1915-2015: La Grande Guerra cent’anni dopo

soldati in bici

soldati in bici

Racconti di viaggio: LUNGO L’ISONZO. LA GUERRA MONDIALE
30 MAGGIO -1 GIUGNO 2015

1915-2015: La Grande Guerra cent’anni dopo
Beppe Amorelli

Come FIAB abbiamo dedicato a questo appuntamento con la storia quattro iniziative di cui due nella città di Modena e due sui fronti di combattimento: Caporetto e l’altopiano di Asiago (cima Ortegara). L’escursione lungo l’Isonzo, in particolare, era incentrata su Caporetto – dove abbiamo fatto tappa – e sul fronte orientale delle linee difensive italiane

Le nostre iniziative, come noto, sono caratterizzate dall’uso della bicicletta non solo come mezzo di trasporto, ma come compagna di viaggio per le emozioni di cui è spesso coprotagonista. Durante le escursioni sul tema della Prima Guerra Mondiale, tante riflessioni si sono infrante sulla tragicità di questa pagina di storia e di follia che ha sconvolto la vita di milioni di persone e seminato dolore in ogni casa. Un pensiero particolare però l’abbiamo rivolto anche al legame, che durante questa Guerra, in molte occasioni unì nella sorte gli uomini (soldati) e la bicicletta.

Dalle immagini, racconti e testimonianze raccolte all’interno di musei e sui luoghi di combattimento, è emerso che nella Prima Guerra mondiale la bicicletta è stata utilizzata da tutte le parti belligeranti; si calcola che complessivamente furono impiegate con utilizzi vari circa 550.000 biciclette. Tante biciclette con cui ragazzi russi, austriaci, italiani, tedeschi correvano fiduciosi, avanzavano verso il fronte con il sogno di combattere una guerra lampo, convinti che presto le loro biciclette li avrebbero riportati a casa.

Non fu così, un’intera generazione fu ingannata e le stesse bici con cui correvano verso il fronte rimasero lì, anch’esse, tra fango e trincee, anch’esse ad assistere, impotenti testimoni, a tanta violenza.

MTB al Ponte del Diavolo: il racconto di giornata

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MARC CHAGALL, Mi è rimasto nel cuore …

chagall - milano

chagall – milano

ARTEBICI
MARC CHAGALL – UNA RETROSPETTIVA 1908-1985
18 GENNAIO 2015

Mi è rimasto nel cuore …
Diana Altiero

Ci sono mostre che ci sorprendono e ci emozionano come mai altre, così capita anche che alcuni quadri, visti dal vero, ci rimangano nel cuore più di altri.
Della mostra retrospettiva di Chagall a Milano mi è rimasto nel cuore “La passeggiata”, lei in volo con la mano appoggiata su quella di Chagall. Due mani accostate, educate, rispettose, ispiratrici e che fanno volare entrambi. Lui pronto a spiccare il volo, lei già in volo ma … in attesa che lui la segua, uno scambio tra amanti.

Mi è rimasto nel cuore anche “Il compleanno”, lui che, svolazzando allegramente, si contorce a baciare lei che gli ha appena regalato un mazzo di fiori. Per Chagall l’amore fu sempre al centro della sua vita affettiva e professionale.

Più in generale, mi è rimasta nel cuore la capacità di Chagall di dipingere liberamente, aldilà di ogni canone e senza perdere in naturalezza e semplicità, cogliendo spunto dalla vita reale ricca di episodi al limite del fantastico.

Non ultimo, mi è rimasto nel cuore il viaggio di ritorno in treno che da Milano ci ha riportato a Modena. Uno scambio di commenti sulla mostra appena visitata ha innescato l’interesse di un’altra passeggera a noi sconosciuta, e l’avvio di un piacevole scambio di opinioni/informazioni su vari argomenti compresa la simpatica disputa storica tra reggiani e modenesi conclusasi con un pareggio.
Evviva Chagall!

Giornata FAI di Primavera: cosa abbiamo visto?

