Cavalcavia Cialdini: quale scelte per la sicurezza stradale?

incidente sul cavalcavia cialdini

incidente sul cavalcavia cialdini

I ripetuti incidenti verificatisi in Viale Italia e Viale Cialdini hanno suscitato la reazione dell’Amministrazione comunale di Modena che -attraverso l’Assessore alla Mobilità, Gabriele Giacobazzi – ha per la prima volta riconosciuto che la velocità è l’elemento discriminante quando non la causa dei sinistri e che quindi è ora di ridurla con varie modalità.

Più che essere salutate come un deciso cambio dell’orientamento autocentrico finora perseguito, le dichiarazioni dell’Assessore hanno suscitato numerosi interrogativi: se il tratto Viale Italia-Zucchi-Cialdini-La Marmora costituisce una pericolosissima tangenziale interna all’area urbana perché intervenire solo sul cavalcavia Cialdini? La riduzione a 3 corsie sul Cialdini verrà attuata ricavando una ciclabile: da quando in qua le ciclabili servono a ridurre le dimensioni delle carreggiate invece di collegare (come qualsiasi altra infrastruttura) zone diverse della città per garantire la mobilità ciclistica sicura? Perché citare l’esigenza delle zone a 30 km/h come antidoto alle eccessive velocità del traffico e poi non prevederne alcun serio ampliarnento nei quartieri residenziali?

Questa storia di roboanti dichiarazioni pubbliche contro la velocità killer e di pressoché zero attuazioni pratiche appare subito come la montagna destinata a partorire il topolino. La vera preoccupazione dell’Amministrazione è quella sfuggita all’Assessore Giacobazzi a proposito della riduzione a 3 corsie sul cavalcavia Cialdini: in prossimità della rotatoria di Via delle Suore le 4 corsie verranno prontamente ripristinate per «evitare disagi al traffico veicolare». È l’ennesima dimostrazione che la mobilità sostenibile e sicura è estranea alla politica dell’Amministrazione comunale.

Giuseppe Marano
www.modenainbici.it

Il GRAB: la capitale si muove (in bici)

GRAB Roma

GRAB Roma

Dopo Mestre, Reggio Emilia e Bologna, anche la capitale comincia a pedalare verso la mobilità ciclistica con un primo nucleo di programma organico. È stato infatti lanciato il progetto GRAB (Grande Raccordo Anulare delle Biciclette), un intervento destinato a mettere a sistema ciclabili esistenti o in progetto per i collegamenti est-ovest e nord-sud della città, per un totale di 44,2 km di percorsi.

Naturalmente, nessuno si illude che questo progetto possa risolvere istantaneamente i problemi della mobilità nella metropoli romana, che pure vede una percentuale di uso delle automobili nettamente inferiore a quella di Modena, grazie soprattutto al trasporto pubblico urbano.

Quello che colpisce favorevolmente è la scelta strategica di individuare direttrici di collegamento in alcuni quadranti della città, evitando la costruzione di tratti indipendenti al di fuori di una logica di trasporto urbano efficiente.

Questo approccio strategico è finora mancato a Modena. Dopo anni di sollecitazioni, nel gennaio scorso l’Amministrazione comunale ha presentato un Piano della Mobilità Ciclistica che doveva costituire -nelle intenzioni dichiarate dal Sindaco- un punto di svolta per la promozione della mobilità ciclistica e la tendenziale riduzione di quella automobilistica. Purtroppo, in una città con oltre 200 km di ciclabili il Piano -che nel frattempo è evaporato dalla discussione pubblicaevita clamorosamente di affrontare i nodi della mancanza o carenza di ciclabili nelle direttrici chiave della città: Emilia Ovest (dalla Bruciata alla Madonnina), Corassori (nell’ultimo tratto verso Giardini), Morane, Vignolese, il tratto centrale di Nonantolana, Gramsci, Canaletto, Amendola-Don Minzoni-Gobetti (completamento).

E dunque ci si chiede: a che serve un Piano del genere?

Giuseppe Marano

In morte di Matteo T., 15 anni

incidente con bicicletta

incidente con bicicletta

Da padre mi ha colpito molto la morte di un quindicenne sulle strisce pedonali, travolto da un motociclista. A prescindere di chi sia la responsabilità dell’incidente, mi sembra che si possa già affermare con certezza di chi sia quella sugli effetti mortali, da suddividere in parti uguali tra velocità e l’infrastruttura che doveva proteggere il pedone/ciclista.

