L’assordante silenzio intorno all’ozono

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Da diversi giorni, la concentrazione dell’ozono nell’aria supera la soglia dei 180 microgrammi per metro cubo. Il fatto che colpisce è l’assordante silenzio che accompagna l’evento, percepito dalle autorità pubbliche e dagli stessi cittadini come “normale”. Si moltiplicano gli “inviti” a restarsene reclusi fra le mura domestiche nelle ore più calde, come se fosse naturale o, peggio ancora, il necessario controvalore del benessere economico.

L’ozono a livello del suolo non è un regalo del diavolo, ma il frutto (avvelenato) di varie reazioni chimiche di sostanze inquinanti prodotte dall’uomo innescate dalla luce del sole, in particolare il biossido di azoto. Il problema è che questo gas dal caratteristico odore di aglio è molto dannoso in quanto aggredisce le mucose respiratorie e gli occhi. Insieme allo smog fotochimico, costituisce un killer della nostra salute.

L’inquinamento può essere ridotto agendo sulle sue fonti. Nel campo della mobilità urbana, gli spostamenti con gli autoveicoli devono essere ridimensionati a favore del trasporto pubblico, della ciclabilità e della pedonalità.

L’assessore alla mobilità, Gabriele Giacobazzi, ha enunciato in Consiglio comunale di Modena la rivoluzionaria (per lui) necessità di regolamentare la circolazione delle auto in centro, «anche alla luce dei piani regionali che, recependo direttive europee, chiedono di implementare le aree libere da auto». Bene, è un punto di partenza. Ora occorrerebbe passare alla pratica e attuare le necessarie, coerenti soluzioni.

Giuseppe Marano
www.modenainbici.it

We-city, we-bike

ciclistiurbani

In un incontro pubblico sul Piano della mobilità ciclistica (21 aprile 2016), l’assessore alla Mobilità del Comune di Modena, Gabriele Giacobazzi, ne ha richiamato i due obiettivi salienti: collegamento delle ciclabili in una rete più funzionale e realizzazione di zone a moderazione di velocità. Tutte ottime cose, certo, ma saranno sufficienti a far calare i veleni immessi dalle automobili nell’ambiente, come richiesto dalla Regione Emilia Romagna ai Comuni?

L’assenza di indicatori di risultati con cui valutare l’efficacia della ‘cura del pedale’ prevista dal Piano ne ridimensiona le iniziali ‘ambizioni’ (ridurre gli spostamenti automobilistici a favore di quelli ciclistici), proclamate dal sindaco, Giancarlo Muzzarelli, al momento della sua formulazione, oltre un anno fa.

Una politica della mobilità lungimirante non può che fondarsi su un ampio mix di misure coerenti e di medio-lungo periodo: messa in sicurezza delle strade per pedoni e ciclisti, contrasto ai furti di bici, zone a moderazione di velocità, agevolazioni per i sistemi di trasporto ecologici, disincentivi all’uso delle auto e incentivi all’uso della bicicletta.

Su quest’ultimo fattore, giungono good news dai ricercatori di UniMoRe: grazie ad un’applicazione per cellulari (We-City), è possibile calcolare la CO2 non emessa in atmosfera in relazione alla modalità di spostamento ecologica scelta dall’interessato (a piedi, in bici, col car-pooling e i mezzi pubblici).

Potendo disporre di tale informazione, la Fiab lancia al Comune di Modena, all’Ausl, ad Hera e a tutte le organizzazioni pubbliche e private disponibili una proposta concreta: impiegando We-City, potrebbero concordare incentivi (economici, di tempo libero, di servizi) da offrire ai propri dipendenti per gli spostamenti ecologici. D’altronde, già varie città e società premiano i collaboratori con denaro o giorni di congedo. A problemi concreti (l’inquinamento da traffico) si deve rispondere con soluzioni concrete e appetibili per i destinatari.

Giuseppe Marano