Ciclabilità: abbiamo un piano!

La scorsa settimana il Mims (Ministero delle infrastrutture e mobilità sostenibili) ha ottenuto il via libera della Conferenza Stato Regioni al primo Piano Generale della Mobilità Ciclistica. È un documento importante, che definisce le risorse e contiene la programmazione di lungo periodo per i sistemi di mobilità ciclistica urbana e interurbana, in linea con quelli già adottati da molti paesi UE.

La struttura tecnica di FIAB in questi mesi ha partecipato attivamente alla stesura del piano, ed è un risultato di cui siamo molto orgogliosi. È corredato anche di un manuale operativo che consente d’ora in poi a tutti i progettisti e Comuni di realizzare infrastrutture ciclabili secondo le più avanzate tecniche europee. Ma quello che è più importante è che fissa un nuovo paradigma in cui la bicicletta diventa mezzo di trasporto con pari dignità. Non ci credete? Ne riportiamo un paragrafo:

PRINCIPI GENERALI PER LA PROGETTAZIONE DELLE RETI URBANE CICLABILI

Il primo principio ordinatore é quello di garantire la “democrazia dello spazio pubblico” che comporta una redistribuzione più equilibrata e giusta delle strade. In sintesi: va aumentato lo spazio destinato alla ciclabilità (oltre che alla pedonalità e al trasporto pubblico) e razionalizzato quello per la circolazione e sosta dei veicoli privati, evitando invece di sottrarne alle altre componenti più vulnerabili e già povere di spazio come pedoni, bambini, anziani e disabili (sono quindi da superare, salvo eccezioni, i percorsi ciclopedonali e quelli su marciapiede).

In luogo della tradizionale “separazione/segregazione”, il criterio guida è il modello della “condivisione” dello spazio stradale tra gli utenti, secondo i principi “la strada è di tutti” e “safety in numbers”. Molteplici esperienze e studi internazionali hanno dimostrato che la presenza delle biciclette sulla strada, dando visibilità e legittimazione all’uso della bici, aumenta la accessibilità, sicurezza e quantità dei ciclisti e l’attenzione e il rispetto da parte dei conducenti dei mezzi a motore.

Per accrescere il livello di sicurezza stradale, bisogna promuovere la realizzazione delle “Città 30 km/h” come regola generale in ambito urbano, lasciando i 50 km/h come eccezione per gli assi di scorrimento veloce, decisiva per ridurre l’incidentalità, rumore ed inquinamento atmosferico, favorendo gli spostamenti a piedi, in bici, con la micromobilità elettrica e i mezzi pubblici, senza significative variazioni dei tempi medi di percorrenza veicolare

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