Troppa velocità sulle strade italiane

rossella-auto-biciSi è tenuta fra giovedì 16 e venerdì 17 aprile in tutta Europa la Speed Marathon,  un’iniziativa di sensibilizzazione contro l’eccesso di velocità sulle strade cui hanno partecipato gli agenti delle polizie continentali. I risultati sono stati rilevanti: solo in Italia sono state rilevate 8.000 infrazioni e ritirate 166 patenti per eccesso di velocità.

La velocità è il grande killer nelle strade, insieme al mancato rispetto delle regole di precedenza e delle distrazioni alla guida, causando circa 3.500 vittime solo nel nostro Paese, per non citare i feriti, i mutilati e i costi finanziari. Due terzi degli incidenti si verificano nelle aree urbane, che si dimostrano le più rischiose. Qui dunque occorre attuare lo sforzo maggiore per ridurre gli incidenti e le vittime.

Per conseguire risultati concreti, è necessario riconvertire le politiche di governo locale del traffico, generalmente orientate a favore dell’automobile, promuovendo la mobilità sostenibile: incentivare l’uso dei mezzi ecologici in alternativa all’auto, costosa ed inquinante.

Le misure coerenti con questo obiettivo sono ben note e praticate nelle città più moderne: sviluppare il trasporto pubblico e favorire l’uso della bicicletta, diffondere le zone a 30 km/h nei quartieri residenziali, estendere la tariffazione della sosta e l’impiego delle moderne tecnologie per rilevare e sanzionare le infrazioni. A livello nazionale, occorre che il nuovo Codice della Strada preveda due reati chiave: l’omicidio stradale e l’ergastolo della patente contro chi uccide in strada.

Giuseppe Marano
www.modenainbici.it

In morte di Matteo T., 15 anni

incidente con bicicletta

incidente con bicicletta

Da padre mi ha colpito molto la morte di un quindicenne sulle strisce pedonali, travolto da un motociclista. A prescindere di chi sia la responsabilità dell’incidente, mi sembra che si possa già affermare con certezza di chi sia quella sugli effetti mortali, da suddividere in parti uguali tra velocità e l’infrastruttura che doveva proteggere il pedone/ciclista.

Rispettare i limiti implica avere molte più probabilità di evitare l’impatto o di ridurne di molto gli effetti. Ed invece una superstrada a 4 corsie dritta e larga per 2 km induce tutti noi automobilisti a superare regolarmente ed abbondantemente i limiti di velocità. Anche perché l’impianto semaforico a chiamata non è uno scudo spaziale che evita qualsiasi danno, e non ripara agli errori di un ragazzino distratto o di un anziano traballante. In quel punto, quel passaggio pedonale semaforizzato è una classica trappola dove l’utente debole si sente al sicuro, mentre invece è in balia degli eventi.

D’altronde non c’è incrocio di Viale Italia, Cavalcavia Cialdini o Via Montecuccoli che non abbia il suo morto. Allora cosa aspettiamo a mettere davvero in sicurezza gli attraversamenti e restringere le carreggiate di queste autostrade cittadine? In alternativa, togliamo pure quei passaggi pedonali.

Ermes Spadoni
www.modenainbici.it

Una domenica ecologica … e poi?

domeniche ecologiche FIAB

domeniche ecologiche FIAB

Domeniche ecologiche? Nelle nostre città l’aria è così inquinata da creare problemi alla salute dei cittadini. Per questo motivo la Comunità Europea ha imposto alla Regione il pagamento di multe e l’obbligo di adottare una serie di provvedimenti.

La Regione, tra le varie iniziative messe in campo, ha chiesto ai Comuni di organizzare tre domeniche in cui ridurre il più possibile l’uso dell’auto in città, avendo accertato che l’automobile è una delle principali cause dell’inquinamento urbano.

Queste giornate, definite “Domeniche ecologiche”, a Modena sono organizzate con iniziative che coinvolgono varie associazioni che, per l’occasione, svolgono attività ludiche, sportive e commerciali.

La FIAB, invece, ritiene che le “domeniche ecologiche” devono essere momenti in cui fare proposte e coinvolgere i cittadini su come operare per migliorare la qualità dell’aria attraverso un reale sostegno alla mobilità sostenibile.