Ecco un racconto fotografico della giornata FAI di primavera alla Stazione Piccola di Modena

Sulle orme dei pellegrini medievali

trekking a piedi

trekking a piedi

LASSÙ SUL CRINALE DOVE SI VEDE IL MARE
21 SETTEMBRE 2014

Sulle orme dei pellegrini medievali
Daniela Scacchetti

La val di Lamola (o valle di Ospitale) e il passo di Croce Arcana regalano scorci e paesaggi mutevoli secondo il tempo e la stagione, ma sempre affascinanti; parte di questo fascino è forse legato al pensiero che già all’inizio del Medioevo questi luoghi erano percorsi da numerosi mercanti e pellegrini; prima di affrontare il passo, essi potevano riposare presso l’ospitale fondato da San’Anselmo. In seguito, un periodo di glaciazione prima e l’apertura della via Giardini poi, portarono all’abbandono della vecchia strada.

Tornando ai giorni nostri … Domenica 9 novembre, in realtà, il mare non l’abbiamo visto – il versante toscano del crinale era pieno di nubi – in compenso, la temperatura mite di inizio autunno, l’aria tersa e l’assenza di nebbia, ci hanno permesso di valicare il passo di Croce Arcana e di camminare fino al lago Scaffaiolo, ammirando i colori del bosco, delle praterie e alcuni maestosi cavalli che pascolavano intorno al lago.

Dopo una sosta al rifugio Duca degli Abruzzi, con merenda e foto di gruppo, siamo tornati a Capanna Tassoni, passando per il passo della Riva e incrociando l’antica via Romea-Nonantolana.

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Matisse Rewind

matisse rewind

matisse rewind

Matisse Rewind

Due giorni a Ferrara, raccontati “all’indietro”. A partire dal gesto finale di ogni visita a mostre e musei: l’acquisto di qualche cartolina ricordo delle immagini che più mi hanno colpito. In questo caso, la figura nera che sembra volare su fondo blu, tratta dal libro Jazz (tavole originali in mostra), creato con una tecnica particolare di decoupage, e realizzato negli ultimi anni della sua vita, quando Matisse fu costretto in carrozzina. E poi – anzi, e prima – la mostra: tanto colore, le figure umane su sfondi sgargianti e a volte un po’ inverosimili, con tutti quei fiorami, quelle righe, quei rossi e blu e gialli. Sempre riavvolgendo il nastro, è bello svegliarsi in una Ferrara splendente di sole. La sera precedente, prima di crollare dopo la lettura di un paio di righe di Cinque storie ferraresi di Bassani, non ci siamo negate un tuffo nella gastronomia locale, che mantiene ciò che promette.

Ma tutto comincia, in realtà, con una gran pedalata, un’ottantina di chilometri per argini e ciclabili, sotto un sole caldo ma piacevole, in buona compagnia.
Ed eccoci qui, in piazza 1° maggio, le bici con le sacche, perché si dorme fuoriporta e comincia l’avventura.

Km percorsi Modena Ferrara 82. Sosta pranzo a Finale Emilia – Strade pianeggianti a basso traffico veicolare e ciclabili in sede propria
Bastiglia-Bomporto-Palata-Caselle-Finale Emilia-Argine per Bondeno-Ciclabile del Burana

Mirella Tassoni

Colori dell’autunno o calori dell’estate?

antica mappa tra il secchia ed il panaro

antica mappa tra il secchia ed il panaro

I COLORI DELL’AUTUNNO
5 OTTOBRE 2014

Colori dell’autunno o calori dell’estate?
Paola Busani

Quando Stella ed Ermes hanno pensato l’escursione dal Secchia al Panaro, immaginavano di percorrere le ciclabili lungo i due fiumi, e il tratto di campagna che li divide, in atmosfera autunnale, fra i rossi, gli aranci e i gialli delle foglie di vite e degli alberi da frutta, l’odore delle prime stufe a legna accese e magari un vin brulé a Camposanto per corroborare la pedalata del rientro. Niente di tutto questo, grazie agli effetti inaspettati del cambiamento climatico.

Ottobre ci ha concesso una biciclettata “estiva” nel clima, nel paesaggio, nello spirito e nella entusiastica partecipazione. Le ciclabili sugli argini dei nostri due fiumi, quella sul Secchia all’andata e quella sul Panaro al ritorno, con le sue magnifiche ville, come sempre sono state apprezzate da tutto il gruppo dei ciclisti Fiab. Non ci stancheremo mai di proporle e consigliarle, compresa la sosta rifornimento alla Lanterna di Diogene, il ristorante sull’argine del Panaro a Solara di Bomporto, che ci ha accolto con una splendida torta al cioccolato e buon vino fresco.

