Alberi e ombra: un valore per pedoni e ciclisti. Ed automobilisti.

L’ombra è una funzione primaria dell’albero e permette una riduzione della temperatura e della radiazione, soprattutto in estate. In città il valore dell’ombra riguarda tutte le zone adatte per muoversi ed intrattenersi come i centri commerciali, le scuole, zone produttive, edifici pubblici e privati ma anche negli spazi inospitali come i parcheggi: chi non preferisce un parcheggio all’ombra?

Gli alberi sono indispensabili e rappresentano un valore aggiunto dal punto di vista estetico, della salubrità ed attrattività di un luogo: ne sentiamo il bisogno dappertutto, a maggior ragione in un viale alberato e ben ombreggiato che incentiva la mobilità attiva di chi si sposta a piedi ed in bicicletta: così anche ad ogni semplice spostamento si aggiunge il piacere di stare in un ambiente il più possibile naturale, bellezza per gli occhi e benessere fisico.

Gli alberi e le altre piante, come arbusti e siepi ci danno l’ossigeno fondamentale per la nostra vita: questa presenza risulta particolarmente efficace nelle strade tra le case e permette tra l’altro di conservare terreni più freschi che possono ritenere il sempre più limitato apporto di acque piovane per l’alimentazione delle piante stesse e delle falde idriche. E con carreggiate più strette, una delle opportunità che ci offrono le città 30 è anche quella di recuperare terreni permeabili desigillando l’asfalto in eccesso.

Ed ancora gli alberi e gli arbusti, con i loro fiori e frutti, sono imprescindibili per mantenere la biodiversità sia vegetale che animale, preziosa per la nostra stessa vita.

Tra i tanti motivi per conservare e incrementare la presenza di alberi e siepi nelle strade c’è anche il fatto che incentiva le persone a stazionare nelle strade e nelle piazze in cui risiedono, senza essere obbligati a cercare un parchetto per godere di questi vantaggi, elevando la sicurezza intrinseca di luoghi che, se non vissuti, diventano teatro di episodi tipici delle “terre di nessuno”.

E visto che la crescita di un albero richiede anni, è importante conservare il patrimonio arboreo pubblico esistente con interventi sulle piante solo qualora sia strettamente necessario, in piante malate o pericolanti, e col minimo lavoro necessario. E’ vero che radici, foglie e rami possono rappresentare un pericolo per chi cammina o pedala, ma questo non può essere una scusa per togliere verde, ma un incentivo a curarlo al meglio.

Città 30 subito: basta morti in strada

E’ partita la campagna nazionale per la legge “città 30”

E così domenica scorsa siamo partiti con una campagna nazionale sulla sicurezza stradale che abbiamo chiamato “Città 30 subito, basta morti in strada” e lo abbiamo fatto con un flashmob in decine di città italiane andando a proteggere i passaggi pedonali.

E perché mai una associazione di ciclisti dovrebbe preoccuparsi di passaggi pedonali? Semplice, perché la pedonalità è la forma primaria di movimento, quella che (quasi) tutti abbiamo innata senza bisogno di nessun mezzo meccanico o motorizzato: prima o poi nella vita siamo tutti pedoni. Anche quelli che si dichiarano indefessi automobilisti prima o poi attraversano la strada per andare al bar.

Forse è per questo che esistono i sindacati degli automobilisti, quelli dei ciclisti, quelli degli utenti del trasporto pubblico ma non quelli dei pedoni: perché ognuno di noi dovrebbe aver accesso al suo status di bipede senza bisogno di lottare per veder rispettato questo diritto naturale.

Eppure, solo a gennaio in Italia sono stati uccisi oltre 51 pedoni, di cui la metà over 65, 3 under 18 sulle strisce pedonali e ben 7 mentre andavano a gettare l’immondizia (dati ASAPS). Ora, escludendo che gli anziani in ciabatte siano spericolati suicidi, ne possiamo dedurre solo che la violenza stradale motorizzata è fuori controllo, perché ovviamente nessuno è stato ucciso da una bici o da un monopattino.

Non esistono facili soluzioni, ma possiamo partire da regolare la velocità, il minimo comune denominatore che quando non è la causa diretta dell’impatto è quel fattore che ne moltiplica gli effetti nefasti. Per questo bisogna concretizzare subito il principio supportato da OMS, Parlamento Europeo e da decine di esperienze e casi di studio, che laddove vivono le persone la velocità massima non dovrebbe essere mai superiore a 30kmh.

