Sicurezza in bici: noi facciamo la nostra parte

passaggio pedonale

passaggio pedonale

Fiab e guida scorretta

Riccardo M., in una lettera alla “Gazzetta di Modena” (9 novembre) affronta con piglio deciso il tema della guida scorretta dei ciclisti in strada, evidenziandone la pericolosità quando circolano ‘contromano’ e senza i dispositivi illuminanti. Rivolgendosi alla Fiab, ne chiede un maggiore impegno “nel sensibilizzare chi si muove in bicicletta a farlo in modo responsabile”. E conclude con un appello ineludibile: “Fiab: fatti sentire!”

Vogliamo rassicurare il lettore: da quando esiste, l’associazione destina gran parte delle proprie energie per la sicurezza dei ciclisti e dei pedoni. A testimoniarlo, citiamo solo quattro iniziative esemplari, condotte da tanti volontari che spendono il loro tempo libero per una causa civica: ‘M’illumino di più‘, ‘Percorsi sicuri casa-scuola‘, ‘Donne in bici‘ e ‘Itinerari didattici‘. La prima è una manifestazione che da 3 anni sensibilizza i ciclisti alla necessità di circolare ben illuminati di notte. La seconda è un’attività tesa a sollecitare i Comuni alla messa in sicurezza dei percorsi casa-scuola per studenti pedoni e ciclisti. La terza è l’addestramento tecnico e operativo all’uso della bicicletta delle donne straniere. La quarta è la presenza a scuola per diffondere la pratica della mobilità sostenibile e responsabile fra i ragazzi.

E’ poco, è molto? Una cosa è certa: la Fiab ribadisce che i ciclisti osservino le regole del Codice della Strada, e ascoltino il buon senso, come ricorda Riccardo M. En passant, evidenzio però che scarseggiano i richiami ai comportamenti virtuosi rivolti agli automobilisti, nonostante molti di loro siano scorretti e detengano nelle loro mani un ben più alto potere distruttivo di pedoni e ciclisti. E mi chiedo: come mai questo silenzio?

Giuseppe Marano
www.modenainbici.it

Ciclabilità: anche i depositi servono

depositi bici a modena

depositi bici a modena

Ciclabilità: anche i depositi servono

La recente notizia che il Comune di Modena, dopo anni di inerzia in questo settore, realizzerà due nuovi depositi protetti per le biciclette destinati ai propri dipendenti, in via Santi e in Via Galaverna, rappresenta una buona nuova e una risposta coerente con le attese dei tanti lavoratori che, fra mille difficoltà, continuano a usare la bici per recarsi in ufficio.

In realtà, i depositi protetti costituiscono un’efficacissima misura per la prevenzione dei furti di bici, uno dei fenomeni più deleteri per la mobilità ecologica. L’elevato rischio di perdere l’amata due ruote è, infatti, fra le preoccupazioni dei ciclisti modenesi seconda solo a quella degli incidenti stradali, e tende a frenare in modo significativo un più esteso utilizzo di un mezzo ecologico e salutare.

In città esiste una rete importante di ‘gabbie’ per le bici, molto apprezzate dagli utenti: i posti bici sono complessivamente 372, distribuiti in 7 strutture localizzate sul territorio (parcheggio Porta Nord, piazza Dante, piazza Manzoni, stazione Policlinico della ferrovia Modena/Sassuolo, via Fabriani, parco Novi Sad, scuola Lanfranco (riservato ai soli utenti della scuola). Il servizio è gratuito ed accessibile con chiavi meccaniche o elettroniche, secondo la tipologia.

L’esigenza dei depositi protetti, tuttavia, non è solo dei dipendenti comunali, ma di tutti i ciclisti modenesi. Per questa ragione, pur apprezzando l’iniziativa comunale di via Santi e Galaverna, è giusto metterne in luce il limite, incomprensibile, posto alla loro fruizione, essendo destinati ai soli lavoratori, mentre invece sarebbe opportuno estenderla a tutti gli iscritti al servizio.

Giuseppe Marano
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Piano della Mobilità: condividere i dati

tecnici progettisti ed associazioni

tecnici progettisti ed associazioni

Nella riunione della Commissione Ambiente comunale, martedì 4 ottobre scorso, l’Assessore alla Mobilità, Gabriele Giacobazzi, ha evidenziato la discrepanza dei dati sugli spostamenti urbani forniti dal Comune e dalla Fiab. Questo problema è molto importante: senza dati certi sulla situazione attuale non si possono fissare obiettivi credibili, né misurare gli effetti delle politiche attuate nel tempo.

