Le ciclabili della discordia: via Giardini e via Emilia est

bici acquisti

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Il Comune di Modena presenta nel giro di pochi mesi due progetti di ciclabili in due strade importanti della città: via Giardini e via Emilia Est, suscitando numerose polemiche sia fra coloro che sostengono l’uso della bicicletta che fra i rappresentanti delle categorie dei commercianti e degli artigiani. Cosa c’è dietro?

Mentre il Coordinamento Associazioni mobilità nuova lancia una raccolta di firme a sostegno della modifica del progetto comunale di ciclabile in via Giardini, chiedendone la continuità fino a Piazzale Risorgimento e la distinzione fra percorso destinato ai ciclisti e ai pedoni, si accendono le polemiche sull’ altro progetto di ciclabile, quello in via Emilia est.

Il Comune ha presentato la soluzione che prevede una pista ciclabile sul lato nord (a sinistra uscendo dalla città) e la riqualificazione del percorso pedonale sul lato opposto (sud). La Rete Imprese Italia Modena, che raccoglie le sigle degli artigiani e dei commercianti, ha evidenziato che l’operazione comporta il restringimento della carreggiata e la riduzione di 60-80 posti auto nel tratto compreso fra gli incroci con viale Menotti e via Bonacini. Il progetto non terrebbe conto della consolidata presenza di esercizi commerciali in zona, che ne verrebbero notevolmente penalizzati.

Questa reazione difensiva, identica a quella verso la ciclabile di via Giardini, rispecchia fedelmente l’impostazione degli operatori commerciali sul tema del traffico: più automobili passano davanti al mio negozio, più ne traggo benefici. E se l’inquinamento dell’aria sale, non ci possiamo fare nulla: non è un nostro problema.

La cultura autocentrica, in base alla quale l’unico mezzo usabile per gli spostamenti urbani è l’automobile, ha completamente travolto ogni spazio di discorso pubblico: senza l’auto ci sentiamo orfani inconsolabili, deprivati del diritto inalienabile alla mobilità e votati al fallimento economico.

Una simile impostazione non tiene conto dell’opportunità che gli operatori avrebbero dalla ciclabile, rendendo più facile e piacevole l’accesso dei potenziali clienti ai loro negozi, liberati dai vincoli asfissianti dell’auto. Ovunque sono stati realizzati ciclabili e pedonali, i negozi hanno invece registrato incrementi di fatturato. Naturalmente, occorre cambiare e adeguarsi a questo nuovo pubblico: forse è questa la vera paura che si cela dietro la critica alle ciclabili …

La ciclabile di Via Giardini: le Circoscrizioni 1 e 4 bocciano il progetto comunale, verificati costi superiori agli standard

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dubbi sulla ciclabile

Dopo le critiche circostanziate sollevate dal Coordinamento associazioni mobilità nuova al progetto di ciclabile in Via Giardini del Comune di Modena, arrivano le bocciature politiche pesanti delle due Circoscrizioni interessate, la 1 (Centro storico) e la 4 (San Faustino).

Infatti, il 13 febbraio 2014 il Consiglio della Circoscrizione 4 (San Faustino) ha espresso parere contrario al progetto Comunale, seguito 4 giorni dopo, il 17 febbraio, da eguale negativo parere de l Consiglio della Circoscrizione 1 (Centro Storico).

Il progetto era apparso subito inadeguato alle esigenze di mobilità sia dei ciclisti che dei pedoni. Oltre all’ ingiustificato “spezzatino” del percorso, previsto parte sul lato est e parte su quello ovest, e alla commistione di ciclabile e pedonale sul tratto del lato ovest previsto, è risultato particolarmente indigesto anche un aspetto finora trascurato: i costi.