Originale la partenza, sotto lo sguardo benevolo del Secchia e del Panaro, mirabilmente rappresentati nelle due statue della fontana in Piazza Garibaldi, che oggi sono stati due fiumi “amici” ma che per le conseguenze proprie del cambiamento climatico – aumento delle temperature e intensificarsi delle precipitazioni – possono diventare una minaccia per Modena se non impariamo a convivere con questa nuova realtà.

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C’era una volta. Villa Gandini – Formigine

fiaba

fiaba

GLI ALBERI DEL PARCO VILLA GANDINI -FORMIGINE
21 SETTEMBRE 2014

C’era una volta
Diana Altiero

C’era una volta… il classico inizio del maggior numero di favole, storie nate per essere raccontate oralmente e così tramandate di generazione in generazione; i fratelli Grimm e altri le hanno raccolte in scatole magiche, i libri, per farle giungere fino a noi pare solo per essere raccontare ai piccoli. In realtà nella loro origine erano nate per essere raccontate per rallegrare le serate di grandi e piccini trascorse davanti al camino.

Nel giorno di fine estate e inizio dell’autunno ci siamo ritrovati in piazzale I° maggio per conquistare la meta fatidica alla scoperta dei “Magici alberi“ di Villa Gandini a Formigine. E come per magia ci siamo ritrovati scaraventati proprio nell’ atmosfera del “c’era una volta”, alla scoperta di credenze popolari relative ai diversi alberi ultracentenari del parco.

Cominciamo dal noce di Benevento: pare che un gigantesco noce ospitasse per la notte di San Giovanni (tra il 23 e il 24 giugno) un sabba di streghe che giungevano a migliaia. Capitò che una notte un ciabattino gobbo passando da lì fu rapito dalle streghe che lo presero a ballare con loro fino all’alba. Questi ballò talmente bene che in premio le streghe gli tolsero la gobba. L’amico del ciabattino, anche lui gobbo, sentito quando accaduto all’amico tentò la sorte ma ballò talmente male che le streghe lo ricompensarono cucendogli anche la gobba dell’amico.
Poi, sotto la quercia, una nuova storia e così sotto ognuno dei dieci alberi che abbiamo visitato…

Non c’erano bambini con noi, non ci potevamo nascondere dietro il fatto che eravamo lì per i bambini. In realtà le storie, i racconti su quel che “c’era una volta”, fanno bene a grandi e piccini.

Incredibile Foresta Nera

gruppo lungo il percorso

gruppo lungo il percorso

LA FORESTA NERA (ZONA SUD)
31 AGOSTO – 6 SETTEMBRE 2014

Incredibile Foresta Nera
Vittoriana Di Carlo

Non c’è nulla di più allettante per un cicloturista che pedalare in un posto ameno, prevalentemente in leggera discesa, solo con qualche salita, giusto per ricordarsi che in bici non si gode soltanto!

Il nostro percorso nel Südschwarzwald partiva da 900 m, passando intorno al parco naturale, scendeva fino a 230 m e poi con piccole risalite abbiamo raggiunto i 275 m. Siamo arrivati in pullman nella località di Neustadt, da cui un ampio sentiero perlopiù asfaltato ci ha condotto presso il lago naturale Titisee, avvolto dalla foresta. Abbiamo continuato il nostro giro sempre su ampie ciclabili che attraversavano larghe radure con svariate tonalità di verdi e campi agricoli, mentre il fitto sottobosco, trattenendo la luce, prestava all’immaginazione storie fiabesche e misteriose.

Diverse sono le località attraversate, città con il loro castello ed i loro magnifici giardini fioriti. Siamo arrivati così nella cittadina di Tiengen vicino all’immissione del torrente Wutach nel fiume Reno. Pedala e pedala abbiamo superato il confine per arrivare in Svizzera nell’efficientissima città di Basile. Lì alcuni di noi, ciclisti “insaziabili”, anziché visitarla a piedi hanno preferito continuare a pedalare.

Ritornati in Germania, alla destra del Reno, nei lunghi sentieri ciclabili correvano filari di vigneti. Siamo arrivati così a Bad Bellingen, nota anche come località termale. Abbiamo concluso il viaggio passando da Friburgo con la sua mastodontica cattedrale ed infine sosta a Vaduz nel Liechtenstein.

Ah! Dimenticavo la golosissima torta “Foresta Nera”, fatta con Pan di Spagna, panna montata, scaglie di cioccolata e ciliegie.