L’obesità del traffico

“Allargare le strade per ridurre il traffico è come allargare la cintura per ridurre l’obesità”. L’impatto della motorizzazione di massa era chiaro già nel 1957 all’urbanista e sociologo Lewis Mumford: peccato che 60 anni dopo continui ad essere l’unica ricetta proposta dalla politica italiana e convintamente consolidata in gran parte dell’opinione pubblica.

Eppure il confronto con gli altri paesi è impietoso: Eurostat certifica che abbiamo il record europeo di 65 auto ogni 100 abitanti contro i 51 della Spagna e 48 della Francia, tutto aggravato da un paese che vede 207 abitanti per km/q contro i 105 della Francia ed i 98 della Spagna. Insomma, abbiamo il 30% di auto in più dei francesi ed il 50% dello spazio disponibile in meno.

In un paese così ristretto dove circolano 39 milioni di auto (il 17% del totale europeo) dovrebbe venire il dubbio che forse non abbiamo poche strade, ma troppe auto (sempre più grandi) che occupano 20 mq a persona, una dimensione insostenibile per un mezzo ampiamente usato anche per piccoli spostamenti cittadini.

Questo è il risultato di decenni di investimenti a senso unico sulle infrastrutture stradali, depauperamento del TPL e mancate risorse su pedonalità e ciclabilità. L’ultima mossa è il recente incentivo “svuota piazzali” anche per auto benzina e diesel ed anche senza rottamazione: proprio il momento giusto di sollecitare migliaia di cittadini orfani del TPL post-covid a tornare ad indebitarsi per guidare una fiammante Euro6. Intasando ancora di più le strade e rendendo necessarie nuove bretelle, cispadane e rotatorie, finanziate solo in Emilia Romagna da 5 miliardi di nuovi investimenti sulla rete viaria. Un altro buco in più sulla cintura.

FIAB Modena

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Pedalare con la Storia

Nel mese di luglio abbiamo deciso di promuovere  in bicicletta dei percorsi di interesse storico per ripercorrere eventi del drammatico biennio 1943 – 45.

Adatto ai più temerari e con un po’ d’esperienza sulle due ruote il percorso che, domenica 7 luglio, da Costrignano ci ha portati verso il parco di Monte Santa Giulia, attraverso i luoghi delle stragi nazifasciste. In particolare, drammatico è stato il racconto presso la Buca di Susano e Monchio, dove, nel marzo del 1944, persero la vita 136 persone tra bambini, donne ed anziani per mano della divisione corazzata Hermann Goring.

Clima decisamente diverso, in un percorso adatto a tutti, sarà quello che ci accompagnerà il 25 luglio in bicicletta attraverso i luoghi del fascismo e dell’antifascismo modenese verso la pastasciutta di Papà Cervi che consumeremo insieme agli amici dell’ Anpi e a diverse altre associazioni che hanno contribuito alla realizzazione dell’evento. La serata presso il parco XXII aprile ricorda il 25 luglio del 1943, quando a Reggio i fratelli Cervi celebrarono la caduta del Fascismo offrendo pastasciutta in piazza. Quello fu un giorno di festa raccontato bene nel libro scritto da papà Cervi. La pedalata sarà accompagnata dal coro “I violenti piovaschi”, mentre la serata al parco sarà allietata dal coro “La Ghirlandeina”. Per chi fosse interessato a partecipare il ritrovo per la pedalata è alle ore 18 presso l’Istituto Storico della Resistenza, mentre per la pastasciutta alle 20 presso il Bar Arcobaleno nel parco XXII aprile.

FIAB Modena

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Il coraggio a scuola può viaggiare su due ruote

Nei viaggi di istruzione capita in più occasioni alla scuola di doversi confrontare con genitori preoccupati, ansiosi anche se si viaggia in pullman o in treno. L’ansia è spesso fomentata dai mass media, dalle notizie che mettono in risalto i drammatici incidenti che hanno colpito scolaresche durante i loro viaggi d’istruzione, eventi drammatici, ma ci permettiamo di dire, senza alcun cinismo, statisticamente irrilevanti se messi a confronto con i tanti viaggi che mettono in moto migliaia di studenti ogni anno. La scelta di accompagnare i propri alunni in bici è coraggiosa e in controtendenza rispetto all’offerta che viene presentata alle scuole ogni anno. Una scelta coraggiosa, come lo è far muovere per l’Europa alunni italiani, stranieri in un periodo in cui si innalzano muri, in cui bisogna penare nelle questure per regolarizzare i documenti. Scelte di questo tipo insegnano agli alunni che “si può fare”, nonostante gli ostacoli. Queste esperienze insegnano ai ragazzi e alle ragazze della scuola media che la libertà la si conquista pedalata dopo pedalata, che nulla è dato per acquisito e che, ancor più della meta, l’esperienza meravigliosa è nel viaggio e in chi lo vive con noi.