La realizzazione del ciclo-pedonale, lungo in tutto circa 1,2 km, richiede una spesa superiore ai 650.000 euro, garantita in buona misura da un contributo della Regione Emilia Romagna. Fin dall’ inizio, le associazioni ambientaliste avevano evidenziato che sul lato est esiste una sottostrada di circa 250 m che può tranquillamente ospitare il percorso, senza praticamente alcuna spesa. Ciò avrebbe comportato un risparmio che poteva essere reinvestito per riqualificare la poco funzionale ciclabile esistente da Viale Corassori fino alla scuola media Guidotti.

Ma l’analisi economica effettuata sul progetto ha recentemente prodotto un esito sconcertante: il costo per metro lineare previsto dal Comune è di 557 € al metro, oltre il doppio del costo standard (250 €/m), sovra costo dovuto alla demolizione e al rifacimento di buona parte del marciapiede esistente e alla modifica di numerosi incroci stradali.

Non minore meraviglia hanno suscitato alcune specifiche previsioni di spesa: 75.800 € solo per la segnaletica e 13.600 € solo per i cestini portarifiuti, decisamente eccessive in una situazione di ristrettezze finanziarie degli enti locali.

Per tutte queste motivazioni, ancor più rafforzate dai pareri negativi delle Circoscrizioni 1 e 4, la Fiab di Modena e Salvaciclisti ribadiscono la richiesta di modifica del progetto comunale e invitano l’Amministrazione ad accogliere finalmente le proposte migliorative formulate nella comunicazione inviatale il 9 dicembre 2014 dal Coordinamento associazioni mobilità nuova.

FIAB Modena
Salvaciclisti

Mobilità: incentivi per chi rispetta l’ambiente

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inquinamento in città

L’elevato tasso d’inquinamento che affligge Modena deriva principalmente dagli scarichi dei veicoli a motore. Per ridurlo è quindi necessario puntare a ridimensionare l’elevatissima quota di spostamenti urbani effettuati con gli autoveicoli tradizionali (circa l’80% sul totale), rafforzando le alternative al mezzo privato.

A tale scopo, il Comune di Modena dovrebbe attuare una serie di misure finalizzate a promuovere i mezzi ecologici per aumentarne la quota utilizzata in città dal misero 20% attuale al 50% circa. Queste percentuali rispecchiano gli standard delle città europee più evolute, dove il trasporto pubblico e la bicicletta sono in vetta alla graduatoria dei mezzi più utilizzati dai cittadini.

Fra le numerose iniziative suggerite dalle buone esperienze italiane e internazionali, il Comune di Modena dovrebbe riprendere e sviluppare quella degli incentivi ai comportamenti eco friendly, avviata nel lontano 2001 e ridimensionata negli ultimi anni. A suggerirlo è anche il punto 5 del Decalogo per la mobilità nuova predisposto dalle associazioni ambientaliste modenesi e inviato al Comune di Modena affinché lo adotti e lo metta in pratica.

In concreto, di che si tratta? Viene richiesto al Comune di adoperarsi affinché le aziende pubbliche e private modenesi prevedano incentivi per i propri dipendenti che si spostino sui percorsi casa/lavoro con i mezzi ecologici. Ne sono stati sperimentati di diverso tipo: per chi usa la bicicletta possono funzionare da incentivo i parcheggi aziendali, le convenzioni con negozi di prodotti ciclistici e le botteghe per la manutenzione, i contributi per l’acquisto di mezzi elettrici (oggi fissati al 14% per tutti i cittadini).

Interessanti due esperienze condotte a Ravenna e a Milano. Un ospedale privato ravennate concede incentivi orari per chi si sposti in bicicletta, proporzionali alle distanze coperte, che si traducono in ore/giorni di congedo su base annua. Nel capoluogo meneghino, invece, sono oltre 4.000 i lavoratori che hanno adottato Pass Mobility, un benefit fornito dall’azienda gratuitamente ai dipendenti che scelgono il trasporto pubblico.

Giuseppe Marano

Le biciclette nei sensi unici: perché no?

