A scuola con la bici: Novi ci prova

a scuola con la bici

a scuola con la bici

Mentre monta la polemica sui livelli dello smog che le (insufficienti) misure delle autorità competenti non scalfiscono, si fanno largo progetti coraggiosi e innovativi che attaccano le sorgenti stesse dell’inquinamento.

Il Comune di Novi ha deciso di promuovere una più diffusa pratica della mobilità pedonale e ciclabile fra i propri studenti. È noto infatti che la concentrazione davanti alle scuole di un elevato numero di autoveicoli, pedoni e ciclisti provoca rischi di incidenti, inquinamento e confusione nelle ore di entrata e uscita. È possibile offrire alternative all’uso dell’automobile inquinante?

L’iniziativa municipale ha coinvolto la Fiab di Modena e il Circolo Naturalistico Novese, oltre che la scuola e le famiglie. Il primo passo si è concretizzato nell’attuazione di un’indagine per definire le attuali modalità di spostamento casa-scuola e la disponibilità a cambiare abitudini da parte delle famiglie.

I risultati sono stati sorprendenti. Il 48% degli studenti elementari e medi vengono accompagnati a scuola con l’automobile, pur abitando vicino ai plessi scolastici (il 58% a meno di 1 km). L’impiego dell’auto viene giustificato principalmente per la comodità (22%) e l’età dei ragazzi (22%), ma anche per l’insicurezza dei percorsi (traffico e mancanza di sicurezza 29%).

Tuttavia, i genitori (il 79%) si dice disponibile a valutare le proposte dal Comune, chiedendo anzitutto più sicurezza (54%). Impressiona anche che l’83% è interessato a partecipare al progetto. Ora l’iniziativa passa ai tecnici per individuare e attuare gli interventi più concreti per favorire l’auspicato cambiamento di mobilità.

Per la Fiab di Modena si tratta di un progetto molto innovativo perché affronta tutti gli aspetti della sicurezza (infrastrutture, segnaletica, coinvolgimento dei soggetti sociali, l’educazione alla mobilità sostenibile…) incrociando fattori tecnici, sociali e gestionali in modo realistico. Cambiare si può.

