Rocca Rangoni di Spilamberto: un libro di pietra, scritto da molte mani

foto di gruppo

foto di gruppo

Domenica 20 marzo, Giornata FAI di primavera – Visita ai beni aperti dal FAI di Modena
Rocca Rangoni di Spilamberto: un libro di pietra, scritto da molte mani

Un libro di pietra, scritto da molte mani, in epoche diverse. Così la giovane studentessa del Wiligelmo che ci ha guidati nella visita a Rocca Rangoni di Spilamberto ha iniziato il suo racconto. E in effetti il “viaggio nel tempo” ci ha portato dal Trecento ai giorni nostri, attraverso i molteplici segni, a volte confusi e sovrapposti, di stili ed utilizzi differenti.


 

Liscio e tranquillo l’itinerario ciclistico che ci ha portato a Spilamberto, dove la giornata Fai si mescolava al mercatino dell’antiquariato e al tradizionali mercato dei piccoli animali, in una mescolanza di colori, suoni e… piume molto curiosa.

Una mescolanza per molti aspetti simile a quella che abbiamo trovato durante la visita a Rocca Rangoni: dai merli e dalle caditoie medievali tipici dell’architettura fortificata, ai pochi segni rimasti sull’intonaco di pitture seicentesche, a decori risalenti ad epoche successive, quando il palazzo, tra XVII e XVIII secolo, accolse in villeggiatura anche esponenti della famiglia ducale modenese.

Infine, il palazzo divenne un’azienda agricola: intonaco bianco per “ripulire” i muri, controsoffitti ora in parte crollati, e ovunque segni di arredi ormai semidistrutti dal tempo.

Nella seconda parte del percorso, novelli Indiana Jones, abbiamo indossato un casco protettivo e percorso stanze e corridoi attrezzati con passerelle di sicurezza, dove i segni del degrado si mescolavano ai resti stratificati di antichi splendori.

Qualcuno ha scelto come “percorso fotografico” proprio quello dei mobili: un tavolino pieno di libri contabili, un divano quasi sbriciolato dal tempo, una pila di vecchi piatti sul camino.

Mirella Tassoni

Una giornata nell’orto della fattoria Centofiori

visita all'orto

visita all’orto

L’orto d’Inverno. Fattoria Centofiori
Squisiti questi porri!

Non si può certo chiamare semplicemente “spesa” quella fatta a Centofiori, la Fattoria biologica sociale di Marzaglia; piuttosto è stata un’immersione in un modo diverso di concepire non solo la produzione di prodotti agricoli ma anche la cura nelle relazioni tra le persone. Si può dire che entrambe siano “bio”, la prima per il metodo usato per coltivare gli ortaggi, fare il pane e il miele; la seconda perché preferisce l’inclusione dei più fragili della società ad un modello impersonale e competitivo.


 

Il tempo sembrava promettere bene, in questo primo pomeriggio di “quasi primavera”, ma le nuvole che man mano si addensavano all’orizzonte ed il vento foriero di pioggia che ci ha accompagnato facendoci veleggiare veloci durante il viaggio di andata (avete capito, si, ce lo avevamo alle spalle) ci ha subito tolto ogni speranza: niente tepore primaverile, siamo ancora in inverno! Nonostante ciò, ci siamo ritrovati in dieci al ritrovo davanti il parcheggio di Via Panni: tutti desiderosi soprattutto di effettuare un incontro ravvicinato con i prodotti che mettiamo sulle nostre tavole, soprattutto se questi prodotti sono biologici e di stagione!

Ed eccoci qui a pedalare lungo strade basse in direzione della Fattoria biologica sociale Centofiori. E che sia una fattoria sociale (l’unica in Emilia Romagna) Marco ci tiene in particolar modo a sottolinearlo, mentre ci accomodiamo nella accogliente sala all’interno della fattoria e sorseggiamo un the caldo per riscaldarci. Per fattoria sociale si intende una realtà produttiva che dà lavoro a persone svantaggiate, siano esse con problemi psichichi, di tossicodipendenza o di ex detenzione, in questo modo aiutandoli a trovare o ritrovare un proprio posto nella società, a riscattare in qualche modo la propria esistenza.

