Quest’anno la Fiab ha lavorato assiduamente con altre associazioni che si occupano di mobilità e che propongono una organizzazione più moderna dello spazio pubblico.
Abbiamo iniziato con Legambiente, Uisp ciclismo e CSI, promuovendo la mobilità ciclistica nelle domeniche senza auto, ed abbiamo proseguito coinvolgendo Salvaciclisti, Ciclofficicna, Ciclostile, Ingegneria Senza Frontiere, Acsi Ciclismo, Comitato Sacca e Comitato utenti della ferrovia Modena Sassuolo.
Assieme abbiamo proposto agli assessori del Comune di Modena, Arletti e Giacobazzi, l’istituzione della Consulta della mobilità, come ha fatto Bologna e, di fronte al rifiuto, abbiamo costituito il Coordinamento delle associazioni per la Mobilità Nuova.
Chi ci amministra non conosce cosa avviene nelle strade, non raccoglie dati sulle diverse modalità di spostamento e nelle classifiche nazionali Modena continua a perdere posizioni. La nostra città, nota in Italia per dinamicità e innovazione, ha ipotecato tutte le risorse dei prossimi decenni per realizzare un parcheggio sovradimensionato, proprio mentre l’ANCI (l’Associazione dei Comuni Italiani) propone 30 km. all’ora come massima di velocità nelle aree urbane, il doppio senso di circolazione alle biciclette nelle vie a senso unico, parcheggi a spina di pesce a sinistra per favorire le corsie ciclabili a destra, linee d’arresto avanzate per le biciclette ai semafori per dare sicurezza ai ciclisti.
Nel rincorrere un ipotetico consenso, che nel frattempo si sposta altrove, propongono iniziative di facciata e cercano di usare le nostre associazioni come manodopera gratuita, salvo scordarsi o respingere le proposte che avanziamo da tempo.
Gli amministratori hanno dimenticato l’impegno assunto per migliorare gli attraversamenti ciclabili della ferrovia e i ciclisti continuano a rischiare sui cavalcavia Cialdini e Mazzone, non hanno tolto gli ostacoli e le continue interruzioni delle piste ciclabili, non facilitano l’accesso al centro storico in bicicletta, non fanno iniziative per il rispetto degli attraversamenti ciclabili e pedonali. Sono provvedimenti che non richiedono investimenti ma sono importantissimi per la mobilità, anzi riducono le spese di manutenzione.
Utilizzano le scarse risorse per migliorare la qualità dell’aria per realizzare la tanto attesa pista di via Giardini, ma divisa in due tronconi su lati diversi, obbligando i ciclisti ad attraversare inutilmente via Giardini, via Gaddi e viale Jacopo Barozzi. Mantengono la via Giardini con i caratteri degli anni 60, soffocata dal traffico e con un commercio che langue, dimenticando di averla classificata di quartiere nel piano regolatore.
Privi di una seria politica sulla mobilità e sull’ambiente, gli amministratori galleggiano sull’esistente, dimenticando che una politica sulle mobilità pedonale e ciclabile facilita anche la mobilità automobilistica: più biciclette uguale meno auto e meno auto uguale meno traffico e più fluidità. Non facilitano i pedoni, i ciclisti ed il trasporto pubblico che possono dare respiro al commercio e dare dignità allo spazio pubblico.
Il Coordinamento si è organizzato per sostenere il cambiamento, nella convinzione che i cittadini siano più avanti dei politici mediocri, che non sanno immaginare una mobilità più efficiente, una città più sicura e più civile.