Questa misura preliminare si porta dietro progressivamente nel tempo una serie di conseguenze ed opportunità: minor velocità vuol dire carreggiate più strette e meno parcheggi, più spazi per ampi pedonali, ciclabili sicure, corsie riservate per trasporto pubblico, verde in strada, panchine, playground per ragazzi.

Una “città 30” è più bella, vivibile, silenziosa, sicura, pulita, e tutela tutti i “ragazzi” che vogliono essere indipendenti dagli 8 agli 80 anni: dovrebbe quindi essere supportata in maniera trasversale, anche da quei cittadini incalliti che vogliono continuare ad andare al bar in auto. Possono continuare a farlo, ma a 30kmh.

Pedalando per la città 30: manifestazione per “M’illumino di meno”

In occasione dell’evento nazionale “M’illumino di meno” che ha da sempre al centro la promozione di stili di vita sostenibili, FIAB Modena insieme alle associazioni in rete per l’inclusione e l’ambiente ARIA, organizzano una pedalata il 16 Febbraio dalle ore 18.30. Pedalando dalla Ciclofficina “Rimessa in Movimento” presso il Novi Sad, per chiedere una “Città 30” subito e per sensibilizzare sul problema dell’insicurezza stradale, transiteremo sul cavalcavia Mazzoni per raggiungere la Sacca, quartiere che sconta uno storico isolamento dal resto della città dovuto alla ferrovia.

Torniamo quindi a proporre una soluzione a basso costo, che risolva da subito il problema: riservare il ponte Mazzoni (almeno una corsia) a trasporto pubblico, pedoni e biciclette, chiudendolo alle automobili private. Si realizzerebbe così un collegamento diretto e sicuro, che in poche centinaia di metri collegherebbe la nuova zona riqualificata del Canaletto a Piazza Roma.

A Modena serve una visione di insieme: non bastano interventi puntuali e scollegati, non bastano “zone 30” sporadiche, occorre trasformare l’intera città in “città 30” e farlo in tempi rapidi. Dopo Olbia e Cesena, anche Bergamo, Torino, Bologna e solo ultima Milano, stanno avviando percorsi per diventare Città 30, nella consapevolezza che occorre trovare risorse per pianificare interventi soprattutto strutturali e non solo di segnaletica, oltre che monitorare i risultati.

Moderare la velocità come previsto dalle Città 30 non rappresenta un limite alla libera e celere circolazione di persone e merci, in quanto attualmente la velocità media all’interno di Modena è di circa 29 km/h (dati PUMS MO). L’automobile privata non è il mezzo più veloce e affidabile nei centri urbani: solo con l’intermodalità tra i vari mezzi di trasporto, quali trasporto pubblico urbano, sharing e mobilità attiva, si potrà ottenere una riduzione del tasso di motorizzazione con relativa diminuzione del traffico, della difficoltà negli spostamenti e degli agenti inquinanti, i cui livelli sono spesso oggetto di procedure di infrazione da parte della UE.

Modena ha numeri di incidentalità ed inquinamento tra i più alti in Italia: Città30 è una soluzione già attuabile, che non necessita di tecnologie ancora da sviluppare.

La violenza stradale è un enorme problema di convivenza civile perché le città auto-centriche sono luoghi in cui vale la legge del più forte, mentre noi pensiamo che si debba tornare a condividere pacificamente gli spazi pubblici. Vi aspettiamo giovedì!

Carpi … e la bici dove la lascio? Al CICLOBOX

Carpi … e la bici dove la lascio? Al CICLOBOX pensiamo noi al tuo mezzo: custodia e piccoli interventi nella Ciclofficina inclusiva sono GRATIS

Deposito custodito di biciclette e cicli a impatto zero nell’area dei Giardini Pubblici compresa tra il Municipio e il Teatro sarà attivo il giovedì e il sabato con orario 8:30 – 12:30 (salvo maltempo). Il deposito è gestito da persone fragili o con disabilità – un’occasione per accrescere l’autonomia, l’autostima e la capacità di relazione, una proposta per favorire una mobilità sostenibile e a misura della nostra città. 

A disposizione dei cittadini un parcheggio custodito per biciclette in centro nei giorni di mercato, giovedì e sabato. Sarà gestito dai giovani coinvolti in progetti di autonomia e vita indipendente Le associazioni Il Tesoro Nascosto – Adifa – Porta Aperta/Recuperandia – Fiab in collaborazione con i Servizi Sociali dell’Unione Terre d’Argine danno vita, a partire da sabato 28 gennaio, ad un servizio di parcheggio custodito per biciclette (Ciclobox), destinato ai cittadini che si recano in centro nei giorni di mercato, giovedì e sabato.

