Incroci pericolosi

In Italia l’80% degli incidenti con investimento di ciclisti è laterale, e solo l’8% è di tipo frontale. Il 60% in città avviene in corrispondenza degli incroci, metà dei quali segnalati.

Cause? Per esempio, per ammissione del Comune di Modena, sulle ciclabili un segnale su due è ingannevole (1116 mancanti, 784 non a norma o sbagliati). Un po’ di chiarezza su chi ha la precedenza non guasterebbe.

Non da meno è il problema della mancata visibilità tra le diverse utenze. Spesso negli incroci ed intersezioni la visibilità tra pedoni, ciclisti ed automobilisti è limitata da una serie di ostacoli: prima di tutto il parcheggio irregolare ed impunito nelle aree di svolta e nelle vicinanze delle strisce ciclopedonali. Ma purtroppo la visibilità è compromessa anche da regolari posteggi auto, cartelloni pubblicitari, cabine tecnologiche, siepi, dehor, bidoni dell’immondizia.

La situazione peggiora in presenza di ciclabili, quando l’utenza debole è fuori dallo spazio visivo dell’automobilista, che incrocia visivamente il ciclista solo al momento della svolta. Poi ci tocca sentire il solito “è saltato fuori all’ultimo istante”: non è che invece il povero ciclista appena un secondo prima era regolarmente sulla ciclabile semplicemente nascosto da un’auto in sosta?

Per la sicurezza negli incroci il Comune sembra voler iniziare dalle chicane per i ciclisti: non sarà il caso invece di “pulire” tutte le intersezioni, impedire la sosta, restringere e risagomare gli angoli di svolta per le auto?

Un frontale tra bici?

Mercoledì scorso si è verificato un incidente frontale tra due bici in viale Buon Pastore; le due donne coinvolte nello scontro hanno riportato alcune lesioni causate dal forte impatto della caduta con l’asfalto. Sono state soccorse sul posto e portate a Baggiovara.

Solidarietà alle due cicliste con l’augurio che tornino al più presto in sella.

La notizia diffusa sui social ha fatto scatenare decine di commenti ironici e offensivi nei confronti dei ciclisti indisciplinati, pericolosi e distratti. Il solito accanimento sulla categoria di chi va in bicicletta -a cui ormai siamo abituati- ma in molti con forte stupore si sono chiesti: “…ma come è stato possibile?- Un incidente tra bici?!- Ebbene sì, gli incidenti capitano anche tra chi va in bici, le cause possono essere molte, proprio come succede negli incidenti tra automobilisti -distrazione, velocità, violazione delle segnaletica, ecc.- Possiamo poi  aggiungere un “piccolo particolare”, gli incidenti tra bici sono così rari perché proporzionali al modo comune di spostarsi in città, il 68% si muove in auto e solo in 10% in bicicletta- ecco svelato l’arcano! E la controprova è che gli incidenti tra auto sono talmente mainstream, che non ci si è mai chiesti “…ma come è possibile? Un frontale tra auto?” È quella la normalità.

Per quanto riguarda il sarcasmo misto a cinismo sulle due donne,  per non darsi una risposta superficiale, si dovrebbe chiedere il parere di psicologi del traffico e sociologi in grado di decodificare le reazioni che portano a determinati commenti, ma questa è un’ altra questione.

Proteggere chi?

Il Comune di Modena ha programmato due interventi negli incroci di via Cialdini con via delle Suore e di viale Menotti con Via Santa Caterina, dove si sono registrati incidenti sulle strisce pedonali e ciclabili.

Noi ci aspettavamo modifiche che incidessero sulla scarsa attenzione e sulla velocità di chi guida, che sono le prime cause degli incidenti.

Nelle rotatorie, che sono un problema per i pedoni ed i ciclisti, la velocità dipende dal diametro, dalla larghezza delle corsie e dagli angoli di ingresso e di uscita delle laterali, mentre l’attenzione ai pedoni e ciclisti dipende dalla loro evidenza e dalla cultura di chi guida.