Con questa motivazione, durante le domeniche ecologiche, ci siamo confrontati in piazza con i cittadini su tre nostre proposte: ampliamento della zone con moderazione del traffico in città (zone 30), contrasto ai furti di biciclette, modifiche alla segnaletica per favorire l’accessibilità al centro storico in bici.

Le proposte che abbiamo portato avanti hanno costi di realizzazione irrisori per l’Amministrazione, richiedono solo la volontà politica di attuarle e, in questo modo, favorire la mobilità sostenibile ed il miglioramento della qualità dell’aria nella nostra città.

Ciclisti maleducati o cittadini che cercano di sopravvivere?

rossella-auto-bici

auto e bici

I pedoni e i ciclisti sono sicuramente le specie urbane più adatte all’habitat cittadino, perché non inquinano e non ingombrano lo spazio pubblico, ma questo non li autorizza a comportarsi in modo maleducato. Anzi il comportamento poco rispettoso di alcuni (probabilmente poco civili anche quando guidano altri mezzi) diventa il pretesto per demonizzarne l’intera categoria e serve a nascondere le responsabilità di una gestione della mobilità centrata solo sulle auto.

Vi sono tuttavia alcuni comportamenti “al limite” dei ciclisti che non possono essere confusi con la maleducazione stradale,  perché consentono loro di sopravvivere in un territorio ostile.

Come si possono biasimare i ciclisti che:

  • pedalano un po’ distante dal bordo strada per evitare i pozzetti stradali e gli sportelli della auto aperti sbadatamente
  • vanno sul marciapiede lungo strade a scorrimento veloce per salvarsi dalle auto
  • superano le auto ferme ai semafori per partire davanti all’arrivo del verde
  • attraversano in bicicletta i passaggi pedonali che uniscono due piste ciclabili
  • vanno in entrambi sensi di marcia nelle strade urbane a senso unico per le auto, per evitare di raddoppiare le distanze.

Tutti questi casi, più che rappresentare comportamenti scorretti dei ciclisti, denunciano una errata gestione della mobilità urbana, centrata solo sulle esigenze delle auto.

Sono infatti situazioni facili da superare con provvedimenti ormai diffusi in molte altre città europee e ampiamente collaudati:

  • tracciatura di fasce protette al lato destro della strada
  • dotazione di piste ciclabili sulle strade principali di accesso alla città
  • inserimento di “case avanzate per ciclisti” nei principali incroci semaforizzati
  • tracciatura di passaggi ciclabili negli attraversamenti e negli incroci semaforizzati per dare continuità ai percorsi ciclabili
  • previsione di “sensi unici eccetto bici” dove le dimensioni delle strade lo consentono.

Vi è una responsabilità ancora maggiore se, dichiarando di aiutare i ciclisti, si sceglie di rubare lo spazio dei marciapiedi per inserire una pista ciclabile striminzita e promiscua o, peggio ancora, stalli di sosta per le auto.

Sono i ciclisti i maleducati o i gestori irresponsabili della vita e della salute dei propri cittadini?

Riprendiamoci gli spazi della socialità

città assediata

città assediata

Riprendiamoci gli spazi della socialità
(*) Giorgio Castelli

Le nostre città appaiono segnate da due problemi: la microcriminalità che mina la sicurezza urbana e lo stillicidio degli incidenti stradali. Le ricette sono sempre le stesse: più agenti nelle strade e maggiori controlli, magari con l’ausilio di gruppi di volontari, ma il senso di insicurezza permane. Intanto i cittadini dormono in quartieri deserti durante il giorno, mangiano vicino al luogo di lavoro, comprano nei centri commerciali e si svagano in auto o nei “divertimentifici”.

La nostra vita si svolge all’interno della brown cloud, la nuvola di smog sulla Pianura Padana che, secondo gli esperti è generata per più del 70% dall’inquinamento da traffico. Per respirare meglio alcuni ristrutturano case in campagna o in collina in cerca di natura, così intasano due volte al giorno le strade di accesso alle città e sprecano ogni giorno due ore della propria vita in auto.

