Quattro Regioni in ‘guerra’ contro lo smog?

città inquinata

Quattro Regioni in ‘guerra’ contro lo smog?

In vista del G7 sull’Ambiente (Bologna 11-12 giugno), il Ministero dell’Ambiente e e le Regioni Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte e Veneto, fra le più inquinate d’Europa, hanno firmato un «Nuovo accordo di programma per l’adozione coordinata e congiunta di misure per il miglioramento della qualità dell’ aria nel bacino padano».

Lo scopo dell’iniziativa è il contrasto all’inquinamento atmosferico attraverso misure mirate alla mobilità, alle energie rinnovabili e all’agricoltura sostenibile.

In particolare, si punta a rendere omogenei i divieti di circolazione in caso di superamento della concentrazione delle polveri sottili. Sono poi previsti eco-bonus per la sostituzione dei veicoli più inquinanti, misure su mobilità alternativa, energie rinnovabili e agricoltura eco-compatibile. In tutto, verranno investiti 32 milioni di euro.

Qual è il significato di questo «Nuovo accordo di programma» fra Stato e Regioni? Certamente è positivo per il coordinamento istituzionale in funzione anti-smog e per l’impegno di significative risorse finanziarie per gli interventi concreti.

Ma che effetto avrà sulla situazione ambientale? L’inquinamento atmosferico è allarmante: nel 2016 sono stati registrati 33 sforamenti dei limiti del PM10 a Bologna, 43 a Piacenza, 42 a Reggio Emilia, 49 a Modena e 50 a Rimini. Il 2017 si annuncia più pesante: in soli 5 mesi Bologna ha già toccato quota 24, Reggio 45, Modena 40 e Parma 35.

Purtroppo, la maggior parte delle risorse sosterrà la sostituzione dei veicoli più inquinanti (con altri veicoli comunque inquinanti). La filosofia generale dell’«Accordo di programma» non appare dunque nuova: punta a mitigare le emissioni inquinanti (prodotte da circa il 20% dei veicoli circolanti) piuttosto che a modificare il modello di mobilità autocentrico a favore dei mezzi ecologici. Per questo vizio d’origine, i risultati non potranno che essere al disotto delle necessità di tutela della salute dei cittadini.

Giuseppe Marano
www.modenainbici.it

Se la bici entra nel dibattito elettorale

Se la bici entra nel dibattito elettorale

E’ noto che nulla è più aleatorio della dichiarazione di un candidato a una qualche carica pubblica nella fase pre-elettorale: la tentazione di alimentare le più varie richieste dei cittadini per acquisirne il consenso è troppo forte per essere arginata.

Una volta nella stanza dei bottoni, le spinte innovative e le promesse roboanti si affievoliscono a vantaggio degli impegni assunti con il potere economico egemone, abituato a muoversi dietro le quinte con maggiore efficacia e senza clamore.

Ciononostante, vale la pena di riflettere sulla risposta che Paolo Scarpa, candidato a sindaco di Parma per la coalizione di centro sinistra, ha dato alla Fiab cittadina sui temi della mobilità urbana (parmadaily.it del 30.05.2017), d’interesse quindi anche per Modena.

Scarpa ha citato 4 importanti misure del suo programma, molto innovative: allargamento delle zone a 30 km/h, doppio senso per bici nei sensi unici per le auto, navette parcheggi scambiatori/ centro storico, incentivi per gli spostamenti ciclo pedonali sui percorsi casa-lavoro e casa-scuola.

Insieme ad altre iniziative, già note e praticate a Modena, ritiene di poter promuovere la mobilità ciclistica e contenere l’inquinamento e il degrado, obiettivi di per sé condivisibili e urgenti. Qui occorre essere chiari e mettere a frutto l’esperienza storica: tanti interventi pro-biker possono essere utili, vanno sostenuti e attuati, ma non fanno una politica e sono destinati a dare risultati limitati.

