FESTIVAL DEL CICLOTURISMO, MODENA 22 – 23 GIUGNO 2013

Logo del Festival del Cicloturismo

Logo del Festival del Cicloturismo

Ogni anno la FIAB organizza un ciclo raduno nazionale che quest’anno sarà itinerante e convergerà su Modena e contribuirà alla raccolta fondi per il progetto pensato per aiutare le zone colpite dal terremoto.

Sabato 22 giugno, nel primo pomeriggio, arriveranno a Modena due gruppi di ciclisti che parteciperanno al Cicloraduno nazionale itinerante FIAB.
Il raduno partirà da Piacenza mercoledì 19 giugno e toccherà Cremona, Parma e Reggio Emilia, per poi convergere a Modena.

Nel pomeriggio i ciclisti si espanderanno in tutto il centro storico della città e, assieme a migliaia di cittadini, parteciperanno a visite guidate e al brindisi di accoglienza con la partecipazione di amministratori locali e regionali ed i presidenti delle associazioni promotrici.

Alla sera, dopo la cena di gala al Museo Enzo Ferrrari, si terrà un concerto ai Giardini Pubblici.

Domenica mattina proseguiranno le visite alla città ed è prevista una escursione nella Bassa Modenese, in località Sozzigalli, per la posa della prima pietra delle tre ciclovie del progetto “Biciclette a Fiumi”, alla presenza di Autorità e del testimonial dell’iniziativa Vittorio Zucconi.

Programma:

In contemporanea è stato organizzato a Modena il Festival allo scopo di divulgare tra i cittadini questo modo sano, piacevole ed ecologico di viaggiare per conoscere le bellezze culturali ed ambientali dei territori ed incontrare persone in un’esperienza gratificante.

Il Festival e le iniziative collegate sono quindi dedicate ad a tutte quelle persone che non conoscono ancora il viaggio in bicicletta o non hanno ancora fatto direttamente questa esperienza.

La manifestazione, si terrà principalmente in due piazze del centro storico della città:

Piazza XX Settembre, dove verrà installata una pista per la prova delle biciclette, gli stand dei produttori di bici, di accessori e di attrezzature, un palco con DJ per l’animazione ed un punto di ristoro.

Piazza Matteotti ospiterà gli stand per la promozione dei viaggi con la presenza di Nazioni europee, Regioni italiane, il Circuito delle città d’arte della Pianura Padana, operatori Italiani di Cicloturismo, Google, Editoria di Settore, Associazioni nazionali e locali. Anche in questa pizza sarà installato un palco per DJ e musica live e saranno presenti punti di ristoro e degustazioni di prodotti tipici locali

Nel Centro Storico saranno allestite mostre biciclette antiche e si terranno incontri con ospiti illustri del settore.

Alle ore 17.30 Piazza Matteotti gran finale con il concerto ““Auf Widersehen Konzert””

Pensare al futuro dimenticando il presente?

bici ad ostacoli

bici ad ostacoli

L’Assessorato regionale all’Ambiente ha finanziato il percorso ciclabile sulla via Giardini, da Viale Corassori a Piazzale Risorgimento.

È una buona notizia, che aspettavamo da tempo, perché il completamento della pista permetterà di raggiungere in sicurezza il centro storico lungo una importante direttrice urbana, assai usata per la popolosità dei quartieri limitrofi e per la presenza di importanti servizi e attrezzature.

Speriamo solo che la sua realizzazione sia vicina e soprattutto sia adeguata alle necessità di un percorso rapido e privo di ostacoli trabocchetto, che purtroppo già infestano gran parte delle piste di recente realizzazione.

In questi ultimi anni si è infatti diffusa l’inspiegabile prassi, da parte dell’Ufficio Tecnico Comunale, di installare transenne ad ogni incrocio delle piste con le strade laterali e addirittura con alcuni passi carrai privati.

Negli anni ’70 si erano installati paletti per evitare il parcheggio ed il transito delle auto sulle piste, ma nell’ “era Sitta” si è addirittura teorizzata l’esigenza di porre ostacoli al transito delle biciclette per la loro sicurezza.

È un provvedimento non previsto dal Codice della Strada. Anzi è chiaramente contrario alle sue norme, che prevedono tassativamente che chi si immette da un proprietà privata dia la precedenza a coloro che transitano sullo spazio pubblico.

