Mobilità del centro urbano: calano i ciclisti del 10% in un anno

rilevazione flussi in viale ciro menotti

rilevazione flussi in viale ciro menotti

Il 23 settembre la FIAB Modena ha effettuato il periodico rilevo dei ciclisti che sono transitati dalle 7,30 alle 8,45 nei più importanti accessi al centro urbano. Grazie alla collaborazione di 20 soci, sono stati contati 3827 ciclisti, confermando l’elevato uso della bicicletta negli spostamenti urbani ma, per la prima volta dal 2008, si è registrato un calo del 10%. rispetto nel settembre del 2013, quando ne erano stati registrati ben 4266.

Sono quasi dimezzati i transiti in largo Aldo Moro e nel piazzale Natale Bruni, mentre nella gran parte delle altre intersezioni si è registrato un calo molto limitato. Continuano invece ad essere molto frequentati gli incroci di Buon Pastore/Sigonio e di Emilia Est/Menotti (430 passaggi ognuno), seguiti da Medaglie d’Oro/Muratori (348); un interessante aumento è stato registrato nell’incrocio Vignolese/Marzabotto.

Per la prima volta si è fatto il rilievo dei ciclisti anche all’intersezione Canalchiaro/Rua Frati, che ha guadagnato il posto più alto del podio, con ben 506 passaggi in 75 minuti, un fiume di bici diretto per il 70% verso il centro.

I risultati della rilevazione confermano il ruolo della bicicletta negli spostamenti urbani ma, parallelamente, evidenziano la necessità di interventi a sostegno della mobilità sostenibile, unico rimedio efficace per contenere l’inquinamento e tutelare l’ambiente e la salute dei cittadini.

In particolare sottolineano l’urgenza di interventi per rendere più brevi e diretti i percorsi e per aumentare la sicurezza dei ciclisti e della bici. E’ infatti noto che la pericolosità del traffico veicolare e il rischi di furto della bicicletta sono i principali freni al suo uso abituale.

I dati inquietanti dell’inquinamento urbano, che il Comune ha appena presentato in occasione della manovra antismog 2014/15, e l’elevato numero di incidenti stradali che colpiscono specialmente i ciclisti e i pedoni mal si conciliano con la modestia dei programmi e gli scarsi investimenti destinati alla mobilità nuova.

Favorire davvero chi si sposta in modo ecologico, a piedi, in bici e col trasporto pubblico, ovunque sia stato praticato è risultato l’unico concreto antidoto all’inquinamento e fattore di miglioramento della qualità di vita dei cittadini. Se ne stanno accorgendo anche quei commercianti del centro storico che hanno scoperto il valore della pedonalizzazione nella promozione delle loro attività.

27.09.2014
(Fiab Modena)

Senso unico eccetto bici: lettera al sindaco di Modena, Giancarlo Muzzarelli

senso unico eccetto bici

senso unico eccetto bici

al Sindaco Comune di Modena
Gian Carlo Muzzarelli

e p.c. Assessore Ambiente
Giulio Guerzoni

e p.c. Assessore Mobilità
Gabriele Giacobazzi

Egr. Sindaco

l’ANCI, assieme a molti comuni italiani e alla FIAB (Federazione Italiana amici della Bicicletta), ha da tempo proposto la modifica al Codice della Strada per sancire la possibilità di far circolare le biciclette nei due sensi di marcia anche su strade a senso unico per gli altri veicoli. Tale norma allineerebbe l’Italia ad altri numerosi paesi europei (Francia, Belgio, Germania, Svizzera) e confermerebbe una scelta già compiuta da diversi Comuni, compresa la vicina Reggio Emilia.

Ovviamente il “senso unico eccetto bici” sarebbe applicabile solo in alcune strade dei centri urbani, dove sono presenti condizioni di sicurezza e di traffico moderato.

Sabato 6 settembre i giornali hanno pubblicato la notizia che il Ministro alle infrastrutture Maurizio Lupi ha espresso parere contrario alla proposta, del resto già bloccata in Commissione Trasporti della Camera da un emendamento di Scelta Civica.

Questa opposizione è stata argomentata con generiche considerazioni pseudo-antropologiche sugli italiani, che sarebbero diversi dai cittadini di altri paesi europei. In realtà, fingendo di avere a cuore la sicurezza dei ciclisti, di fatto si cerca di continuare a limitarne la circolazione.

