Cicloturismo, risorsa per lo sviluppo sostenibile
È noto il ruolo che il cicloturismo svolge come fattore non solo di crescita culturale per le persone che lo praticano, ma anche di sviluppo economico sostenibile. Grazie all’onda lunga che dal centro-nord Europa sta dilagando nel sud del continente, l’Italia può così trarre vantaggio da un fenomeno ormai di massa, promuovendo le risorse storico-monumentali, eno-gastronomiche e paesaggistiche sparse nel Belpaese.
Insieme alla mobilità urbana su due ruote, il cicloturismo rappresenta l’altra componente di una politica degli spostamenti a favore del cambio di paradigma da autocentrico a ecologico. Da questi indirizzi generali è nato nel 2012 il progetto “Biciclette a Fiumi“, con cui la Fiab di Modena intendeva contribuire a ramificare la rete ciclabile nell’area nord della provincia colpita dal sisma per aiutarne la ripresa socio-economica. Il progetto è poi confluito nel più ambizioso tratto cicloturistico della Verona-Firenze, segmento dell’autostrada ciclabile EuroVelo 7, che da Capo Nord approderà a Malta passando attraverso i territori modenesi.
Che non si trattasse di una ‘fantasia’ della Fiab ma di un disegno concreto e praticabile sta ora a dimostrarlo l’iniziativa del Ministero delle Infrastrutture e del Trasporto guidato da Graziano Delrio che – nell’Allegato al Documento di Economia e Finanza 2017, intitolato ‘Connettere l’Italia: fabbisogni e progetti infrastrutturali’- individua per la prima volta le ciclovie fra le priorità infrastrutturali da perseguire fino al 2030. Insieme ad EuroVelo e Bicitalia, il documento riconosce altre ciclovie strategiche: Acquedotto Pugliese, la ciclovia del Sole, VenTo (VE-TO) e Grab (Roma), a cui si aggiungono quelle del Lago di Garda, della Sardegna, della Magna Grecia, la Tirrenica, l’Adriatica e la Trieste-Venezia. Magari è solo un ‘contentino’ elargito al popolo dei ciclisti, ma dimostra che, nonostante tutto, qualcosa si muove.
Marano Giuseppe
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