Il servizio rientra all’interno del Progetto “Ognuno vale” che ha come capofila l’associazione Il Tesoro Nascosto e si avvale della rete di collaborazioni con le altre associazioni partner e del supporto dei Servizi Sociali. Il servizio di custodia (Ciclobox) sarà attivo nelle mattine di giovedì e sabato grazie alla presenza dei volontari dell’associazione “Il Tesoro Nascosto” e dei giovani che partecipano ai percorsi di autonomia e vita indipendente promossi dall’associazione stessa in partnership con i Servizi Sociali.

Le altre associazioni coinvolte nel progetto contribuiranno con l’apporto di specifici servizi come Fiab (Federazione Italiana Ambiente e Bici) che organizzerà dimostrazioni di Ciclofficina (stand dove ciascuno potrà fare operazioni di messa a punto sulla propria bici) e Porta Aperta/Recuperandia che fornisce materiali per rendere accogliente il parcheggio Ciclobox.

Il Progetto è nato su impulso della Consulta del Volontariato del Comune di Carpi.

ARIA: le Associazioni in Rete per l’Inclusione e l’Ambiente si presentano

E’ nata una rete di oltre 15 associazioni del territorio modenese, il nome è ARIA, che rappresenta l’acronimo di Associazioni in Rete per l’Inclusione e l’Ambiente. Il termine è allo stesso tempo evocativo di un grave problema ambientale che affligge il nostro territorio, e per questo, lo scopo prefissato è ambizioso, ma l’unione fa la forza: sostenere, diffondere e promuovere idee e azioni a favore della giustizia climatica e sociale.

La sua caratteristica è di includere non solo associazioni tradizionalmente ambientaliste: infatti anche associazioni costituite su diversi temi sociali sono giunte a prestare molta attenzione alla questione ambientale, ormai centrale in ogni prospettiva di cambiamento sociale e economico.

Parlando di aria, la Rete sarà impegnata a lavorare su diversi temi e proporre iniziative: l’intento è quello di iniziare dai temi della mobilità sostenibile e dell’alimentazione, considerando l’intera filiera di produzione del cibo. Nel nostro territorio questi sono certamente temi centrali e, attraverso le iniziative di ARIA, si intende sollecitare maggiore attenzione verso la tutela dell’ambiente e un interesse più attivo per le politiche ad essa connesse.

L’appuntamento per conoscere ARIA e le associazioni proponenti è sabato 21 gennaio dalle 18.30 alle 21.00 presso OvestLab, in via Nicolò Biondo 86 a Modena.

Qui oltre alla presentazione del progetto si chiederà il contributo e i suggerimenti di chi vorrà partecipare, perchè ARIA è aperta a tutti e tutte.
Alla serata aderisce anche il gruppo “Buy Nothing Modena”, che si basa su un modello di economia del dono, spontaneo e volontario, di oggetti, ma anche talenti, passioni: un’idea che ARIA vuole supportare e incentivare.

Consigliata la prenotazione e per maggiori informazioni trovate “ARIA Modena” sui canali social (IG e FB) e potete contattare i numeri 3398853291 o 3384806753.

Subito Modena Città 30

Notizie di stampa ci confermano che l’Amministrazione ha un piano per introdurre gradualmente undici “Zone 30” in ambito cittadino ma solo entro il 2030, in attuazione di ciò che è scritto nel PUMS ma senza dare, secondo noi, la necessaria urgenza ed importanza alle politiche per incentivare pedonalità e ciclabilità.

FIAB pensa invece che “Modena città 30kmh” debba essere un obiettivo a breve termine se si vuole perseguire la messa in sicurezza della città: non passa giorno che non ci siano incidenti al seguito dei quali i cittadini lamentino sempre l’eccessiva velocità e pericolosità del traffico davanti alle loro case. Se ne deduce che il problema è sentito in ogni strada residenziale, e che la soluzione non può essere a macchia di leopardo e con tempi così dilatati.

Questo modo di procedere ingenera una sensazione di differenze tra i vari quartieri e rende più difficile l’assimilazione del principio generale che in zone ad alta frequentazione pedonale si deve guidare con prudenza sempre ed ovunque. Riteniamo quindi più efficace una chiara mappatura che identifichi le strade di transito che rimarranno a 50kmh e definisca tutte le altre strade a 30kmh. Decisione che ha assunto, ad esempio, in questi giorni la giunta di Parma e che verrà realizzata in tutta la città racchiusa tra le tangenziali entro dicembre 2024.