Giuseppe Marano
www.modenainbici.it

Piano della Ciclabilità: il giudizio di FIAB Modena

1. Ciclabilità ed urbanità
La prima sensazione che abbiamo avuto dalla presentazione prima e dalla lettura poi della documentazione del Piano della Ciclabilità è che questo Piano, da tanto tempo atteso non è purtroppo in grado a partire dalle premesse, di descrivere compiutamente cosa sia la ciclablità oggi a Modena, cosa essa rappresenti , perché è importante un piano della ciclabilità in un contesto di evoluzione urbana, sociale ed economica fortemente diverso dai decenni passati. Colpisce in questo senso l’assenza di una visione di mobilità all’interno della quale c’è anche la ciclabilità e la pedonalità ( che vanno unite e non disgiunte) ed il ruolo che queste due componenti giocano sulla qualità urbana. Componenti invece che in tutto il mondo e sempre più nel prossimo futuro modficano e stanno modificando di segno, di significato e di valore il concetto stesso di urbanità.
In altre parole, e ne siamo profondamente dispiaciuti, una proposta di Piano che sul metodo, è purtroppo datato, che non coglie le relazioni tra ciclabilità ed altri modi di trasporto ed in primis la pedonalità che a Modena nelle ultime legislature sono state affrontate marginalmente. Purtroppo nella prassi, pedonalità e ciclabilità anche dove il buon senso lo vieterebbe sono stati fisicamente uniti. Al punto che su molte ciclovie il pedone ha paura del ciclista e viceversa. Sul piano tecnico ed ingegneristico manca perfino la descrizione relazionale e di contesto dello spazio pubblico attraversato dalle circa 9 ciclovie individuate. Nessun riferimento specifico nè di progettualità futura ai punti critici irrisolti da decenni che creano incidenti, insicurezza, feriti a volte anche (troppi) morti. Tutti noi, ciclisti abituali per necessità e pedoni sappiamo dove andare in bici e a piedi è una scommessa con la vita, in contrapposizione alle tratte dove invece gli itinerari urbani (pochi) sono belli, gradevoli e sicuri grazie ad una buona progettazione e manutenzione. Sarebbe stata opportuna una valutazione profonda sul valore sociale di una ciclopedonalità che è sempre più importante sino a diventare elemento distintivo per una società con una mobilità meno invasiva, più umana, più rispettosa dell’ambiente; ma anche dei rapporti sociali ed anche economici che la mobilità stessa determina che se ben pianificata si trasfoma in accessibilità facile ai punti di interesse, sino a diventare segno e stile di vita, civiltà migliore, convivenza e conviviabilità urbana di eccellenza.
2. Aree a moderazione di traffico
Ci aspettavamo una proposta sulla mobilità e l’accessibilità legata all’urbanistica,alla vita di quartiere, alla indviduzione di Zone 30 ( al presente ed al futuro) che non fossero solo indicazione di puri chilometri lineari che non spiegano assolutamente la loro funzione. Avremmo avuto piacere, e come noi tanti cittadini, di ricevere una illustrazione che ne descrivesse la geografia urbana e umana, quella sociale e quella economica, certo anche in temini tecnici un poco più esplicativi: a partire dai chilometri quadrati, densità abitativa, relazione tra superfice coperta dalle costruzioni e supefice stradale, spazio publico di pregio e non disponibile, di marciapiedi a norma e non , di ciclabili, di funzioni primarie esistenti, di numero di parcheggi….Insomma una descrizione di aree 30 come nuove unità di vicinato, di urbanità micellare più legata alla voglia e necessità di introdurre moderazione di traffico, limitazione di velocità tali comunque da permettere una “entente cordiale” tra diverse mobilità. Speriamo allora che questa mancanza derivi solo da una carenza narrativa e non dalla convinzione che vanno istitutite solo perché lo dice il PAIR ( Piano dell’aria integrato regionale), ma perché si sia convinti davvero che è urgente moderare il traffico, là dove necessario anche di “pacificarlo”, di restuire al cittadino lo spazio minimo vitale per percorsi non più costretti su di un marciapiede largo pochi centimetri, rasente ai muri, sulla carreggiata dove molte volte non esiste neanche quello! E dove la convivenza di diverse mobilità grazie alla moderazione della velocità ( che per alcune aree potrebbe anche essere abbassata a 20 se non a 15 km/ora) rende le piste ciclabili superflue. Si che se per caso eccezionale, collisione fra diverse mobilità dovesse avvenire, grazie alla scarsa velocità queste non siano mai mortali e comunque di limitatissima entità . E’ per questo che da tempo siamo del parere che le Zone 30 vanno istituite da subito in tutti i quartieri densamente abitati, ovvero in tutte quelle aree residenziali dove già oggi è difficile sia per il pedone che per il ciclista avere lo spazio minimo vitale per camminare, pedalare in serenità e sicurezza. Non c’è necessità di attuarle in tempi diversi come proposto , siamo già in enorme ritardo rispetto ai continui limiti di sforamento dei parametri climalteranti, dell’aumento dei tumori, degli elevati livelli di incidentalità e anche per riaffermare il diritto del cittadino ad una urbanità civile rispettosa, all’interno di uno spazio pubblico sano ed accogliente per tutti ed in primis i pedoni che quando poi diventano utilizzatori di altre modalità di trasporto portino poi lo stesso rispetto che gli è stato accordato quando erano a piedi.
3. Percorsi Casa- Scuola