Le Amministrazioni investono le scarse risorse disponibili nella costruzione di nuove strade e autostrade, motivandole con previsioni di traffico vecchie e gonfiate. Anzi, non avendo risorse disponibili, utilizzano concessioni e convenzioni coi costruttori, impegnando anche i soldi dei nostri figli. I cittadini, privi di speranze, chiedono nuove strade veloci, ma lontane dalle proprie abitazioni. Il traffico è odiato e temuto da tutti, ma viene considerato un effetto collaterale e inevitabile della vita in città.

In campagna elettorale tutti promettono città smart, con tanto di nuvola informatica per internet (cloud), ma intanto respiriamo tutti i giorni la “brown cloud” di smog.

Sembra che non vi sia la capacità di immaginare una mobilità più equilibrata e meno autocentrica, mentre altre città italiane ed europee, grandi e medie, investono idee e risorse per spostare quote di mobilità dalle automobili private ai mezzi pubblici, alle biciclette e alla pedonalità.

Queste città moderne (cioè “attuali” nel significato originale del termine) agiscono su cinque filoni di intervento: incremento delle strade pedonali nei centri urbani e nelle zone residenziali, allargamento dei marciapiedi, diffusione delle zone a 30 km/h nei quartieri residenziali, dotazione di servizi per i ciclisti (depositi, parcheggi, trasporto delle biciclette sui mezzi pubblici extraurbani), miglioramento dell’efficienza del trasporto pubblico con aumento del confort dei mezzi e delle fermate, riduzione degli spazi pubblici occupati dalle auto in transito e in sosta.

Sul piano urbanistico le stesse città accompagnano la riqualificazione dello spazio pubblico con la realizzazione di fabbricati con piani terra ricchi di attività commerciali di qualità, abbandonando la cultura dei centri commerciali ormai obsoleti.

Le strade e gli spazi pubblici ritornano così ad essere il luogo sicuro dell’incontro, della socialità e della bellezza che tutto il mondo ci ha sempre invidiato, perché il “compito della politica pare essere soprattutto il creare amicizia tra i cittadini, cioè legame sociale” (Aristotele).

Codice della Strada: good news dal Parlamento

Zona 20 - Città Moderna

Zona 20 – Città Moderna

Buone nuove dal Parlamento: la riforma del Codice della Strada, il cui iter è iniziato nell’ottobre 2014, è in dirittura d’arrivo, essendo stata licenziata dalla Commissione Trasporti della Camera una proposta che sintetizza 22 bozze di legge. La riforma dovrà ora passare alla discussione e approvazione in aula.

L’evento riveste un notevole interesse per tutti gli utenti della mobilità, e in particolare per i ciclisti. Fra le altre norme, emerge per importanza una misura che responsabilizza gli automobilisti: l’ergastolo della patente. La patente viene revocata nel caso sia commesso l’omicidio colposo in stato di ebbrezza o di alterazione psicofisica. Se il conducente non è provvisto di patente, non potrà più ottenerla.

Di una seconda importante misura caldeggiata da molte forze politiche, il reato di omicidio stradale, per il momento escluso dal testo approvato, c’è un generale impegno a reinserirlo durante la discussione in aula.

I ciclisti vedono premiati i loro sforzi, tesi ad adeguare le regole della circolazione per promuovere la mobilità sostenibile, vedendo accolte due norme: il senso unico eccetto bici e la sosta sui marciapiedi e nelle zone pedonali delle biciclette.

Per la prima norma, viene prevista la condizione del limite di velocità entro i 30 km/h nei centri urbani. Per renderla operativa, occorre un’ordinanza comunale e l’aggiunta ai segnali di senso unico del pannello integrativo “a eccezione dei velocipedi”.

Per la seconda, è consentita in mancanza di parcheggi bici nelle vicinanze e a condizione di non intralciare il flusso dei pedoni e dei disabili.

Pur tra tanti limiti, se approvata la riforma del Codice lo renderebbe meno autocentrico. Naturalmente, restano invariate tutte le altre condizioni, a carattere locale, per conseguire la riduzione dell’uso dell’automobile a favore dei mezzi ecologici.