Sorridendo, Marco inizia ad elencarci quelle che sono lo varie attività della Fattoria, non ultimo il neonato Agriturismo, che aprirà i propri battenti il prossimo sabato 20 marzo con il bio chef di Guiglia Giovanni Montanari, e poi la fattoria didattica con le attività legate alla produzione di miele, alla vendemmia ed al pane. Ci racconta poi dei vari tipi di grano e di come, dagli anni sessanta in poi, il grano antico sia stato via via modificato geneticamente in favore di una produzione massiva, aumentando il contenuto di glutine e sacrificandone le proprietà nutrizionali ed organolettiche.

Infine siamo usciti a visitare quello che è il frutto del lavoro nei campi, gli ortaggi di stagione in primo luogo: cavolo cappuccio, cavolo nero, cavolfiori e cavolini di bruxelles e poi la verza e la bietola che troveremo al mercato di Via Panni venerdi prossimo. Ci mostra come ci si prepara a coltivare gli ortaggi della stagione che (ahimé) tarda ad arrivare, i vari sistemi di pacciamatura del terreno e la necessità della rotazione delle colture e di strappare con le mani le male erbe.

Avremmo voluto continuare ad ascoltarlo ancora per molto, ma il tempo si sa, è tiranno: così controvoglia (e anche controvento!) abbiamo ripreso la via del ritorno.

Grazie Marco per quello che fai, torneremo a trovarti ed auguri per la tua nuova avventura!

Piccolissimo aneddoto di fine gita: Vittoriana in serata ha preparato il risotto con il porro gentilmente offerto della Fattoria: “Squisito!”, ci assicura! Non fatico a crederle!

Luana Marangoni

BIMBINBICI 2016 a CAMPOGALLIANO domenica 8 maggio

Torna “La nuova fiaba della bicicletta”con l’edizione 2016 di BIMBIMBICI
Una gita in bicicletta per bimbi con mamma e/o papà con partenza da Modena e arrivo al Museo della Bilancia di Campogalliano per visitare la mostra sulla bicicletta “Il Tesoro a pedali!” – http://www.museodellabilancia.it/ e conclusione della giornata in bicicletta ai laghetti Curiel di Campogalliano per conoscere le tante attività all’aria aperta che lì si possono praticare (ca. 30 km di bici in tutto)

BIMBINBICI è un’iniziativa Fiab per promuovere l’uso della bicicletta fra i ragazzi e che si svolge in 200 città d’italia con varie iniziative proprio per le scuole:
il Concorso Nazionale a premi “C’era una volta… in bicicletta” rivolto a bambini e bambine di tutte le scuole primarie e secondarie di primo grado http://www.bimbimbici.it/concorso-scuole/
lunedì 21 marzo, primo giorno di primavera, la Giornata Nazionale “Tutti a scuola a piedi o in bici” in cui invitare i genitori ad accompagnare i propri figli a scuola a piedi o in bicicletta. http://www.bimbimbici.it/tutti-a-scuola-a-piedi-o-in-bicicletta.
E affinché il vostro gesto possa essere d’esempio per tanti vi chiediamo di postare sulla pagina Facebook di BIMBIMBICI (www.facebook.com/bimbimbici) un pensiero, una foto o una suggestione sulla vostra avventura del 21 marzo!

Intorno al tema La nuova fiaba della bicicletta lanciato lo scorso anno, BIMBIMBICI è, di fatto, un’articolata campagna di promozione degli stili di vita sani e consapevoli dal punto di vista ambientale.
Con l’obiettivo di incentivare la mobilità sostenibile e diffondere l’uso della bicicletta tra i giovani e i giovanissimi, BIMBIMBICI si propone anche come evento di sensibilizzazione dell’opinione pubblica e del mondo politico in relazione alla necessità di avere città sempre più vivibili e sicure, attraverso la realizzazione di zone verdi, percorsi ciclo-pedonali e progetti di moderazione del traffico.

