L’incalzare delle cattive notizie sugli elevati livelli di inquinamento nelle aree urbane e, più in generale, delle emissioni nell’aria che stanno provocando il grande cambiamento climatico in corso, richiede risposte proporzionali alla gravità della situazione ambientale. Chiarezza di obiettivi, trasparenza nelle decisioni e costanza nell’attuare le attività programmate costituiscono i requisiti essenziali di cui gli enti decisori dovrebbero dotarsi per affrontare fenomeni di enorme portata, prodotti localmente e a livello planetario.
Oltre ai citati attributi, i decisori dovrebbero affidarsi anche alla creatività, nel senso di immaginare soluzioni originali e concrete capaci di contribuire a risolvere i problemi individuati. In altre parole, per promuovere l’uso dei mezzi alternativi all’auto privata (trasporto pubblico, bicicletta e pedonalità) occorre anche mettere in campo forme di incentivi reali per modificare stili di mobilità divenuti ormai contrari al bene comune.
Sotto questo aspetto, la Francia sta mettendo in cantiere misure inedite e di lungo periodo. Il governo ha deciso di prevedere un’indennità di 25 centesimi a chilometro percorso per i cittadini che vanno al lavoro in bicicletta. Il Comune di Parigi ha adottato proprio questo strumento a vantaggio dei suoi 63.000 dipendenti.
E in Italia? Alcune aziende private importanti da tempo praticano questa misura semplice e concreta, a volte con qualche variante interessante. Un’azienda ospedaliera ferrarese ha previsto un incentivo temporale: accantona il tempo di spostamento in bici dei lavoratori e lo trasforma in tempo da recuperare come congedo. Le vie della mobilità sostenibile sono infinite, basta cercarle.
Giuseppe Marano
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