Riconoscendo l’unicità e la versatilità della bicicletta, nell’aprile 2018 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha deciso di dichiarare il 3 giugno Giornata Mondiale della Bicicletta. La risoluzione descrive la due ruote come “un mezzo di trasporto sostenibile semplice, economico, affidabile, pulito e rispettoso dell’ambiente, che promuove la tutela dell’ambiente e la salute”.
L’Assemblea richiama i governi a incoraggiare l’uso della bicicletta come mezzo per sradicare la povertà, perchè permette di spostarsi anche a chi non ha le risorse economiche per potersi permettere l’acquisto e il mantenimento di un’auto; favorire lo sviluppo sostenibile, perché non consuma combustibili fossili e non produce inquinamento (nemmeno quello acustico!); ha una fondamentale valenza educativa perché promuove il rispetto reciproco e la condivisione degli spazi (anziché la “legge del più forte”); migliora la salute prevenendo una serie di patologie legate alla sedentarietà (obesità, diabete, ipertensione e disturbi cardiovascolari…), e favorisce la riduzione dello stress cronico e il benessere psicologico grazie alle endorfine; facilita l’inclusione sociale perché è alla portata di tutti, dai bambini agli anziani ai diversamente abili; promuove una cultura di pace.
Peccato però che al lato pratico, dal governo italiano in giù fino a molte (troppe) amministrazioni locali sembrano non volersi accorgere dei benefici individuali e collettivi dell’andare in bicicletta: le risorse a disposizione sono troppo poche, l’approccio dei tecnici ancora toppo auto-centrico. Di conseguenza la realtà quotidiana di chi inforca la due ruote per recarsi a scuola, a lavorare, a passeggiare è un’esperienza da brivido: la percezione è di costante pericolo e di frustrazione al limite della presa in giro. Le infrastrutture, anche quelle di nuova costruzione, sono spesso inadeguate, anguste, rese impraticabili da transenne, paletti, continue interruzioni (illegittime) per le immissioni laterali: anche laddove il Codice della Strada parla chiaro, le interpretazioni “creative” che vengono date sono immancabilmente a svantaggio di chi pedala.
Cari amministratori e tecnici comunali e provinciali, dunque, perché non approfittate dell’invito delle Nazioni Unite a celebrare la bici, non salite in sella e non vi fate un giro per i vostri paesi e città? Vi accorgerete che al di là delle celebrazioni c’è un disperato bisogno di politiche che davvero tutelino chi fa, ogni giorno, questa scelta ecologica e socialmente utile.