Rispettare i limiti implica avere molte più probabilità di evitare l’impatto o di ridurne di molto gli effetti. Ed invece una superstrada a 4 corsie dritta e larga per 2 km induce tutti noi automobilisti a superare regolarmente ed abbondantemente i limiti di velocità. Anche perché l’impianto semaforico a chiamata non è uno scudo spaziale che evita qualsiasi danno, e non ripara agli errori di un ragazzino distratto o di un anziano traballante. In quel punto, quel passaggio pedonale semaforizzato è una classica trappola dove l’utente debole si sente al sicuro, mentre invece è in balia degli eventi.

D’altronde non c’è incrocio di Viale Italia, Cavalcavia Cialdini o Via Montecuccoli che non abbia il suo morto. Allora cosa aspettiamo a mettere davvero in sicurezza gli attraversamenti e restringere le carreggiate di queste autostrade cittadine? In alternativa, togliamo pure quei passaggi pedonali.

Ermes Spadoni
www.modenainbici.it

Una domenica ecologica … e poi?

domeniche ecologiche FIAB

domeniche ecologiche FIAB

Domeniche ecologiche? Nelle nostre città l’aria è così inquinata da creare problemi alla salute dei cittadini. Per questo motivo la Comunità Europea ha imposto alla Regione il pagamento di multe e l’obbligo di adottare una serie di provvedimenti.

La Regione, tra le varie iniziative messe in campo, ha chiesto ai Comuni di organizzare tre domeniche in cui ridurre il più possibile l’uso dell’auto in città, avendo accertato che l’automobile è una delle principali cause dell’inquinamento urbano.

Queste giornate, definite “Domeniche ecologiche”, a Modena sono organizzate con iniziative che coinvolgono varie associazioni che, per l’occasione, svolgono attività ludiche, sportive e commerciali.

La FIAB, invece, ritiene che le “domeniche ecologiche” devono essere momenti in cui fare proposte e coinvolgere i cittadini su come operare per migliorare la qualità dell’aria attraverso un reale sostegno alla mobilità sostenibile.

Con questa motivazione, durante le domeniche ecologiche, ci siamo confrontati in piazza con i cittadini su tre nostre proposte: ampliamento della zone con moderazione del traffico in città (zone 30), contrasto ai furti di biciclette, modifiche alla segnaletica per favorire l’accessibilità al centro storico in bici.

Le proposte che abbiamo portato avanti hanno costi di realizzazione irrisori per l’Amministrazione, richiedono solo la volontà politica di attuarle e, in questo modo, favorire la mobilità sostenibile ed il miglioramento della qualità dell’aria nella nostra città.

Corso Cavour: l’attacco alla ZTL continua

corso cavour

corso cavour

La riorganizzazione del traffico in Corso Cavour e nelle strade vicine attua una strategia dell’Amministrazione comunale in evidente contrasto con le recenti dichiarazioni del Sindaco sulla mobilità ciclistica in Consiglio Comunale, e costituisce un case study esemplare della comunicazione politica.

L’obiettivo del progetto di Corso Cavour è di favorire “l’uscita dei veicoli dal centro storico” e “massimizzare la possibilità di parcheggio”. In concreto, mentre si favorisce il movimento degli autoveicoli da Piazza Roma a Via Berengario, si pongono a pagamento 39 posti auto (fra vecchi e nuovi).

I risultati della manovra sono evidenti: aprire un altro pezzo di centro storico ai mezzi più inquinanti, le auto, agevolandone la circolazione e la sosta per i non residenti. Nel contempo, alcun miglioramento è previsto per i mezzi ecologici (ad es. nessun adeguamento dei parcheggi bici davanti all’ intasatissmo Liceo S. Carlo).

Queste iniziative seguono l’incompleta pedonalizzazione di Piazza Roma e l’eclissi totale della pedonalizzazione di Largo Sant’Agostino (disattendendo il Piano sosta del 2006). Inoltre, dettaglio non irrilevante, si è notato che i veicoli uscenti dal Novi Park su Via Berengario godono dell’agevolazione di un ciclo semaforico riservato (com’è possibile per un passo carraio privato?).

In occasione della presentazione del Piano della ciclabilità in Consiglio Comunale, il Sindaco, Giancarlo Muzzarelli, aveva dichiarato che il suo obiettivo è di ridurre l’uso dell’auto nella mobilità urbana e di incrementare quello dei mezzi ecologici. Lo spread fra finalità generali e prassi quotidiana non è mai stato più palese e stridente.