Nella rotatoria di viale Cialdini è stata eliminata una corsia in uscita verso il cavalcavia, senza ridurne la larghezza, e sono state installate transenne sul pedonale per fermare i pedoni che vogliono attraversare. Così si sono penalizzati i pedoni e non si è ridotta la velocità degli autisti, che ora devono anche concentrarsi per guadagnare l’uscita per primi.

Nell’incrocio di via Santa Caterina con Ciro Menotti, che brilla per una segnaletica contraddittoria, invece di rallentare le auto il Comune propone una deviazione dei percorsi pedonali e ciclabili, per allontanarli dall’incrocio, rendendoli così meno visibili.

Si potrebbe invece rialzare e avvicinare l’attraversamento ciclabile e pedonale a via Menotti, per renderlo più facilmente percepibile, anche con l’aiuto di un segnale di preavviso, e installare in questa strada un segnale di dare la precedenza e uno di attraversamento ciclabile per avvisare coloro che si immettono in via Menotti.

Si continua invece ad usare la stessa logica che negli scorsi secoli ha guidato la costruzione degli zoo: per proteggere gli animali si mettono in gabbia.

Per fortuna nel nostro caso gli automobilisti non sparano ai pedoni e ai ciclisti, ma purtroppo vanno spesso troppo “sparati”.

 

“Fatti vedere” nel distretto ceramico

Quest’anno la campagna FIAB “M’illumino di più” 2019 è stata accolta e promossa dal Comune di Fiorano Modenese; comune appartenente al Distretto Ceramico insieme a Formigine, Maranello, Sassuolo. Un territorio impietosamente colpito da alti livelli di inquinamento atmosferico e da una errata ripartizione modale dei mezzi di trasporto utilizzati.

L’attuale congestione della mobilità è il risultato di scelte passate che hanno privilegiato e sostenuto quasi esclusivamente i trasporti motorizzati privati su gomma. Per questo motivo l’unica soluzione, alla complessità dei flussi di traffico quotidiani del territorio interessato, richiede una coraggiosa virata delle politiche legate alla mobilità, da attuare soprattutto con investimenti su infrastrutture per la ciclabilità, la pedonalità e il trasporto pubblico; a cominciare proprio delle aree interne agli insediamenti industriali.

Il progetto “M’illumino di più” si rivolge ai lavoratori-ciclisti: sensibilizzare chi si reca al lavoro in bicicletta, nel distretto ceramico, ad essere adeguatamente visibili, soprattutto nei prossimi mesi in coincidenza con l’entrata in vigore dell’ora solare, per aumentare la sicurezza stradale.

Per raggiungere i pendolari-ciclisti abbiamo pensato al coinvolgimento di alcune aziende fioranesi, che esporranno in azienda  un cartellone multilingue, con l’indicazione di regole e modalità per spostarsi al buio in sicurezza. Le aziende che aderiranno al progetto potranno richiedere alcuni kit di illuminazione (luce anteriore, posteriore e giubbino catarifrangente) da distribuire ai propri dipendenti.

 

CRITICAL MASS: m’illumino di più

Il 18 ottobre torna “M’illumino di più”, tradizionale biciclettata serale rigorosamente illuminata. Quest’anno in collaborazione con: Ciclofficina Popolare “Rimessa in Movimento” Modena, Medici per l’Ambiente – ISDE Modena, Comitatissimo della Balorda, Ciclofficina MO.RE Bike, Fridaysforfuture Modena, Ingegneria Senza Frontiere Modena, Inco.Scienza , #mobastacemento e Legambiente Modena.

Dopo la Critical Mass di giugno vogliamo tornare in strada e questa volta farci VEDERE. Crediamo che il vero salto di qualità nella sicurezza in strada sia rappresentato dall’abbassamento delle velocità delle auto, da infrastrutture davvero ciclabili sulle direttrici di traffico principali e maggiore condivisione e redistribuzione degli spazi pubblici nel contesto urbano, dal centro alle periferie.