Riteniamo che la scuola abbia bisogno di costruire esperienze assieme ai propri alunni, uscire dalle aule fredde e spoglie, sempre più lontane dal mondo reale e virtuale in cui sono immersi ogni giorno. Oggi il mondo viaggia ad una velocità straordinaria e la scuola come laboratorio di vita non basta più. La scuola deve poter immergersi nel mondo per poterlo interpretare e trovare con i propri alunni soluzioni concrete per affrontare al meglio la complessità del quotidiano. La scuola deve avere coraggio e ai genitori non resta che essere fiduciosi alleati e collaboratori di un corpo docente che lavora con loro per formare al meglio l’uomo di domani.

José Carrasso

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Tutti a scuola a piedi o in bicicletta!

La primavera, è in arrivo e come ogni anno FIAB – Federazione Italiana Amici della Bicicletta promuove un’iniziativa all’insegna del divertimento, della salute e dell’ambiente dedicata a bambini e ragazzi ma soprattutto ai loro genitori: giovedi 21 marzo si celebra infatti la 5° Giornata Nazionale “Tutti a scuola a piedi o in bicicletta”.

“Negli ultimi anni l’utilizzo della bicicletta per gli spostamenti quotidiani in città è cresciuto – spiega Giulietta Pagliaccio, presidente FIAB. – Grazie a questo modello di mobilità sostenibile è possibile fare del bene sia alla propria salute sia al nostro pianeta. E sviluppare questo tipo di sensibilità fin da piccoli è un valore davvero prezioso. Inoltre, grazie alle risorse previste dall’ultimo Collegato Ambientale, sono diversi i comuni che stanno mettendo in atto progetti di mobilità legati al tema casa-scuola”

Dalla Federazione Italiana Amici della Bicicletta l’invito a lasciare l’auto a casa e a percorrere con i propri figli il tragitto fino a scuola passeggiando o pedalando.

Una giornata che intende incoraggiare il bike to school e, più in generale, l’uso quotidiano della bicicletta per gli spostamenti in ambito urbano e scelte per una mobilità più sostenibile. Tutti possono condividere la propria esperienza postando una foto con l’hashtag #tuttiascuolaapiedioinbicicletta sulla pagina Facebook: www.facebook.com/Bimbimbici/

L’iniziativa dà il via al conto alla rovescia per l’atteso appuntamento di Bimbimbici 2019: domenica 12 maggio in oltre 200 città d’Italia.

Una manifestazione che quest’anno compie vent’anni e che FIAB propone nella seconda domenica di maggio per diffondere l’uso della bicicletta tra giovani e giovanissimi.

Confermato lo slogan “Bimbimbici: la nuova fiaba della bicicletta”, con particolare attenzione al clima e all’ambiente. Un fantastico universo per l’ambientazione di Bimbimbici dove la bicicletta non è un mezzo qualunque ma può vantare molti superpoteri: non inquina, non fa rumore, non occupa tutto lo spazio delle auto e sa rendere le persone più allegre. Per maggiori informazioni: www.bimbimbici.it 

Fiab Modena

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Elogio alla Cargo-bike

 

Da qualche settimana sono (felice) possessore di una cargo-bike, quella specie di bici lunga con un grande piano di carico anteriore. Ci ho pensato molto prima di fare questo acquisto (made in Modena tra l’altro), per la paura che non fosse utile, ma l’idea era quella di estendere l’uso quotidiano della bici, anche per le piccole commesse di casa. Non una bici in più, ma proprio la bici che uso tutti i giorni, solo più versatile.

Se fossimo ad Amsterdam, a Copenaghen o Berlino passerei inosservato, ma qui a Modena la curiosità e la diffidenza per questo strano aggeggio è inevitabile. A partire da mia madre “csa el cal baruzet? te propria mat!”, per finire ai commenti su facebook “bella, ma cosa ci fai?”, o davanti ai negozi “furba, ma non è ingombrante?” o sulle ciclabili “ma come fai a manovrarla?”

Domande che in realtà andrebbero girate a chi compra un SUV 4×4 da 10 mq che non uscirà mai dalle mura cittadine, od a chi acquista un monovolume da 12 mq per riempirlo solo il giorno della partenza per le ferie.