Eccetto bici

Eccetto bici

La battaglia nazionale per la circolazione delle biciclette in entrambi i sensi di marcia nelle strade a senso unico, fatta propria anche dalla Fiab di Modena (a partire dalla manifestazione in centro del 19 marzo 2011), sembra aver prodotto un effetto positivo. Il sottosegretario ai Trasporti, Erasmo D’Angelis, ha dichiarato che entro l’estate verrà introdotta nel Codice della Strada una norma che consente tale facoltà ai sindaci, sia pure con alcuni limiti. Sulla scorta di numerose esperienze italiane ed europee, D’Angelis attesta che il provvedimento non è destinato ad aumentare gli incidenti. Ha anche rivelato che sono in corso contatti con le società assicuratrici per predisporre polizze a copertura degli infortuni (peraltro la Fiab dispone di una polizza convenzionata per meno di 100 euro l’anno).

Il Governo sembra aver invertito le priorità in tema di mobilità, proponendo una nuova scala di priorità: “In futuro vogliamo che si parta innanzitutto dai pedoni, poi ci si occupi di biciclette, e solo alla fine delle automobili”. E i sindaci? Gli amministratori locali possono modificare autonomamente la segnaletica prevedendo nei sensi unici l’eccezione per le biciclette.

L’ordinanza del Comune di Reggio Emilia in proposito risale al 2005, sostenuta dall’istituzione della zona a 30 km/h. Alessandro Meriggiato, dirigente al Settore Mobilità di Reggio Emilia, ha opportunamente precisato: “Quando ci sono le dovute motivazioni e si applicano le dovute cautele, si può farlo in ogni città, perché il responsabile della mobilità nelle amministrazioni comunali è il sindaco”.

Una bella differenza con Modena! La lettera con cui la Fiab nel 2012 chiedeva di sperimentare in poche strade del centro la deroga per le bici nei sensi unici non ha mai ricevuto risposta dal Sindaco.

Giuseppe Marano

Lo smog va a scuola: troppi studenti in auto

rossella-3-bimbe-scuolaUna delle principali fonti dell’inquinamento urbano è rappresentata dagli spostamenti casa-scuola effettuati con veicoli a motore. Una recente ricerca di Legambiente e Euromobility, attuata in 8 città italiane fra cui Bologna, rivela che gli studenti delle superiori impiegano mediamente 25 minuti per recarsi a scuola, percorrendo circa 8 km, perlopiù con motorino e auto (80% dei casi).

Questa diffusissima pratica genera un volume rilevante d’inquinanti gassosi, particolarmente di PM10 e anidride carbonica, direttamente proporzionale alla percentuale di utenti motorizzati: se a Torino producono 10 milligrammi/km di PM10, a Roma salgono a 29; per l’anidride carbonica, se a Torino risultano 50 g/km, a Roma salgono a 120.

Il generalizzato utilizzo dei veicoli inquinanti sui percorsi casa-scuola, che contribuisce all’ avvelenamento delle città e all’ incidentalità stradale, risulta tanto più paradossale se si considera che l’86% delle famiglie abita a meno di un quarto d’ora a piedi dai servizi scolastici.

A Modena la situazione rispecchia i dati nazionali e gli sforzi generosi fatti da genitori e insegnanti in alcuni poli scolastici per promuovere l’autonomia degli studenti non ha modificato sostanzialmente la realtà: Anche perché l’Amministrazione comunale non ha mostrato negli ultimi anni alcuna intenzione di intervenire sul problema, evitando accuratamente di investire per quelle soluzioni più volte indicate dalle associazioni ambientaliste e dai comitati locali in vari quartieri.