Qualsiasi navigatore per fornire la rotta richiede il punto di partenza, così come ogni piano o progetto deve partire dallo stato di fatto. Sono gli elementi basilari per prefigurare il futuro e soprattutto per misurare gli effetti del piano stesso. Questo vale anche nella pianificazione della mobilità sulla quale il Comune di Modena ha oggi solo dati settoriali (come quelli forniti dalla FIAB sulla mobilità ciclistica) o vecchi e parziali come quelli dei censimenti decennali.

La FIAB invita pertanto il Comune e l’Agenzia della Mobilità ad avviare una analisi approfondita sulla mobilità, che individui le modalità degli spostamenti ed i mezzi utilizzati, le origini le destinazioni degli spostamenti, le aspettative dei cittadini, le potenzialità per un cambiamento dei mezzi utilizzati (modal shift).

Per poterlo fare sono necessari sondaggi, rilevazioni e campionature, che possono coinvolgere eventualmente anche i tecnici della mobilità, l’Ufficio Ricerche del Comune, AMO e le Associazioni che si occupano di mobilità.

Sarà così possibile condividere finalmente il punto attuale di partenza e individuare i possibili punti di arrivo, con strumenti in grado di misurare sia gli effetti della pianificazione che il raggiungimento degli obiettivi.

La FIAB è fin da ora disponibile.

Giorgio Castelli
Presidente Fiab Modena
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Portabici Delfini: consegnate in Comune 1.041 firme per chiedere il ripristino del parcheggio eliminato

firme delfini

firme delfini

L’obiettivo fissato dalla Fiab di Modena (1.000 firme) è stato superato in appena una dozzina di ore di banchetto davanti alla biblioteca di Corso Canalgrande

La raccolta di firme per chiedere al Comune di ripristinare i portabici tolti all’ingresso della Biblioteca Delfini ha raggiunto quota 1.041. Il risultato è stato ottenuto dai volontari della Fiab di Modena in una dozzina di ore di impegno fra il 10 e il 19 ottobre scorso, a testimoniare il notevole interesse riscontrato dai cittadini verso l’iniziativa. Il plico è stato consegnato sabato dal Presidente della Fiab in Municipio.

Com’è noto, la raccolta di firme è scaturita dopo l’eliminazione di 28 portabici (-56 posti) presso l’ingresso di Palazzo Santa Margherita, dove ora parcheggiano 9 motocicli e 3 autoveicoli.

L’area per il parcheggio delle bici ricavata in fretta e furia in Via Goldoni, dopo le proteste dei cittadini, non risponde alle esigenze dei ciclisti in quanto decurta 12 posti bici (sono presenti solo 44 posti bici) ed espone le due ruote ad un’ancor maggior rischio di furto, in quanto 36 posti sono disponibili con rastrelliere costose, impattanti e obsolete sotto il profilo della sicurezza.

Benché particolarmente grave, quello della Delfini è però solo l’ultimo episodio di  riduzione degli spazi per le bici. Nel corso dell’escursione urbana in occasione di ‘M’illumino di più’, la manifestazione della Fiab svoltasi venerdì scorso per sensibilizzare i ciclisti al corretto uso dei fari di notte, sono stati toccati altri punti molto critici: il Tribunale (solo 12 posti bici al posto dei 40 precedenti), le Poste centrali (0 portabici), Via Selmi e  Sant’Eufemia (eliminati vari portabici per far posto a bar e ristoranti). Addirittura paradossale la situazione al Mef, alla  Biblioteca Crocetta, al Mata e in piazza Roma, dove sono state collocate rastrelliere assolutamente inadeguate per la protezione dai ladri dei mezzi parcheggiati.

Nel giugno 2007, l’allora Assessore alla Mobilità, Daniele Sitta, nel presentare in Consiglio comunale l’intervento del mega parcheggio interrato del Novi Sad, ne giustificava l’utilità con dichiarazioni molto impegnative: la sua realizzazione aveva “la finalità della liberazione dalla sosta delle auto di Piazza Roma e di Piazza Sant’Agostino, puntando ad eventuali nuove pedonalizzazioni, come meriterebbero alcune vie di straordinaria bellezza, oggi lastricate di lamiere”. E così continuava: “Ci siamo dati anche un obiettivo quantificato in maniera chiara e precisa: abbiamo detto che noi dovremo riuscire a portare fuori dal centro storico almeno 1000 auto”.