Sempre grande è il coinvolgimento delle scuole e delle famiglie alla manifestazione BIMBIMBICI: l’edizione 2016 prende il via, infatti, lunedì 21 marzo, primo giorno di primavera, con la Giornata Nazionale “Tutti a scuola a piedi o in bicicletta”. L’invito di FIAB e di BIMBIMBICI a tutti i genitori è quello di vivere, almeno per un giorno, l’esperienza del BikeToSchool accompagnando i propri figli a scuola a piedi o in bicicletta.
Il tragitto percorso può essere vissuto come una vera avventura da condividere, se si desidera, con un post o una foto sulla pagina Facebook di BIMBIMBICI (www.facebook.com/bimbimbici) e, per molti, può anche trasformarsi in una nuova abitudine da ripetere ogni mattina.
La Giornata Nazionale “Tutti a scuola a piedi o in bicicletta” del 21 marzo costituisce, inoltre, per FIAB, un momento utile a tracciare una mappa sempre più precisa dei Bicibus e Pedibus nel nostro Paese.

Alle scuole primarie e secondarie di primo grado è rivolto l’ormai tradizionale Concorso Nazionale di FIAB legato a BIMBIMBICI che, per l’edizione 2016, cavalca il tema decisamente fiabesco “C’era una volta… in bicicletta”: i giovani partecipanti sono invitati a immaginare cosa sarebbe successo se i protagonisti delle fiabe più classiche (Cappuccetto Rosso, il Gatto con gli Stivali, i Tre porcellini) avessero avuto la bicicletta e raccontarlo attraverso un elaborato scritto o disegnato.
Bambini e ragazzi hanno tempo fino al 31 maggio per inviare le loro creazioni, che saranno valutate da una giuria per l’assegnazione delle targhe di partecipazione e di utili premi per la per la scuola legati al mondo della bicicletta, messi a disposizione dai partner dell’evento.
Regolamento e modalità di iscrizione al concorso sono disponibili sul sito www.bimbimbici.it, dove è possibile scaricare anche alcuni esempi-guida di “fiabe a due ruote” scritte da Emilio Rigatti e Pino Cacucci.
La premiazione delle scuole vincitrici del Concorso Nazionale BIMBIMBICI 2016 “C’era una volta… in bicicletta” avverrà nel mese di ottobre 2016.

I Tre Porcellini

I Tre Porcellini

Raperonzolo

Raperonzolo

gatto con gli stivali

gatto con gli stivali

Cappuccetto Rosso

Cappuccetto Rosso

Giornata della Fiab dedicata al tema delle Ferrovie dimenticate

foto di gruppo

foto di gruppo

“Che bici ci vuole per il giro?” “ma va bene una bici qualsiasi…”

Bene, stamattina al nostro giro i modelli di bicicletta c’erano tutti, dalla bici da corsa alla MTB, dalla bici da trekking a quella “da spesa”…. Insomma, chi ci ha visto sfrecciare su via Morane sicuramente ha pensato: “impossibile che vadano tutti dalla stessa parte…”.

Ma noi, guidati dall’entusiasmo (solo così si giustifica la partecipazione numerosa alla gita nonostante una giornata, grigia, fredda, umida e che minacciava pioggia), siamo riusciti a rispettare in modo quasi integrale il nostro programma.

In omaggio alle ferrovie dimenticate abbiamo iniziato il nostro giro percorrendo un tratto lungo la ex ferrovia per Vignola, in modo da “saggiare” un recupero intelligente delle strade ferrate dismesse. Il nostro percorso, come da programma, è proseguito attraverso S. Damaso fino a raggiungere la cassa di espansione del Panaro – luogo di grande interesse naturalistico che offre delle ottime opportunità fruitive per gli appassionati della natura e della bicicletta.