In uno dei punti (il settimo) del proprio Decalogo per la mobilità a scala cittadina, il Coordinamento della mobilità nuova delle associazioni modenesi chiede al Comune di ridurre l’uso dei veicoli motorizzati sui percorsi casa-scuola mettendoli in sicurezza, realizzando zone protette intorno alle scuole e attuando campagne di comunicazione per l’autonomia degli studenti. Cambiare si può, se si vuole…

Giuseppe Marano
www.modenainbici.it

Comunicare, esistere, partecipare: come parla la Fiab

FIAB e Modena

FIAB e Modena

Dal 2004, anno di nascita della Fiab, molto è cambiato (attività, interessi, modalità organizzative, dirigenti…), ma uno degli aspetti che l’organizzazione ha sempre curato con determinazione è la comunicazione, sia interna che esterna. Essa ha contribuito a definire il carattere democratico dell’associazione e il suo profilo esterno. Gettiamo un’occhiata su questo importante versante di attività per conoscere meglio le modalità con cui manifestiamo le nostre idee e posizioni in città.

Il primo strumento di comunicazione attivato è il trimestrale “InfoBici”, l’organo d’informazione della Fiab. Destinato a soci, amici e persone impegnate a vario titolo sui temi della mobilità, è redatto da un gruppo di soci ed è stampato e spedito in circa 500 copie. In esso sono affrontati i temi del giorno e riportate le impressioni dei partecipanti alle ciclo escursioni. Non mancano le segnalazioni degli appuntamenti futuri, di letture selezionate, le curiosità e i consigli tecnici.

Il secondo mezzo di comunicazione è stato modenainbici, il sito web pubblicato nel 2006. Per anni ha presentato le informazioni sulla Fiab e le news sulle iniziative pubbliche, raggiungendo un pubblico certamente non limitato ai soli soci (annualmente sono state documentate circa 20.000 visite del sito, originate in tutta Italia e in alcune regioni europee. Il sito è stato recentemente aggiornato nella grafica e nel linguaggio.

In concomitanza con l’attivazione del sito web, abbiamo attivato la newsletter, a cui ci si poteva iscrivere direttamente attraverso modenainbici. Questo strumento garantisce un contatto diretto con gli interessati, consentendo di informarli tempestivamente sugli eventi organizzati. Anche in questo caso, si contano alcune centinaia di iscritti.

Il primo passo verso il mondo delle televisioni locali è stato effettuato nel 2010: programmati a supporto della campagna “Vèlo Volèe” contro i furti di biciclette, furono prodotti 10 video di tre minuti che – grazie ad una partnership con TRC – furono trasmessi in coda al telegiornale del network più diffuso in provincia nei due mesi dell’iniziativa.

La collaborazione con questa emittente è continuata positivamente: oltre a una trasmissione dedicata al contrasto dei furti nel 2011, nel 2013 abbiamo iniziato a partecipare alla trasmissione mattutina Detto fra noi, condotta da Miriam Accardo. Si tratta di appuntamenti monotematici a cadenza mensile che, iniziati a ottobre 2013, si concluderanno nel giugno 2014. Fra i temi affrontati i furti, la sicurezza stradale, Biciclette a Fiumi (24 gennaio).

Nel frattempo, la Fiab approdava sui social network. Nel 2013 abbiamo aperto la pagina facebook modenainbici, che vanta circa 300 fedeli seguaci. E già s’inizia a parlare di un profilo twitterIniziative, manco a dirlo, condotte da soci e amici a titolo di volontariato.

Infine, Due ruote a cura di Fiab, la rubrica domenicale ospitata dalla Gazzetta di Modena a partire dal 2012, che conta poco meno di un centinaio di articoli già apparsi, sui vari aspetti della mobilità ciclistica. Da circa un anno è attivo anche Modenainbici, un blog gestito direttamente dalla Fiab, collegato alla rete del gruppo Repubblica-L’Espresso.

Nel mondo odierno, comunicare è esistere. Ma è anche promuovere la partecipazione dei soci e degli amici alle attività interne ed esterne. Per questo rinnoviamo l’invito a segnalarci proposte di miglioramento, nuove opportunità di diffusione e la disponibilità a farsi coinvolgere in prima persona nelle iniziative. Insieme agli altri, in un’avventura entusiasmante che arricchisce tutti noi e ci riconcilia con una realtà sociale e politica non sempre esaltante.

