Se la bici entra nel dibattito elettorale
E’ noto che nulla è più aleatorio della dichiarazione di un candidato a una qualche carica pubblica nella fase pre-elettorale: la tentazione di alimentare le più varie richieste dei cittadini per acquisirne il consenso è troppo forte per essere arginata.
Una volta nella stanza dei bottoni, le spinte innovative e le promesse roboanti si affievoliscono a vantaggio degli impegni assunti con il potere economico egemone, abituato a muoversi dietro le quinte con maggiore efficacia e senza clamore.
Ciononostante, vale la pena di riflettere sulla risposta che Paolo Scarpa, candidato a sindaco di Parma per la coalizione di centro sinistra, ha dato alla Fiab cittadina sui temi della mobilità urbana (parmadaily.it del 30.05.2017), d’interesse quindi anche per Modena.
Scarpa ha citato 4 importanti misure del suo programma, molto innovative: allargamento delle zone a 30 km/h, doppio senso per bici nei sensi unici per le auto, navette parcheggi scambiatori/ centro storico, incentivi per gli spostamenti ciclo pedonali sui percorsi casa-lavoro e casa-scuola.
Insieme ad altre iniziative, già note e praticate a Modena, ritiene di poter promuovere la mobilità ciclistica e contenere l’inquinamento e il degrado, obiettivi di per sé condivisibili e urgenti. Qui occorre essere chiari e mettere a frutto l’esperienza storica: tanti interventi pro-biker possono essere utili, vanno sostenuti e attuati, ma non fanno una politica e sono destinati a dare risultati limitati.
Lo dimostra la storia della nostra città dove, in assenza di una strategia della mobilità sostenibile, i pur numerosi interventi isolati per la ciclabilità non hanno smosso di una virgola la quota di spostamenti degli auto-moto veicoli in vent’anni (inchiodata al 75%). Solo una politica che incroci forti disincentivi all’uso dei mezzi inquinanti e altrettanto consistenti incentivi all’uso dei mezzi ecologici potrà conseguire risultati seri. Per tutti i cittadini.
Giuseppe Marano
www.modenainbici.it