Invece le cargo-bike sono un mezzo diffusissimo in mezza Europa, dove sono una valida alternativa all’auto per tutti quei nuclei famigliari che hanno bimbi piccoli da portare a scuola (famosissima sui social la regina danese che porta 2 figli a scuola nella cargo sotto la neve), fare le piccole spese di ogni giorno (avvantaggiando così il piccolo commercio di vicinato a scapito della grande distribuzione), per arrivare fino alle consegne per le merci non voluminose, ed ai servizi di vicinato.

Infatti le stesse ditte di spedizione stanno provando cargo apposite per consegnare merci in città, perché è chiaro a tutti che, con l’esplosione degli acquisti online, le consegne a privati sono diventate un ulteriore problema serio di traffico e parcheggio (avete presente quante migliaia di minuscoli pacchetti consegnano quotidianamente i corrieri italiani con enormi furgoni semivuoti?).

Per questo credo che prima o poi il tema vada affrontato anche a livello di politiche della mobilità; intanto le amministrazioni potrebbero pensare ad incentivare l’uso e l’acquisto di cargo-bike da parte dei privati. Almeno così a Modena sarò in buona compagnia, e non più quel tipo con quella strana bici rossa.

Ermes Spadoni
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Campagna sicurezza Sì ma con informazioni corrette

La FIAB è pienamente convinta della necessità di campagne di sensibilizzazione sulle norme del Codice della stradae sulle buone pratiche per la sicurezza stradale dedicata a tutte le categorie di utenti. Ben venga quindi anche la campagna del Comune di Modena dedicata ai ciclisti dal 25 luglio al 3 agosto.

L’importante è che le informazioni fornite siano corrette:

Ad esempio nelle precedenti pubblicazioni del Comando dei VV.UU. si precisava che: “in area di intersezione regolata da impianto semaforico posto alla fine di pista ciclabile, si può rimanere in sella al proprio veicolo solo se esistono lanterne semaforiche per velocipedi; in assenza di esse, vanno utilizzate le normali lanterne per pedone ed i ciclisti devono seguire un comportamento identico a quello dei pedoni” .

Questa affermazione viene contraddetta dalla Circolare del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti dell’agosto 2012 che specifica invece “(i ciclisti) sono fermi o attraversano quando c’è via libera per i pedoni, senza necessariamente scendere dalla bicicletta”.

Anche nel comunicato di lancio di questa ultima iniziativa si afferma che “iciclisti devono circolare su unica fila, utilizzare le piste ciclabili se presenti” senza specificare che tale obbligo sussiste solo se la pista si trova sul lato destro, oppure sull’altro lato ma a doppio senso, delle giuste dimensioni e opportunamente segnalata e non sia promiscua con i pedoni.

Vi sono altre due questioni che rimangono sospese:

  • perché questa iniziativa si fa in pieno periodo estivo, quando molti cittadini sono in vacanza?
  • perché si concentra l’attenzione sui ciclisti, nella stessa settimana di pubblicazione dei dati sugli incidenti stradali del 2017 che registrano ancora circa 3.400 morti, con un aumento di quasi il 3% rispetto al 2016, e 247.000 feriti? E ciò è ancora più strano se si osserva che la cause più frequenti sono: 16% guida distratta, 14,5% precedenza o semaforo; 10,3% velocità elevata; 9,6% distanza di sicurezza; 7,1% manovra irregolare.

Attendiamo che analoghe lodevoli iniziative siano intraprese in città per contrastare con incisività:

  • l’abitudine diffusa all’eccesso di velocità nelle strade urbane;
  • il mancato rispetto della precedenza ai pedoni negli attraversamenti pedonali e ai ciclisti in quelli ciclopedonali;
  • l’uso delle rotatorie come chicane per sorpassare;
  • il mancato rispetto dei diritti dei pedoni e dei ciclisti;
  • i comportamenti che non tengono conto delle condizioni del traffico, della strada e della sicurezza presenti al momento, come il Codice della strada sottolinea in più punti.

