Ripristinare i parcheggi bici davanti alla Biblioteca Delfini!

i 3 nuovi posti auto davanti alla biblioteca delfini

i 3 nuovi posti auto davanti alla biblioteca delfini

Ripristinare i parcheggi bici davanti alla Biblioteca Delfini!

Mercoledì 5 ottobre sono stati eliminati 15 portabici dai parcheggi presso l’ingresso della Biblioteca Delfini, uno dei servizi più importanti della città, frequentato da circa 1.000 cittadini al giorno, fra utenti e lavoratori degli istituti culturali presenti nel Palazzo Santa Margherita. Nei mesi scorsi, il parcheggio era già stato ridimensionato di altri 13 portabici, per far posto ai motoveicoli. In tutto, quindi, sono stati eliminati 28 portabici (- 56 posti bici). Al posto delle due ruote oggi parcheggiano 9 motocicli e 3 autoveicoli.

La collocazione di portabici obsoleti in Via Goldoni, frettolosamente attuata come misura pseudo compensativa dopo le proteste dei cittadini, è una soluzione assolutamente inadeguata, sia perché -essendo la via defilata- espone più facilmente le biciclette al furto sia perché provoca una dequalificazione significativa dell’area antistante Palazzo Santa Margherita, peraltro sorvegliata dalle telecamere.

L’area dovrebbe essere dedicata interamente alla pedonalità, ciclabilità e trasporto pubblico. La presenza di tante persone che si recano quotidianamente in biblioteca, usano i mezzi pubblici, il bar e il chiosco le conferiscono un carattere di “zona car-free”, garantita anche dalla presenza dei parcheggi bici.

L’eliminazione dei portabici alla Biblioteca Delfini è però solo l’ultimo episodio di una strategia perseguita con determinazione dall’Assessore Gabriele Giacobazzi, tesa a ridimensionare gli spazi per le biciclette a favore degli automobili, particolarmente presso i servizi pubblici. Altre situazioni eclatanti si registrano presso il Tribunale (Corso Canalgrande), dove c’è un numero ridottissimo di portabici rispetto ai bisogni degli utenti, e ancor più presso le Poste centrali (Via Modonella), dove si sono ricavati numerosi posti per le auto ma nessuno per le biciclette.

L’iniziativa contraddice palesemente le dichiarazioni dello stesso Assessore che -in Commissione Seta, solo martedì 4 ottobre- nel presentare il Piano della mobilità ciclistica aveva fissato l’obiettivo dell’incremento di spostamenti in bici nell’1,5% annuo. Purtroppo, i mezzi usati per perseguire l’annunciato obiettivo appaiono quantomeno incongrui.

In ogni caso, la Fiab chiede il riposizionamento urgente dei portabici eliminati e anche l’installazione in zona di depositi protetti, al fine di proteggere dai furti le bici e promuovere concretamente (e coerentemente) la mobilità ciclistica. A sostegno della richiesta, l’associazione aderisce al flash-mob previsto per venerdì 7 ottobre, ore 19.00 presso la Biblioteca Delfini.

FIAB MODENA
www.modenainbici.it

Ancora un calo dei ciclisti a Modena

Ancora un calo dei ciclisti a Modena

tecnici progettisti ed associazioni

tecnici progettisti ed associazioni

Sorpresa negativa per la mobilità: dal secondo rilievo annuale effettuato dalla Fiab a Modena il 20 settembre scorso è emerso un significativo calo dei biker circolanti (- 4,4%). Il calo è tanto più importante se si considera che l’anno precedente era stata rilevata una prima contrazione dei ciclisti (- 1,2%), portando il bilancio complessivo nell’ultimo biennio ad un – 5,6%. Prende consistenza dunque un’allarmante inversione di tendenza della mobilità ciclistica rispetto ai positivi risultati riscontrati dall’associazione fra il 2008 e il 2014.