Giuseppe Marano
www.modenainbici.it

Senso unico – eccetto bici: le ragioni del sì

eccetto bici. in tutta europa funziona così

eccetto bici. in tutta europa funziona così

L’apertura dei sensi unici alle bici in entrambi i sensi di marcia in centro storico resta un caposaldo della mobilità sostenibile, ribadita in una nuova richiesta presentata dalla Fiab all’Assessore alla Mobilità del Comune di Modena, Gabriele Giacobazzi.

L’obiettivo è di favorire l’accessibilità dei ciclisti in centro, in piena sicurezza e senza rischiare le multe per circolazione vietata. La Fiab vorrebbe sperimentare il «Senso unico – eccetto bici» solo nelle strade considerate “percorsi naturali” dai ciclisti. In pratica, si tratterebbe di convertire a doppio senso per le biciclette alcuni brevi tratti di sensi unici per le auto: Calle di Luca, Francesco Selmi, Gallucci, Tabboni, Grimelli e Tagliazucchi, per un totale di circa 200 metri lineari. Peraltro, la proposta non prevede di eliminare alcun parcheggio auto.

In tal modo, i ciclisti potrebbero percorrere tratti più brevi di strada per raggiungere le loro destinazioni. È bene precisare che «Senso unico – eccetto bici» comporta che le bici e le auto circolino alla propria mano (destra), in un’area già regolata dal limite dei 30 km/h.

I detrattori della proposta la ritengono pericolosa. Sbagliano: sulla base dell’esperienza condotta in Francia, Olanda, Belgio, Germania e in numerose città italiane (a Reggio Emilia tutto il centro storico ha la segnaletica «Senso unico – eccetto bici») l’introduzione della nuova segnaletica comporta più attenzione degli utenti della strada e una riduzione degli incidenti, oltre che una maggiore circolazione dei ciclisti, vero obiettivo della misura richiesta.

Senso unico – eccetto bici: le ragioni del sì from FIAB Modena on Vimeo.

Se il Sindaco resta senza bici …

catena furti bici

catena furti bici

Ha fatto il giro dei media la notizia che, nei giorni scorsi, i ladri di biciclette hanno colpito anche il primo cittadino di Modena, Giancarlo Muzzarelli. Per colpo di ironia, il fattaccio si è verificato in un luogo simbolo della città: la bici era infatti parcheggiata nella sede municipale di Via Scudari.

La disavventura patita del Sindaco è un’esperienza velenosa vissuta da migliaia di cittadini ogni anno (si stimano in circa 5000 i furti attuati). Il fenomeno merita attenzione perché, oltre a costituire un problema di ordine pubblico, determina una ricaduta ambientale significativa: chi subisce una simile violenza e danno tende a non usare più la bici o a comprarne una “usata” a basso costo, ma di incerta provenienza, illudendosi di sfuggire alle inafferrabili cesoie dei ladri. In tal modo però si alimenta il circuito dell’illegalità.

La Fiab si è impegnata molto sul tema fin dal 2011, attuando una lunga campagna di informazione rivolta ai cittadini su come sfuggire ai furti e circolare felici con la due ruote. Nel 2012 l’associazione aveva presentato alle forze dell’ordine e al Comune il progetto B.U.S. (Biciclette Usato Sicuro), con cui isolare il mercato della ricettazione che alimenta questo pernicioso delitto.

Purtroppo, nonostante l’originalità dell’idea e l’ampia condivisione suscitata in tutti gli interlocutori, il progetto si è arenato. Si sono persi tre anni, lasciando crescere la rassegnazione e l’incertezza nell’uso della bici, in una città molto inquinata. E mentre sono bloccati tutti gli investimenti sulla sicurezza delle bici, i ladri agiscono indisturbati. È quello che vogliamo?

Giuseppe Marano
www.modenainbici.it

I ciclisti hanno diritto di andare in centro sicuri

eccetto bici. in tutta europa funziona così

eccetto bici. in tutta europa funziona così

La viabilità tortuosa del Centro Storico vuole scoraggiare l’attraversamento delle auto, ma penalizza le biciclette che, per evitare giri viziosi, vanno ovunque e i vigili chiudono un occhio.

Questa tolleranza poco civile è una vera trappola per i ciclisti: rischiano la multa e in caso di incidente hanno torto.

LA FIAB PROPONE PIU’ BICI E MENO AUTO IN CENTRO PERCHE’ NON INQUINANO E NON INGOMBRANO LE STRADE

La FIAB dal 2011 manifesta e chiede al Comune di regolarizzare i percorsi “naturali” di accesso al centro, per consentire ai ciclisti di percorrere in doppio senso alcuni tratti di strada a senso unico per le auto.

