Ciclabilità: anche i depositi servono
La recente notizia che il Comune di Modena, dopo anni di inerzia in questo settore, realizzerà due nuovi depositi protetti per le biciclette destinati ai propri dipendenti, in via Santi e in Via Galaverna, rappresenta una buona nuova e una risposta coerente con le attese dei tanti lavoratori che, fra mille difficoltà, continuano a usare la bici per recarsi in ufficio.
In realtà, i depositi protetti costituiscono un’efficacissima misura per la prevenzione dei furti di bici, uno dei fenomeni più deleteri per la mobilità ecologica. L’elevato rischio di perdere l’amata due ruote è, infatti, fra le preoccupazioni dei ciclisti modenesi seconda solo a quella degli incidenti stradali, e tende a frenare in modo significativo un più esteso utilizzo di un mezzo ecologico e salutare.
In città esiste una rete importante di ‘gabbie’ per le bici, molto apprezzate dagli utenti: i posti bici sono complessivamente 372, distribuiti in 7 strutture localizzate sul territorio (parcheggio Porta Nord, piazza Dante, piazza Manzoni, stazione Policlinico della ferrovia Modena/Sassuolo, via Fabriani, parco Novi Sad, scuola Lanfranco (riservato ai soli utenti della scuola). Il servizio è gratuito ed accessibile con chiavi meccaniche o elettroniche, secondo la tipologia.
L’esigenza dei depositi protetti, tuttavia, non è solo dei dipendenti comunali, ma di tutti i ciclisti modenesi. Per questa ragione, pur apprezzando l’iniziativa comunale di via Santi e Galaverna, è giusto metterne in luce il limite, incomprensibile, posto alla loro fruizione, essendo destinati ai soli lavoratori, mentre invece sarebbe opportuno estenderla a tutti gli iscritti al servizio.
Giuseppe Marano
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