I pedoni e i ciclisti sono sicuramente le specie urbane più adatte all’habitat cittadino, perché non inquinano e non ingombrano lo spazio pubblico, ma questo non li autorizza a comportarsi in modo maleducato. Anzi il comportamento poco rispettoso di alcuni (probabilmente poco civili anche quando guidano altri mezzi) diventa il pretesto per demonizzarne l’intera categoria e serve a nascondere le responsabilità di una gestione della mobilità centrata solo sulle auto.
Vi sono tuttavia alcuni comportamenti “al limite” dei ciclisti che non possono essere confusi con la maleducazione stradale, perché consentono loro di sopravvivere in un territorio ostile.
Come si possono biasimare i ciclisti che:
- pedalano un po’ distante dal bordo strada per evitare i pozzetti stradali e gli sportelli della auto aperti sbadatamente
- vanno sul marciapiede lungo strade a scorrimento veloce per salvarsi dalle auto
- superano le auto ferme ai semafori per partire davanti all’arrivo del verde
- attraversano in bicicletta i passaggi pedonali che uniscono due piste ciclabili
- vanno in entrambi sensi di marcia nelle strade urbane a senso unico per le auto, per evitare di raddoppiare le distanze.
Tutti questi casi, più che rappresentare comportamenti scorretti dei ciclisti, denunciano una errata gestione della mobilità urbana, centrata solo sulle esigenze delle auto.
Sono infatti situazioni facili da superare con provvedimenti ormai diffusi in molte altre città europee e ampiamente collaudati:
- tracciatura di fasce protette al lato destro della strada
- dotazione di piste ciclabili sulle strade principali di accesso alla città
- inserimento di “case avanzate per ciclisti” nei principali incroci semaforizzati
- tracciatura di passaggi ciclabili negli attraversamenti e negli incroci semaforizzati per dare continuità ai percorsi ciclabili
- previsione di “sensi unici eccetto bici” dove le dimensioni delle strade lo consentono.
Vi è una responsabilità ancora maggiore se, dichiarando di aiutare i ciclisti, si sceglie di rubare lo spazio dei marciapiedi per inserire una pista ciclabile striminzita e promiscua o, peggio ancora, stalli di sosta per le auto.
Sono i ciclisti i maleducati o i gestori irresponsabili della vita e della salute dei propri cittadini?