Lo dimostra la storia della nostra città dove, in assenza di una strategia della mobilità sostenibile, i pur numerosi interventi isolati per la ciclabilità non hanno smosso di una virgola la quota di spostamenti degli auto-moto veicoli in vent’anni (inchiodata al 75%). Solo una politica che incroci forti disincentivi all’uso dei mezzi inquinanti e altrettanto consistenti incentivi all’uso dei mezzi ecologici potrà conseguire risultati seri. Per tutti i cittadini.

Giuseppe Marano
www.modenainbici.it

La sostenibile leggerezza della bicicletta

La sostenibile leggerezza della bicicletta.

In uno dei miei tanti percorsi urbani in bicicletta, mi è capitato in breve sequenza di trovare diverse auto posteggiate ad occupare quasi interamente la pista ciclabile. Prima mi sono arrabbiato, poi ho rallentato e sono passato stando attenti a pedoni e portiere. Poco dopo, finita la ciclabile, ho scelto di non attraversare la strada perché a 150 metri avrei dovuto svoltare di nuovo verso il lato che stavo percorrendo: in questo caso sono stato io ad occupare un marciapiede, ben stando attento a rallentare quasi del tutto la mia velocità.

In entrambi questi comportamenti, irregolari dal punto di vista del Codice della Strada, ma soprattutto irrispettosi sotto l’aspetto della civile convivenza, è però possibile scorgere il vero vantaggio dell’uso della bici in città. Oltre alla riduzione dell’inquinamento, del rumore e del degrado dei luoghi, la due ruote propone uno stile di relazione sociale basato sulla tolleranza, soprattutto nelle nostre storiche e piccole città. La bicicletta perdona l’assedio delle auto girandoci intorno, e occupa lo spazio strettamente indispensabile di cui una persona ha bisogno per muoversi.

L’uso dell’auto invece implica un ingombro di 8/10 mq, a prescindere dal tragitto e dallo scopo, e questo non viene più tollerato nemmeno dagli automobilisti stessi che, infatti, si lamentano continuamente del traffico eccessivo e dell’indisponibilità dei parcheggi.

E visto che lo spazio cittadino non è più considerato una risorsa infinita, è ora che gli amministratori pubblici convincano i cittadini, con gli incentivi (miglioramenti di infrastrutture e servizi) e con i disincentivi (sanzioni e tasse di transito e parcheggio), che è l’ora di ri-valutare, di tanto in tanto, l’uso del mezzo meno ingombrante, salutare, silenzioso e figo che ci sia: la bici! Naturalmente non sui marciapiedi, mi raccomando!

Ermes Spadoni
FIAB Modena

Codice di Sicurezza: il Parlamento approvi nuove regole

codice di sicurezza

Gli incidenti stradali costituiscono la principale preoccupazione dei ciclisti e tende a limitarne la propensione ad usare la bici nei loro spostamenti. Purtroppo, il timore dei biker non è infondato: solo nel 2015 hanno perso la vita 251 ciclisti e 602 pedoni, ma anche 2.575 conducenti di veicoli a motore. I feriti sono numerosissimi: 16.454 ciclisti, 20.511 pedoni e 209.955 conducenti dveicoli a motore. Come è facile notare, i costi umani e sociali sono gravissimi ed ingenti: si stima che i soli costi economici ammontino a 23 miliardi di euro l’anno, di cui 4 a carico di pedoni e ciclisti.

Rispondendo alle sollecitazioni degli organismi aderenti alla Mobilità nuova, fra cui in prima linea la Fiab, la Camera dei Deputati ha approvato il 9 ottobre 2014 il Disegno di Legge‐delega per la riforma del Codice della Strada. Purtroppo tale disegno di legge (n. 1638/2014) è fermo al Senato.

I punti di forza del nuovo Codice della Strada sono affidati a poche, precise misure innovative: controllo della velocità, condivisione dello spazio pubblico, riorganizzazione del traffico urbano, monitoraggio dell’incidentalità extraurbana, regolamentazione separata del ciclismo amatoriale e sportivo, promozione della mobilità pedonale e ciclabile e del Trasporto Pubblico Locale, per citare solo alcuni dei punti salienti.

