La prossima domenica andremo a votare, ed il nostro presidente nazionale Tursi ha inviato a tutte le forze politiche una lettera aperta con un decalogo delle nostre richieste. Come, direte voi, con tutti i casini che ha il mondo ed il nostro Paese, pensate alle necessità dei ciclisti? Si, proprio così: pensiamo che la bicicletta sia una delle soluzioni più semplici a problemi difficili della nostra quotidianità, ma spesso rimane ad arrugginire nei nostri garage perché il suo uso viene disincentivato da auto-centriche politiche novecentesche che hanno già dimostrato tutti i loro limiti.
A partire dalla urgente necessità di ridurre la spesa energetica e risparmiare combustibili: fu proprio durante una crisi energetica – quella petrolifera del 1973 – che l’Olanda decise di cambiare modello di mobilità: puntando sulla bicicletta non sono certo tornati all’era pre-industriale, ma al contrario hanno reso il Paese più ricco, moderno e le loro città vivibili ed attraenti.
Oggi la tecnologia ci facilita con le biciclette a pedalata assistita, che consumano una quantità di energia infinitesima rispetto all’auto elettrica, e permettono quasi a tutti di scegliere il pedale come alternativa intelligente al volante, anche in età avanzata e/o in presenza di dislivelli.
Vi sono poi altri aspetti come il turismo, fondamentale per l’economia italiana, che ormai non può più prescindere dalla bicicletta. Oppure la salute dei cittadini, quando è ormai acclarato che fin da piccoli la mobilità attiva previene molte patologie, dall’obesità infantile alle malattie cardiovascolari.
La bicicletta è una soluzione win-win e bipartisan, in cui vinciamo tutti come Sistema Paese e come comunità, a cominciare proprio da coloro che continueranno a dover guidare quotidianamente per lavoro e necessità, come ad esempio tassisti, autotrasportatori, agenti di commercio, che potranno così finalmente avere a disposizione strade meno congestionate e più sicure.
Per questi motivi FIAB chiede di mettere al centro della proposta politica anche la transizione intelligente della mobilità, a partire dalla piena attuazione del Piano Generale della Mobilità Ciclistica, di recente approvato in modo bipartisan in Conferenza Stato-Regioni, anche e soprattutto mediante finanziamenti costanti e non occasionali, per un’adeguata programmazione pluriennale da parte degli enti e degli amministratori locali.