È cambiato l’Assessore, all’insegna della discontinuità, ma la prassi di ostacolare le biciclette non è cambiata, anzi si è consolidata. Ne è un esempio lampante l’accrocchio di transenne installato di recente su via Divisione Acqui, in corrispondenza del passo carraio della Maserati, che per tutto il giorno arresta le biciclette ed ingabbia i pedoni, per facilitare l’accesso del personale alla fabbrica due volte al giorno.

Riteniamo che sia una scelta illogica che pare trovare spiegazione solo nella deresponsabilizzazione dell’apparato tecnico o peggio nella logica clientelare.

Il fatto è che non si sa da chi andare per protestare perché l’ufficio biciclette è affidato all’assessorato all’Ambiente, la politica della mobilità alla Pianificazione e la realizzazione delle opere ai Lavori Pubblici.

Ci aspetta un futuro assai incerto anche in queste che dovrebbero essere scelte semplici, scontate, dove invece nessuno sarà responsabile della politica della ciclabilità e della pedonalità. Nel frattempo il Consiglio Comunale, nella seduta del 18 marzo 2013, ha approvato il documento “Modena creativa e concreta” con gli indirizzi per il nuovo strumento urbanistico, nel quale si afferma:

  • L’accessibilità in bicicletta o a piedi alla scuola, al lavoro, ai negozi di vicinato, ai giardini e parchi pubblici, ai servizi essenziali, in condizioni di sicurezza ed in un ambiente gradevole, promuove l’esercizio fisico e quindi la salute, ma è anche la condizione essenziale per rendere davvero “città” gli spazi urbani collocati al di fuori del centro storico;
  • Il nuovo piano dovrà dare priorità alla mobilità ciclopedonale e al TPL, e progettare lo sviluppo edilizio in coerenza con le politiche di trasporto collettivo. Occorre immaginare una riduzione dell’uso del mezzo privato che allinei la nostra città ai moderni livelli europei. La mobilità ciclabile presenterebbe ancora grandi margini di espansione, intervenendo su reti e regole di condivisione dello spazio pubblico

C’è da chiedersi se gli assessori leggono ciò che approvano e se trasmettono questi indirizzi anche ai propri tecnici.

La FIAB è sempre disponibile al confronto per portare il proprio contributo e aspetta di vedere se gli Assessori competenti si ricorderanno di consultare la FIAB anche prima di approvare i progetti esecutivi dei nuovi percorsi ciclabili e non solo quando avranno necessità di organizzare manifestazioni, o di avere dati e aiuti a costo zero.

ARGENTARIO E ISOLE DI GIANNUTRI E DEL GIGLIO

argentario e giglio

argentario e giglio

Giovedi 25 aprile è il giorno della liberazione, e anche noi tentiamo di liberarci di alcuni nostri pesi…!

Tutti belli carichi, saltiamo sui nostri pulmini… Evviva, finalmente si parte. Il tragitto scorre veloce, parlando e scherzando e, forse, cercando di pensare a come vivremo questo viaggio insieme a persone nuove. Tutti abbiamo timori personali per la biciclettata, ma siamo curiosi di scoprire qualcosa di più di noi negli scenari immaginati nella nostra mente.

All’arrivo in hotel, riserviamo uno sguardo curioso al mare, che sempre ci apre il cuore e, impazienti, andiamo alla ricerca della nostra bici e… via in sella per raggiungere il Parco della Feniglia. Dentro a una pineta incontaminata, illuminata dai raggi di sole che penetrano nelle radure, luci e sensazioni e piccoli scrosci di risa accompagnano la nostra prima giornata fino a raggiungere il mare che, ancora scuro e mosso, ci riporta a un po’ di stanchezza!

Il giro dell’Argentario, per ognuno di noi, sia per chi lo ha completato che per chi lo ha affrontato solo in parte, ci trasmette bellissime sensazioni e ci mette a dura prova, ma alla fine della giornata siamo pieni di soddisfazione e felici di avere completato ognuno il nostro piccolo traguardo.

Luci, natura, colori, odori e suoni della natura incontaminata dell’isola del Giglio ci ripagano dell’aspettativa “delusa” di trovare sole e luce: un suggestivo cielo scuro che minaccia pioggia ci porta tuttavia ad osservare ammirati i colori della natura, dove viola, rosso e giallo si mescolano come vorremmo che fosse la nostra vita. Il mare ci guarda e, felici di stare insieme, scivolano via questi giorni stupendi.