Ancora più spedita l’azione di Bologna, dove la giunta comunale la settimana scorsa ha deliberato di portare a 30kmh la velocità standard entro il 30 giugno 2023, ad esclusione dei principali assi viari che rimarranno a 50kmh. È una decisione chiara ed inequivocabile, che mette la cittadinanza di fronte all’urgenza di limitare i danni provocati dalla violenza automobilistica: una volontà che l’Amministrazione ha rivendicato e di cui si è assunta la piena responsabilità, e sulla quale potrà essere valutata a fine mandato.

Bologna30 è un progetto che può contare su 14 milioni di euro per la segnaletica stradale, la diffusione di interventi fisici di moderazione del traffico e della velocità, installazione di un numero significativo di autovelox, campagne di comunicazione ed educazione. Perché non basta mettere un cartello e chiedere a tutti i cittadini di rispettare le regole della strada.

FIAB ricorda che con il passaggio da 50kmh a 30khm, la possibilità di morire per un pedone investito cala dal 80% al 15%: numeri che fanno la differenza in una città dove anche in questi giorni si sono verificati diversi investimenti sulle strisce pedonali, incidenti tra auto con invasione di marciapiedi e sfondamento di cancellate, anziani travolti in carreggiata in pieno giorno. Una litania infinita sulla quale bisogna intervenire con urgenza, quando invece, per esempio, per togliere tre parcheggi pericolosi sulla via Giardini sono serviti 12 mesi, o la messa in sicurezza dei ciclisti sul ponte Mazzoni è prevista tra 8 anni.

FIAB ritiene che portare la città a 30kmh sia un percorso obbligato per far convivere pacificamente auto e persone nelle nostre città: è richiesto dall’ OMS e dal parlamento europeo, ma soprattutto ha già dimostrato di funzionare in numerose piccole e grandi città europee. Dal Belgio alla Francia, dalla Spagna all’ Austria, dove è stata realizzata ha mantenuto sostanzialmente invariati i tempi di percorrenza in auto,  ridotto l’uso dell’auto abbassando l’inquinamento, dimezzato il rumore, abbattuto il numero di morti e feriti e migliorato in generale la qualità della vita con ricadute positive sul commercio locale: una operazione in cui vincono tutti.

FIAB quindi chiede che l’Amministrazione anticipi gli obiettivi della città 30kmh del PUMS, e li renda omogenei su tutta la città, assumendosi il difficile compito di spiegare ai cittadini i motivi di questa scelta, che scardina decenni di consuetudini che hanno portato a conclamati problemi di vivibilità. Siamo pronti a sostenerla perché sicuri che nei primi mesi ci saranno molte contestazioni, ma convinti che alla fine nessuno vorrà più tornare indietro. Oramai è il tempo che le decine di morti e feriti di pedoni e ciclisti sulla strada non siano solo e soltanto una responsabilità personale, che certamente rimane, ma una responsabilità collettiva di una comunità che deve scegliere tra sicurezza e velocità. Le due questioni non possono più convivere.

Il saluto ed il grazie di Fiab all’assessore Truzzi

FIAB Modena invia all’Assessore Marco Truzzi gli auguri per il suo nuovo futuro professionale. In particolare la nostra sezione di Carpi, lo saluta con gratitudine per essersi speso come Assessore a Carpi con progetti sulla mobilità ciclistica, realizzando interventi che nelle città del Nord Europa sono da anni la normalità, ma che solo lentamente in questi ultimi periodi sono stati introdotti anche in Italia.

Sfruttando tempestivamente modifiche normative al codice della strada dal 2020 (D.L. 34/2020 e D.L. 76/2020), in pochi mesi il Comune di Carpi ha progettato e realizzato una “Rete di Mobilità d’Emergenza” e con l’utilizzo prevalente di segnaletica ha creato oltre 20km di nuove corsie ciclabili, quasi tutte ad uso esclusivo di biciclette e monopattini a differenza delle precedenti obsolete ciclabili promiscue per ciclisti e pedoni, spesso su marciapiede, ormai sconsigliate in tutta Europa ed anche dalle linee guida regionali della ciclabilità del 2017.