Riunita nell’Assemblea nazionale a Monza il 29 e 30 aprile 2017, la Fiab ha approvato un appello alle istituzioni nazionali per approvare la riforma del Codice della Strada e la tanto attesa legge‐quadro sulla mobilità ciclistica. A tale scopo, invita anche i cittadini, gli enti locali, le associazioni di volontariato a inviare ai presidenti della Camera e del Senato messaggi diretti affinché il Parlamento legifichi rapidamente su temi tanto importanti.

http://www.fiab-onlus.it/bici/attivita/proposte-di-legge/item/1714-codicedisicurezza.html

Giuseppe Marano
www.modenainbici.it

Cicloturismo, risorsa per lo sviluppo sostenibile

colline e castelli in bici

Cicloturismo, risorsa per lo sviluppo sostenibile

È noto il ruolo che il cicloturismo svolge come fattore non solo di crescita culturale per le persone che lo praticano, ma anche di sviluppo economico sostenibile. Grazie all’onda lunga che dal centro-nord Europa sta dilagando nel sud del continente, l’Italia può così trarre vantaggio da un fenomeno ormai di massa, promuovendo le risorse storico-monumentali, eno-gastronomiche e paesaggistiche sparse nel Belpaese.

Insieme alla mobilità urbana su due ruote, il cicloturismo rappresenta l’altra componente di una politica degli spostamenti a favore del cambio di paradigma da autocentrico a ecologico. Da questi indirizzi generali è nato nel 2012 il progetto “Biciclette a Fiumi“, con cui la Fiab di Modena intendeva contribuire a ramificare la rete ciclabile nell’area nord della provincia colpita dal sisma per aiutarne la ripresa socio-economica. Il progetto è poi confluito nel più ambizioso tratto cicloturistico della Verona-Firenze, segmento dell’autostrada ciclabile EuroVelo 7, che da Capo Nord approderà a Malta passando attraverso i territori modenesi.

Che non si trattasse di una ‘fantasia’ della Fiab ma di un disegno concreto e praticabile sta ora a dimostrarlo l’iniziativa del Ministero delle Infrastrutture e del Trasporto guidato da Graziano Delrio che – nell’Allegato al Documento di Economia e Finanza 2017, intitolato ‘Connettere l’Italia: fabbisogni e progetti infrastrutturali’- individua per la prima volta le ciclovie fra le priorità infrastrutturali da perseguire fino al 2030. Insieme ad EuroVelo e Bicitalia, il documento riconosce altre ciclovie strategiche: Acquedotto Pugliese, la ciclovia del Sole, VenTo (VE-TO) e Grab (Roma), a cui si aggiungono quelle del Lago di Garda, della Sardegna, della Magna Grecia, la Tirrenica, l’Adriatica e la Trieste-Venezia. Magari è solo un ‘contentino’ elargito al popolo dei ciclisti, ma dimostra che, nonostante tutto, qualcosa si muove.

Marano Giuseppe
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Comuni ciclabili 2017

un piano per la mobilità a modena?

Comuni ciclabili 2017

La Fiab nazionale ha promosso la prima edizione di «Comuni ciclabili», una gara attraverso cui individuare la città più a misura di ciclista, sia per la mobilità urbana che per quella ciclo turistica. L’obiettivo dell’iniziativa è di informare turisti e cittadini sui comuni più accoglienti per i ciclisti e stimolare le amministrazioni a promuovere la mobilità sostenibile (mezzi pubblici, bicicletta e pedonalità).

Saranno 11 gli indicatori scelti per la gara: cicloturismo (ciclovie, albergabici), mobilità urbana (ciclabili urbane, limitazione e moderazione traffico e velocità), governance (motorizzazione, politiche di mobilità urbana e servizi), comunicazione e promozione (Bimbinbici, Settimana europea della mobilità, Bike to work day, European Cycling Challnge).