Alcuni aspetti che ci hanno lasciato particolarmente perplessi ( perché assenti) e che speriamo possano essere ripresi sono l’analisi e le proposte di soluzioni in merito ai percorsi Casa – Scuola che dovrebbero pur essere un altro importante pilastro di un Piano della Ciclabilità. E’ sotto gli occhi di tutti il fatto che due e più volte al giorno, tutti i giorni lavorativi migliaia di studenti, genitori, insegnanti ed addetti vari si recano a scuola. Si stima che i 2/3 degli studenti delle scuole dell’obbligo si reca quotidianamente a scuola in automobile. Questa è una questione importante che porta detrimento alla civiltà urbana locale e che quindi necessita di essere affrontato con determinazione e continuità, come parte strutturale di un Piano della Ciclabilità nel momento in cui lo si affronta. E purtroppo oltre all’assedio automobilistico intorno alle scuole molto spesso “ ciclopedonali promiscue” almeno due volte al giorno sono stracolme di centinaia se non migliaia di utenti in maniera tale da non poter più garantire sicurezza specialmente per i più piccoli ed i disabili.. Se si vuole aumentare la sicurezza, incrementare la quantità di studenti che possono andare a scuola a piedi ed in bici, diminuire gli spostamenti casa –scuola effettuati in automobile, promuovere autonomia individuale sia per i ragazzi che per le ragazze riteniamo che questa questione debba essere inserita nel Piano della Ciclabilità .Poichè riteniamo dopo tanti anni, oramai inutile parlare di pedibus, bicibus ed anche percorsi casa -lavoro in bici ( ma anche a piedi) senza mai mettere mano alla sicurezza infrastrutturale dei marciapiedi e delle ciclabili se non solo tramite un cartello con limitazione di velocità a 30 Km ed una cunetta.
4. Ciclabilità ed urbanistica
C’è una ulteriore questione che ha colto la nostra attenzione. Nel breve periodo il Piano si spinge sino ad ipotizzare 70 stalli per bici nel centro storico, in grado di ospitare ben 140 biciclette! E’ di questi giorni la notizia che davanti alla Biblioteca Delfini in mezza giornata ne sono stati tolti ben 56 di posti/bici. Noi pensiamo che 70 stalli nuovi nel centro storico siano decisamente insufficenti. Il Piano della Ciclabilità non solo dovrebbe prevederne almeno un migliaio in più, ma stabilire degli standard di dotazione per tutte le aree della città . Perché mancano in tutti i quartieri e non solo in alcuni punti del centro storico. Dovrebbe, il Piano della Ciclabilità, sin da subito individuare parametri minimi per ogni edificio nuovo o in ristrutturazione, per ogni luogo dove vengono somministrati servizi di natura pubblica. Ovvero programmarne il posizionamento in tutti i luoghi dove sono palesemente assenti o insufficienti ( vedi supermercati, ambulatori, cinema, teatri, luoghi di aggregazione) e poi inserire finalmente norme e standard nel regolamento edilizio ed urbanistico da subito consentandone la diffusione.
Per quanto attiene le iniziative di nuove ciclabili , riteniamo al momento sia più urgente portare in sicurezza quelle esistenti ma indecenti al limite della inagibilità, quali quelle di via Amendola, degli incroci micidiali di Buon Pastore , Morane, Fratelli Rosselli, e tante altre che avrebbero bisogno di urgenti interventi di riposizionamento e miglioramento che ci riserviamo di indicare con precisione più avanti e comunque in un auspicabile incontro che possa servire a ricollocare la mobilità ciclistica all’interno di una visione complessiva di tutta la mobilità urbana. Riteniamo infatti per l’incolumità fisica dei ciclisti e dei pedoni che questo piano non dia al momento sufficenti risposte anche e soprattutto in riferimento ai segmenti ed alle direttrici più importanti che non sono solo le radiali ma anche quelle di collegamento ed interstiziali tra queste.
5. Riequilbrio degli investimenti sulla mobilità
Un ultima annotazione circa le cifre ed i costi di attuazione che suggeriamo e vorremmo per chiarezza programmatica che fossero rapportati con quanto si spende per le altre mobilità, ovvero quella automobilistica e quella pubblica al fine di fare un raffronto costi /benefici, costi/efficacia, costi/ passeggero/chilometro, costi/ spazio occupato ect. Dopo oltre 60 anni di ingenti investimenti tutti incentrati sulla “ automobile” e la motorizzazione di massa, ivi compreso il trasporto pubblico, sia giunto il momento di confrontare tali investimenti , mettendo al centro dell’attenzione le persone e non le automobili, lo spazio publico di qualità e non il numero di parcheggi. Da tale esercizio e raffronto ci aspettiamo quindi un riequlibrio degli investimenti sia per l’anno prossimo che nel piano triennale delle opere pubbliche senz’altro più consistente per pedonalità e ciclabilità. Giusto per ribadire che ci si aspetta investimenti su ciclabilità e mobilità dolce non più residuali rispetto alle risorse dedicate agli altri modi di trasporto.
Speriamo poi che il Piano della Mobilità Urbana Sostenibile ( PUMS) ed il PSC (Piano Stragegico Comunale) entrambi in fase di elaborazione, siano fra loro coordinati sugli aspetti che attengono la mobilità. Si da innervare con lo spirito e la prassi gli obiettivi e la visione della città futura che tutti a parole vogliono “ smart e green” ma che poi se non opportunamente coordinate rischiano di privilegiare il trasporto automobilistico individuale, “stupid & brown”.