10 punti per una Mobilità Nuova a Modena

Logo del Coordinamento

Logo del Coordinamento

Presentazione del Decalogo del Coordinamento delle Associazioni per una Mobilità Nuova

A partire dal 2013 le Associazioni del territorio impegnate sulle tematiche ambientali e di sicurezza stradale, hanno iniziato un percorso di dialogo e organizzato insieme una serie di inziative riguardanti la Mobilità Nuova.

Contestualmente agli incontri organizzati dall’amministrazione comunale – Tavoli per la mobilità sostenibile – ACSI Ciclismo, Ciclofficina Popolare “Rimessa in Movimento”, Ciclostile, Comitato Sacca, SalviamoGigetto utenti ferrovia Modena-Sassuolo, Fiab, Ingegneria senza frontiere – Modena, Legambiente, Salvaiciclisti e Uisp Ciclismo hanno deciso di costituirsi nel “Coordinamento delle associazioni per la Mobilità Nuova – Modena” con l’obiettivo di realizzare un iter di confronto sulle scelte tecniche in merito ad una nuova concezione di spostamento urbano, ormai consolidato in molti paesi europei.

La Mobilità Nuova è un paradigma di organizzazione e gestione dei flussi di persone che impone il passaggio da un’ottica autocentrica ad una umanocentrica: ridefinisce infatti i criteri di efficienza e le priorità, assegnando un peso maggiore a indicatori fino a oggi svalutati o sottostimati come la sicurezza, la salute delle persone, la vivibilità delle strade, l’equità sociale, la salvaguardia del territorio, la “rapidità diffusa” determinata da un sistema di trasporti che funziona e non da una velocità eccessiva e fuori controllo.

Per ottenere questo, è fondamentale il coinvolgimento di tutti gli utenti della strada al fine di renderli protagonisti della fruizione degli spazi della città, una casa condivisa e più vivibile.

La piattaforma comune per il raggiungimento di obiettivi a lungo termine trova la sua declinazione in un Decalogo, costituito dai punti fondamentali per la realizzazione di interventi a favore di una Mobilità Nuova, e ispirati alle buone pratiche già realizzate in Italia e in altri Paesi europei.

Il decalogo sarà la base da cui nasceranno le azioni del Coordinamento delle Associazioni per la Mobilità Nuova per il futuro prossimo, al fine di perseguire gli obiettivi preposti in maniera organica e complessiva. Questo documento è anche una proposta da sottoporre ai candidati Sindaco per le prossime elezioni amministrative.

Coordinamento delle Associazioni per la Mobilità Nuova di Modena (*)
(*) Il Coordinamento delle associazioni per la Mobilità Nuova di Modena aderisce alla ReteMobilità Nuova e raggruppa le associazioni: ACSI
Ciclismo, Ciclofficina Popolare “Rimessa in Movimento”, Ciclostile, Comitato Sacca, SalviamoGigetto utenti ferrovia Modena-Sassuolo, Fiab,
Ingegneria senza frontiere – Modena, Legambiente, Salvaiciclisti e Uisp Ciclismo.

Il Coordinamento si propone di promuovere un processo di consultazioni fra le associazioni aderenti finalizzato a promuovere soluzioni ecocompatibili ai principali problemi del traffico e dell’inquinamento, coinvolgendo i cittadini e dialogando con gli enti locali.

Scarica il Decalogo delle Associazioni per una Mobilità Nuova

“Biciclette a fiumi“, la solidarietà a due ruote

Il territorio di "Biciclette a Fiumi" è proprio all'intersezione di Eurovelo 7 ed 8

Il territorio di “Biciclette a Fiumi” è proprio all’intersezione di Eurovelo 7 ed 8

Nei giorni seguenti il sisma del 2012, la Fiab modenese ha promosso un progetto finalizzato a dare un aiuto concreto alle vittime. Dopo un confronto con la Provincia di Modena e con i Sindaci delle zone terremotate, è nato “Biciclette a fiumi“.

