Parcheggiare la bici? Mica facile…

catena furti bici

catena furti bici

I Modenesi posseggono 115.000 autoveicoli (650 x 1.000 abitanti) e oltre 200.000 biciclette (1.111 x 1.000 abitanti). Come mai però effettuano il 75% degli spostamenti urbani (molti inferiori ai 3 km) in auto contro il 10% in bici?

La domanda non è oziosa, visto che questo modello autocentrico di mobilità contribuisce a fare dell’area padana la più inquinata d’Europa, provocando un’elevata mortalità e gravi patologie.

La risposta è multipla: i fattori negativi sono l’insicurezza stradale, i furti e l’incompletezza della rete ciclabile. Nell’inibire un maggior uso della bici c’è però anche la difficoltà di trovare un parcheggio dignitoso, accessibile e sicuro in prossimità della meta prescelta.

Lo squilibrio fra domanda e offerta di parcheggi bici è risultato da un rilievo effettuato dalla Fiab pochi anni fa nei principali poli attrattori della città: 5.000 posti bici sono garantiti da rastrelliere obsolete, spesso collocate in modo irrazionale o opportunistico (interdire il parcheggio di auto davanti ai negozi). Di questi solo 2.400 sono stati sostituiti con portabici “Modena” (quelli a P). I depositi protetti e custoditi offrono meno di 500 posti.

La disattenzione del Comune di Modena è clamorosa: un regolamento che prescrive come realizzare i parcheggi e quali portabici usare è ignorato dagli stessi uffici comunali, che infatti continuano a collocare rastrelliere inadeguate e insicure (es. scuola media Marconi in Largo Pucci). È chiaro che non esistono né una vera strategia per i parcheggi bici né i necessari finanziamenti per realizzarli, a differenza dei parcheggi auto (es. i milioni per il Novi Park).

Giuseppe Marano
www.modenainbici.it

Depositi e portabici contro i ladri

catena furti bici

catena furti bici

Le segnalazioni dei furti di bici occupano uno spazio fisso nella cronaca quotidiana dei mezzi d’informazione e suscitano continui dubbi e tentazioni alla rassegnazione nei ciclisti urbani, provocando il ricorso ai mezzi non ecologici.

La questione centrale è sempre la stessa: è possibile proteggere l’amata bici o, quantomeno, ridurre significativamente il rischio dei furti cui è esposta? La risposta è inequivocabilmente affermativa.

Tuttavia, la difesa della bici è principalmente nelle mani del ciclista. Alcuni buoni comportamenti favoriscono la prevenzione: dotarsi di un buon antifurto di acciaio cementato, legare ruota e telaio al portabici, targare la bici. E quando proprio si cade nel gorgo dei furti, presentare sempre la denuncia alle forze dell’ordine e non comprare bici usate da venditori illegali.

Un ruolo importante dovrebbero giocarlo gli enti pubblici e privati, realizzando servizi per i propri dipendenti e clienti. Il Comune dovrebbe sviluppare la rete dei depositi protetti e la collocazione dei portabici “Modena” al posto delle obsolete rastrelliere. Da questo punto di vista, i programmi d’investimento sono fermi e anzi riemergono vecchie cattive abitudini: nei parcheggi del MEF, della ex-Manifattura tabacchi e perfino nella parte di Piazza Roma restituita ai cittadini sono state installate rastrelliere del tutto inadeguate e insicure.

Anche le principali aziende pubbliche e private (a cominciare da Ausl, Hera ecc.) dovrebbero provvedere a realizzare depositi e installare portabici moderni, cosa che allo stato attuale sfugge alla sensibilità dei decisori.

Giuseppe Marano
www.modenainbici.it

Furti delle biciclette, qualcosa si può fare

catena furti bici

catena furti bici

CARO Carlino,
leggo che il governo spinge sulla circolazione su due ruote, tanto da incentivare le piste ciclabili protette chiedendo anche ai Comuni di permettere, quando le dimensioni della strada lo permettono, alle due ruote di circolare contro mano. Va tutto benissimo, io stesso sono a favore dell’uso della bicicletta, che uso molto spesso anche se piove, cercando di bardarmi con impermeabile e calzoni di nylon che mi prottegono.
Nessuno però tiene mai conto di una cosa: le biciclette vengono rubate con una frequenza che forse chi sta al governo nemmeno si immagine.
Credo che Modena da questo punto di vista non sia nè particolarmente sfortunata nè privilegiata: qui parcheggiare la bici in strada è rischioso, non valgono lucchetti o catene di grandi dimensioni. E’ uno dei principali motivi che spingono le persone a non usare le due ruote. Arriveremo mai a risolvere il problema?
Ermanno Vincenzi

 

SONO rimasto stato colpito dalla lettera di Ermanno Vincenzi sui furti delle biciclette. Le sue più che giustificate lamentele sono originate da un fenomeno vasto e radicato che lo conducono a un’osservazione importante: «E’ uno dei principali motivi che spingono le persone a non usare le due ruote».

