anche l’uso del cellulare alla guida. Ed è inaccettabile mettere sullo stesso piano comportamenti anche odiosi ma con conseguenze statisticamente quasi inesistenti, con una abitudine criminale per la quale ACI stima in “che 3 incidenti su 4 (quasi 1.200 solo nei primi sei mesi del 2015) sono dovuti alla distrazione, di cui gli smartphone sono una delle cause principali”. Parliamo di centinaia di morti e feriti solo in Italia in un anno.

Solo una svista comunicativa? Non sembra, visto che il giorno dopo un comunicato esalta il confronto: “46 multe ai ciclisti nel primo giorno, mentre negli ultimi 15 giorni le contravvenzioni per l’uso dei telefonini alla guida sono state 85”. Naturalmente Sindaco, se non vogliamo scadere nel ridicolo, ci aspettiamo che nei prossimi giorni queste ultime siano almeno decuplicate.

Il secondo motivo è che non si è tenuto conto dello stato di fatto: eravamo abituati a politici ipocriti che si fanno fotografare in bici in campagna elettorale senza poi realizzare nulla per la mobilità sostenibile, ma non eravamo ancora arrivati alla criminalizzazione degli unici cittadini che tutti i giorni provano a fare concretamente qualcosa per la mobilità. In una situazione, questa sì incivile, in cui i 4 metri di una carreggiata in centro storico sono normalmente occupati per 2 metri dalla corsia di marcia e da 2 metri dai parcheggi per auto.

Invece di scegliere la facile via populista che strizza l’occhio a quel 75% di cittadini che usano solo l’auto, si mostri di voler andare al fondo del problema. Gli esempi non mancano: dalla vicina Reggio Emilia, in cui da anni in centro storico il “senso unico eccetto bici” è la regola, fino ad arrivare a Siviglia che a fine 2016 ha annunciato la trasformazione di tutto il centro in strade a priorità per i ciclisti.

Scommettiamo che riportando i ciclisti al centro della strada, a scapito della velocità delle auto, non ne vedrà più nessuno sotto i portici?

Ermes Spadoni
www.modenainbici.it