Giorgio Castelli

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Il teatro si sposta lento

Da qualche settimana alcune biciclette, targate FIAB Modena, quattro simpatiche bici Graziella in buono stato, stanno accompagnato gli artisti al lavoro in alcuni degli eventi culturali modenesi più attesi in città. I primi a beneficiare delle due ruote, sono stati i giovani artisti impegnati nelle tre giornate del Festival Periferico-Insolente; si sono spostati pedalando in maniera rapida e sostenibile, tra i suggestivi palcoscenici urbani, all’interno del Villaggio Artigiano. Tra pochi giorni, sarà la volta del Festival Città & Città 2018, dal 6 al 10 giugno. Saranno sempre le quattro piccole bici ad accogliere in città i teatranti per raggiungere il Drama Teatro, fautore dell’iniziativa a sostegno di una fruizione “lenta” del teatro, cercando di arginare la sempre più frequente partecipazione bulimica alle attività culturali. E quale migliore alleata se non la bicicletta? Inoltre per agevolare questa iniziativa, chiunque raggiungerà il Festival Città & Città, in via Buon Pastore 57, sulle due ruote, o in possesso dell’abbonamento Seta o è inscritto al servizio del bike- sharing del Comune di Modena, avrà il biglietto ridotto.

FIAB Modena affianca l’iniziativa con entusiasmo, sostenendo l’uso della bicicletta come mezzo si trasporto ideale per raggiungere tutte le attività e i luoghi culturali della città.

La riscoperta della lentezza, a cui la bicicletta tende, allontanando i ritmi frenetici della vita quotidiana e beneficiando maggiormente della città che si attraversa, predispone a una migliore condizione relazionale tra attori e pubblico, godendo al meglio gli eventi artistici.

Provare per credere.

Marina Beneventi

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APPELLO ALLE SOCIE E SIMPATIZZANTI: aiutateci ad aiutare.

CORSO 2018 I DIVERSI COLORI DELLA MOBILITA’ SOSTENIBILE

Prosegue il progetto Fiab per  insegnare alle donne immigrate l’uso della bicicletta

La presenza delle volontarie, che con il loro sostegno concreto rendono possibile il percorso di avvicinamento alla bicicletta, é fondamentale.

Per questo lanciamo un appello alle socie e simpatizzanti per aiutarci a far ripartire il nostro prossimo corso.

Le date ed il periodo da noi  individuato è  il seguente:

3 – 5 – 10 – 12 – 17 e 19 aprile

nelle giornate di martedi e giovedi dalle h 18 alle h 19,30

 

Vi chiediamo di rispondere riportando la vostra adesione alla giornata, non importa se aderirete ad una sola lezione oppure a tutte, la cosa che conta é sapere quante siamo e cercare (ovviamente nel limite del possibile) di mantenere la disponibilità una volta data. Questo ci permetterà di sapere con anticipo quante di voi saranno presenti e di conseguenza decidere quante saranno le “allieve”

Il luogo sarà sempre il parcheggio della sede Arci di Modena in Via IV Novembre 40/L.

Non é necessaria una particolare preparazione tecnica, solo un grande entusiasmo

Prima dell’inizio del corso faremo un incontro con tutte voi per organizzarci al meglio.

 

Per le adesioni ed informazioni vi preghiamo di telefonare entro il 25 marzo a:

Diana  3474506510

Luana   3384882782

Gabriella 3332897771

oppure di scrivere una mail al seguente indirizzo di posta elettronica

luanamara@hotmail.it

Il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile di Modena

Favorire l’uso dei modi di trasporto a minor impatto ambientale e sociale, riducendo la dipendenza dall’uso dell’auto, incentivare i comportamenti virtuosi dei cittadini, ottimizzare e integrare le infrastrutture e i servizi alla mobilità, promuovere l’impiego di tecnologie applicate ai sistemi della mobilità di persone e merci, e rendere la città accessibile a tutti portando a zero il rischio di incidentalità.

Sono questi i principali indirizzi del PUMS di Modena.

Gli obiettivi specifici e le azioni del PUMS di Modena, tuttavia,  verranno definiti insieme ai cittadini e portatori di interesse (stakeholder), partendo da alcuni obiettivi generali individuati a livello europeo, nazionale e regionale, come ad esempio l’Accordo di Parigi 2015 – COP 21 ed il Piano Aria-PAIR2020 (riduzione del 20%  dei flussi di traffico entro il 2020; riduzione delle emissioni di gas serra di almeno il 40% entro il 2030 e raggiungimento dei livelli minimi entro il 2050).

Per questo motivo è stata predisposta una indagine on-line in cui i cittadini sono invitati ad esprimersi rispetto agli obiettivi strategici proposti, attraverso un semplice questionario anonimo. Le priorità che emergeranno dall’indagine potranno così contribuire ad evidenziare le necessità percepite sul territorio e ad orientare le successive fasi di discussione del PUMS.

