Ha fatto il giro dei media la notizia che, nei giorni scorsi, i ladri di biciclette hanno colpito anche il primo cittadino di Modena, Giancarlo Muzzarelli. Per colpo di ironia, il fattaccio si è verificato in un luogo simbolo della città: la bici era infatti parcheggiata nella sede municipale di Via Scudari.
La disavventura patita del Sindaco è un’esperienza velenosa vissuta da migliaia di cittadini ogni anno (si stimano in circa 5000 i furti attuati). Il fenomeno merita attenzione perché, oltre a costituire un problema di ordine pubblico, determina una ricaduta ambientale significativa: chi subisce una simile violenza e danno tende a non usare più la bici o a comprarne una “usata” a basso costo, ma di incerta provenienza, illudendosi di sfuggire alle inafferrabili cesoie dei ladri. In tal modo però si alimenta il circuito dell’illegalità.
La Fiab si è impegnata molto sul tema fin dal 2011, attuando una lunga campagna di informazione rivolta ai cittadini su come sfuggire ai furti e circolare felici con la due ruote. Nel 2012 l’associazione aveva presentato alle forze dell’ordine e al Comune il progetto B.U.S. (Biciclette Usato Sicuro), con cui isolare il mercato della ricettazione che alimenta questo pernicioso delitto.
Purtroppo, nonostante l’originalità dell’idea e l’ampia condivisione suscitata in tutti gli interlocutori, il progetto si è arenato. Si sono persi tre anni, lasciando crescere la rassegnazione e l’incertezza nell’uso della bici, in una città molto inquinata. E mentre sono bloccati tutti gli investimenti sulla sicurezza delle bici, i ladri agiscono indisturbati. È quello che vogliamo?
Giuseppe Marano
www.modenainbici.it