Per confutare tali argomentazioni basta conoscere le esperienze e le rilevazioni statistiche di grandi e piccole città europee, oltre che di molte città italiane come Reggio Emilia, Bologna e Torino, che attestano il contrario: l’introduzione del “senso unico eccetto bici”, se attuato con dovuta intelligenza, non comporta alcun aumento di incidentalità, anzi favorisce una guida prudente e l’uso della bicicletta nei centri urbani.

La nostra associazione ha già richiesto al Comune di Modena l’introduzione del “senso unico eccetto bici” in alcune strade del centro storico, per aiutare i ciclisti a raggiungere il centro città, senza inutili e dispendiosi giri viziosi e senza commettere infrazioni, come purtroppo avviene ora.

Tale soluzione è del resto realizzabile anche con l’attuale testo del Codice della Strada, a condizione che vengano adottate opportune cautele.

In una Modena “smart city”, da lei più volte prospettata, le chiediamo di unire la sua voce a quella degli amministratori di Milano, Torino, Reggio Emilia, Bologna, e di richiedere formalmente al Parlamento e al Governo di introdurre nel Codice della Strada norme utili a favorire la circolazione quotidiana delle biciclette, compresa quella relativa al “senso unico eccetto bici”.

Ciò consentirebbe al nostro Paese di adottare soluzioni già ampiamente e positivamente sperimentate, superando ogni dubbio interpretativo e le attuali anacronistiche resistenze.

Cordiali saluti.

Modena 23.09.2014

Il Presidente FIAB – Amici della bicicletta di Modena

Giorgio Castelli

Coordinamento Mobilità Nuova: ecco il parere sul progetto di pista ciclabile in Via Giardini

Logo del Coordinamento

Logo del Coordinamento

Pubblichiamo il parere del Coordinamento delle Associazioni per la Mobilità Nuova di Modena sul progetto di pista ciclabile in Via Giardini a Modena.

Il testo è stato inviato agli assessori Guerzoni Giulio e Giacobazzi Gabriele il giorno 22/8/2014 per riassumere ed evidenziare l’intenso e articolato percorso di confronto intrapreso tra l’amministrazione, i tecnici, i rappresentanti del Coordinamento, i rappresentanti delle associazioni di categoria e i commercianti stessi, i residenti. L’apertura e l’accoglimento di una serie di proposte del Coordinamento sono da ritenersi sicuramente positive.

Purtuttavia, rispetto all’ultima proposta presentata, il Coordinamento esprime ancora le seguenti perplessità e richieste di chiarimento, prima di poter esprimere un parere definitivo:

  • se la bidirezionalità da Piazzale Risorgimento a Via Gaddi può essere relativamente giustificata dalle ipotetiche difficoltà che può rappresentare una ciclabile che attraversi le aree di uscita della Polizia Stradale e delle ambulanze della Clinica Fogliani che si trovano sul lato opposto, non è però comprensibile la riproposizione della medesima soluzione anche sul tratto da Via della Pace a Viale Corassori. Non essendo presenti problematiche analoghe e vista l’ampia sezione stradale esistente, si potrebbe procedere con la realizzazione di una corsia ciclabile monodirezionale per ciascun senso di marcia, in sicurezza e senza intervenire sulla riduzione dello spartitraffico, con evidente risparmio di risorse economiche e disagi prodotti dall’accantieramento;
  • il coordinamento sottolinea come sia fondamentale la realizzazione contemporanea delle ciclabili, da Piazzale Risorgimento a Via Corassori, su entrambi i lati della Via Giardini onde evitare che, per indisponibilità economica, una parte dell’intervento non venga poi realizzata;
  • il coordinamento ripropone di destinare gli eventuali risparmi ottenuti dalla revisione del progetto sul tratto Pace-Corassori alla riqualificazione del tratto di ciclopedonale esistente fra Viale Corassori e Viale Amendola, che risulterebbe sottodimensionato in seguito alla realizzazione delle nuove ciclabili.
Schema di Proposta del Coordinamento

Schema di Proposta del Coordinamento

Allegato Testo completo del Parere

 

Senso unico eccetto bici: una norma “europea”

senso unico eccetto bici

senso unico eccetto bici

La bocciatura in Commissione trasporti della Camera della norma che intendeva introdurre nel Codice della strada il doppio senso di circolazione per le bici nei sensi unici per gli autoveicoli ha suscitato un coro di commenti, facendo emergere nel dibattito pubblico un’opportunità tanto apprezzata dai ciclisti quanto contrastata da molti difensori delle quattro ruote.

