Furti di bici: rilanciare l’usato sicuro
Riflettori accesi sui furti di bici, questa volta sull’area della stazione centrale. L’occasione è stata fornita dall’interrogazione del consigliere di Forza Italia Adolfo Morandi a cui ha risposto il sindaco Gian Carlo Muzzarelli.
Sia l’interrogazione che la risposta hanno focalizzato l’analisi del fenomeno e l’indicazione delle misure di contrasto sugli aspetti repressivi, riducendolo ad un affare di telecamere e appostamenti di agenti in borghese. Ma è un gioco vano che non produce risultati duraturi.
Occorre assumere l’ottica dei delinquenti: si ruba perché ci si guadagna. Esiste un mercato dell’usato in cui la quota maggioritaria dell’offerta è illegale. Il ladro esiste perché esiste il ricettatore, che svolge un servizio compensato dalle stesse vittime dei furti. La vera iniziativa dunque consiste nell’interrompere il circuito vizioso che alimenta l’illegalità.
Come fare? La Fiab nel 2012 aveva proposto alle forze dell’ordine, alla prefettura e al Comune di Modena il progetto ‘Biciclette Usato Sicuro’ (BUS): con la supervisione dell’Ente locale, i commercianti onesti verrebbero sollecitati a formato una rete nei cui punti vendita – riconoscibili da una vetrofania apposita- sarebbero state offerte bici usate targate, corredate del libretto di proprietà. I cittadini sarebbero certi della liceità dei mezzi acquistati.
Le forze dell’ordine potrebbero concentrarsi sui ricettatori per perseguirli sia sotto l’aspetto fiscale che penale. Un’adeguata campagna di comunicazione, condotta con la collaborazione della Fiab, consentirebbe di dirottare la domanda verso il canale legale, estinguendo la fonte di guadagno di quello illegale.
A tutt’oggi la Fiab non ha ricevuto dal Comune alcun riscontro a questa proposta semplice e concreta.
Giuseppe Marano
www.modenainbici.it