Tappa successiva Castelfranco Emilia dove, in tema con il rapporto con le FFSS, era previsto il rilevamento e la compilazione delle schede per “fotografare” le condizioni di accessibilità alla stazione dei treni da parte di chi viaggia con le bici a seguito. Questo lavoro lo stiamo facendo per contribuire ad uno studio che la FIAB nazionale sta portando avanti per censire le caratteristiche di accoglienza delle stazioni ferroviarie per chi utilizza la formula treno + bici.

Le condizioni di freddo (e umido) nel piazzale antistante la stazione ci hanno portato a velocizzare le operazioni di rilevamento dati e dedicare maggiori energie e tempo alla sosta in pasticceria- caffetteria.
Il giro è ripreso in direzione Villa Sorra, che abbiamo raggiunto con un percorso interamente ciclabile dopo aver superato il bel castello di Panzano. Intanto le condizioni meteo, se possibile, erano peggiorate. C’era chi aveva già tirato fuori l’abbigliamento da pioggia e, la cosa più saggia, sembrava fosse di rientrare a Modena per la via più breve.

Ma…l’entusiasmo ha prevalso ancora, e così abbiamo ripreso i nostri giri per le strade “basse”, abbiamo costeggiato il Canal Torbido e ci siamo spinti sino alla tappa successiva: l’accogliente Centro Storico di Nonantola. A questo punto il programma prevedeva la visita al Bosco di Nonantola ed il rientro percorrendo la ciclabile sulla ex ferrovia Modena-Mirandola, ma, il ritardo accumulato sulla tabella di marcia ci ha fatto optare per un rientro più veloce, su strade solo parzialmente a scarso traffico, ma che ci hanno consentito di arrivare a Modena entro le 13,30 dopo circa 50 km percorsi tra piacevoli paesaggi, ambienti e architetture della nostra Pianura.

Giornata delle ferrovie dimenticate – scheda informativa stazione Castelfranco Emilia-

Stazione di Castelfranco, sintesi dei dati rilevati:

  • assenza ciclostazione;
  • assenza servizi per ciclisti (punto pompaggio, attrezzi per piccola manutenzione);
  • posti bici sono insufficienti e di scarsa qualità (qualità = caratteristiche che rendano più difficile il furto delle bici);
  • l’ascensore presente è per portatori di handicap ed ha caratteristiche inadeguate al trasporto bici;
  • scale prive di scivolo, ciclobinari o canalette, per facilitare il trasporto della bici;
  • Scale molto ripide per chi debba portare una bici sollevata da terra;

 

Gli ideali collettivi dell’architettura modenese tra gli anni ’50 e ’70

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partenza da piazza grande

Le bellezze della città di Modena
Venerdì 19 (conferenza) e domenica 21 (visita in bicicletta) febbraio 2016

Gli ideali collettivi dell’architettura modenese tra gli anni ’50 e ’70

Un ‘ iniziativa che ha riscosso molta partecipazione e grande interesse si è articolata in due appuntamenti: la sera di venerdì 19 l’ architetto Rossella Cadignani ha mostrato immagini e spiegato tutti i perché dell’ itinerario ciclistico su cui ci avrebbe condotto la domenica successiva in città. L’ oggetto della visita guidata, piuttosto particolare, erano i progetti architettonici di Modena degli anni ’50-’70, che furono espressione di una politica lungimirante che primariamente cercava risposte alle necessità contingenti della cittadinanza, immaginandone anche gli sviluppi futuri.

Un ‘ iniziativa che ha riscosso molta partecipazione e grande interesse si è articolata in due appuntamenti: la sera di venerdì 19 l’ architetto Rossella Cadignani ha mostrato immagini e spiegato tutti i perché dell’ itinerario ciclistico su cui ci avrebbe condotto la domenica successiva.