La ragione esplicitata dagli avversari del “senso unico eccetto bici” sono note: la possibilità di trovarsi di fronte un ciclista in una strada a senso unico destabilizza le sicurezze degli automobilisti e costituisce una fonte certa di pericolo mortale, soprattutto per le due ruote.

La motivazione implicita della nuova norma è invece quella di sempre: le strade sono un luogo di circolazione quasi esclusiva per le quattro ruote e ogni altro mezzo che vi si inserisce (bici, bus, pedoni, disabili…) rappresenta un ostacolo alla libertà delle auto.

Le motivazioni a favore del “senso unico eccetto bici”sono essenzialmente due: rendendo promiscuo il traffico, aumenta la sicurezza degli utenti della strada e promuove l’uso della bici, particolarmente nei centri storici, bisognosi di cure anti-smog da cavallo.

Pur apparendo contro-intuitivo, il “senso unico eccetto bici” (da non confondersi col “contromano”) è una misura molto efficace per la sicurezza stradale generale, a condizione di essere praticato nelle zone a 30 km/h, rispettando la circolazione alla propria mano, previa installazione di segnaletica e opportuna campagna di comunicazione preventiva.

Questa norma approda in Italia dopo un decennio di sperimentazione nei paesi più bike frendly d’Europa (Germania, Francia, Belgio, Svizzera, Spagna, Ungheria e nei paesi del Nord Europa). Pochi dei contestatori nostrani sono al corrente che è già oggi possibile applicarla sulla base di prescrizioni dettate dal Ministero dei Trasporti, tant’è che Reggio Emilia l’ha adottata in tutto il centro storico, senza alcuna protesta. La norma è stata sostenuta ufficialmente anche dall’Anci (Comuni italiani). Fra le città più avanzate ciclisticamente, Modena “resiste” all’innovazione, confermandosi auto centrica come poche altre. La nuova amministrazione comunale continuerà a puntare sulle quattro ruote come mezzo privilegiato di spostamento in città o si schiererà per la promozione delle bici e della mobilità sostenibile?

Giuseppe Marano
www.modenainbici.it

Inquinamento da traffico: che fare?

città inquinata

città inquinata

L’inquinamento dell’aria è una delle principali insidie per chi vive in città e causa di numerose e gravi patologie a carico di crescenti quote di popolazione, fonte di costi umani, economici e sociali rilevanti.

Una delle fonti di emissioni velenose sono gli autoveicoli: Modena occupa posti di vertice nelle graduatorie dell’abuso delle auto (circa l’80% degli spostamenti sono effettuati con questo mezzo). C’è da chiedersi come mai questo fenomeno sia così acuto nella ex capitale estense e cosa sia possibile fare per contenerlo.

Sicuramente è mancata nei cittadini e nelle amministrazioni comunali la consapevolezza della gravità della situazione. È mancata di conseguenza una vera strategia di disincentivo dell’uso delle auto da parte dell’ente locale (il parcheggio Novi Park costruito a ridosso del centro storico ne è la prova lampante).

Le nuove amministrazioni insediate nelle principali città italiane elaborano piani e realizzano interventi finalizzati a contenere l’uso dell’auto e a incentivare quello del mezzo pubblico e della bicicletta. La manovra, infatti, o è a tenaglia o fallisce: lo abbiamo capito bene a Modena dove negli ultimi 15 anni gli interventi del Comune non hanno minimamente intaccato l’uso delle auto.

Che fare? L’idea di fondo è di dotarsi di un programma poliennale con interventi tesi ad allontanare progressivamente le auto dal centro, promuovendo allo stesso tempo l’uso dei mezzi ecologici (pedonalità, bus e biciclette). La formula vincente è basata sul “mix magico”: zone a 30 km/h, pedonalizzazioni (a cominciare da Largo S. Agostino), ciclabili periferia-centro, rilancio del trasporto pubblico locale. Non ci sono scorciatoie, e bisogna crederci.