È il momento di smitizzare “il ciclista come pericolo” per la circolazione, quando i numeri ci dicono che i morti causati da ciclisti sono tendenti allo zero, e al contrario, ogni giorno le auto in Italia uccidono e feriscono decine di pedoni e ciclisti, e che nel 75% dei casi di incidente bici/auto la colpa risulta essere del mezzo motorizzato. Banalmente si può dedurre che il pedone e il ciclista siano l’esatta soluzione per l’aumento della sicurezza stradale.

L’appuntamento è per venerdì 18 ottobre alle ore 18.30 presso la Ciclofficina Popolare (Parco Novi Sad- Viale Monte Kosica, 97- Modena) con partenza della Critical Mass alle ore 19, e arrivo al Museo della Figurina con visita gratuita alla mostra “Bici Davvero!” Velocipedi, figurine e altre storie.

M’illumino di più 2019 from FIAB Modena on Vimeo.

 

La ciclabile del Corni

Il 9 settembre durante la serata di presentazione delle osservazioni al PUMS, come esempio della superficialità che gli amministratori dedicano alla mobilità sostenibile, avevamo portato il caso dei lavori di ripristino della facciata dell’Istituto Corni sul lato della via Emilia.

Per motivi di sicurezza si è pensato, giustamente, di chiudere il transito sul marciapiede e sulla ciclabile adiacenti, ignorando completamente il fatto che pedoni e ciclisti ci siano ugualmente, costretti a transitare sulla strada, contromano, ed all’incrocio con viale Tassoni completamente nascosti alla vista delle auto.

Tutto ciò, nonostante quel tratto di strada fosse a quattro corsie a senso unico, e dove l’enorme spazio a disposizione delle auto è triste teatro di parcheggi in doppia e tripla fila regolarmente tollerati.

Si vede che qualche voce è arrivata in Comune, perché dopo qualche giorno questa situazione è stata sanata con una semplice corsia temporanea per ciclisti. Un lavoro di 2 ore, insomma. Bastava pensarci.

In realtà si ripropone in piccolo il caso di Viale Monte Kosica, dove da anni la ciclabile è chiusa per un muro pericolante, e nessuno si è preso la briga di trovare una soluzione per i ciclisti, anche qui in presenza di un drittone di 2 ampie corsie a senso unico, anche qui in una zona ad intensa vocazione scolastica.

Il vero tema è la messa in sicurezza dei percorsi casa-scuola, sui quali si continua a chiudere gli occhi, tollerando velocità, soste abusive su marciapiedi aiuole e ciclabili, autobus scolastici bloccati dalle auto: nessuna multa, campagne di informazione affidate ad associazioni di genitori, nessuna reale volontà di colpire uno dei maggiori motivi di generazione del traffico nelle ore di punta.

in foto: la prima “non” soluzione con i ciclisti costretti all’altro lato della strada, o in strada nonostante le auto potessero continuare a parcheggiare. ultima: la semplice soluzione.

Prima la velocità

La sicurezza dei ciclisti è spesso invocata chiedendo a gran voce provvedimenti nei confronti delle biciclette (freni inefficaci, luci non funzionanti), delle infrastrutture (piste ciclabili ovunque, anche in città), e del ciclista (educazione stradale, casco obbligatorio, abbigliamento ad alta visibilità).

Questi Commissari Tecnici del Traffico si scordano sempre dei provvedimenti da applicare al traffico motorizzato, e guardano alla bicicletta come corpo estraneo del traffico, da relegare solo al tempo libero. Tanto che nei loro commenti da bar o bacheche virtuali, per i pedoni ed i ciclisti auspicano un futuro da riserva indiana su ciclabili protette, non nascondendo il sogno di separare completamente la mobilità pedonale e ciclistica dalla mobilità generale.