Il Piano della Ciclabilità presentato è per FIAB al momento molto carente, possiamo dire ancora solo embrionale, ma ci auguriamo ( e siamo disponibili) che possa essere ripreso, corretto ed ampliato sia nella visione che nei contenuti tecnici che in quelli economico/finanziari .

Modena , 20 Ottobre 2016
Lorenzo Carapellese – Urbanista – FIAB

articolo prima pagina

articolo prima pagina

Una firma per fermare lo scippo dei portabici nel centro storico!

rossella-programma-elettoraleLa recente eliminazione di alcuni parcheggi bici nel centro storico ha indotto la Fiab di Modena a lanciare un’iniziativa nell’intento di arginare la manovra del Comune che penalizza gli spostamenti con mezzi ecologici.

Dopo lo scippo dei 28 portabici davanti alla Biblioteca Delfini, l’associazione lancia un appello ai cittadini affinché sottoscrivano una petizione rivolta all’Amministrazione municipale in cui si chiede non solo il riposizionamento dei portabici eliminati, ma il varo di un piano di interventi per la mobilità sostenibile (altro dal mero elenco di ciclabili in discussione da 2 anni), necessario per ridurre l’inquinamento e riqualificare lo spazio pubblico.

La raccolta di firme sarà effettuata all’ingresso della Delfini, luogo simbolo della cultura ma anche della ciclabilità, a partire da lunedì 10 ottobre (ore 18-19.30, sabato anche ore 10.30-12.30).

Benché particolarmente grave, quello della Delfini è però solo l’ultimo episodio di riduzione degli spazi per le bici. Altre situazioni critiche sono emerse presso il Tribunale (solo 8 portabici) e ancor più presso le Poste centrali (0 portabici). In Via Selmi e Sant’Eufemia sono stati tolti altri portabici per far posto a bar e ristoranti. Al Mef, alla Biblioteca Crocetta, al Mata e in piazza Roma sono state collocate rastrelliere obsolete e insicure. Altrove, i portabici mancano del tutto. Ovunque, le sagome delle automobili nascondono le facciate degli edifici di pregio, impedendo ai cittadini di godere della bellezza del loro patrimonio storico monumentale.

Più in generale, la Fiab denuncia un fatto clamoroso e insostenibile: da oltre 6 anni il Comune ha azzerato gli investimenti per sviluppare servizi utili come i depositi protetti, i portabici, la targatura contro i furti. I due bike sharing esistenti sono da tempo congelati. Scarsi e contestatissimi gli interventi sulla rete ciclabile (eclatanti i casi della via Giardini e di via Emilia est). Infine, nessun progetto è mai stato elaborato per incentivare il bike to work.

Sull’argomento lo stesso Assessore in un’intervista è stato chiaro, oltre che lapidario: quelli in corso «sono interventi di razionalizzazione che hanno l’obiettivo di recuperare più posti auto possibili».

→Firma online la petizione→

 

No all’eliminazione dei parcheggi bici davanti alla Biblioteca Delfini!

Chiediamo a tutti i cittadini che condividono la nostra posizione di scrivere una email al Sindaco Gian Carlo Muzzarelli (sindaco@comune.modena.it) e all’assessore Giacobazzi (gabriele.giacobazzi@comune.modena.it) per chiedere il ripristino dei porta bici alla Delfini, usando il testo sotto riportato e firmando.