Il monitoraggio, che si svolge due volte l’anno (aprile e settembre), è stato effettuato da una ventina di soci Fiab martedì 20 settembre, dalle 7.30 alle 8.45, in 17 fra le principali intersezioni della città, contando i ciclisti di passaggio sia in direzione centro che periferia.

In termini assoluti, il maggior traffico di bici si è verificato come sempre in Buon Pastore/Sigonio – direzione centro (390), seguita da Canalchiaro/Ruà Frati – direzione centro (327) e da Medaglie d’oro/Muratori – direzione centro (303).

I dati evidenziano una riduzione degli spostamenti collegata a nuovi stili di mobilità e a variazioni delle esigenze personali e familiari. Ma, più di tutto, il fenomeno certifica l’assoluta ininfluenza degli interventi comunali nel settore della mobilità sostenibile. Non a caso, gli spostamenti autoveicolari restano inchiodati al 75% negli ultimi 15 anni, un vero record fra le città intermedie, comprimendo al 25% gli spostamenti effettuati con mezzi meno inquinanti (pedonalità, ciclabilità, trasporto pubblico).

Giuseppe Marano
www.modenainbici.it

Limitazioni del traffico: è vera politica?

città inquinata

città inquinata

Dal 2 ottobre 2016 al 31 marzo 2017 scatta la limitazione del traffico, dal lunedì al venerdì, dalle 8.30 alle 18.30 e nelle domeniche ecologiche. Torna dunque la ‘manovra’ regionale per arginare il dilagante inquinamento prodotto dagli autoveicoli, come una coazione a ripetere misure rivelatesi inefficaci rispetto ai problemi connessi alla motorizzazione selvaggia. Tanto più che la politica del blocco dei mezzi più vecchi, indebolita da mille deroghe, si conferma come l’unica misura praticata in regione.

La domanda vera che ci si pone è: si tratta di vera politica?

Le misure adottate toccano un ridotta percentuale del parco veicolare, è attuata a maglie larghe per consentire comunque di spostarsi con l’auto nelle fasce orarie di interesse maggiore e non prevede la promozione delle alternative ecologiche. I risultati non possono che essere limitati, alimentando peraltro le polemiche di chi -sordo agli appelli delle autorità sanitarie sull’impatto dei gas tossici e del particolato sulla salute pubblica- si ritiene gravemente leso dalle limitazioni soft della manovra e si preoccupa esclusivamente delle proprie esigenze personali.

In realtà, una vera politica di mobilità sostenibile dovrebbe proporsi la riduzione degli spostamenti con gli autoveicoli a favore degli altri mezzi di trasporto: pedonalità, ciclabilità e trasporto pubblico. Gli incentivi per questi ultimi dovrebbero accoppiarsi a concreti disincentivi per gli automobilisti, cosa che -a Modena- è ben lungi dall’essere praticata. D’altronde, se il mio Comune mi lascia circolare in auto quasi sempre e ovunque, perché dovrei abbandonarla per altri mezzi meno ‘comodi’?

Giuseppe Marano
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“Bike to work”, occorrono incentivi

bike2work modena

bike2work modena

Le città europee inquinate cercano un’alternativa nei mezzi di spostamento ecologici: trasporto pubblico, bicicletta, pedonalità. Penalizzati per decenni dalle politiche autocentriche di governi nazionali e locali, essi appaiono oggi come l’unica risorsa disponibile per migliorare la qualità dell’aria e dell’ambiente urbano.

Nell’ intento di promuovere l’uso della bicicletta, la Fiab aderisce da anni alla European Mobility Week (16-22 settembre), la più grande manifestazione continentale nata con l’obiettivo di suscitare l’interesse generale sulla mobilità sostenibile. Spostarsi per il lavoro, lo shopping e il tempo libero con la bike è possibile, salutare e piacevole.

Quest’anno, la Fiab nazionale ha sottoscritto un accordo con la rete “Città sane” per collaborare -fra l’altro- alla realizzazione di alcuni eventi, tra cui la giornata dedicata al Bike to work (16 settembre).

