La sostenibile leggerezza della bicicletta.
In uno dei miei tanti percorsi urbani in bicicletta, mi è capitato in breve sequenza di trovare diverse auto posteggiate ad occupare quasi interamente la pista ciclabile. Prima mi sono arrabbiato, poi ho rallentato e sono passato stando attenti a pedoni e portiere. Poco dopo, finita la ciclabile, ho scelto di non attraversare la strada perché a 150 metri avrei dovuto svoltare di nuovo verso il lato che stavo percorrendo: in questo caso sono stato io ad occupare un marciapiede, ben stando attento a rallentare quasi del tutto la mia velocità.
In entrambi questi comportamenti, irregolari dal punto di vista del Codice della Strada, ma soprattutto irrispettosi sotto l’aspetto della civile convivenza, è però possibile scorgere il vero vantaggio dell’uso della bici in città. Oltre alla riduzione dell’inquinamento, del rumore e del degrado dei luoghi, la due ruote propone uno stile di relazione sociale basato sulla tolleranza, soprattutto nelle nostre storiche e piccole città. La bicicletta perdona l’assedio delle auto girandoci intorno, e occupa lo spazio strettamente indispensabile di cui una persona ha bisogno per muoversi.
L’uso dell’auto invece implica un ingombro di 8/10 mq, a prescindere dal tragitto e dallo scopo, e questo non viene più tollerato nemmeno dagli automobilisti stessi che, infatti, si lamentano continuamente del traffico eccessivo e dell’indisponibilità dei parcheggi.
E visto che lo spazio cittadino non è più considerato una risorsa infinita, è ora che gli amministratori pubblici convincano i cittadini, con gli incentivi (miglioramenti di infrastrutture e servizi) e con i disincentivi (sanzioni e tasse di transito e parcheggio), che è l’ora di ri-valutare, di tanto in tanto, l’uso del mezzo meno ingombrante, salutare, silenzioso e figo che ci sia: la bici! Naturalmente non sui marciapiedi, mi raccomando!
Ermes Spadoni
FIAB Modena