L’ultima giornata ci porta a dividere i nostri cammini: chi alla volta delle guglie medievali di Capalbio, chi tra gli affascinanti resti del romano insediamento di Cosa, nei pressi di Ansedonia. Il sole ci assiste, illuminando le ombre dei giorni precedenti e facendo brillare il mare e le colline. La pedalata viene degnamente conclusa con una superba polentata all’interno dei bastioni di Capalbio, che ancora emanano la magia di un mondo a noi sconosciuto. Pesce “a gogo” per chi invece è rimasto sulla costa a godersi il mare della Feniglia. Un luogo meraviglioso, dove si fondono i sapori della Maremma: mare, cielo e terra.

Daniela Caselli

Modena: la bici prende quota

Tra le iniziative più interessanti della Fiab modenese c’è la rilevazione dei flussi ciclistici in città, attuata nell’intento di monitorare il trend dell’uso della due ruote e di cogliere i cambiamenti emergenti, sulla cui base proporre gli opportuni adeguamenti di servizi e infrastrutture ai decisori locali.

Quella di quest’anno non è la prima rilevazione della Fiab: dal 2005 ad oggi, l’associazione ha attuato altri rilievi (2005, 2008, 2009), compilando un’utile serie storica che descrive bene il trend della mobilità ciclistica in città.

La modalità tecniche di effettuazione del monitoraggio sono semplici: gli operatori Fiab vengono collocati in 14 incroci cruciali della città, individuati nella corona dell’area centrale; a loro viene richiesto di segnare su una scheda i passaggi dei ciclisti nelle due direzioni centro e periferia, fra le 7:45 e le 8:45, nello stesso giorno della settimana e nella stessa stagione. L’ultima rilevazione è stata effettuata giovedì 18 aprile 2013.

I risultati ottenuti sono di notevole importanza per l’evoluzione della mobilità modenese e presentano anche curiosità. Nei sessanta minuti previsti, sono stati censiti in tutto 3.252 passaggi di ciclisti, oltre il 10% in più rispetto al 2009, data del precedente rilievo (ma oltre il 56% in più rispetto al rilievo del 2005).

L’incrocio più trafficato di bici in assoluto è stato Emilia ovest/Aldo Moro (433), seguito da Buon Pastore/Sigonio (376), da Emilia est/Menotti (334) e da Medaglie d’oro/Muratori (334).

La graduatoria degli incrementi maggiori assegna la palma d’oro a Emilia ovest/Aldo Moro, direzione Madonnina (+314%), seguito da Medaglie d’oro/Muratori, direzione Centro (+172%) e Mazzoni/Crispi, direzione Sacca (+160%). In altri incroci, si sono verificate invece variazioni in negativo.

Due le conclusioni generali: l’uso delle biciclette segna anche a Modena un trend ininterrottamente crescente, da almeno 8 anni, in questo seguendo un andamento già colto a livello nazionale ed europeo; inoltre, specifici mutamenti locali nella dislocazione di residenze e servizi pubblici (ad es. la ricollocazione del Liceo Sigonio in Via del Lancillotto) comportano variazioni sensibili nei flussi di traffico ciclistico, determinando incrementi o decrementi anche rilevanti. In altre parole, i cambiamenti della mobilità ciclistica riflettono fedelmente i cambiamenti in città.

A fronte di questa situazione, come agisce l’Amministrazione comunale?

A giudicare dalle iniziative attuate di recente e previste, si deduce che continua a praticare tenacemente una politica della mobilità di tipo autocentrico, basata cioè quasi esclusivamente sull’uso dell’automobile negli spostamenti urbani: mentre attiva in pompa magna il costosissimo parcheggio Novi Park, centellina gli investimenti per realizzare le ciclabili sulle strade più pericolose, resta sorda all’esigenza di estendere le zone a 30 km/h, dare continuità delle ciclabili, consentire la circolazione in entrambi i sensi di marcia nei sensi unici, avendo nel frattempo bloccato lo sviluppo dei servizi per i ciclisti (depositi protetti, parcheggi bici…).

In definitiva, il rilievo della Fiab dimostra ancora una volta che il Comune non tiene minimamente conto dei processi sociali emergenti, penalizzando (invece di agevolare) la mobilità ciclistica, con scelte miopi e retrograde, superate dalle esperienze attuate da numerosi comuni italiani.

RIFACCIAMO IL DUCATO DA MODENA A FERRARA E AL MARE

ferrara terra e acqua

ferrara terra e acqua

Il PO A PIU’ VOCI
Anna Maria Vezzali, la neofita…

Mi sono lasciata affascinare dal volantino che ho scaricato dal sito degli “Amici della bicicletta” e con tanto coraggio ho deciso di partecipare: programma chiaro ed accattivante… unica incognita: non vado MAI in bicicletta e ne posseggo una veramente datata. Il mondo mi è contro: troppi chilometri, troppi anni io e zero allenamento, ma la sfida mi prende e il mondo si rende disponibile per il recupero della poveretta (io).