L’ oggetto della visita guidata, piuttosto particolare, era la Modena degli anni ’50-’70 del ‘900. Non si poteva però non partire da Piazza Grande, dall’ ombra di quel Duomo la cui edificazione, nel 1099, i rappresentanti di tutte le classi sociali riuniti in assemblea deliberano di finanziare: si imponeva alle autorità tradizionali la volontà del “comune”; ci si determinava orgogliosamente come una collettività non di sudditi ma di cittadini. Questa eredità non la dovremmo mai dimenticare…

Qualche analogia fra la rinascita dell ‘ XI secolo ed il secondo dopoguerra c’ è : venti anni di sudditanza sotto la dittatura, cinque anni di guerra che è stata anche guerra civile hanno stremato e dilaniato il tessuto sociale della città, ma c’è una grande voglia di ricostruire, di partecipare, per inverare i valori di democrazia e uguaglianza sanciti dalla Costituzione. E Modena trova il suo Sindaco, Alfeo Corassori, che circondandosi di collaboratori capaci come l’ ingegner Pucci effettua scelte urbanistiche lungimiranti ; ecco viale Storchi, con le sue botteghe e tettoie, la ciclabile e il pedonale; ecco il Villaggio Artigiano, che – pensato per rispondere ad una situazione di grande povertà, disoccupazione, violenti conflitti- contribuisce a fare di Modena l’ avanguardia di quello sviluppo economico che verrà denominato “modello emiliano”.

Dopo la ripresa economica, i progetti per intervenire sulla città vengono affidati a grandi nomi dell’ architettura: Aldo Rossi e Gianni Braghieri nel ’71 vincono il concorso per l’ ampliamento del Cimitero, a tutt’oggi solo in parte realizzato. Dopo le spiegazioni di Rossella sull’ intero disegno lo abbiamo guardato con occhi nuovi, lasciandoci coinvolgere dalla poetica di questa suggestiva “città dei morti”.

Gli anni ’70 vedono anche la realizzazione del quartiere Giardino, le case immerse nel verde che è però, appunto, un giardino non limitatamente “condominiale” bensì aperto a tutta la città. Ultima tappa, il Parco Ferrari. Anche di questo avevamo visto il disegno di Leonardo Benevolo e di Sir Jellico, ben diverso dall’ attuale sistemazione ( o meglio per molti aspetti non-sistemazione)

Era un periodo fertile di sogni, di idee. Penso ad un’altra analogia: assieme alle cattedrali romaniche dopo l’ anno Mille fiorivano le lingue romanze ; parallelamente ai progetti urbanistici nella Modena degli anni ’60 e ’70 si realizzava un modello di scuola , dai nidi alle materne, ancora oggi preso ad esempio in tutta Europa.

Una pedalata estremamente interessante.. pensare che la Modena del ‘900 sia già Storia fa un po’ effetto ma è proprio così, se pensiamo al malinconico presente, così privo di ideali collettivi e povero di futuro

Chiara Marchiò
FIAB Modena

Panaro e Parco Sassi di Roccamalatina

Cicolescursione FIAB Modena del 8 novembre 2015

Pedalare con gusto sulle strade della Bassa

autunno a tavola

autunno a tavola

Fra le numerose ciclo escursioni d’inizio autunno, si segnala quella organizzata dall’Unione Comuni Modenesi Area Nord alla scoperta di luoghi e gusti del territorio, sabato 26 settembre 2015 (inizio ore 8.45 presso Garden Vivai Morselli di Medolla, rientro ore 13.30).

Si chiama «Pedalare con gusto» e intende promuovere gli itinerari cicloturistici ed enogastronomici locali. Nel programma figurano degustazioni presso aziende del settore e «Un territorio da scoprire», una degustazione teatralizzata a cura di Koine’ – Teatro sostenibile.