Le associazioni locali e i coordinamenti regionali FIAB potranno anche coadiuvare e assistere le Amministrazioni comunali nella raccolta e elaborazione dei dati da fornire.

Alla valutazione del grado di Ciclabilità conseguito corrisponderà l’assegnazione di ‘Bike Smile’ (da 1 a 5 per l’anno di riferimento) con la relativa bandiera. Il riconoscimento da parte di FIAB consentirà ai Comuni di fregiarsi del marchio per il periodo 2017-2018. Inoltre, il Comune sarà inserito nella «Guida ai Comuni Ciclabili d’Italia» edito dall’Associazione, che riporta una scheda sintetica per ogni ente partecipante.

L’iniziativa della Fiab nazionale rappresenta un’opportunità per il Comune di Modena di valorizzare gli investimenti per la mobilità ciclo pedonale, ma anche un’occasione per confrontarsi con le migliori esperienze italiane nel campo della mobilità sostenibile. Nel sollecitare l’Amministrazione ad aderire a «Comuni ciclabili», la Fiab di Modena si dichiara sin d’ora disponibile a prestare la propria collaborazione tecnica in ogni fase della candidatura.

Giuseppe Marano
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Via Emilia est: il progetto che non c’è

incroci

Via Emilia est: il progetto che non c’è

Negli ultimi anni, l’Amministrazione comunale ha deciso di realizzare due nuovi tratti di ciclabili in via Emilia est, alternandoli uno sul lato nord e l’altro sul lato sud, portando così a 11 il variegato arcobaleno delle piste esistenti.

La Fiab, fin dalla presentazione dei progetti ha espresso un parere critico su entrambi gli interventi per le seguenti considerazioni:

1) la riqualificazione della trafficatissima strada modenese avrebbe richiesto marciapiedi e ciclabili continui su entrambi i lati per non costringere pedoni e ciclisti a pericolosi slalom nel traffico. La dimensione della carreggiata avrebbe consentito di realizzare due comodi marciapiedi e due piste monodirezionali di 1.5 m di larghezza, sull’intero percorso;

2) sarebbe stato prioritario riordinare i tratti di ciclabili esistenti adottando un unico standard (ciclabili e pedonali separate), per renderli omogenei e continui, riorganizzando gli incroci e le fermate del trasporto urbano;

3) in una città inquinata come Modena occorrerebbe perseguire la riduzione del traffico motorizzato in aree urbane così centrali, facilitando il trasporto pubblico e la mobilità pedonale e ciclabile. A tale scopo, il traffico proveniente da est andrebbe accolto in un parcheggio scambiatore, da cui poi in bici e bus proseguire verso il centro.

Per queste ragioni la Fiab chiede ancora una volta al Comune una vera politica di riqualificazione stradale e un sensibile miglioramento ambientale, condizioni necessarie per valorizzare lo spazio pubblico e promuovere la socializzazione, il passeggio e le attività commerciali e di servizio.

Giuseppe Marano
www.modenainbici.it

Ciclabile Via Emilia Est: manca un progetto unitario

ciclabile via emilia modena – un comodo accesso

CICLABILE VIA EMILIA EST: MANCA UN PROGETTO UNITARIO

La realizzazione della ciclabile in via Emilia est, da tempo auspicata dalla Fiab, risponde ad un’esigenza largamente diffusa di protezione dei ciclisti dai rischi di incidenti in una delle strade più trafficate e pericolose della città. Nel tratto fra Largo Garibaldi e la tangenziale, la densità dei residenti, degli esercizi commerciali e di servizi di pubblico interesse rende questa strada uno dei percorsi preferiti dai ciclisti.

Occorre evidenziare che lungo via Emilia est esistono da tempo numerosi tratti ciclabili, per l’esattezza 9, realizzati in fasi successive su lati alterni e dotati di caratteristiche diverse tra loro per larghezza, pavimentazione, segnaletica.