Arriva il giorno fatidico, 12 aprile ore 11, sono afflitta da un’ansia sconosciuta, poi lentamente e con tanto anticipo raggiungo Piazza Grande e finalmente piano piano arrivano anche gli altri partecipanti, tutti perfetti: bici ed abiti adeguati, io mi sento Fantozzi, ma oramai si deve partire.

Ha così inizio una delle più belle esperienze che si possa fare grazie a Stella e Massimo, ottimi organizzatori, preparati e disponibili come tutti gli altri partecipanti. Caffè a Bomporto, gelato a Finale poi via per percorsi sconosciuti e pieni di fascino fino a Ferrara dove un accogliente Ostello ci ospita. Cena con ottima cucina siciliana… troppo abbondante. Sto bene e sono carica, poi decido di andarmi a riposare, anche se l’adrenalina che ho in circolo mi impedisce di prendere sonno subito.

Sabato mattina si riparte attraversando Tresigallo, la ciclovia Bruno Traversani da Ostellato; attraverso le “vallette”, le anse di Portomaggiore, siamo arrivati ad Argenta, ma oggi la schiena mi fa veramente tanto male, scatta la solidarietà e tra Brufen ed Aulin offerti dai miei compagni arriviamo a Campotto, dove il locale Ostello ricavato in una vecchia scuola ci offre un’ottima cena ed un’altrettanto ottima sistemazione. La giornata mi ha veramente provata, ma la soddisfazione e la bellezze dei percorsi mi hanno entusiasmata (ho sempre fatto viaggi in luoghi lontani e costosi per vedere a volte non molto di più).

Arriva la domenica, l’ultimo giorno, parto con il secondo gruppo per effettuare seduta di birdwatching; a bordo di piccole imbarcazioni solchiamo le acque di Valcampotto, non prima di aver sfruttato un disponibilissimo fisioterapista presente che mi sottopone ad alcuni esercizi per migliorare la mia schiena ancora malmessa. Ore 13, si riparte alla volta di Bologna, sempre attraversando luoghi bellissimi ed incontaminati, finendo in un bosco pieno di fango con alberi caduti a causa delle abbondanti piogge che ci obbligano ad effettuare un percorso impervio, ma tanto divertente… mi sento tornare bambina e in men che non si dica arriviamo alla stazione di Bologna. Anche prendere il treno con la bici risulta facile; l’esperienza dei miei compagni di viaggio è fondamentale. Arrivo a Modena e frettolosamente ci si saluta, ma a me rimane la voglia… avrei continuato.

impianto idrovoro salarino

impianto idrovoro salarino

1 … 2 … 3 … si parte
Luisa Corradini, Vanna Rossi, Cinzia Savigni, le veterane

Anche quest’anno per la terza volta con gli amici di Ferrara e le nostre biciclette siamo andati alla scoperta di una zona nel delta del fiume Po. Passando di paese in paese siamo arrivati ad Argenta, dove ci aspettava una guida attenta e meticolosa che ha catturato la nostra attenzione raccontandoci la storia di questa città, dei canali scavati a braccia dagli scariolanti, delle sue valli paludose, della raccolta delle acque attraverso l’impianto idrovoro di Salarino, facendoci visitare con orgoglio tutto il complesso nelle sue parti (affascinante la sala delle pompe idrovore), infine spiegandoci il sistema di bonifica e il loro funzionamento nel territorio, quando dopo piogge eccezionali ci si salva da possibili alluvioni facendo defluire l’acqua in eccesso nelle casse di espansione delle valli di Campotto.

Quest’oasi naturalistica, che abbiamo visitato con interesse e timore a bordo di una barchetta elettrica, pilotata per fortuna da un esperto barcaiolo, presenta un affascinante paesaggio vegetale e animale. Pesci saltellanti, cigni, aironi bianchi, rossi, cenerini, si alzavano in volo al nostro passaggio in una quiete ammaliante.

Autostrade?… sì, ma per biciclette

festa per autostrada delle biciclette

festa per autostrada delle biciclette

È un esperimento che ha preso piede nel nord Europa: Danimarca, Germania, Svezia, Regno Unito. Sono le super piste ciclabili ovvero un progetto di autostrada per biciclette che dall’aprile dello scorso anno collega l’interland danese alla sua capitale.