Alla manifestazione hanno aderito molte città italiane, tra cui Modena: oltre al Comune, si sono mobilitate anche l’Ausl, il Policlinico, Bper Banca, Tetra Pak, Aliante cooperativa sociale, Mediamo, Mediagroup98, NordiConad.

Tuttavia, alle “giornate” tematiche, come spesso accade, non fanno poi seguito impegni pratici che inducano a ridurre l’uso dei veicoli inquinanti.

Gli incentivi più efficaci sono noti: depositi protetti presso la sede di lavoro, spazi per cambiarsi gli indumenti sudati, accordi con laboratori di ciclo riparatori. Altre importanti iniziative sono: riconoscere un monte minuti di ferie a fronte dei chilometri percorsi con la due ruote da casa al lavoro; possibilità di accesso ai mezzi pubblici per attuare l’intermodalità, specialmente sui percorsi lunghi.

Giuseppe Marano
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Mobilità sostenibile: 1 volta su 5 lasciamo l’auto in garage

auto / bici

auto / bici

In tutto il mondo la tendenza delle politiche degli amministratori locali in tema di vivibilità delle città, è quella di incrementare la mobilità sostenibile. Anche in Emilia-Romagna, dove la mobilità ciclopedonale vede una percentuale di spostamenti solo del 10%, l’obiettivo ambizioso per il 2020 è quello di arrivare al 20%.

I cittadini sanno bene perché non amano usare mezzi alternativi all’auto: scarso senso di sicurezza, corsie e piste ciclabili incomplete o mancanti e scarsamente mantenute, mezzi pubblici vecchi ed inaffidabili, marciapiedi stretti e condivisi con le bici, furti di bici a volontà, servizi dedicati inorganici ed inefficienti (bike-sharing, car-sharing, depositi protetti, rastrelliere, etc..).

Tutto vero, però l’obiettivo del 20% lo si può ottenere semplicemente se ognuno di noi, 1 volta su 5, prima di partire da casa ragiona su quale mezzo sia più efficiente per quello che si appresta a fare. Perché non è necessario rottamare 1 auto su 5, ma non usarla 1 volta su 5.

Ed allora, proviamo una volta alla settimana ad alzarci 15 minuti prima per accompagnare a piedi il figlio a scuola, o una volta alla settimana ad andare sempre a piedi a pagare il bollettino in posta; proviamo anche una volta ad andare in bici a comprare un chilo di gelato, o per andare dal dottore, o perfino a fare 3 km in bici per andare al lavoro, almeno quando gli impegni lavorativi ce lo consentono.

Tutti noi possiamo rinunciare 1 volta su 5 all’auto: scopriremo che si può fare, nonostante tutti gli ostacoli sulla nostra strada, e scopriremo che è anche piacevole. Dimostreremo ai nostri amministratori che non ci rassegniamo a città invivibili, e che c’è una forte voglia di una città migliore, senza attendere le mirabolanti opere di una politica, che spesso da sola non raggiunge gli obiettivi strategici che si prefigge.

Ermes Spadoni
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Meno velocità, più sicurezza

incidente auto bici

incidente auto bici

Insieme all’inquinamento, il rischio stradale rappresenta uno dei problemi più acuti della mobilità, in particolare per ciclisti e pedoni, gli utenti più indifesi. I danni umani, sociali e materiali provocati dagli incidenti sono rilevanti e alimentano la sensazione di insicurezza che frena i cittadini dal maggior utilizzo di mezzi ecologici e meno pericolosi, specie nei centri urbani, dove si verificano i due terzi dei sinistri e delle vittime.

Come fronteggiare questa situazione? Le campagne spot di sanzioni mirate ad automobilisti e ciclisti, ad uso e consumo dei media, non lasciano tracce significative: occorre attuare iniziative permanenti, capaci di incidere su abitudini negative ben radicate, contrarie alla civile convivenza nello spazio pubblico.

Fra i fattori di rischio connessi al traffico, quello più pernicioso è la velocità, perché moltiplica numero e gravità degli incidenti. L’impatto di un autoveicolo che viaggia a 50 km/h è paragonabile alla caduta dal quinto piano di un edificio. Per ridurre gli incidenti è necessario contenere la velocità, specialmente degli autoveicoli, i killer più numerosi e spietati.