L’antidoto proposto («l’unico modo è agire alla fonte, vale a dire scovare e arrestare almeno i ladri più attivi sulla piazza») sembra la reazione più naturale ed efficace. Purtroppo, la questione è molto più complessa e andrebbe affrontata con strategie integrate di revenzione e repressione.

Come Fiab (federazione italiana amici della bicicletta) abbiamo tanto a cuore il problema dei furti di bici che vi abbiamo dedicato una campagna articolata fra il 2011 e il 2012, col sostegno del Comune e dei media locali. Sulla base della nostra esperienza e delle informazioni di cui disponiamo, possiamo però affermare che il contrasto al fenomeno dei furti è possibile e necessario per favorire la mobilità sostenibile, urgente in una città inquinata come Modena.

Che fare? Dobbiamo agire su più ambiti: i comportamenti dei ciclisti, il contrasto della ricettazione, la diffusione di servizi a protezione delle bici.

I ciclisti devono imparare a difendersi, attuando cinque azioni concrete: usare antifurti di qualità (acciaio cementato di livello almeno 7), legare ruota e telaio ai portabici, targare la bici, denunciare il furti quando se ne è vittima, acquistare bici usate solo da venditori di fiducia specializzati.

Ricettazione: la Fiab ha proposto nel 2012 il progetto B.U.S. (Biciclette Usato Sicuro) alle Forze dell’ordine e al Comune, senza però riuscire a sbloccarne l’inerzia. L’idea è di costituire una rete di negozi “sicuri” presso cui acquistare bici tracciate nella loro provenienza e targate e di pubblicizzarla in città per orientare la domanda di usato verso i commercianti corretti.

Infine, i servizi per i ciclisti: chiediamo da tempo al Comune di diffondere i portabici Modena (quelli a P) in tutta la città, come pure di moltiplicare i depositi protetti che hanno dato ottime prova di sicurezza tutelando la bici a centinaia di utenti.

L’ultima cosa di cui abbiamo bisogno è la rassegnazione: battere i ladri di bici è possibile.

Giuseppe Marano
FIAB Modena

Furti bici: le proposte della FIAB Onlus

Furto con tronchesi

Furto con tronchesi

La Fiab nazionale scende in campo contro il furto delle bici, che in italia affligge 800.000 vittime ogni anno, con un costo presunto di non meno di 80 milioni di euro (a Modena si stimano circa 5000 predazioni). Tecnologie, controlli e comportamenti intelligenti dei ciclisti potrebbero stroncare un fenomeno nocivo per la mobilità sostenibile.

Il 21 novembre 2013 si tenuto a Milano il primo convegno nazionale sul tema del furto di biciclette. Promosso dalla Fiab, è stato l’occasione per presentare i dati raccolti in tutta Italia sul fenomeno e per definire le “linee guida” dei piani di contrasto del furto da prevedere all’interno dei biciplan.

Prima nel suo genere in Italia, l’iniziativa si proponeva di sensibilizzare forze dell’ordine e amministrazioni comunali sulla gravità della piaga dei furti, sia per l’entità del danno economico a carico dei cittadini ma soprattutto per il perverso effetto sulla mobilità ecologica. Infatti, i ciclisti colpiti dalla predazione dell’amata bici tendono a impiegarla meno negli spostamenti urbani; inoltre, si orientano all’acquisto delle cosidette “bici usate”, sulla cui identificazione sussistono sempre forti dubbi.

I cittadini devono però evitare la rassegnazione, mettendo in pratica alcune regole efficaci per prevenire gran parte dei furti ai loro danni. Il decalogo proposto è semplice: parcheggiare legando ruota anteriore e telaio ad un supporto verticale ben ancorato a terra; utilizzare un antifurto di buona qualità (a Modena è in distribuzione il “BiciSicuraUP” a 35 euro); identificare la bici con la targa “BiciSicura”, la più diffusa in Italia, e registrarla al Registro Italiano Bici; non lasciare mai incustodita la bici anche per brevi commissioni; denunciare sempre i furti subiti.

Per contrastare i furti occorre anche combattere la ricettazione. È bene che i ciclisti intenzionati ad acquistare bici usate lo facciano solo presso venditori di fiducia, accertandosi della provenienza del mezzo. Acquistare da venditori non professionali e casuali espone al rischio di riciclare bici rubate che possono sempre essere intercettate dal legittimo proprietario.

Velo Volee [1]: Conoscere il tuo nemico

FIAB Amici della Bicicletta Modena, presenta un breve corso in 9 clip per non farsi rubare la bicicletta. Abbiamo chiamato questo progetto Velo Volèe. Innanzitutto presentiamo il problema del furto delle bici a Modena … ma crediamo che nel resto d’ Italia non sia meglio! Prima lezione: Conosci il tuo nemico per combatterlo!

Velo Volèe [1]: Non farsi rubare la bicicletta. Conosci il tuo nemico per combatterlo! from FIAB Modena on Vimeo.