L’economia dell’auto è local?

Secondo AAA (American Automobile Association) ogni automobilista spende una media di 8.485 dollari all’anno per la sua auto. Non è poco vero? Non molto distante dal dato americano, ACI stima ad esempio un costo di 3.800 euro/anno per una Panda.

Un altro preoccupante studio americano, dice che 81% di questi soldi va a finire fuori dalla comunità in costi di acquisto, benzina, assicurazioni e finanziamento, e solo il 19% rimane in loco per riparazioni, tasse locali, cambio gomme. Non abbiamo i dati italiani, ma non dubitiamo siano poi tanto diversi.

Se una città come Modena riuscisse a ridurre anche solo del 15% il numero delle auto possedute, i suoi cittadini si ritroverebbero con una montagna di soldi che potrebbero essere spesi in servizi e prodotti locali.

Ma c’è un 15% di famiglie che possono fare a meno di un’auto? Sembra proprio di si: a leggere i dati del PUMS il 45% dei tragitti modenesi è inferiore ai 2,5 km e 83% dei percorsi hanno origine e destinazione all’interno del Comune.

Allora perché i modenesi si ostinano a “sprecare” soldi con seconde e terze auto? Forse anche perché le alternative non sono così credibili? A vedere lo stato del trasporto pubblico, delle ciclabili cittadine e dei servizi di car&bike sharing, in effetti non si può dar loro torto del tutto.

Ecco perché investimenti in mobilità sostenibile non sono solo auspicabili per l’ambiente ed il comfort cittadino, ma soprattutto perché hanno ritorni diretti ed indiretti che possono sostenere l’economia locale, che poi è quella che paga le tasse a Piazza Grande.

 

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