Molte città hanno da tempo adottato misure efficaci e permanenti: zone a 30 km/h, pedonalizzazione dei centri storici, rotatorie, organizzazione della sosta, attraversamenti protetti, ridisegno delle intersezioni, utilizzo su larga scala delle nuove tecnologie. La protezione dei ciclisti e dei pedoni viene attuata con piste ciclabili, marciapiedi, attraversamenti ciclo pedonali protetti, illuminazione notturna.

Il fenomeno degli incidenti è così drammatico da richiedere un vero Piano delle sicurezza stradale, al cui centro sia posto con decisione l’uomo e non l’automobile. Tutto il resto sono chiacchiere al vento.

Giuseppe Marano
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L’assordante silenzio intorno all’ozono

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inquinamento

Da diversi giorni, la concentrazione dell’ozono nell’aria supera la soglia dei 180 microgrammi per metro cubo. Il fatto che colpisce è l’assordante silenzio che accompagna l’evento, percepito dalle autorità pubbliche e dagli stessi cittadini come “normale”. Si moltiplicano gli “inviti” a restarsene reclusi fra le mura domestiche nelle ore più calde, come se fosse naturale o, peggio ancora, il necessario controvalore del benessere economico.

L’ozono a livello del suolo non è un regalo del diavolo, ma il frutto (avvelenato) di varie reazioni chimiche di sostanze inquinanti prodotte dall’uomo innescate dalla luce del sole, in particolare il biossido di azoto. Il problema è che questo gas dal caratteristico odore di aglio è molto dannoso in quanto aggredisce le mucose respiratorie e gli occhi. Insieme allo smog fotochimico, costituisce un killer della nostra salute.

L’inquinamento può essere ridotto agendo sulle sue fonti. Nel campo della mobilità urbana, gli spostamenti con gli autoveicoli devono essere ridimensionati a favore del trasporto pubblico, della ciclabilità e della pedonalità.

L’assessore alla mobilità, Gabriele Giacobazzi, ha enunciato in Consiglio comunale di Modena la rivoluzionaria (per lui) necessità di regolamentare la circolazione delle auto in centro, «anche alla luce dei piani regionali che, recependo direttive europee, chiedono di implementare le aree libere da auto». Bene, è un punto di partenza. Ora occorrerebbe passare alla pratica e attuare le necessarie, coerenti soluzioni.

Giuseppe Marano
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Mobilità ecologica: l’opzione elettrica

ebike a castelvetro

ebike a castelvetro

Good news nel settore della mobilità elettrica. Il Comune di Milano ha realizzato un piano per moltiplicare le colonnine per la ricarica veloce dei mezzi elettrici: 12 delle 34 esistenti gestiste dalla società elettrica cittadina possono effettuare ricariche dell’80% degli accumulatori in dotazione ai veicoli elettrici in 20 minuti, al costo di 60 euro l’anno (ricariche illimitate).

Il campionato ufficiale FIA di Formula E(lettrica) ha acquisito la collaborazione di Enel per produrre l’energia necessaria alle gare. La società pubblica italiana realizzerà per i gran premi elettrici una mini-grid per monitorare i consumi dei vari team, fornirà l’illuminazione a led per le zone limitrofe al percorso di gara e installerà le colonnine di ricarica elettrica.

La cooperativa modenese Insieme, supportata da Itas Assicurazioni e My-Close, ha lanciato un kit composto da lucchetto intelligente e polizza assicurativa contro i furti delle bici elettriche. Il dispositivo comunica al proprietario i tentativi di furto e localizza la posizione della bici. Inizialmente, la polizza viene offerta a organizzazioni professionali, ma è facile immaginare che presto sarà estesa a tutti i cittadini.

