Bike sharing a flusso libero: non facciamoci del male

bike sharing flusso libero a milano

E’ un dato di fatto che in tutte le città europee i servizi di bike sharing siano un successo: anche a Modena c’è da anni il servizio “Centro in bici” che, nonostante investimenti carenti di potenziamento e manutenzione, è molto usato.

Gli attuali sistemi di bike sharing hanno però rigidi modelli di abbonamento ed utilizzo. Per questo si sta diffondendo il modello “free floating” che non prevede stazioni di noleggio e restituzione delle bici: il sistema del “flusso libero” permette di lasciare la bici ovunque si voglia in città; un sensore GPS ci permette di trovare la bici libera più vicina, una APP ci permette noleggiarla, pagare e poi bloccarla di nuovo.

Questo modello di servizio partito dalla Cina, è arrivato da 3 mesi in Italia con numeri impressionanti: 4.000 bici, 41.000 iscritti, una media giornaliera di 7.700 utilizzi a Firenze, mentre a Milano solo nelle prime 2 settimane sono 35.000 gli iscritti ed 8.000 le bici a disposizione.

Purtroppo anche i difetti già evidenziati in Cina, sono stati “esportati” nelle nostre città, che si riempiono con migliaia di bici (spesso di scarsa qualità) che ritroviamo sui marciapiedi, oppure lanciate nei canali, sui binari o all’interno di aree private.

E’ vero che i casi documentati in questi giorni, sono ben poca cosa in confronto alle pagine di giornale che si riempirebbero se decidessimo di fotografare le migliaia di auto e moto parcheggiate sistematicamente su marciapiedi, aiuole, piste ciclabili, corsie riservate e passi carrai delle nostre città.

Però questo scarso civismo rischia di creare un rischio rigetto per il “free floating”, ed è un peccato perché i moderni studi concordano sull’effetto noto come “safety in numbers”: all’aumentare del numero dei ciclisti, aumenta la sicurezza dei ciclisti stessi. Succede perché gli automobilisti diventano più consapevoli della presenza dei ciclisti e migliorano la loro capacità di anticiparne la presenza nel traffico.

Per questo, nonostante tutti i difetti del nuovo “flusso libero”, sarebbe molto importante che i cittadini italiani non sprecassero questa grande occasione di avere migliaia di bici in più in città.

 

Ermes Spadoni
www.modenainbici.it

MARC CHAGALL, Mi è rimasto nel cuore …

chagall - milano

chagall – milano

ARTEBICI
MARC CHAGALL – UNA RETROSPETTIVA 1908-1985
18 GENNAIO 2015

Mi è rimasto nel cuore …
Diana Altiero

Ci sono mostre che ci sorprendono e ci emozionano come mai altre, così capita anche che alcuni quadri, visti dal vero, ci rimangano nel cuore più di altri.
Della mostra retrospettiva di Chagall a Milano mi è rimasto nel cuore “La passeggiata”, lei in volo con la mano appoggiata su quella di Chagall. Due mani accostate, educate, rispettose, ispiratrici e che fanno volare entrambi. Lui pronto a spiccare il volo, lei già in volo ma … in attesa che lui la segua, uno scambio tra amanti.

Mi è rimasto nel cuore anche “Il compleanno”, lui che, svolazzando allegramente, si contorce a baciare lei che gli ha appena regalato un mazzo di fiori. Per Chagall l’amore fu sempre al centro della sua vita affettiva e professionale.

Più in generale, mi è rimasta nel cuore la capacità di Chagall di dipingere liberamente, aldilà di ogni canone e senza perdere in naturalezza e semplicità, cogliendo spunto dalla vita reale ricca di episodi al limite del fantastico.

Non ultimo, mi è rimasto nel cuore il viaggio di ritorno in treno che da Milano ci ha riportato a Modena. Uno scambio di commenti sulla mostra appena visitata ha innescato l’interesse di un’altra passeggera a noi sconosciuta, e l’avvio di un piacevole scambio di opinioni/informazioni su vari argomenti compresa la simpatica disputa storica tra reggiani e modenesi conclusasi con un pareggio.
Evviva Chagall!

Furti bici: le proposte della FIAB Onlus

Furto con tronchesi

Furto con tronchesi

La Fiab nazionale scende in campo contro il furto delle bici, che in italia affligge 800.000 vittime ogni anno, con un costo presunto di non meno di 80 milioni di euro (a Modena si stimano circa 5000 predazioni). Tecnologie, controlli e comportamenti intelligenti dei ciclisti potrebbero stroncare un fenomeno nocivo per la mobilità sostenibile.

Il 21 novembre 2013 si tenuto a Milano il primo convegno nazionale sul tema del furto di biciclette. Promosso dalla Fiab, è stato l’occasione per presentare i dati raccolti in tutta Italia sul fenomeno e per definire le “linee guida” dei piani di contrasto del furto da prevedere all’interno dei biciplan.

Prima nel suo genere in Italia, l’iniziativa si proponeva di sensibilizzare forze dell’ordine e amministrazioni comunali sulla gravità della piaga dei furti, sia per l’entità del danno economico a carico dei cittadini ma soprattutto per il perverso effetto sulla mobilità ecologica. Infatti, i ciclisti colpiti dalla predazione dell’amata bici tendono a impiegarla meno negli spostamenti urbani; inoltre, si orientano all’acquisto delle cosidette “bici usate”, sulla cui identificazione sussistono sempre forti dubbi.

I cittadini devono però evitare la rassegnazione, mettendo in pratica alcune regole efficaci per prevenire gran parte dei furti ai loro danni. Il decalogo proposto è semplice: parcheggiare legando ruota anteriore e telaio ad un supporto verticale ben ancorato a terra; utilizzare un antifurto di buona qualità (a Modena è in distribuzione il “BiciSicuraUP” a 35 euro); identificare la bici con la targa “BiciSicura”, la più diffusa in Italia, e registrarla al Registro Italiano Bici; non lasciare mai incustodita la bici anche per brevi commissioni; denunciare sempre i furti subiti.

Per contrastare i furti occorre anche combattere la ricettazione. È bene che i ciclisti intenzionati ad acquistare bici usate lo facciano solo presso venditori di fiducia, accertandosi della provenienza del mezzo. Acquistare da venditori non professionali e casuali espone al rischio di riciclare bici rubate che possono sempre essere intercettate dal legittimo proprietario.