Giuseppe Marano
www.modenainbici.it

Corso Cavour: l’attacco alla ZTL continua

corso cavour

corso cavour

La riorganizzazione del traffico in Corso Cavour e nelle strade vicine attua una strategia dell’Amministrazione comunale in evidente contrasto con le recenti dichiarazioni del Sindaco sulla mobilità ciclistica in Consiglio Comunale, e costituisce un case study esemplare della comunicazione politica.

L’obiettivo del progetto di Corso Cavour è di favorire “l’uscita dei veicoli dal centro storico” e “massimizzare la possibilità di parcheggio”. In concreto, mentre si favorisce il movimento degli autoveicoli da Piazza Roma a Via Berengario, si pongono a pagamento 39 posti auto (fra vecchi e nuovi).

I risultati della manovra sono evidenti: aprire un altro pezzo di centro storico ai mezzi più inquinanti, le auto, agevolandone la circolazione e la sosta per i non residenti. Nel contempo, alcun miglioramento è previsto per i mezzi ecologici (ad es. nessun adeguamento dei parcheggi bici davanti all’ intasatissmo Liceo S. Carlo).

Queste iniziative seguono l’incompleta pedonalizzazione di Piazza Roma e l’eclissi totale della pedonalizzazione di Largo Sant’Agostino (disattendendo il Piano sosta del 2006). Inoltre, dettaglio non irrilevante, si è notato che i veicoli uscenti dal Novi Park su Via Berengario godono dell’agevolazione di un ciclo semaforico riservato (com’è possibile per un passo carraio privato?).

In occasione della presentazione del Piano della ciclabilità in Consiglio Comunale, il Sindaco, Giancarlo Muzzarelli, aveva dichiarato che il suo obiettivo è di ridurre l’uso dell’auto nella mobilità urbana e di incrementare quello dei mezzi ecologici. Lo spread fra finalità generali e prassi quotidiana non è mai stato più palese e stridente.

Giuseppe Marano
www.modenainbici.it

Mobilità urbana sostenibile: tra il dire e il fare …

ciclabile ad ostacoli

ciclabile ad ostacoli

L’assessore Sitta sosteneva che la mobilità pedonale e ciclabile doveva avere la priorità nelle politiche dell’Amministrazione, e intanto impegnava l’introito della sosta a pagamento dei prossimi quattro decenni per far arrivare tutti in auto in centro nel Novi Park, con tanto di navetta gratuita per piazza Grande.

Il suo successore Giacobazzi, dopo aver già dato prova di scarso interesse verso la mobilità sostenibile nella giunta Pighi, guarda la mobilità dal cruscotto della propria auto e propone come azione fortemente innovativa di chiamare il Novi Park “Parcheggio del Centro”. Nel frattempo dichiara: “Per noi è fondamentale favorire chi si sposta in centro sulle due ruote”.

In coerenza con questa visione promozionale della mobilità ciclistica, progetta piste ciclabili costose e contorte, rende difficile l’accesso al centro ai ciclisti, non fa nulla per migliorare la pedonalità e, last but not least, dissemina paletti e transenne sulle piste ciclabili. Di recente ha fatto installare 4 transenne di sbarramento sulla frequentatissima pista di via Monte Kosica, che collega la stazione ferroviaria, la stazione autocorriere ed il principale polo scolastico cittadino, per … facilitare l’uscita delle auto da un passo carraio.

Contemporaneamente, promette di riaprire, entro aprile, il traffico tra via Cavour e via tre Febbraio, faticosamente chiuso 25 anni fa. Verrà così creata in pieno centro una strada di collegamento diretto tra la parte est di Modena e, guarda caso, l’imbocco del mega parcheggio interrato, riempiendo di smog una parte rilevante del centro storico.

Sembra proprio, ma solo per profondità di pensiero, la candidata miss che pensosa dichiara: “voglio la pace nel mondo”.

Giorgio Castelli
(presidente Fiab Modena)
www.modenainbici.it

Senso unico – eccetto bici: le ragioni del sì

eccetto bici. in tutta europa funziona così

eccetto bici. in tutta europa funziona così

L’apertura dei sensi unici alle bici in entrambi i sensi di marcia in centro storico resta un caposaldo della mobilità sostenibile, ribadita in una nuova richiesta presentata dalla Fiab all’Assessore alla Mobilità del Comune di Modena, Gabriele Giacobazzi.