Negli ultimi quattro anni, l’Amministrazione comunale ha deciso di realizzare due nuovi tratti di ciclabili, alternandoli uno sul lato nord e l’altro sul lato sud, ancora una volta diversi fra loro, portando così a 11 il variegato arcobaleno delle piste esistenti. Le proteste non si sono fatte attendere, sia dal mondo dei commercianti, ipersensibili ai parcheggi ‘sacrificati’ per la sicurezza dei ciclisti, che degli automobilisti ‘disturbati’ dai cantieri.

E i ciclisti? La Fiab, pur non condividendo le obiezioni di chi continua a fare resistenza passiva alle ciclabili, fin dalla presentazione dei progetti ha espresso un parere critico su entrambi gli interventi per le seguenti considerazioni:

1) la riqualificazione e la messa in sicurezza della principale strada modenese avrebbe imposto la realizzazione di marciapiedi e ciclabili continui su entrambi i lati per non costringere pedoni e ciclisti a pericolosi slalom nel traffico. L’ampia dimensione della carreggiata avrebbe consentito di realizzare due comodi marciapiedi e due piste monodirezionali di 1.5 m di larghezza, sull’intero percorso. Questo avrebbe permesso di riorganizzare la sosta e di riqualificare le aree antistanti gli esercizi commerciali, oggi assediate dalle auto che ne lambiscono gli ingressi;

2) una visione organica della mobilità ciclistica avrebbe dovuto consigliare l’Amministrazione comunale di riordinare i tratti di ciclabili esistenti adottando un unico standard (ciclabili e pedonali separate), per renderli omogenei e continui. Sarebbe stata anche l’occasione per riorganizzare gli incroci e le fermate del trasporto urbano;

3) l’inquinamento dell’aria ed il rumore, che il Comune irresponsabilmente trascura, imporrebbero la riduzione del traffico motorizzato in aree urbane così centrali, facilitando il trasporto pubblico e la mobilità pedonale e ciclabile.

Per queste ragioni la Fiab chiede ancora una volta al Comune una vera politica di riqualificazione stradale e un sensibile miglioramento ambientale, condizioni necessarie per valorizzare lo spazio pubblico e promuovere la socializzazione, il passeggio e le attività commerciali e di servizio.

Queste argomentate indicazioni sono state ripetutamente sottoposte all’Amministrazione comunale, con atteggiamento non ideologico, esclusivamente volto alla soluzione dei problemi. In quanto al Tavolo della mobilità, il metodico rifiuto dell’Assessore alla Mobilità di ogni richiesta avanzata dall’associazione ne ha determinato la decisione di uscirne, sottraendosi ad un gioco delle parti in cui il Comune presentava scelte progettuali immodificabili e le associazioni dovevano limitarsi alla loro ratifica.

Questo gioco si è ripetuto anche nel caso delle ultime due ciclabili di via Emilia est, confermando la mancanza di un disegno politico chiaro e moderno sulla mobilità urbana da parte dell’Amministrazione, con la conseguenza di operare scelte parziali e contraddittorie che, fra l’altro, scontentano tutti.

Giorgio Castelli
Presidente Fiab Modena
19 aprile 2017

Decalogo salvavita per ciclisti impenitenti

Decalogo salvavita per ciclisti impenitenti
Giuseppe Marano

Automobilisti e ciclisti condividono lo stesso spazio stradale ed è comune interesse prevenire i conflitti. Quelli che seguono sono consigli che i biker possono adottare per circolare con maggior serenità e sicurezza.