Ripristinare i parcheggi bici davanti alla Biblioteca Delfini!
Mercoledì 5 ottobre sono stati eliminati 15 portabici dai parcheggi posti in prossimità dell’ingresso della Biblioteca Delfini. Al posto di 30 biciclette, sono ora parcheggiati tre autoveicoli, proprio all’ingresso di uno dei servizi più importanti della città, frequentato da circa 1.000 cittadini al giorno, fra utenti e lavoratori degli istituti culturali presenti nel Palazzo Santa Margherita.
La collocazione di portabici obsoleti in Via Goldoni, attuata in fretta e furia e senza alcuna evidente programmazione, è una soluzione di rimedio assolutamente inadeguata, sia perché espone più facilmente al furto le biciclette sia perché provoca una dequalificazione significativa dell’area antistante Palazzo Santa Margherita.
L’iniziativa contraddice palesemente le dichiarazioni dell’Assessore Giacobazzi che – in Commissione Seta, solo martedì 4 ottobre – nel presentare il Piano della mobilità ciclistica aveva evidenziato che si propone di aumentare la quota di spostamenti in bici dell’1,5% annuo. I mezzi usati per perseguire l’annunciato obiettivo appaiono quantomeno incongrui.
In ogni caso, si chiede il riposizionamento urgente dei portabici eliminati e anche l’installazione in zona di depositi protetti, al fine di proteggere dai furti le bici e promuovere concretamente (e coerentemente) la mobilità ciclistica.

i 3 nuovi posti auto davanti alla biblioteca delfini

i 3 nuovi posti auto davanti alla biblioteca delfini

Ancora un calo dei ciclisti a Modena

Ancora un calo dei ciclisti a Modena

tecnici progettisti ed associazioni

tecnici progettisti ed associazioni

Sorpresa negativa per la mobilità: dal secondo rilievo annuale effettuato dalla Fiab a Modena il 20 settembre scorso è emerso un significativo calo dei biker circolanti (- 4,4%). Il calo è tanto più importante se si considera che l’anno precedente era stata rilevata una prima contrazione dei ciclisti (- 1,2%), portando il bilancio complessivo nell’ultimo biennio ad un – 5,6%. Prende consistenza dunque un’allarmante inversione di tendenza della mobilità ciclistica rispetto ai positivi risultati riscontrati dall’associazione fra il 2008 e il 2014.

Il monitoraggio, che si svolge due volte l’anno (aprile e settembre), è stato effettuato da una ventina di soci Fiab martedì 20 settembre, dalle 7.30 alle 8.45, in 17 fra le principali intersezioni della città, contando i ciclisti di passaggio sia in direzione centro che periferia.

In termini assoluti, il maggior traffico di bici si è verificato come sempre in Buon Pastore/Sigonio – direzione centro (390), seguita da Canalchiaro/Ruà Frati – direzione centro (327) e da Medaglie d’oro/Muratori – direzione centro (303).

I dati evidenziano una riduzione degli spostamenti collegata a nuovi stili di mobilità e a variazioni delle esigenze personali e familiari. Ma, più di tutto, il fenomeno certifica l’assoluta ininfluenza degli interventi comunali nel settore della mobilità sostenibile. Non a caso, gli spostamenti autoveicolari restano inchiodati al 75% negli ultimi 15 anni, un vero record fra le città intermedie, comprimendo al 25% gli spostamenti effettuati con mezzi meno inquinanti (pedonalità, ciclabilità, trasporto pubblico).

Giuseppe Marano
www.modenainbici.it

16 settembre: bike2work day a Modena

bike2work modena

bike2work modena

Si tratta di una iniziativa semplice ma con un importante valore simbolico di promozione della sostenibilità e dei sani stili di vita, con una attenzione verso un target di persone spesso trascurato dalle campagne di prevenzione: quello della popolazione adulta in età lavorativa.

Cosa dicono le ricerche condotte dall’organizzazione mondiale della sanità? Che andare in bicicletta ogni giorno combatte le malattie cardiovascolari, il diabete, alcune forme di cancro come quelle alla mammella e al colon, l’ipertensione e altre patologie che sono correlate con l’invecchiamento e con il benessere psicologico.

Inoltre chi va in bici contribuisce, evitando l’utilizzo dell’auto, a diminuire l’inquinamento, ed è inoltre esposto meno agli inquinanti rispetto a chi si sposta all’interno dell’abitacolo di un autoveicolo.