Frutto della collaborazione fra la Fiab e il Circuito Città d’Arte della Pianura Padana, il progetto intende realizzare un intervento concreto e visibile, immediatamente utile e funzionale, ma anche proiettato verso il futuro.

In concreto, prevede di realizzare un circuito ciclabile fortemente attrattivo e funzionale per gli abitanti dei territori interessati e per le zone e le città circostanti. Tale circuito, che si sviluppa tra Modena e la Bassa, ha come assi portanti  gli argini del Fiume Secchia e del Fiume Panaro e tratti della ex ferrovia Modena – Mirandola – Finale E.

Il Progetto individua anche i collegamenti ciclabili tra il modenese e gli altri territori attraverso percorsi tra i più belli e interessanti d’Italia (Ciclovia del Po, EuroVelo 7 dalle Alpi agli Appennini e la Toscana, Ciclovia Emilia). La rete sarà realizzata secondo standard europei (fondo, segnaletica, servizi) e renderà più ricca e più fruibile la rete ciclabile EuroVelo, l’asse destinato a collegare Capo Nord e Malta, passando per l’Italia.

Nel territorio interessato riceverà un impulso significativo la nascita di imprese e cooperative giovanili impegnate nei servizi per il cicloturismo (albergabici, accoglienza ed informazione, assistenza meccanica, noleggio di biciclette, guide), a dimostrazione che la mobilità sostenibile non solo tutela l’ambiente, ma produce anche ricchezza.

La Fiab e il Circuito Città d’Arte hanno lanciato una campagna per la raccolta di fondi necessari alla realizzazione dei quasi 5 km fra piste e percorsi ciclabili nella Bassa modenese attraverso numerose iniziative (www.bicicletteafiumi.it).

Giuseppe Marano
www.modenainbici.it

Bikenomics: un altro sviluppo è possibile

rossella_donna_invernoGli accordi internazionali intervenuti dal 1992 hanno orientato lo sviluppo economico al rispetto dell’ambiente, inducendo i paesi più ricchi ad adottare processi produttivi e stili di vita compatibili con l’ecosistema.

Molte iniziative concrete hanno seguito questo indirizzo, anche nel settore della mobilità urbana. Complici la crisi economica e la diffusione della sensibilità ecologista, sono emerse alcune tendenze che annunciano tempi nuovi: la più eclatante riguarda la vendita delle biciclette che, nel 2011 e nel 2012, ha superato in Italia quella delle automobili.

Come si riflette la diffusione della bicicletta sulle dinamiche di sviluppo cittadino? Una città in cui ci si muove in bici è migliore di una città in cui ci si muove in automobile? La nuova disciplina della bikenomics, nata sulla scia di questo fenomeno, ha evidenziato dati convincenti a favore della mobilità ciclistica.

È ormai assodato che l’uso della bicicletta induce molti benefici: chi usa la bici dispone di risparmi per comprare beni e servizi o da spendere in bar e ristoranti, è più in salute e impatta di meno sul sistema sanitario, contribuisce a ridurre il traffico e l’inquinamento, aiuta lo sviluppo del commercio locale (i negozi situati in prossimità di reti ciclabili registrano aumenti nelle vendite pari al 49%),  favorisce la riduzione la manutenzione stradale e lavora meglio.

Mentre in Europa si diffondono gli interventi a favore della mobilità (e dell’economia) sostenibile, l’Amministrazione comunale di Modena si attesta malinconicamente sul paradigma auto-centrico: blocca le zone a 30 km/h, realizza un megaparcheggio in struttura, tentenna a pedonalizzare Piazza Roma, inventa una ciclabile spezzata in Via Giardini, dissemina di ostacoli le ciclabili esistenti, impone una segnaletica penalizzante sulle ciclabili e sostiene i mezzi su gomma al posto dei treni sulla Modena – Sassuolo. Risultato: quasi l’80% degli spostamenti urbani sono effettuati in automobile. C’è da sorprendersi?