L’iniziativa ha registrato un notevole successo (in un anno i pendolari sono aumentati del 10%), per questo motivo il governo danese ha deciso di replicare non una ma ben 28 volte! Le autostrade ciclabili sono delle vere piste ciclabili a due corsie che hanno un percorso autonomo rispetto alle automobili e come le autostrade tradizionali sono rettilinee, comode, ben curate.

D’inverno vengono rimossi ghiaccio e neve e ogni 1,5 km sono presenti stazioni di servizio ove è possibile fare manutenzione del mezzo di trasporto; i semafori provocano il solo rallentamento della velocità delle bici e per consentire alle stesse di procedere speditamente e senza intoppi gli incroci sono ridotti al minimo.

La rete ciclabile si sta rilevando un utile espediente per far risparmiare le amministrazioni in spese sanitarie, risparmi che in Danimarca sono già stati valutati in 40 milioni di euro.

Anche la Germania non ha voluto essere da meno, così è stata progettata una mega pista ciclabile lunga 60 km. e larga 5 metri che collegherà Duisburg a Dortmund e correrà parallela all’autostrada classica. Il dirigente che gestisce l’azienda di trasporto in questa regione spiega che nella Ruhr, dove vivono circa due milioni di persone, sono sempre di più i pendolari che scelgono per i loro spostamenti quotidiani casa-lavoro la bicicletta; questa scelta risolve contemporaneamente il problema del traffico e delle emissioni di sostanze inquinanti, oltre che quello economico.

Ancora una volta le regioni del nord Europa ci indicano la strada da percorrere per risolvere il problema dell’inquinamento nelle nostre città, una strada… pullulante di bici su entrambe le corsie!

LA 5 COLLI MODENESE: Su e giù per i colli

i dintorni di levizzano

i dintorni di levizzano

Di solito, quando arriva aprile, noi cicloamatori siamo già abbastanza rodati e quindi un giro di 80 km e 900 metri di dislivello non preoccupa. In realtà, quest’anno, a causa delle piogge persistenti, le uscite primaverili sono state più rade.

Comunque, alle 8,30 di domenica 7 aprile, eravamo in 9 all’appuntamento con Mara, in piazzale I° maggio; tra essi i nostri graditi amici di Parma, Silvia e Beppe.

Aria freschina, qualcuno con i guanti e nella sacca gli impermeabilini, per scongiurare qualche scroscio previsto per le ore centrali. Dopo aver passato Maranello con sosta caffè, siamo saliti sul colle della Lucchina per poi tornare sulla Giardini e salire di nuovo verso Fogliano; dopo aver passato le Salse di Nirano, di nuovo su verso Rocca Santa Maria, una salita che presa piano piano si riesce a fare anche senza un grande allenamento, ma che comunque risulta sempre discretamente impegnativa.

Ma il vero premio della giornata è stato all’arrivo a Montardone: mentre alcuni di noi erano provvisti di panini, altri non ne avevano e allora hanno chiesto al titolare della trattoria Iolanda un piatto di tortelloni e tigelle con formaggio; ottimo pranzo: prezzo ultra modico e buona qualità; da ricordare.

Il ritorno è stato del tutto agevole nonostante qualche salitina come quella di Levizzano.

Nel primo pomeriggio siamo arrivati a Modena, giusto in tempo per poter fare un salto in centro e vedere le iniziative collegate alla domenica senza auto. Tutto bene, e per di più non si è vista neanche una goccia di pioggia.

Franco Fondriest

Con le mani sulla camera d’aria: la manutenzione della bicicletta spiegata ai ragazzi

lezioni pomeridiane alle scuole medie

lezioni pomeridiane alle scuole medie

Durante due pomeriggi nel mese di marzo sono venuti a scuola due signori della Fiab per il laboratorio di manutenzione della bicicletta organizzato dalla scuola. In questi incontri ci hanno insegnato come riparare la bicicletta in caso di foratura e come usare in modo adeguato il cambio e i freni.

Questa esperienza è stata molto bella soprattutto perché ogni cosa spiegata doveva poi essere messa subito in pratica e secondo me in questo modo si impara molto meglio.

Dopo il laboratorio mi è venuta molta più voglia di andare in bicicletta.