Purtroppo per loro, i freddi numeri sugli incidenti stradali presentano il vero problema: la velocità dei mezzi motorizzati è la prima causa degli incidenti e dei morti, seguita dalla distrazione alla guida. Il 40% degli automobilisti dichiara di non rispettare, quasi sempre, i limiti di velocità nel centro urbano.

Bisogna allora intervenire sull’intera superficie stradale, ridisegnando gli spazi per abbassare le velocità e garantire una coesistenza in sicurezza a tutti, tramite ampliamento dei marciapiedi, costruzione delle isole spartitraffico salvagente, riduzione delle dimensioni delle corsie di marcia.

Basta sostanzialmente riproporre i caratteri tipici dei nostri centri storici, dove la velocità contenuta e la presenza diffusa di pedoni e ciclisti fa aumentare la sicurezza. Perché così facendo si diffonde tra chi guida, tutti i mezzi, la percezione diffusa del rischio, e così la guida viene automaticamente adeguata al pericolo reale.

Segnaletica ciclabili: una vera giungla!

Sulle ciclabili mancano molti segnali, e tanti ci sono ma sono errati. I ciclisti devono dunque diffidare dalla segnaletica? Nessuna espressione come “giungla della città” descrive meglio la situazione della segnaletica ciclistica modenese. La metafora è perfetta e calzante: un terzo dei segnali non è a norma. Un bel record!

I ciclisti devono diffidare della segnaletica che dovrebbe invece guidarli e proteggerli, particolarmente agli incroci, e guardarsi dai pericoli che nasconde costantemente. A ogni intersezione, devono incrociare le dita: sarà quella buona o la solita fregatura? E allora sai che ti dico me ne vado in strada almeno la situazione è più chiara. O no?

È lo stesso comune di Modena, più di un anno fa, a rilevare i dati sconfortanti della segnaletica cittadina: segnali esistenti 2.405; mancanti 1.116; a norma 1.621; da eliminare (non a norma con attraversamenti ciclo-pedonali e ciclabili) 81; da eliminare (errato- segnale doppio/inutile) 166; da sostituire (errato- tipologia segnale sbagliato) 537. Sicuramente anche nelle strade normali ci sarà qualche segnale sbagliato o inappropriato, ma difficilmente si raggiungerà la percentuale dei segnali ciclabili, circa un terzo del totale.

Ci si potrebbe chiedere come mai si è verificato un così alto numero di errori: sono da addebitare ai continui mutamenti della normativa stradale? A scarsa sorveglianza, a manutenzione tardive o insufficienti? Ma più importante ancora è capire che cosa vuole fare l’Amministrazione comunale per porre fine a questa incredibile situazione, che crea i presupporti di potenziali incidenti, danni umani ed economici e conflitti giudiziari fra ciclisti e automobilisti a ogni incrocio.

Giorgio Castelli
www.modenainbici.it

“M’illumino di più 2018”: in bici più visibili più sicuri

In bicicletta bisogna essere ben visibili, è un obbligo, soprattutto quando si viaggia di sera.

L’importanza di questo tema è ben nota alla FIAB che da anni è impegnata per “illuminare” chi deve rendersi visibile sulla strada. È così che è nata la campagna “M’illumino di più”: l’iniziativa affronta i noti aspetti del codice della strada e sottolinea con forza che, chi si rende visibile in bicicletta, fa una scelta intelligente e “illuminata”, perché crea sicurezza per sé e per gli altri utenti della strada.

Come consuetudine FIAB Modena rinnova la biciclettata annuale “M’illumino di più” 2018. Tutti i presenti all’iniziativa, verranno dispensati di pratici consigli sui dispositivi di illuminazione, da esperti del settore ciclistico, con particolare riferimento ai ciclisti urbani che percorrono quotidianamente il tragitto casa-lavoro, anche e soprattutto su strade extraurbane; completeremo il quadro conoscitivo sulla sicurezza con ulteriori informazioni sui sistemi antifurto e sull’equipaggiamento base necessario, per affrontare in qualsiasi condizione meteo il bike to work.