Ma l’ Amministrazione in questi due anni non si è limitata solo a questa novità, cercando di usare tutte le ricette di una moderna mobilità ciclistica come le case avanzate ai semafori, le strade E-Bis a priorità ciclabile, le strade a 30kmh, il doppio senso ciclabile, le corsie bici-bus e continuando a progettare le classiche piste ciclabili in sede propria, cioè separate dalla carreggiata stradale da uno spartitraffico, su strade con alta intensità di traffico come in via Nuova Ponente, via Ugo da Carpi, via Ramazzini, via Lago di Bracciano, via Remesina Esterna a Fossoli.

A questo va aggiunto l’impegno nei servizi accessori alla ciclabilità, come nuovi stalli portabici, colonnine di autoriparazione, incentivi per chi utilizza la bici per recarsi al luogo di lavoro.

Ovviamente Carpi non è già diventata Amsterdam, e tutto questo è solo l’inizio di un percorso che va sostenuto e perseguito con decisione, perché anche le città del Nord Europa hanno impiegato alcuni decenni (dagli anni ’70) a trasformarsi nelle belle e vivibili città a misura di persone che conosciamo. Ed anche lì, ogni passo non è stato privo di ostacoli e resistenze, come per la prevista estensione ZTL in centro storico a Carpi che deve essere ragionata con la cittadinanza, ma non può essere messa in discussione.

Come FIAB ci siamo spesso sentiti coinvolti ed ascoltati dall’ Assessore Truzzi, e per questo abbiamo collaborato molto volentieri con lui e con tutta l’Amministrazione per perseguire una visione di città più sicura dove le persone vengono prima delle auto e dove lo spazio stradale è di tutti.

Confidando che il lavoro svolto per la mobilità sostenibile possa trovare continuità nelle prossime scelte politiche della giunta, e che anzi si possano intensificare gli interventi e la corretta comunicazione alla cittadinanza, FIAB rinnova alla Amministrazione la sua disponibilità e piena collaborazione per questo percorso non sempre facile.

Chi si scontra con chi?

La descrizione degli episodi di violenza stradale spesso nasconde le responsabilità

Una decina di giorni fa in Via Nuova Ponente a Carpi un ragazzo di 26 anni in bici è stato travolto da un SUV e ricoverato in gravissime condizioni al Maggiore di Bologna. Diversi giornalisti, di fronte ad un evento tragico la cui dinamica era ancora al vaglio della polizia, hanno subito parlato di un “ciclista che si è scontrato con un SUV”. Anche a Modena pochi giorni prima una ragazza travolta in bici su Via Prampolini secondo alcune testate si era “scontrata con un SUV”; qualche mese fa invece una donna che attraversava a piedi sulle strisce pedonali era “entrata in collisione” con un autobus. Si può parlare di scontro tra due mezzi alla pari, che abbiano la stessa forza d’impatto, ma non quando un automobilista su un veicolo di oltre due tonnellate travolge un cittadino su una bici da 20 kg. Per non parlare poi del soggetto dell’azione in questione: si dice “ciclista si scontra con un SUV” e non “SUV si scontra con un ciclista”, addirittura si parla di una “donna entrata in collisione con un autobus” che è assurdo. Il messaggio che passa è che la responsabilità non è mai di chi si trova alla guida di un mezzo a motore, ma di chi, causando intralcio, “entra in collisione”.

Le parole sono pietre e chi riporta in questi termini le notizie sulla violenza stradale rende un pessimo servizio al giornalismo e alla società. Non sempre chi guida un mezzo a motore ha torto, ma nemmeno il contrario: attribuire sempre e comunque la responsabilità a chi si muove a piedi o in bici è scorretto, profondamente ingiusto, irrispettoso ed eticamente inaccettabile. Chi ha maggior forza d’urto ha una responsabilità maggiore, a prescindere dalle dinamiche specifiche, perché può uccidere o ferire gravemente chi è più vulnerabile: è una responsabilità che deve essere riconosciuta, perché ad avere la peggio sono sempre i cittadini in bici o a piedi.

Le infrastrutture stradali, va notato, contribuiscono pesantemente a rendere più o meno pericolose le inevitabili distrazioni da parte di chi guida, pedala o cammina: limiti di velocità a 30km/orari in aree urbane diminuiscono il rischio di “collisioni”, e gli effetti nefasti in caso di impatto. Cominciamo a pretenderlo dai nostri amministratori: anche chi rifiuta di implementare queste misure di sicurezza ha una chiara responsabilità nei confronti delle tante, troppe vittime della violenza stradale.

