PUMS mezzo pieno o mezzo vuoto?

Ci sarà nei nuovi Piani Regolatori una sintonia con le linee guida dei Piani Urbani della Mobilità Sostenibile? Solo valide e cogenti indicazioni in materia potranno avere efficacia sulla qualità della mobilità urbana.

Lorenzo Carapellese – urbanista esperto di mobilità sostenibile

Diversi anni fa (rispetto a come son ridotte ora le città italiane) la mobilità faceva sempre scopa con infrastrutture, strade, ponti e tangenziali, parcheggi multipiano e a raso etc. E si parlava molto di trasporto pubblico e nuovi mezzi, sempre sperando in un “Nuovo Codice della Strada” che però è stato sempre vecchio, ottuso, a volte incomprensibile e contradditorio. Tanto che ancora oggi, dopo diverse revisioni, si chiama ancora “nuovo”. A parte le grandi infrastrutture autostradali, per quelle urbane il traffico non lo si prevedeva, semplicemente lo si accompagnava, se ne agevolava lo sviluppo: “mobility creates opportunity and opportunity creates money”! Per fortuna al concetto di prevedere unito al provvedere, è subentrato il concetto di prevedere per prevenire (il traffico).

ELTIS e PUMS
ELTIS (European Local Transport Information system) nel 2013 lancia le prime linee guida per i PUMS, Piani Urbani della Mobilità sostenibile, un nuovo strumento di pianificazione della mobilità urbana che pone al centro della questione non più la modalità di trasporto, il mezzo… ma la persona. Le linee guida per la redazione del PUMS furono tradotte in italiano solo nel 2014 e nel 2016 alcuni comuni ne iniziarono la redazione. Colpevolmente il Ministero delle Infrastrutture solo nel 2017 emanò delle sue linee guida (obbligatorie) per la redazione dei piani della mobilità. Risultato? Solo per la Regione Emilia-Romagna, a parte Piacenza, Parma e Ravenna che lo hanno adottato o approvato, tutti gli altri capoluoghi, Bologna con Imola, Rimini, Reggio Emilia e Modena, Ferrara e Forlì-Cesena ne hanno ancora in corso la redazione. E visti i ritardi (dovuti anche al fatto che i PUMS vanno accompagnati dalla VAS – valutazione ambientale strategica le cui linee guida da parte della Regione sono arrivate anch’esse in ritardo) vuol dire che difficilmente ne vedremo di adottati entro l’anno. Anzi probabilmente arriverà una deroga che li procrastina a fine 2019 con buona pace di chi, come FIAB, sperava che fossero pronti inderogabilmente entro l’anno in corso. Giusto per vedere finalmente un piano della mobilità rivolto alle persone e non come sempre è stato, solo alle quattro ruote.
Come dato positivo però va notato che numerosi comuni hanno deciso di dotarsi di PUMS pur essendone esenti avendo meno di 50.000 abitanti. Quello di Carpi (70.000 abitanti) sta affrontando la VAS, Faenza e Imola stanno per arrivare, poi Cattolica e Misano (vedremo forse un PUMS del sistema balneare?) ed infine i comuni del distretto della Ceramica (Maranello, Formigine, Sassuolo e Fiorano) dove si spera di vedere un PUMS del sistema industriale del distretto ceramico più importante al mondo e non solo una somma di PUMS.
Non mancano le curiosità: nelle linee guida del PUMS di Maranello si afferma che ci sono più piste ciclabili che ciclisti, tanto per capire quanto è stato sino ad ora il raccordo fra questi comuni fra di loro indissolubilmente legati economicamente e spazialmente). Si è in ritardo? Certo che sì rispetto ad un inquinamento ambientale fuori controllo anche se la mobilità urbana non è che una delle componenti responsabili. Per fortuna da questo punto di vista (ma non solo) il Piano dell’Aria, approvato l’anno scorso dalla Regione, anticipa alcune misure che dovranno essere contenute nei PUMS, fra le quali: più piste ciclabili ed aree a Km.30, ampliamento delle zone a traffico limitato- ZTL-, allargamento delle aree pedonali ed altre ancora.

PUG e PUMS
Speriamo che questo nuovo strumento di pianificazione entri in equilibrio dialogante con la pianificazione urbanistica (PUG, Piano Urbanistico Generale), a maggior ragione in un’area in cui l’inquinamento atmosferico è fra i più elevati del mondo. Ci chiediamo:ci sarà ancora spazio per iper e supermercati raggiungibili solo in auto? Ci saranno prescrizioni relative alla dotazione di stalli per le biciclette in tutte le aree urbane anche quelle di completamento e già costruite con una contestuale riduzione programmata dei parcheggi a lato strada per le auto? Si obbligherà un sostanzioso aumento della larghezza dei marciapiedi considerandoli le vere infrastrutture primarie della mobilità? Si aboliranno gli standard di minimi di parcheggio a favore di standard massimi? E le zone a Km 30 saranno estese almeno a tutte le aree residenziali e non come stabilito dalle linee guida del PUMS di Modena relegate quasi tutte in aree marginali e nelle frazioni tanto per non dare fastidio ad automobilisti frettolosi?
Ci sarà nei nuovi Piani Regolatori una sintonia con le linee guida dei PUMS? Valide e cogenti indicazioni sui percorsi casa -scuola, che in quelli sino ad ora da noi esaminati sono totalmente assenti!? Una dimenticanza grave a nostro parere che andrebbe colmata dalla Regione con indicazioni prescrittive tecniche e programmatiche decise ed univoche, semmai seguite da fondi specifici finalizzati in primis a mettere in sicurezza i percorsi casa scuola al fine di attuare il vero primo passo verso una diminuzione drastica della quantità di spostamenti non necessari in automobile di ragazze e ragazze che potranno così raggiungere le scuole in totale serenità e sicurezza a piedi ed in bici!
Il bicchiere a mio parere è ancora mezzo vuoto e si ha l’impressione che ci sia scarsa consapevolezza della politica rispetto alla complessità che il tema della mobilità presuppone. E quindi un gap culturale se riferito alla maggioranza delle comunità urbane, ancora troppo tolleranti verso SUV da 3 tonnellate che scorrazzano liberamente nei centri storici che un pass non lo si nega a nessuno! Ed infine la consapevolezza che in molte città non ci siano competenze sulla mobilità. Con tutto il rispetto siamo ancora all’ingegnere delle opere pubbliche, dei lavori stradali, con poche ed ancora acerbe competenze sui temi della mobilità pedonale, ciclistica e del trasporto pubblico. A maggior ragione quando oggi un km di trasporto pubblico in autobus costa non meno di 2 € a fronte di 60 centesimi di entrata e che anche se si duplicassero gli autobus nelle strade la congestione ancora ne limiterebbe l’efficacia. In attesa del PUMS pieno, … mobilità sostenibile per tutti!

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