L’appuntamento è per venerdì 19 ottobre 2018, ritrovo alle ore 18:00 in piazza Grande; alle 18:30 partirà un breve biciclettata in notturna per il centro città, guidata da cargo-bike, tutti rigorosamente illuminati.

Alle 19:00 presso Cicli Center (Via Emilia Ovest 174) punto informativo sui dispositivi di illuminazione e segnalazione e consigli tecnici per fare bike to work.

La serata si concluderà con un ciclo-aperitivo offerto da Fiab, ore 20:00 in Largo Sant’Eufemia, presso il bar La Bicicletta; sarà momento di ulteriore confronto con la distribuzione di materiale informativo a cura di FIAB Modena: regole e modalità per spostarsi di notte in sicurezza. Durante l’iniziativa sarà possibile iscriversi o rinnovare la tessera associativa FIAB per l’anno 2019.

FIAB Modena

www.modenainbici.it

 

Campagna sicurezza Sì ma con informazioni corrette

La FIAB è pienamente convinta della necessità di campagne di sensibilizzazione sulle norme del Codice della stradae sulle buone pratiche per la sicurezza stradale dedicata a tutte le categorie di utenti. Ben venga quindi anche la campagna del Comune di Modena dedicata ai ciclisti dal 25 luglio al 3 agosto.

L’importante è che le informazioni fornite siano corrette:

Ad esempio nelle precedenti pubblicazioni del Comando dei VV.UU. si precisava che: “in area di intersezione regolata da impianto semaforico posto alla fine di pista ciclabile, si può rimanere in sella al proprio veicolo solo se esistono lanterne semaforiche per velocipedi; in assenza di esse, vanno utilizzate le normali lanterne per pedone ed i ciclisti devono seguire un comportamento identico a quello dei pedoni” .

Questa affermazione viene contraddetta dalla Circolare del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti dell’agosto 2012 che specifica invece “(i ciclisti) sono fermi o attraversano quando c’è via libera per i pedoni, senza necessariamente scendere dalla bicicletta”.

Anche nel comunicato di lancio di questa ultima iniziativa si afferma che “iciclisti devono circolare su unica fila, utilizzare le piste ciclabili se presenti” senza specificare che tale obbligo sussiste solo se la pista si trova sul lato destro, oppure sull’altro lato ma a doppio senso, delle giuste dimensioni e opportunamente segnalata e non sia promiscua con i pedoni.

Vi sono altre due questioni che rimangono sospese:

  • perché questa iniziativa si fa in pieno periodo estivo, quando molti cittadini sono in vacanza?
  • perché si concentra l’attenzione sui ciclisti, nella stessa settimana di pubblicazione dei dati sugli incidenti stradali del 2017 che registrano ancora circa 3.400 morti, con un aumento di quasi il 3% rispetto al 2016, e 247.000 feriti? E ciò è ancora più strano se si osserva che la cause più frequenti sono: 16% guida distratta, 14,5% precedenza o semaforo; 10,3% velocità elevata; 9,6% distanza di sicurezza; 7,1% manovra irregolare.

Attendiamo che analoghe lodevoli iniziative siano intraprese in città per contrastare con incisività:

  • l’abitudine diffusa all’eccesso di velocità nelle strade urbane;
  • il mancato rispetto della precedenza ai pedoni negli attraversamenti pedonali e ai ciclisti in quelli ciclopedonali;
  • l’uso delle rotatorie come chicane per sorpassare;
  • il mancato rispetto dei diritti dei pedoni e dei ciclisti;
  • i comportamenti che non tengono conto delle condizioni del traffico, della strada e della sicurezza presenti al momento, come il Codice della strada sottolinea in più punti.

Giorgio Castelli

www.modenainbici.it