E’ sotto gli occhi di tutti che, a 10 anni da queste affermazioni, le auto non sono affatto diminuite e che per far loro posto si lasciano vie storiche e luoghi pregiati come Largo Sant’Agostino in una condizione di degrado e di squallore assoluti. Eliminando le bici davanti alla Delfini, al Tribunale e altrove si lascia sempre più spazio proprio alle ‘lamiere’ a quattro ruote che, nel 2007, servirono a giustificare l’operazione Novi Park.

FIAB Modena
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Ripristinare i parcheggi bici davanti alla Biblioteca Delfini!

i 3 nuovi posti auto davanti alla biblioteca delfini

i 3 nuovi posti auto davanti alla biblioteca delfini

Ripristinare i parcheggi bici davanti alla Biblioteca Delfini!

Mercoledì 5 ottobre sono stati eliminati 15 portabici dai parcheggi presso l’ingresso della Biblioteca Delfini, uno dei servizi più importanti della città, frequentato da circa 1.000 cittadini al giorno, fra utenti e lavoratori degli istituti culturali presenti nel Palazzo Santa Margherita. Nei mesi scorsi, il parcheggio era già stato ridimensionato di altri 13 portabici, per far posto ai motoveicoli. In tutto, quindi, sono stati eliminati 28 portabici (- 56 posti bici). Al posto delle due ruote oggi parcheggiano 9 motocicli e 3 autoveicoli.

La collocazione di portabici obsoleti in Via Goldoni, frettolosamente attuata come misura pseudo compensativa dopo le proteste dei cittadini, è una soluzione assolutamente inadeguata, sia perché -essendo la via defilata- espone più facilmente le biciclette al furto sia perché provoca una dequalificazione significativa dell’area antistante Palazzo Santa Margherita, peraltro sorvegliata dalle telecamere.

L’area dovrebbe essere dedicata interamente alla pedonalità, ciclabilità e trasporto pubblico. La presenza di tante persone che si recano quotidianamente in biblioteca, usano i mezzi pubblici, il bar e il chiosco le conferiscono un carattere di “zona car-free”, garantita anche dalla presenza dei parcheggi bici.

L’eliminazione dei portabici alla Biblioteca Delfini è però solo l’ultimo episodio di una strategia perseguita con determinazione dall’Assessore Gabriele Giacobazzi, tesa a ridimensionare gli spazi per le biciclette a favore degli automobili, particolarmente presso i servizi pubblici. Altre situazioni eclatanti si registrano presso il Tribunale (Corso Canalgrande), dove c’è un numero ridottissimo di portabici rispetto ai bisogni degli utenti, e ancor più presso le Poste centrali (Via Modonella), dove si sono ricavati numerosi posti per le auto ma nessuno per le biciclette.

L’iniziativa contraddice palesemente le dichiarazioni dello stesso Assessore che -in Commissione Seta, solo martedì 4 ottobre- nel presentare il Piano della mobilità ciclistica aveva fissato l’obiettivo dell’incremento di spostamenti in bici nell’1,5% annuo. Purtroppo, i mezzi usati per perseguire l’annunciato obiettivo appaiono quantomeno incongrui.

In ogni caso, la Fiab chiede il riposizionamento urgente dei portabici eliminati e anche l’installazione in zona di depositi protetti, al fine di proteggere dai furti le bici e promuovere concretamente (e coerentemente) la mobilità ciclistica. A sostegno della richiesta, l’associazione aderisce al flash-mob previsto per venerdì 7 ottobre, ore 19.00 presso la Biblioteca Delfini.

FIAB MODENA
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Ancora un calo dei ciclisti a Modena

Ancora un calo dei ciclisti a Modena

tecnici progettisti ed associazioni

tecnici progettisti ed associazioni

Sorpresa negativa per la mobilità: dal secondo rilievo annuale effettuato dalla Fiab a Modena il 20 settembre scorso è emerso un significativo calo dei biker circolanti (- 4,4%). Il calo è tanto più importante se si considera che l’anno precedente era stata rilevata una prima contrazione dei ciclisti (- 1,2%), portando il bilancio complessivo nell’ultimo biennio ad un – 5,6%. Prende consistenza dunque un’allarmante inversione di tendenza della mobilità ciclistica rispetto ai positivi risultati riscontrati dall’associazione fra il 2008 e il 2014.

