Nei viaggi di istruzione capita in più occasioni alla scuola di doversi confrontare con genitori preoccupati, ansiosi anche se si viaggia in pullman o in treno. L’ansia è spesso fomentata dai mass media, dalle notizie che mettono in risalto i drammatici incidenti che hanno colpito scolaresche durante i loro viaggi d’istruzione, eventi drammatici, ma ci permettiamo di dire, senza alcun cinismo, statisticamente irrilevanti se messi a confronto con i tanti viaggi che mettono in moto migliaia di studenti ogni anno. La scelta di accompagnare i propri alunni in bici è coraggiosa e in controtendenza rispetto all’offerta che viene presentata alle scuole ogni anno. Una scelta coraggiosa, come lo è far muovere per l’Europa alunni italiani, stranieri in un periodo in cui si innalzano muri, in cui bisogna penare nelle questure per regolarizzare i documenti. Scelte di questo tipo insegnano agli alunni che “si può fare”, nonostante gli ostacoli. Queste esperienze insegnano ai ragazzi e alle ragazze della scuola media che la libertà la si conquista pedalata dopo pedalata, che nulla è dato per acquisito e che, ancor più della meta, l’esperienza meravigliosa è nel viaggio e in chi lo vive con noi.
Riteniamo che la scuola abbia bisogno di costruire esperienze assieme ai propri alunni, uscire dalle aule fredde e spoglie, sempre più lontane dal mondo reale e virtuale in cui sono immersi ogni giorno. Oggi il mondo viaggia ad una velocità straordinaria e la scuola come laboratorio di vita non basta più. La scuola deve poter immergersi nel mondo per poterlo interpretare e trovare con i propri alunni soluzioni concrete per affrontare al meglio la complessità del quotidiano. La scuola deve avere coraggio e ai genitori non resta che essere fiduciosi alleati e collaboratori di un corpo docente che lavora con loro per formare al meglio l’uomo di domani.
José Carrasso