L’obiettivo è di favorire l’accessibilità dei ciclisti in centro, in piena sicurezza e senza rischiare le multe per circolazione vietata. La Fiab vorrebbe sperimentare il «Senso unico – eccetto bici» solo nelle strade considerate “percorsi naturali” dai ciclisti. In pratica, si tratterebbe di convertire a doppio senso per le biciclette alcuni brevi tratti di sensi unici per le auto: Calle di Luca, Francesco Selmi, Gallucci, Tabboni, Grimelli e Tagliazucchi, per un totale di circa 200 metri lineari. Peraltro, la proposta non prevede di eliminare alcun parcheggio auto.

In tal modo, i ciclisti potrebbero percorrere tratti più brevi di strada per raggiungere le loro destinazioni. È bene precisare che «Senso unico – eccetto bici» comporta che le bici e le auto circolino alla propria mano (destra), in un’area già regolata dal limite dei 30 km/h.

I detrattori della proposta la ritengono pericolosa. Sbagliano: sulla base dell’esperienza condotta in Francia, Olanda, Belgio, Germania e in numerose città italiane (a Reggio Emilia tutto il centro storico ha la segnaletica «Senso unico – eccetto bici») l’introduzione della nuova segnaletica comporta più attenzione degli utenti della strada e una riduzione degli incidenti, oltre che una maggiore circolazione dei ciclisti, vero obiettivo della misura richiesta.

Senso unico – eccetto bici: le ragioni del sì from FIAB Modena on Vimeo.

I ciclisti hanno diritto di andare in centro sicuri

eccetto bici. in tutta europa funziona così

eccetto bici. in tutta europa funziona così

La viabilità tortuosa del Centro Storico vuole scoraggiare l’attraversamento delle auto, ma penalizza le biciclette che, per evitare giri viziosi, vanno ovunque e i vigili chiudono un occhio.

Questa tolleranza poco civile è una vera trappola per i ciclisti: rischiano la multa e in caso di incidente hanno torto.

LA FIAB PROPONE PIU’ BICI E MENO AUTO IN CENTRO PERCHE’ NON INQUINANO E NON INGOMBRANO LE STRADE

La FIAB dal 2011 manifesta e chiede al Comune di regolarizzare i percorsi “naturali” di accesso al centro, per consentire ai ciclisti di percorrere in doppio senso alcuni tratti di strada a senso unico per le auto.

BASTANO 10 DI QUESTI CARTELLI E POCHI METRI DI DOPPIO SENSO PER LE BICI

  1. da S. FAUSTINO: 18 metri di Calle di Luca (da Canalchiaro a Rua Muro)
  2. da BUON PASTORE: 26 metri di Via Francesco Selmi (da Rua Frati a S.Paolo) e 9 metri (da Vicolo Foschieri a P.zzale Torti)
  3. da VIA MOREALI: 122 m. di Via Gallucci (da Canal Grande a C.so Adriano) e 36 metri di Via Tabboni (da Viale Frabrizi a Via Andreoli)
  4. da ZONA MUSICISTI: nella corsia bus di Via Grimelli e Tagliazucchi (da Viale Reiter a Via Borelli)

OCCORRE ANCHE

  • SINCRONIZZARE I SEMAFORI sulla Via Emilia Ovest negli attraversamenti di Viale Tassoni e Vittorio Veneto, per dare continuità di transito alle biciclette
  • RENDERE ATTRAVERSABILE IL PARCO DELLA RIMEMBRANZA AL MONUMENTO AI CADUTI per collegare meglio la zona di Medaglie d’Oro
  • RISERVARE LA CORSIA IN INGRESSO DEL CAVALCAVIA MAZZONI AI MEZZI PUBBLICI E ALLE BICICLETTE per facilitare l’acceso in bicicletta degli abitanti dei quartieri a nord della ferrovia e togliere le auto che soffocano inutilmente il centro, anche se dirette in altre parti di città.

Le esperienze di molte città europee e italiane, compresa la vicina Reggio Emilia, dimostrano che autorizzare le biciclette a circolare in entrambi i sensi di marcia non aumenta gli incidenti, anzi rende chiari e protetti i comportamenti di tutti.

la nostra proposta

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