L’escursione rientra nella nuova tendenza dell’Unione dei Comuni alla promozione turistica, intesa quale risorsa per lo sviluppo economico e sociale. Un ulteriore passo in tale direzione sarà l’appuntamento all’Expo milanese (26 ottobre) con un incontro pubblico di presentazione del grande progetto dell’Euro Velo 7, la ciclovia europea che transita fra Verona e Firenze e che presenta un lungo ramo modenese. Si tratta di un tracciato lungo 341 km da percorrersi in 7 tappe: Verona-Lago di Garda, Lago di Garda-Mantova, Mantova-Mirandola, Mirandola-Modena, Modena-Zocca, Zocca-Lago Suviana (BO), Lago Suviana-Firenze. Il percorso è già pronto e fruibile, salvo alcuni tratti da completare e adeguare agli standard europei.

L’offerta cicloturistica modenese sarà quindi promossa in pompa magna già nella primavera 2016 a livello continentale, contribuendo a orientare le scelte dei ciclisti del nord Europa verso le bellezze naturalistiche e del buon cibo di questa parte dell’Italia.

Sostenuto dalla Fiab, il progetto si propone la creazione di infrastrutture e servizi di accoglienza per i cicloturisti e la valorizzazione delle attrazioni artistiche-ambientali e delle produzioni tipiche, molto apprezzate dagli amanti delle due ruote.

Giuseppe Marano
www.modenainbici.it

programma della giornata

programma della giornata

BICI E CANOA NEL PARCO DEL SECCHIA: Acqua sotto e acqua sopra

foto storica mutina canottieri

foto storica canottieri mutina

Racconti di Viaggio: BICI E CANOA NEL PARCO DEL SECCHIA
13 SETTEMBRE 2015

Acqua sotto e acqua sopra
Paola Busani

Raggiungere in bicicletta i laghetti di Campogalliano, nel cuore del Parco del Secchia, è una piacevole e facile escursione che abbiamo fatto altre volte. Domenica 13 settembre, però, la vera destinazione è stata la sede della Canottieri Mutina, la società sportiva che dal 1930 opera a Modena promuovendo la canoa: il canottaggio negli anni ’30 sul Secchia, la canoa fluviale immersi nella natura, le prestazioni atletiche del kayak olimpico, il gioco di squadra nella canoa polo, la canoa slalom, le faticose maratone… tante sono le specialità che si praticano alla Canottieri Mutina, una storia mai interrotta e con ottimi risultati.ù

Per noi, alle prime armi, è stata predisposta una prova in acqua (con canoe inaffondabili!) e, accompagnati dagli istruttori e dagli atleti della Canottieri, abbiamo potuto sperimentare come sia piacevole e rilassante questa attività fisica sull’acqua, circondati dal verde degli alberi e quanto possa essere tonica e affine all’amata bicicletta.

“Acqua sotto e acqua sopra”, dicono i canottieri quando inizia a piovere e sono in allenamento e in effetti una pioggia sventurata ci ha perseguitato per il resto della giornata, rovinando un po’ la festa a noi e agli amici della Mutina, che avevano organizzato “Acqua e… vento”, la festa che ogni anno fanno per raccogliere fondi per la paracanoa (attività in canoa per i disabili). Quest’anno il grande obiettivo è portare una loro atleta alle Paraolimpiadi del 2016 e noi tiferemo tutti per lei.

Un bel sodalizio, un’accoglienza magnifica, mi sa che ci torneremo.

CASCATE DI LABANTE – CASTEL D’AIANO: Il gigante roccioso

cascate labante

cascate labante

CASCATE DI LABANTE – CASTEL D’AIANO
26 LUGLIO 2015

Il gigante roccioso
Maria Chiara Marchiò

Un caldissimo luglio, quasi la bici si arrampica da sola alla ricerca di un po’ di refrigerio. Il percorso in salita non troppo impegnativa ci porta al fresco di Castel d’Aiano, paese pesantemente coinvolto nell’ ultima fase di arretramento dell’esercito tedesco. La comunità ha voluto creare un luogo di memoria degli eventi di guerra che hanno insanguinato l’ Italia tra l’ agosto 1944 e l’ aprile 1945, lungo la cosiddetta Linea Gotica. Un grande plastico dà conto della sua lunghezza, dalla Romagna alla Toscana, e un’ installazione multimediale mediante luci, musiche, suoni, filmati d’epoca ricostruisce la lunga cronologia di lotte e combattimenti che hanno causato indicibili sofferenze alle popolazioni coinvolte.