Rilevamento semestrale dei ciclisti e pedoni: le considerazioni di FIAB

Martedì 20 settembre, dalle 7,30 alle 8,45, FIAB Modena ha effettuato la semestrale rilevazione dei ciclisti nei 15 varchi stabiliti dal Comune di Modena nel 2005.

Sono stati registrati 3955 ciclisti, in ingresso e uscita dalla città, con un aumento del 10% rispetto a quelli registrati nel settembre 2021 e del 19% rispetti a quelli dell’aprile scorso. Gli incrementi maggiori si sono raggiunti in via Emilia ovest verso il polo scolastico Leonardo da Vinci, sul cavalcavia Mazzoni nelle due direzioni, in via Vignolese centro e in via Canalchiaro verso il centro.

I pedoni, nei 5 accessi al centro storico, sono cresciuti del 20% rispetto al settembre 2021, ma sono calati del 10% rispetto ad aprile scorso.
Permane comunque una circolazione dei ciclisti inferiore a quella degli anni 2016, 2018 e 2019. È quindi probabile che, rispetto all’anno scorso, si sommino due fenomeni contrastanti: l’incrementato degli studenti per la ripresa delle lezioni in presenza e il permanere di una quota significativa di lavoro da casa.

Rimane comunque un forte condizionamento della mobilità pedonale e ciclabile dovuto all’insicurezza dei marciapiedi e dei percorsi e dalla diffusione dei furti per l’assenza di azioni efficaci di contrasto.

A questi problemi si aggiungono l’immutata frammentarietà dei percorsi, la presenza di buche, radici affioranti, ostacoli e scarsa illuminazione, che ne limitano la praticabilità soprattutto nel periodo invernale. Senza efficaci controlli anche le nuove corsie ciclabili sono diventate comodo spazio per la sosta breve delle auto e dei furgoni.

Si è anche aggiunta l’occupazione indiscriminata dei portici, dei marciapiedi e degli spazi ciclabili da parte delle attività di ristorazione e dei cantieri, senza prevedere percorsi alternativi agevoli e sicuri.

Ci si chiede come il Comune pensi di raggiungere gli obiettivi indicati nel PUMS approvato, a partire dai provvedimenti, indicati e non attuati, per rendere praticabile e sicuro l’accesso alle scuole a piedi ed in bicicletta. Scuole di ogni ordine e grado, vengono quotidianamente assediate da auto, sui marciapiedi ed in doppia fila, in totale spregio di ogni regola di civile convivenza e sotto lo sguardo distratto dei vigili appositamente incaricati.

Sono ancora lontane le azioni previste, assieme ai mobility manager aziendali, per agevolare l’accesso e il ricovero delle biciclette dei dipendenti nelle aziende, salvo qualche virtuoso e sporadico caso.

In assenza di queste azioni determinanti per la sicurezza dei pedoni e dei ciclisti, dovremo purtroppo registrare ancora flussi scarsi, non degni di una città di pianura civile e sostenibile.

Addio a Piero Busso, anima della FIAB di Carpi

Piero lo abbiamo conosciuto molti anni fa come partecipante alle nostre escursioni. Ingegnere, aveva la passione della bicicletta e delle lunghe pedalate e da qualche anno aveva deciso, insieme alla compagna Roberta, di impegnarsi attivamente nella nostra associazione e da allora è entrato nel direttivo.

La sua cultura e competenza professionale nel campo dei trasporti hanno rappresentato per noi un grande valore aggiunto, a cui abbiamo fatto riferimento assiduamente. Ma noi lo ricordiamo soprattutto per la decisione e tenacia con la quale cercava di aiutarci a raggiungere i nostri scopi di avere città più umane, vivibili ed attraenti.

Uno spirito di socialità che lo ha portato da subito a voler costituire una sezione a Carpi, convinto che ogni territorio ha le sue peculiarità e che l’attività associativa si fa in strada tra le persone.

E’ stato subito un grande successo, e la sezione in pochi anni ha avviato un intenso programma di iniziative con la partecipazione di migliaia di cittadini e la collaborazione con istituzioni, consulte ed enti locali. Questo è stato possibile perché Piero abbinava alla competenza e fermezza delle proprie convinzioni, una gentilezza inarrivabile che lo ha portato a dialogare con cittadini ed istituzioni sempre con un profilo collaborativo.

Come FIAB ci impegniamo a portare avanti i suoi progetti, a partire da Carpi30 città 30kmh, cercando di tenere lo stesso stile di dolce autorevolezza. Anche se non sarà facile.