Diverse aziende del territorio hanno invitato i dipendenti a raggiungere il proprio luogo di lavoro in bicicletta!
• Comune di Modena
• AOU Policlinico di Modena
• AUSL di Modena
• BPER Banca
• Tetra Pak Packaging Solutions S.p.A
• Aliante Cooperativa Sociale
• MediaMo srl
• … e altre aziende del territorio …

Si ringrazia DECATHLON Modena per la collaborazione

Per informazioni sulla campagna:
www.settimanaeuropeafiab.it

Per informazioni sulla iniziativa a Modena:
www.comune.modena.it/musa musa@comune.modena.it

bike2work

bike2work

Un altro modo di muoversi e’ possibile

dibattito festa di modena

dibattito festa di modena

La Presidente nazionale della Fiab Giulietta Pagliaccio ha partecipato nei giorni scorsi ad un dibattito nella nostra città, sulla evoluzione della mobilità cittadina. A parole siamo tutti d’accordo con le conclusioni dei protagonisti, sarebbe ora di passare ai fatti anche a Modena. Ecco una sintesi degli interventi.


 

I due terzi degli spostamenti dei cittadini emiliano-romagnoli avvengono con l’auto privata, per compiere nella maggior parte dei casi tragitti inferiori ai 10 chilometri. Questo ha ripercussioni sull’ambiente, per l’alta emissione di inquinanti che ne deriva; per la vivibilità delle città, che si “rimpiccioliscono” per far spazio alle auto e che si sviluppano attorno alle esigenze degli automobilisti, che diventano sempre più rumorose e pericolose per le categorie deboli.

Eppure un modo diverso di spostarsi è possibile e richiede interventi su diversi fronti: culturali, infrastrutturali, normativi da una parte, e di disincentivo all’utilizzo dell’auto dall’altra. Questo il cuore del dibattito che si è svolto il 1 settembre alla Festa di Ponte Alto, cui ha partecipato l’Amministratore Unico di aMo Andrea Burzacchini, il Ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti; l’Assessore Regionale Raffaele Donini; i parlamentari Stefano Vaccari e Chiara Braga, l’Assessore all’Ambiente di Modena Giulio Guerzoni e la Presidente nazionale della Fiab Giulietta Pagliaccio.

Modena è una città a “misura di bici”, ha sottolineato l’Amministratore di aMo Burzacchini, che si attraversa in un quarto d’ora. E’ ora di superare la divisione in categorie rigide tra automobilisti, ciclisti, pedoni; ogni cittadino deve muoversi nella maniera più opportuna per lo spostamento che deve compiere, partendo dal presupposto che non è indifferente – nei suoi effetti – il mezzo con cui ci si sposta. Non si può più pensare – ha spiegato Burzacchini – che ognuno possa muoversi come vuole, perché dal momento che “la libertà di ognuno finisce dove iniziano quelle degli altri”, si deve prendere atto che l’auto privata impatta negativamente su molti aspetti della vita comune, sottraendo, appunto, libertà collettive: qualità dell’aria; salute dei cittadini; silenzio; suolo; stabilità climatica e infine denaro. E’ ora quindi che i Comuni compiano un atto di coraggio, disincentivando l’utilizzo dell’auto privata: riducendo l’ampiezza delle carreggiate; limitando la velocità di marcia; creando corsie preferenziali per i bus e tenendo le auto fuori dai centri storici. Tutto questo controllando rigidamente il rispetto delle norme da parte dei cittadini. Anziani, bambini, e in generale coloro che non utilizzano l’auto, devono poter essere autonomi negli spostamenti all’interno dei quartieri e della città. E’ l’obiettivo stesso dei PUMS (Piani urbani per la mobilità sostenibile) creare una città a misura d’uomo, e non di auto.

Anche l’Assessore Guerzoni ha fatto riferimento ai PUMS come obiettivo nella pianificazione cittadina, e come riferimento per superare la concezione prettamente “viabilistica” della struttura urbana, per approdare a quella che coniughi i temi dell’ambiente, del risparmio energetico e della tutela delle categorie deboli. L’obiettivo per confrontarsi con le altre città a livello europeo è quello di ridurre il traffico veicolare privato e le emissioni, aumentando la ciclabilità e la pedonabilità, ha detto Guerzoni. Per questo è importante coinvolgere quartieri e cittadini, anche per cambiare le abitudini ormai radicate, che di fatto danno la priorità all’auto.