Il monitoraggio, che si svolge due volte l’anno (aprile e settembre), è stato effettuato da una ventina di soci Fiab martedì 20 settembre, dalle 7.30 alle 8.45, in 17 fra le principali intersezioni della città, contando i ciclisti di passaggio sia in direzione centro che periferia.

In termini assoluti, il maggior traffico di bici si è verificato come sempre in Buon Pastore/Sigonio – direzione centro (390), seguita da Canalchiaro/Ruà Frati – direzione centro (327) e da Medaglie d’oro/Muratori – direzione centro (303).

I dati evidenziano una riduzione degli spostamenti collegata a nuovi stili di mobilità e a variazioni delle esigenze personali e familiari. Ma, più di tutto, il fenomeno certifica l’assoluta ininfluenza degli interventi comunali nel settore della mobilità sostenibile. Non a caso, gli spostamenti autoveicolari restano inchiodati al 75% negli ultimi 15 anni, un vero record fra le città intermedie, comprimendo al 25% gli spostamenti effettuati con mezzi meno inquinanti (pedonalità, ciclabilità, trasporto pubblico).

Giuseppe Marano
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Limitazioni del traffico: è vera politica?

città inquinata

città inquinata

Dal 2 ottobre 2016 al 31 marzo 2017 scatta la limitazione del traffico, dal lunedì al venerdì, dalle 8.30 alle 18.30 e nelle domeniche ecologiche. Torna dunque la ‘manovra’ regionale per arginare il dilagante inquinamento prodotto dagli autoveicoli, come una coazione a ripetere misure rivelatesi inefficaci rispetto ai problemi connessi alla motorizzazione selvaggia. Tanto più che la politica del blocco dei mezzi più vecchi, indebolita da mille deroghe, si conferma come l’unica misura praticata in regione.

La domanda vera che ci si pone è: si tratta di vera politica?

Le misure adottate toccano un ridotta percentuale del parco veicolare, è attuata a maglie larghe per consentire comunque di spostarsi con l’auto nelle fasce orarie di interesse maggiore e non prevede la promozione delle alternative ecologiche. I risultati non possono che essere limitati, alimentando peraltro le polemiche di chi -sordo agli appelli delle autorità sanitarie sull’impatto dei gas tossici e del particolato sulla salute pubblica- si ritiene gravemente leso dalle limitazioni soft della manovra e si preoccupa esclusivamente delle proprie esigenze personali.

In realtà, una vera politica di mobilità sostenibile dovrebbe proporsi la riduzione degli spostamenti con gli autoveicoli a favore degli altri mezzi di trasporto: pedonalità, ciclabilità e trasporto pubblico. Gli incentivi per questi ultimi dovrebbero accoppiarsi a concreti disincentivi per gli automobilisti, cosa che -a Modena- è ben lungi dall’essere praticata. D’altronde, se il mio Comune mi lascia circolare in auto quasi sempre e ovunque, perché dovrei abbandonarla per altri mezzi meno ‘comodi’?

Giuseppe Marano
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“Bike to work”, occorrono incentivi

bike2work modena

bike2work modena

Le città europee inquinate cercano un’alternativa nei mezzi di spostamento ecologici: trasporto pubblico, bicicletta, pedonalità. Penalizzati per decenni dalle politiche autocentriche di governi nazionali e locali, essi appaiono oggi come l’unica risorsa disponibile per migliorare la qualità dell’aria e dell’ambiente urbano.

Nell’ intento di promuovere l’uso della bicicletta, la Fiab aderisce da anni alla European Mobility Week (16-22 settembre), la più grande manifestazione continentale nata con l’obiettivo di suscitare l’interesse generale sulla mobilità sostenibile. Spostarsi per il lavoro, lo shopping e il tempo libero con la bike è possibile, salutare e piacevole.

Quest’anno, la Fiab nazionale ha sottoscritto un accordo con la rete “Città sane” per collaborare -fra l’altro- alla realizzazione di alcuni eventi, tra cui la giornata dedicata al Bike to work (16 settembre).

Alla manifestazione hanno aderito molte città italiane, tra cui Modena: oltre al Comune, si sono mobilitate anche l’Ausl, il Policlinico, Bper Banca, Tetra Pak, Aliante cooperativa sociale, Mediamo, Mediagroup98, NordiConad.

Tuttavia, alle “giornate” tematiche, come spesso accade, non fanno poi seguito impegni pratici che inducano a ridurre l’uso dei veicoli inquinanti.