Giuseppe Marano
www.modenainbici.it

Strade urbane ridotte a parcheggio: il caso di via Emilia est e via Giardini

città assediata

città assediata

In attesa che la nuova amministrazione di Modena si insedi e precisi le linee programmatiche della sua azione nel settore della mobilità, le organizzazioni dei commercianti riunite in Rete Impresa Italia Modena lanciano un ultimatum al Comune sulla ciclabile prevista sul lato nord di via Emilia est: nel chiedere il blocco del progetto, sostengono l’esigenza non solo di conservare i posti auto, ma di incrementarli.

L’appello di Rete Impresa associa la guerra alla ciclabile scatenata dai commercianti di via Emilia est a quella di via Giardini. Come spesso accade a chi teme il futuro perché non sa adeguarsi alle esigenze emergenti, l’associazione dei commercianti si è chiusa nella difesa a oltranza della mobilità esistente e degli interessi corporativi, del tutto insensibile ai problemi più acuti della città.

Ma, come attestano le analisi sulla qualità dell’aria, l’ambiente versa in una situazione grave a causa delle emissioni del traffico, molto superiori ai limiti europei: nella sola via Giardini lo scorso anno si sono verificati ben 85 superamenti dei limiti di PM10, per non citare i dati altrettanto allarmanti di PM 2,5, di anidride carbonica e altri gas nocivi per la salute dei cittadini.

Un’amministrazione sensibile al bene comune dovrebbe quindi perseguire l’obiettivo strategico di ridurre emissioni e incidentalità, piaghe direttamente proporzionali all’uso stratosferico degli autoveicoli (oltre il 76% degli spostamenti avviene con l’automobile).

In queste due importanti strade, peraltro, ve ne sarebbero anche le condizioni strutturali. Infatti, pur essendo strade urbane di quartiere, via Emilia est e via Giardini dispongono di carreggiate amplissime che potrebbero agevolmente ospitare non solo gli autoveicoli, ma anche ciclisti e pedoni. E invece  lo spettacolo che presentano è surreale: notevole traffico di attraversamento, sosta autoveicolare asfissiante, spazi per ciclisti e pedoni residuali, inquinamento e incidentalità alle stelle.

In realtà, il Comune si è finora benevolmente adeguato alla linea dettata dai commercianti più riottosi al cambiamento, sia astenendosi per anni da qualsiasi intervento sulle strade più trafficate che progettando interventi scriteriati come la ciclabile di via Giardini, 1,2 km di tracciato a “spezzatino” previsto per non disturbare un pugno di esercenti nella zona del Gallo.

Che fare, dunque?

Le soluzioni possibili si ispirano alle esperienze condotte dalle città meno autocentriche: restringere la carreggiata, spostare verso il centro i parcheggi, tariffare la sosta e creare spazio per ciclabili e pedonali sui due lati.

Solo questo approccio potrà riqualificare le infrastrutture e creare condizioni per la migliore accessibilità ai servizi pubblici e privati, riducendo inquinamento e incidenti.

Giuseppe Marano

Velocità & sicurezza: scelte ragionevoli

ciclista ferita

ciclista ferita

A Modena gli incidenti stradali continuano a provocare una silenziosa strage che i numeri nudi e crudi non riescono a evidenziare nel dibattito pubblico: ogni anno sulle strade cittadine perdono la vita una dozzina di persone, mentre i feriti sono circa 1.500. E sono aumentati n modo sproporzionato i ciclisti e i pedoni coinvolti negli eventi. I danni materiali sono ingentissimi: una stima indica in oltre 200 milioni di euro il costo complessivo degli incidenti.

I tre principali interventi posti in campo dal Comune di Modena sono la moltiplicazione delle rotatorie, l’installazione di fotored e autovelox, l’attivazione della zona a 30 km/ in centro storico. A questi interventi si sono associate iniziative di informazione/formazione nelle scuole, principalmente ad opera della Polizia Municipale e delle associazioni di volontariato.

Sul tema occorre essere chiari: il primo fattore dell’incidentalità è la velocità eccessiva, considerata in rapporto alle caratteristiche psico-fisiologiche umane e alla tipologia dello spazio stradale. Pochi sanno che l’occhio degli automobilisti nel 25% dei casi circa esclude ciclisti e pedoni dalla percezione consapevole: l’occhio vede, la mente rimuove. È poi controintuitivo, ma è accertato, che le strade rettilinee e larghe creano più incidenti e più gravi di quelle non rettilinee e strette.