BASTANO 10 DI QUESTI CARTELLI E POCHI METRI DI DOPPIO SENSO PER LE BICI

  1. da S. FAUSTINO: 18 metri di Calle di Luca (da Canalchiaro a Rua Muro)
  2. da BUON PASTORE: 26 metri di Via Francesco Selmi (da Rua Frati a S.Paolo) e 9 metri (da Vicolo Foschieri a P.zzale Torti)
  3. da VIA MOREALI: 122 m. di Via Gallucci (da Canal Grande a C.so Adriano) e 36 metri di Via Tabboni (da Viale Frabrizi a Via Andreoli)
  4. da ZONA MUSICISTI: nella corsia bus di Via Grimelli e Tagliazucchi (da Viale Reiter a Via Borelli)

OCCORRE ANCHE

  • SINCRONIZZARE I SEMAFORI sulla Via Emilia Ovest negli attraversamenti di Viale Tassoni e Vittorio Veneto, per dare continuità di transito alle biciclette
  • RENDERE ATTRAVERSABILE IL PARCO DELLA RIMEMBRANZA AL MONUMENTO AI CADUTI per collegare meglio la zona di Medaglie d’Oro
  • RISERVARE LA CORSIA IN INGRESSO DEL CAVALCAVIA MAZZONI AI MEZZI PUBBLICI E ALLE BICICLETTE per facilitare l’acceso in bicicletta degli abitanti dei quartieri a nord della ferrovia e togliere le auto che soffocano inutilmente il centro, anche se dirette in altre parti di città.

Le esperienze di molte città europee e italiane, compresa la vicina Reggio Emilia, dimostrano che autorizzare le biciclette a circolare in entrambi i sensi di marcia non aumenta gli incidenti, anzi rende chiari e protetti i comportamenti di tutti.

la nostra proposta

la nostra proposta

Zone a 30 km/h: grande opportunità da non sprecare

rossella-zona-30Nel Piano della Mobilità Ciclabile, presentato dalla Giunta al Consiglio comunale il 15 gennaio, sono indicati alcuni interventi per ridurre l’eccesso di spostamenti in auto (oggi il 75% sul totale) che provoca un elevato inquinamento, una scarsa qualità urbana e una grave pericolosità delle strade.

La realizzazione di zone a moderazione del traffico (limite di velocità a 30 km/h) è la misura più efficace per ridare sicurezza e vivibilità ai quartieri residenziali, rendendoli accessibili a tutti gli utenti della strada.

Il Comune propone nel Piano un timidissimo incremento delle zone a 30 km/h, dal 9% all’11,7% del totale delle strade cittadine. Purtroppo non vengono previsti interventi nei quartieri più densamente popolati della città, come San Faustino, Buon Pastore, Morane e Musicisti, che hanno una ricca dotazione di servizi e di attività commerciali e una forte presenza di pedoni e di ciclisti, e che presentano un elevato numero di incidenti.

Per ridurre incidenti e inquinamento, occorrerebbe estendere le zone a 30 km/h in tutti i quartieri residenziali. Tuttavia, non è sufficiente installare i segnali di limitazione di velocità: occorre contemporaneamente introdurre la precedenza a destra, allargare i marciapiedi e realizzare spazi di sosta e socialità, riorganizzare i parcheggi, controllare la velocità dei veicoli e monitorare i risultati. Infine, è necessario garantire il finanziamento degli interventi previsti che, in caso contrario, resterebbero vuota dichiarazione d’intenti, mancando l’obiettivo di rendere la nostra città più vivibile e sicura.

Tavolo comunale della Mobilità: il Coordinamento Associazioni Mobilità Nuova sospende la propria partecipazione

Logo del Coordinamento

Logo del Coordinamento

Alla c.a. degli Assessori
Giacobazzi Gabriele
Guerzoni Giulio

E p.c. Sindaco di Modena
Muzzarelli Giancarlo

Con la presente le Associazioni del Coordinamento per una Mobilità Nuova desiderano informare della loro decisione di sospendere la propria partecipazione al Tavolo di Consultazione per la Mobilità Urbana.

La presentazione del Piano Ciclabili avvenuto senza che questi sia stato discusso al Tavolo di Consultazione, risulta a noi infatti incompatibile con l’idea di confronto che le associazioni ritengono essere tra i principi fondamentali di un qualsiasi Tavolo.

Cordiali saluti

Modena, 2 febbraio 2015

Il Coordinamento delle Associazioni per la Mobilità Nuova di Modena

 

Lettera Inviata agli assessori Giacobazzi e Guerzoni