Gli incentivi più efficaci sono noti: depositi protetti presso la sede di lavoro, spazi per cambiarsi gli indumenti sudati, accordi con laboratori di ciclo riparatori. Altre importanti iniziative sono: riconoscere un monte minuti di ferie a fronte dei chilometri percorsi con la due ruote da casa al lavoro; possibilità di accesso ai mezzi pubblici per attuare l’intermodalità, specialmente sui percorsi lunghi.

Giuseppe Marano
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Mobilità sostenibile: 1 volta su 5 lasciamo l’auto in garage

auto / bici

auto / bici

In tutto il mondo la tendenza delle politiche degli amministratori locali in tema di vivibilità delle città, è quella di incrementare la mobilità sostenibile. Anche in Emilia-Romagna, dove la mobilità ciclopedonale vede una percentuale di spostamenti solo del 10%, l’obiettivo ambizioso per il 2020 è quello di arrivare al 20%.

I cittadini sanno bene perché non amano usare mezzi alternativi all’auto: scarso senso di sicurezza, corsie e piste ciclabili incomplete o mancanti e scarsamente mantenute, mezzi pubblici vecchi ed inaffidabili, marciapiedi stretti e condivisi con le bici, furti di bici a volontà, servizi dedicati inorganici ed inefficienti (bike-sharing, car-sharing, depositi protetti, rastrelliere, etc..).

Tutto vero, però l’obiettivo del 20% lo si può ottenere semplicemente se ognuno di noi, 1 volta su 5, prima di partire da casa ragiona su quale mezzo sia più efficiente per quello che si appresta a fare. Perché non è necessario rottamare 1 auto su 5, ma non usarla 1 volta su 5.

Ed allora, proviamo una volta alla settimana ad alzarci 15 minuti prima per accompagnare a piedi il figlio a scuola, o una volta alla settimana ad andare sempre a piedi a pagare il bollettino in posta; proviamo anche una volta ad andare in bici a comprare un chilo di gelato, o per andare dal dottore, o perfino a fare 3 km in bici per andare al lavoro, almeno quando gli impegni lavorativi ce lo consentono.

Tutti noi possiamo rinunciare 1 volta su 5 all’auto: scopriremo che si può fare, nonostante tutti gli ostacoli sulla nostra strada, e scopriremo che è anche piacevole. Dimostreremo ai nostri amministratori che non ci rassegniamo a città invivibili, e che c’è una forte voglia di una città migliore, senza attendere le mirabolanti opere di una politica, che spesso da sola non raggiunge gli obiettivi strategici che si prefigge.

Ermes Spadoni
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gazzetta-11-set-2016

Meno velocità, più sicurezza

incidente auto bici

incidente auto bici

Insieme all’inquinamento, il rischio stradale rappresenta uno dei problemi più acuti della mobilità, in particolare per ciclisti e pedoni, gli utenti più indifesi. I danni umani, sociali e materiali provocati dagli incidenti sono rilevanti e alimentano la sensazione di insicurezza che frena i cittadini dal maggior utilizzo di mezzi ecologici e meno pericolosi, specie nei centri urbani, dove si verificano i due terzi dei sinistri e delle vittime.

Come fronteggiare questa situazione? Le campagne spot di sanzioni mirate ad automobilisti e ciclisti, ad uso e consumo dei media, non lasciano tracce significative: occorre attuare iniziative permanenti, capaci di incidere su abitudini negative ben radicate, contrarie alla civile convivenza nello spazio pubblico.

Fra i fattori di rischio connessi al traffico, quello più pernicioso è la velocità, perché moltiplica numero e gravità degli incidenti. L’impatto di un autoveicolo che viaggia a 50 km/h è paragonabile alla caduta dal quinto piano di un edificio. Per ridurre gli incidenti è necessario contenere la velocità, specialmente degli autoveicoli, i killer più numerosi e spietati.

Molte città hanno da tempo adottato misure efficaci e permanenti: zone a 30 km/h, pedonalizzazione dei centri storici, rotatorie, organizzazione della sosta, attraversamenti protetti, ridisegno delle intersezioni, utilizzo su larga scala delle nuove tecnologie. La protezione dei ciclisti e dei pedoni viene attuata con piste ciclabili, marciapiedi, attraversamenti ciclo pedonali protetti, illuminazione notturna.

Il fenomeno degli incidenti è così drammatico da richiedere un vero Piano delle sicurezza stradale, al cui centro sia posto con decisione l’uomo e non l’automobile. Tutto il resto sono chiacchiere al vento.

Giuseppe Marano
www.modenainbici.it