L’Assessore Donini ha insistito sulla necessità di aumentare la mobilità ciclistica in Regione – portandola al 20% – soprattutto finanziando la realizzazione di percorsi ciclopedonali che permettano di compiere quegli spostamenti brevi casa-lavoro che oggi si effettuano con l’auto. D’altra parte ha evidenziato la volontà di investire anche sul trasporto pubblico, con l’obiettivo di aumentare i passeggeri dei bus e dei treni in Regione per rispettare gli accordi di Parigi. Gli investimenti saranno concentrati soprattutto sul rinnovo del materiale rotabile e dei mezzi pubblici su gomma, oltre che sull’elettrificazione delle linee ferroviarie e sulla velocizzazione dei treni regionali.

Il Senatore Vaccari e la deputata Braga hanno parlato dell’importanza del Collegato ambientale alla Legge di Stabilità per la creazione di un Piano nazionale per la mobilità sostenibile.

La presidente della Fiab Pagliaccio ha chiesto con forza interventi urbanistici che mettano al centro la persona e non l’auto, per non far sentire costretti i cittadini ad utilizzare la propria macchina. In gioco non c’è solo la questione ambientale – ha ribadito la Pagliaccio – ma anche la vivibilità delle città e la qualità della vita. Si deve prendere atto a livello culturale – ha concluso la presidente Fiab – che l’auto, al giorno d’oggi, non è il mezzo più veloce e comodo per gli spostamenti in città: ci si muove molto meglio in bicicletta.

Infine, il Ministro Galletti ha ricordato l’importanza della riduzione delle emissioni di CO2, causate in percentuale non trascurabile dagli spostamenti in auto. Un obiettivo da raggiungere sul lungo periodo, come previsto dal Collegato ambientale, intervenendo prima di tutto sulle infrastrutture. Galletti ha concluso annunciando 35 milioni di euro per finanziare interventi utili alla mobilità sostenibile.

Si cercano volontarie per il nuovo corso per le donne straniere di settembre

rossella-donne-straniereLanciamo un appello alle socie e simpatizzanti per aiutarci a far ripartire il nuovo corso per le donne straniere finalizzato all’uso della bicicletta.

Le date ed il periodo da noi individuato è il seguente: 20, 22 , 27, 29 settembre e poi 4 e 6 ottobre 2016 dalle ore 18 alle ore 19,30.

Vi chiediamo di chiamarci riportando la vostra adesione alla giornata,  non importa se aderirete ad una sola lezione oppure a tutte, la cosa che conta é sapere quante siamo e cercare (ovviamente nel limite del possibile) di mantenere la disponibilità una volta data.

Questo ci permetterà di sapere con anticipo quante di voi saranno presenti e di conseguenza decidere quante saranno le “allieve”

Il luogo sarà sempre la sede Arci in Via IV Novembre 40/L.

Prima dell’inizio del corso faremo un incontro con tutte voi per organizzarci al meglio

Per le adesioni preghiamo di telefonare a Diana 3474506510 oppure Luana 3384882782

Bike2work‬: andare a lavorare in bicicletta è una scelta di libertà

Anche se sulla nuova ciclabile di via Giardini il nostro giudizio non è per nulla positivo, a causa di tutte le scelte progettuali sbagliate e dimostrate anche dal test di lunedì scorso, Amici della Bicicletta FIAB Modena ha voluto partecipare alla biciclettata che il PD ha organizzato sul percorso Baggiovara – Modena perché lo scopo dichiarato era incentivare l’uso della nuova ciclabile nelle percorrenze casa-lavoro, per i pendolari che possono scegliere un’alternativa all’ automobile per raggiungere Modena e il polo ospedaliero di Baggiovara.

E’ un obiettivo importante per migliorare la mobilità della nostra città e ridurre il traffico e ci auguriamo che venga promosso con coraggio e coerenza dalla amministrazione comunale. A dimostrazione che Amici della Bicicletta FIAB Modena non è sempre contro, ma presente e collaborativa se le scelte sono nella direzione giusta