Giuseppe Marano

Ciclabile Via Giardini: un’occasione d’oro per la zona del Gallo

i parcheggi attuali in via giardini - zona gallo

i parcheggi attuali in via giardini – zona gallo

Il dibattito sul progetto di ciclo pedonale di Via Giardini (nel tratto Corassori/Risorgimento) approvato dal Comune di Modena ha finora trascurato un aspetto che invece riveste notevole valore per il Coordinamento associazioni mobilità nuova, la sigla che riunisce 10 organizzazioni ambientaliste cittadine.

La finalità prioritaria della proposta di ciclabile sul lato est di Via Giardini avanzata dal Coordinamento (alternativa a quella sul alto ovest approvata dal Comune) è di attuare una riqualificazione significativa dell’area del Gallo, di cui beneficeranno tanto gli esercizi commerciali e i residenti che i ciclisti e i pedoni.

Punto di partenza della proposta del Coordinamento è il declassamento di Via Giardini attuato dal PSC e dal POC vigenti (gli strumenti del piano regolatore) a strada urbana di quartiere, che prevede la riduzione delle ampiezze dei sensi di marcia degli autoveicoli e percorsi ciclabili e pedonali indipendenti su entrambi i lati della strada.

L’utilità e l’urgenza di questo intervento migliorativo emerge dalla ricognizione puntuale del lato est di Via Giardini che oggi appare molto trascurato e disordinato, dov’è difficile e pericoloso non solo spostarsi a piedi e in bicicletta per frequentare gli esercizi commerciali, ma anche in auto, a causa di diffusi e frequenti comportamenti contrari al codice della strada.

Particolarmente nella zona del Gallo, il lato est offre l’immagine di un assedio massiccio di automobili fin sulla soglia dei negozi e degli ingressi dei condomini residenziali, costringendo a una difesa strenua degli spazi pedonali che, in alcuni casi (Bar del Gallo), è stata attuata col ricorso massiccio a paletti metallici dissuasori.

Il percorso fra Piazzale Risorgimento e Via Pace è costellato di contenitori per i rifiuti raggruppati in modo disordinato e rastrelliere obsolete, mentre la sosta autoveicolare in doppia fila è la norma. Tra Via Lana a Via Vaccari circa 25 automobili parcheggiano abitualmente in area con divieto di fermata e sosta nella sottostrada che affianca Via Giardini. Lo stesso accade tra Via Vaccari e Via Pace, dove numerosi autoveicoli sostano direttamente sul marciapiede pubblico.

Proponendo al Comune di ricavare la ciclabile sul lato est nel tratto Pace / Risorgimento, il Coordinamento ha fatto dunque emergere l’esigenza impellente di risanare un ambiente urbano importante, alle porte del centro storico, dal carattere tipicamente residenziale e commerciale che oggi appare molto trascurato. L’intervento è realizzabile senza ridurre la sosta veicolare né spostare la linea elettrica dei filobus, ed è anche più economico perché utilizzerebbe la sottostrada esistente presso la sede della Polizia Stradale. Da questo punto di vista, sono apprezzabili le isole pedonali previste dal progetto comunale per l’attraversamento di Via Giardini finalizzate alla fruibilità e alla sicurezza dei cittadini e dei clienti.

Il risultato atteso sarebbe straordinario: a fronte di una spesa contenuta, affiancando la ciclabile al pedonale, si creerebbe un arioso e godibile corridoio, percorribile in sicurezza e piacere dai numerosi frequentatori della zona, generando così le condizioni ideali per lo shopping e l’incontro fra le persone, oltre che per la circolazione di bici e pedoni.

Per il Coordinamento associazioni mobilità nuova
Giorgio Castelli
(Fiab Modena)