Su questi aspetti il Comune di Modena va controcorrente: negli ultimi dieci anni ha realizzato una sola zona a 30 km/h (centro storico). E quando ha installato le nuove tecnologie per il controllo della velocità (è il caso di via Contrada) ha sempre ondeggiato sotto l’assalto concentrico di cittadini sanzionati, lobby e soggetti politici più attenti ai vantaggi elettorali che alla sicurezza pubblica.

Giuseppe Marano

www.modenainbici.it

Via Emilia est: una strada ridotta a parcheggio?

bozza del progetto di via emilia est

bozza del progetto di via emilia est

Mentre i temi della mobilità sono spariti dal dibattito elettorale, le organizzazioni dei commercianti riunite in Rete Impresa Italia Modena lanciano un ultimatum al Comune sul progetto di ciclabile sul lato nord di via Emilia est: nel chiedere perentoriamente il blocco del progetto, sostengono l’esigenza non solo di conservare i posti auto attuali, ma addirittura di incrementarli recuperando altri spazi pubblici. L’appello di Rete Impresa associa la guerra alla ciclabile scatenata dai commercianti di Emilia est a quella di via Giardini.

Come spesso accade a chi teme il futuro perché non sa adeguarsi alle situazioni emergenti, l’associazione dei commercianti si è chiusa nella difesa a oltranza della mobilità esistente e degli interessi corporativi che la rendono insensibile ai problema della città.

Come attestano le analisi sulla qualità dell’aria a Modena, l’ambiente urbano versa in una situazione grave a causa delle emissioni velenose del traffico, molto superiori ai limiti europei. Il Comune quindi dovrebbe perseguire l’obiettivo strategico di ridurre emissioni e incidentalità, due piaghe direttamente proporzionali all’uso stratosferico degli autoveicoli a Modena (oltre il 76% degli spostamenti è in auto).

Pur essendo una strada urbana inserita in quartieri densamente popolati, via Emilia est ha le caratteristiche fisiche di un’autostrada, presenta una sosta autoveicolare asfissiante e spazi per ciclisti e pedoni del tutto residuali. In questa condizione, nessun miglioramento sarà possibile per la qualità urbana dei residenti.

Le soluzioni sono indicate dalle esperienze delle città meno autocentriche di Modena: restringere la carreggiata a due corsie normali, spostare verso il centro i parcheggi, tariffare la sosta e creare spazio per percorsi ciclabili e pedonali su entrambi i lati della strada. Solo questo approccio è in grado di riqualificare le infrastrutture e creare le condizioni per la migliore accessibilità ai servizi pubblici e privati.

Giuseppe Marano
www.modenainbici.it

Il Coordinamento Mobilità Nuova sulla campagna elettorale a Modena

rossella_associazioni_mobilitaQuella che stiamo vivendo in queste settimane pare essere una delle campagne elettorali più strane degli ultimi anni: a breve ci recheremo alle urne eppure sui temi reali che interessano la città ed i suoi spazi ben poco si parla e si discute nei dibattiti pre-elettorali.

Dopo l’incontro promosso dal Coordinamento per la Mobilità Nuova con gli aspiranti al ruolo di sindaco, avvenuto lo scorso 28 aprile, la panoramica sulla situazione cittadina pare essere la seguente:

  • la vicenda “chioschi” nel parco delle Rimembranze è stata accantonata, bollata come responsabilità della giunta uscente: una scomoda eredità che concerne l’uso – e l’abuso – delle aree e degli spazi pubblici che in ogni caso il futuro governo cittadino dovrà affrontare;
  • i progetti di edificazione sulle zone F sono ignorati e non considerati argomento di confronto, così da poter dare a chiunque la possibilità di dichiararsi paladino del “consumo zero” di territorio;
  • la cosiddetta “cura del ferro” per la mobilità urbana ed extra, proposta in occasione delle primarie del PD, è stata respinta al mittente;
  • non si sa più niente dello studio di fattibilità sulla ferrovia Modena-Sassuolo commissionato dal Comune alla Camera di Commercio per definire il futuro di Gigetto (dove peraltro da oltre un anno la maggioranza dei passeggeri viaggia gratis perchè le obliteratrici non funzionano e ovviamente questo porta alla ovvia conclusione che il servizio non rende e va dismesso);
  • il Documento di Indirizzo sulla redazione del Piano Strategico Comunale che avrebbe dovuto essere approvato entro Febbraio scorso è svanito nel nulla;
  • i risultati del percorso partecipativo sul PSC, dove il tema della mobilità in generale era al secondo posto dell’attenzione dei modenesi, sono stati completamente dimenticati.