Per i veicoli elettrici, valgono sempre gli incentivi del Comune di Modena: per l’acquisto il premio ammonta al 14% del prezzo fatturato (con alcuni massimali); i possessori di tali veicoli possono richiedere l’accesso alla ZTL e l’esenzione del pagamento della sosta.

Giuseppe Marano
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Parigi pedala, e Modena che cosa fa?

Si concretizza il ‘Piano bicicletta 2015-2020’ del Comune di Parigi. La sindaca di Ville Lumière, Anne Hidalgo, ha fissato il proprio obiettivo: entro il 2020 triplicare – dal 5 al 15 per cento – l’uso della bicicletta. Il ‘Piano’ dispone di 150 milioni di euro per creare spazi e servizi a favore del vélo.

Verranno costruite piste ciclabili, parcheggi di scambio bici/trasporto pubblico, parcheggi bici, riqualificate strade e piazze per renderle idonee alla rete ciclabile, incentivato l’acquisto di veicoli elettrici e potenziato il bike sharing. Altri interventi riguarderanno la sicurezza: ciclabili con doppio senso di circolazione per le bici nei sensi unici, diritto di precedenza al ciclista con aree di arresto ai semafori, incentivi ai condomini che offrono posti bici, zone a 30 km/h nei quartieri residenziali.

Raffrontato a quello parigino, il ‘Piano della mobilità ciclabile‘ dell’ex capitale estense, fermo da due anni, appare un residuo del secolo passato, un irrealistico (e non finanziato) elenco di ciclabili. Il ‘Piano’ non convince lo stesso autore, l’assessore alla mobilità, Gabriele Giacobazzi: infatti non ha indicato alcun obiettivo verificabile e non dispone di risorse. Il ‘Piano’ si rivela perciò un bluff, forse utile per la propaganda elettorale, ma certo inutile per cambiare il modello autocentrico di mobilità imperante a Modena.

Proposta: 60 dei 120 milioni di euro destinati a recuperare il S. Agostino siano dirottati a realizzare un vero piano triennale della ciclabilità, necessario per far respirare una delle città più inquinate d’Europa.

Giuseppe Marano
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2ruote_10luglio2016

Mobilità sostenibile: incentivi efficaci

bus seta

bus seta

La notizia è di quelle ‘storiche’: Seta permetterà di caricare gratuitamente la bicicletta pieghevole a bordo dei propri mezzi nelle reti urbane di Modena, Carpi e Sassuolo, mentre trasporterà qualsiasi tipo di due ruote sulle linee extraurbane. Cade finalmente un’incongruenza ingiustificata che penalizzava l’intermodalità ecologica.

C’è dell’altro: l’azienda offrirà ai propri passeggeri uno sconto del 50% sull’acquisto di un abbonamento mensile, mentre agli abbonati annuali concederà un contributo fino ad un massimo di 250 euro per l’acquisto di 60 bici pieghevoli.

Sull’argomento degli incentivi la Fiab da tempo rivolge al Comune ed agli enti pubblici l’appello a intervenire con strumenti innovativi per premiare i comportamenti ‘civici’ dei propri collaboratori che si spostino a piedi, con la bici o col trasporto pubblico. Considerando la vastità della platea potenziale (solo il Comune ha un organico di 1.800 dipendenti, cui si aggiungono altre migliaia dell’Ausl, delle scuole e di altri uffici statali), i benefici ambientali potrebbero essere molto significativi.

Tre sono le possibili offerte ai lavoratori: incentivi economici, tempo libero e servizi. In relazione alle distanze coperte sui percorsi casa-lavoro, il personale potrebbe ricevere un bonus in busta paga, in giorni di ferie aggiuntivi e in strutture dedicate (deposito protetto).

Questi sistemi, soprattutto il tempo libero e i servizi, potrebbero essere molto efficaci e realizzati con investimenti modesti. L’invito pertanto è al Comune di Modena affinché adotti incentivi ‘ecologici’ per i propri dipendenti, svolgendo al contempo un’azione di moral suasion nei confronti di altri enti territoriali perchè facciano altrettanto.

Giuseppe Marano
www.modenainbici.it