Seconda meta della giornata, le cascate di Labante, un sito davvero incredibile: uno sperone di roccia simile al muso di un grande animale preistorico riversa sporgendosi nel vuoto una cascata d’acqua in un laghetto, in un contesto paesaggistico di verdi prati, luogo ideale per il nostro pranzo al sacco. Sui fianchi del roccione di travertino si aprono grotte tra le più imponenti d’ Italia solitamente non visitabili, ma erano aperte perché si era di sagra, e il gigante roccioso era circondato da suoni festosi di bambini e di gente allegra.. non ultimi noi, che giocavamo a farci le foto. Dopo democratica consultazione si è deciso di tornare per Zocca: lì sì, non nelle buie grotte di Labante, abbiamo rischiato di perdere qualcuno… rapito dalle bancarelle

Post it: Km 50 – Difficoltà media – Partenza da Ponte Samone sulla Fondovalle. Principali località attraversate: Rosola, Semelano, Villa D’Aiano, Castel D’Aiano, Labante, San Cristoforo (cascata), Zocca, Missano, Montalbano, Samone.

Arte e bici, un binomio sempre più apprezzato

città d'arte della pianura padana

città d’arte della pianura padana

Il Circuito città d’arte della Pianura Padana ha rinnovato la convenzione con la Fiab per promuovere il ciclo turismo negli 11 comuni aderenti (tra cui Modena). In virtù di tale accordo, le associazioni locali della FIAB organizzano visite guidate per gruppi di cicloturisti aderenti all’associazione offrendo loro particolari condizioni di accoglienza, disponibilità gratuita di guide, informazioni, materiali speciali ed altri benefit. È possibile iscriversi in ogni momento alla Fiab.

Le escursioni sono da concordarsi scrivendo o telefonando ai referenti degli Uffici Turismo e al referente Fiab cittadino (http://www.circuitocittadarte.it/cosa-fare/cicloturismo). Oltre alle gite di un giorno, è possibile organizzare anche i week end nelle città d’arte, contattando gli Operatori turistici. È importante evidenziare che una parte della quota di adesione va al progetto Biciclette a Fiumi (www.bicicletteafiumi.it), l’iniziativa della Fiab a sostegno delle zone terremotate del modenese.

L’offerta dei week end è molto interessante e variegata:

  • BERGAMO: pedalando su e giù tra arte e natura;
  • BRESCIA: Franciacorta ed il Lago di Garda;
  • CARPI E LA BASSA MODENESE: storia , arte e cucina nella terra dei Pio e degli Estensi;
  • DA CREMONA A PARMA: da Stradivari a Verdi;
  • DA PARMA A CREMONA: lungo il grande Fiume;
  • DA LODI A MONZA: arte e natura di provincia;
  • DA MONZA A LODI: l’Adda racconta;
  • DA MODENA A REGGIO EMILIA: alla scoperta di preziose città e suggestive campagne;
  • MODENA E LE SUE COLLINE: castelli , colline, sapori e…motori;
  • MIRANDOLA E LA BASSA MODENESE: convivialità , tradizioni e natura tra il Secchia ed il Panaro;
  • DA PAVIA A PIACENZA: spiritualità, gusto ed arte sulle sponde del Po;
  • DA PIACENZA A PAVIA: sulla strada dei pellegrini;
  • VERCELLI: la strada del riso

Giuseppe Marano
www.modenainbici.it

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