In sintesi, il tema della mobilità considerato a parole da tutti i candidati quale elemento determinante nel futuro sviluppo urbano, aldilà delle frasi di circostanza e della presenza formale in alcuni dei programmi elettorali, pare essere lontano dagli impegni concreti che la maggioranza dei candidati ha assunto con la cittadinanza.

Città compatta, consumo zero di territorio, valorizzazione degli spazi pubblici e delle strade come elementi di sviluppo urbano e di coesione sociale, rafforzamento del commercio al dettaglio e di vicinato, a scapito di espansioni immotivate di centri commerciali sia nella città di Modena che nei comuni limitrofi, sono tutti temi che possono – anzi dovrebbero – essere declinati sui temi della mobilità nuova.

Parigi ha classificato come zone 30 buona parte della metropoli, Anversa ha commissionato un Piano di Sviluppo Urbano dove a partire dal 2030 ci saranno forti limitazioni sull’uso dell’auto, Bolzano e tanti altri Comuni in Italia ed in Europa stanno velocemente ridisegnando le loro città secondo i ritmi ed i temi di una nuova mobilità basata sul mezzo pubblico, la ciclabilità, la pedonalità,  che a loro volta avranno un influsso notevole sulla nuova occupazione, sul lavoro, sui costi dell’urbanità (meno inquinamento, più occupazione pulita e green, più salute, meno morti e feriti da incidenti).

Insomma il cambio di paradigma che una nuova mobilità impone sull’economia, il welfare, l’occupazione, la salute e il modo di costruire, è un tema ormai ineludibile ed al centro di tutte le agende delle città più sensibili del continente europeo, mentre a Modena non si è in grado di mettere in un programma elettorale una forte estensione delle zone 30 a tutta la città, la possibilità di andare in bici nei sensi unici, dei regolamenti edilizi ed urbanistici conseguenti ad una mobilità nuova, il downsizing dei centri commerciali a favore di strutture di vicinato, la riqualificazione dello spazio stradale in funzione non solo automobilistica ma della mobilità tutta e della qualità urbana.

Da qui lo sconcerto del Coordinamento delle Associazioni per una Mobilità Nuova ed un richiamo a tutte le forze politiche per un rinnovato impegno, a inserire prima e ad attuare poi iniziative concrete e coerenti di mobilità urbana sostenibile.

A tale scopo, per stimolare una discussione che a nostro avviso è stata accantonata, lanceremo sul profilo Twitter del Coordinamento (@MobNuovaMo) una serie di domande ai candidati sul tema della mobilità.

Conclusione del laboratorio Didattico sulla bicicletta alle scuole medie Calvino di Modena

abbiamo il kit!

abbiamo il kit!

in classe con i ragazzi e l'insegnate

in classe con i ragazzi e l’insegnate

Gli insegnati di "bici"

Gli insegnati di “bici”

Lunedì 12 maggio la scuola media Calvino di Modena ha consegnato i kit illuminazione e kit riparazione gomma ai ragazzi che in aprile hanno partecipato al laboratorio didattico pomeridiano sulla bicicletta, organizzati da Fiab – Amici della Biciletta Modena nell’ambito degli itinerari didattici per le scuole.
Con molto piacere abbiamo saputo che l’istituto Calvino, ha vinto il primo premio al concorso “lavoro sicuro” organizzato dalla provincia di Modena, proprio proponendo un progetto sulla bicicletta “Andare a scuola in bicicletta il primo giorno di primavera, in tutta sicurezza”.
I nostri complimenti ai ragazzi, ma soprattutto alla Prof.sa Sghedoni che li ha coordinati e che ci ha confessato la sua passione per la bici e che da Marzaglia, tutte le mattine, raggiunge la sua scuola a Modena in biciletta!

 

Primo-premio