Mettiamo che ognuno di noi abbia mezz’ora al giorno che è costretto a trascorrere, a scelta, in due modi diversi.
Nella prima opzione, ci si trova rinchiusi in un box di metallo, immobilizzati da una cintura ad una speciale poltroncina; ci si trova in mezzo al un flusso di altri box, che si muovono grazie ad appositi comandi che si possono attivare dall’interno e ci si trova sottoposti a una serie di input esterni che ci costringono a tenere altissima l’attenzione e che innescano in continuazione il circuito neuronale della minaccia-fuga-attacco. Purtroppo fuggire non si può, quindi si attiva nel nostro cervello la risposta dell’attacco, scatenando nervosismo e aggressività. L’unico sollievo che possiamo ricevere è quello di poter ascoltare un po’ di musica o le notizie del giorno (che però rischiano di farci diventare ancora più ansiosi). Per poter uscire poi dobbiamo trovare un posto, tra quelli appositamente dedicati alla sosta dei box di metallo, ma è difficile perchè i box in movimento sono tanti e tutti hanno fretta di uscire. Per poter scegliere questa opzione, infine, dobbiamo pagare circa 1500 euro l’anno a testa; inoltre, l’economia pubblica ci rimette circa 90 centesimi per ogni chilometro che percorriamo (infrastrutture, manutenzione, incidenti, salute, smog).
Nella seconda opzione, ci si trova all’aperto seduti su un attrezzo ginnico che, a differenza di quelli che stanno nelle palestre, si muove grazie allo sforzo delle nostre gambe; è possibile scegliere un modello base a propulsione esclusivamente muscolare, e uno con un assist elettrico che alleggerisce lo sforzo per chi non può o non vuole faticare troppo. A seconda della stagione e delle intemperie, bisogna scegliere un abbigliamento adatto ma si può approfittare dell’effetto tonificante dell’aria aperta, oltre che di mezz’ora di attività ginnica. Anche in questa opzione occorre tenere altissima l’attenzione soprattutto quando si incrocia il flusso dei box in movimento; è più facile però trovare una sosta per l’attrezzo ginnico perché occupa poco posto. Questa opzione costa dai 40 ai 200 euro l’anno, e porta alla società 29 centesimi di benefici per chilometro.
C’è chi non rinuncerebbe mai all’auto, e rispettiamo il suo punto di vista: ma per chi volesse scegliere la seconda opzione, perché i percorsi sono così accidentati, insicuri, pieni di ostacoli e barriere? La libertà di scegliere dove sta? Chiediamolo ai nostri amministratori.