  1. Fermati e dai la precedenza agli incroci e ai semafori quando dovuto. In ogni caso presta sempre molta attenzione prima di procedere.
  2. Percorri la strada occupando la parte destra ma mantenendo almeno un metro di distanza dal marciapiede, scegli i percorsi meno trafficati ed evita di fare lo slalom fra i veicoli in marcia.
  3. Nei sensi unici con doppia circolazione delle bici procedi comunque tenendo sempre la tua destra e accertati di essere ben visibile agli altri utenti.
  4. Utilizza il linguaggio del corpo, segnala in anticipo col braccio quando devi cambiare direzione di marcia, portandoti per tempo sulla corsia apposita o presso la linea di mezzeria. Usa il contatto visivo con gli automobilisti per essere certo che ti abbiano visto.
  5. Quando è buio renditi riconoscibile con i segnalatori luminosi sulla bici (ed eventualmente anche con giubbotto rifrangente). Più sei illuminato più probabilità ci sono che tu venga avvistato per tempo.
  6. Conduci a mano la bici sulle strisce pedonali evitando di attraversarle restando in sella, anche a salvaguardia dei pedoni. Lo stesso vale per i marciapiedi e i portici.
  7. Se sei in comitiva con altri ciclisti non occupare tutta la carreggiata, consentendo sorpassi in sicurezza, ma se sei solo e sulla carreggiata c’è un altro ciclista, aggregati, sarà più facile che le auto vi vedano e vi rispettino.
  8. Se trasporti pacchi sulla bici procedi in modo lineare, evitando di spostarti a zig-zag sulla carreggiata, ed assicurati della stabilità degli oggetti per evitare di disseminarli pericolosamente per strada.
  9. Se accompagni bambini in bici, resta in coda e segnalane bene la presenza a bordo strada per prevenire incidenti.
  10. Quando esistono, utilizza le piste ciclabili per evitare inutili rischi in strada.

Un ultimo consiglio: usa sempre cordialità con gli altri passanti, ringrazia i conducenti delle auto che ti fanno passare, anche se è un tuo diritto, basta un cenno, un sorriso per infondere serenità e avere rispetto reciproco.

Ciclovia Tirrenica: la bellezza corre su due ruote

Ciclovia Tirrenica: la bellezza corre su due ruote

Liguria, Toscana e Lazio realizzeranno la ciclovia ‘Tirrenica’, destinata a collegare Ventimiglia a Civitavecchia, e quindi a Roma, lungo 1200 km di territori fra i più suggestivi d’Europa: dal parco Beigua a quello delle Cinque Terre, dal lungomare toscano alla costa degli Etruschi, approdando a Civitavecchia. L’investimento necessario alla grande opera ammonta a 300 milioni di euro, messi a disposizione dallo Stato e dai fondi europei.

Alla ‘Tirrenica’ saranno poi collegate le ciclabili presenti nelle regioni attraversate, contribuendo a promuovere il turismo in territori più ampi: ad esempio, da Civitavecchia un ramo toccherà le aree protette di Focene e Fiumicino fino al Tevere.

La nuova ciclovia è inserita nella rete delle grandi ‘autostrade’ ciclabili europee in costruzione che attraversano l’Italia: Eurovelo 8 (‘Mediterranea’), Eurovelo 5 (‘Francigena’), Eurovelo 7 (‘Appennini’), GRAB (‘Grande Raccordo Anulare in Bici’). Due rami italiani completano il quadro delle grandi infrastrutture previste: ‘Vento’ (Venezia-Torino) e ‘Acquedotto Pugliese’.

Questa rete ciclabile non arriva dal nulla: è frutto dell’intenso e pioneristico lavoro svolto da Fiab Bicitalia, articolazione tecnica della Fiab nazionale, che ha contribuito alla definizione delle ciclovie europee insieme alle associazioni consorelle presenti negli altri Paesi.

Da parte sua, la Fiab di Modena nel 2012 ha promosso ‘Biciclette a fiumi’ nell’intento di contribuire al rilancio delle aree colpite dal sisma. Il progetto ha coinvolto Veneto, Lombardia, Emilia Romagna e Toscana nella realizzazione del tratto Verona-Firenze, passante proprio nell’area nord delle provincia di Modena, segmento di ‘Eurovelo 7’ (da Capo Nord a Malta). L’iniziativa sta suscitando l’interesse degli operatori economici e turistici modenesi, che hanno intuito l’opportunità offerta dal previsto transito di migliaia di ciclo turisti da ogni angolo del continente. Tutto a inquinamento zero.

Giuseppe Marano
www.modenainbici.it