LA TUA OPINIONE È IMPORTANTE: PARTECIPA ALL’INDAGINE

Per partecipare a questo sondaggio è necessario inviare una e-mail, entro il 5 febbraio, all’Ufficio Organizzazione, formazione, programmazione e ricerche della Direzione generale del Comune di Modena all’indirizzo ufficioricerche@comune.modena.it, mettendo come oggetto “questionario PUMS”.

In risposta, all’indirizzo scrivente verrà inviata dall’Ufficio suddetto una email contenente la richiesta di disponibilità a partecipare alle ricerche svolte del Comune di Modena. In seguito, coloro che avranno dato disponibilità, saranno contattati per compilare il questionario online relativo al progetto PUMS.

Situazione smog: se 49 sforamenti vi sembran pochi

La soglia di Pm10 a Modena nel 2017 è già stata superata per 49 volte, ovvero 14 volte in più del limite fissato per legge di 35 sforamenti.

Da quasi dieci giorni a Modena respiriamo aria con una concentrazionedi polveri sottili quasi doppia rispetto a quella tollerabile, che sarebbe di 50 microgrammi al metro cubo, alleviata solo temporaneamente dalle diverse condizione meteo di lunedì.
Le polveri sono un inquinamento che non si vede, non si sente, non fa odore né rumore ma crea gravi problemi ,alla salute soprattutto dei più piccoli, degli anziani e di chi già soffre di patologie cardio-respiratorie, spesso i nostri familiari più deboli a cui dedichiamo le cure maggiori.

Il dato imbarazzante è che questa situazione sia emersa prima dell’accensione dei riscaldamenti: questo sottolinea, ancora una volta, che la vera responsabilità dell’inquinamento nelle nostre città è il traffico delle auto.

Non è una situazione nuova ma nessuno interviene in modo deciso in anticipo e per questo mancato adeguamento alle norme europee paghiamo multe salate, risorse che potremmo utilizzare in altro modo.

I nostri amministratori lamentano che ora mancano i soldi per combattere l’inquinamento, e chiedono altri finanziamenti allo stato; ma quelli finora spesi hanno dato dei risultati? Forse occorre fare delle valutazioni concrete e ripensare alle politiche sulla mobilità, decidere che è ora veramente di cambiare registro.

Fiab Modena (Federazione Italiana Amici Biciletta), che da anni promuove l’utilizzo della bicicletta nelle città, valuta positivamente la scelta delle amministrazioni di non interrompere le limitazioni al traffico anche per i prossimi giorni, nonostante il temporaneo miglioramento della qualità dell’aria, ma chiede più coraggio nelle scelte. Nell’immediato e nell’emergenza occorre : adottare provvedimenti più drastici e limitare in modo deciso il traffico automobilistico, effettuare maggiori controlli che questi vengano rispettati (i 116 controlli fatti finora dalla Municipale, neanche 20 al giorno, e le 9 sanzioni non ci sembrano particolarmente significative), concedere meno deroghe e, se la qualità dell’aria non migliora, serve un blocco totale del traffico.
Per ridurre il traffico automobilistico in città sarebbe strategico estendere a tutte le zone residenziali le aree 30 (zone in cui le auto possono circolare alla velocità massima dei 30Km/h). Questo favorirebbe anche la scelta dell’utilizzo della bici nei percorsi casa-scuola o casa-lavoro: diminuendo la velocità del traffico aumenterebbe la sicurezza reale e percepita per ciclisti e pedoni.

Oppure istituire il divieto di transito/parcheggio auto davanti alle scuole, dove i nostri ragazzi rimangono per tutto l’arco della giornata. Lasciare l’auto a qualche decina di metri e accompagnarli a piedi per l’ultimo tratto di strada potrebbe diventare una sana abitudine.

Contemporaneamente però occorre riorganizzare i trasporti pubblici e implementarne il servizio in modo funzionale alle esigenze dell’utenza.  Nell’immediato, favorire la mobilità ciclistica e l’uso del mezzo pubblico con opere “leggere” e realizzabili subito darebbe la possibilità concreta alle persone di rispondere in prima persona all’emergenza smog e di lasciare a casa l’auto (ad es. bonus acquisto biciclette, facilitazioni di parcheggi protetti negli uffici, abbonamenti famiglia per i mezzi pubblici, gratuità di navette da parcheggi esterni la città, ecc.).
Aspettare che sia la pioggia ad alleviare i problemi di inquinamento ci sembra una soluzione un po’ “arcaica”.