Mattia Ganzerli 2° media

CORREGGIO E IL PALAZZO DEI PRINCIPI: Dai putti di Correggio (pittore) ai bimbi di Correggio (paese)

quartiere coriandoline

quartiere coriandoline

Guardando le opere di Antonio Allegri, detto il Correggio, colpisce la dolcezza e tenerezza dei suoi personaggi e in particolare la collocazione dei putti a lato della scena quasi a sviluppare un racconto a sé stante, infatti essi sono intenti nei loro giochi incuranti e ignari di quanto stia accadendo in un’altra scena del medesimo quadro dove sono rappresentati gli adulti.

La nostra gita a Correggio ci porta a visitare il palazzo dei Principi, e la Pinacoteca ad esso collegata; scopriamo così che proprio la città natale del grande artista, nel corso degli anni è stata privata delle sue opere. I suoi putti qui non si vedono, sono invece presenti copie di sue opere e un volto dolcissimo di un Cristo a lui attribuito.

Dopo avere visitato il teatro a altre chiese di Correggio la guida ci conduce a visitare il quartiere “Coriandolina”, nato circa venti anni fa in seguito a un progetto che vedeva coinvolti i bambini, chiamati ad esprimersi su come immaginassero la loro casa, quella dei loro sogni. Il progetto, pur non unico nel suo genere, qui a Correggio, attraverso la collaborazione di architetti e ingegneri, viene concretizzato.

Abbiamo avuto il piacere di gironzolare tra i vicoli del quartiere in cui abbiamo potuto curiosare tra le case dei sogni dei bambini, variamente dipinte da colori vivaci: la torre, il, castello, il fienile. Al loro interno, l’ascensore ha gli specchi deformanti, gli scivoli a lato delle scale sono a disposizione dei più piccoli. Così Correggio, privata delle opere del suo grande artista, in qualche modo gli fa un omaggio, realizzando i sogni dei più piccoli, che nel quartiere “Coriandoline” diventano protagonisti, guadagnandosi anche il nome sulla porta della loro casa.

Diana Altiero

Un nuovo piano urbanistico per Modena

in giro per modena

in giro per modena

Nelle scorse settimane è stata avviata la presentazione del documento di indirizzi per la stesura del Piano Strutturale Comunale, che dovrà “orientare lo sviluppo urbanistico del territorio comunale nei prossimi 20 anni”.
Nelle prime righe del documento viene descritta la città che si vorrebbe realizzare: “Una città che agevoli le relazioni tra le idee, cose e persone, che consumi meno energia, che utilizzi al meglio lo spazio, che sia punto di riferimento per il territorio”. Veramente ottimi obiettivi di cui Modena ha bisogno, soprattutto dopo quindici anni di scelte e realizzazioni di tutt’altro segno.

Più avanti, nel paragrafo sui valori ambientali si sottolinea che ” l’accessibilità in bicicletta o a piedi alla scuola, al lavoro, ai negozi di vicinato, ai giardini e parchi pubblici, ai servizi essenziali, in condizione di sicurezza ed in un ambiente gradevole, promuove l’esercizio fisico e quindi la salute, ma è anche la condizione essenziale per rendere davvero città gli spazi urbani collocati al di fuori del centro storico”.

Sono affermazioni condivisibili anche quelle successive sui temi ambientali, quando si fissano gli obiettivi di “dare la priorità alla mobilità ciclopedonale e al trasporto pubblico e progettare lo sviluppo edilizio in coerenza con le politiche di trasporto pubblico” e di riduzione al 2020 del 20% delle CO2″.

Ma, quando si arriva al capitolo sulle Infrastrutture e nuova mobilità, già si nota una secondarietà della mobilità ciclopedonale perché i primi cinque interventi riguardano infrastrutture stradali e ferroviarie, compresa l’inutile bretella Modena Sassuolo, la Cispadana e la incomprensibile variante alla via Emilia, che urbanizzerà inevitabilmente nuovi territori.

Anche se è difficile aver fiducia partendo da un documento contraddittorio già nelle proposte, non mancheremo nel dare il nostro contributo per una città ed un territorio migliore.

Ma non faremo sconti ad una Amministrazione e ad un Sindaco che hanno già impegnato tutte le risorse della sosta a pagamento dei prossimi decenni per un inutile Novipark, che hanno delocalizzato i campi di calcio urbani nell’estrema periferia, aumentando la dipendenza dalle auto e che hanno confuso la politica per la ciclabilità con la costruzione di spesso inutili piste ciclabili o di passerelle che vanno dal nulla al niente.

L’Assessore ha pubblicamente parlato di discontinuità rispetto al predecessore e mentre si svolgerà il dibattito per la formazione del nuovo PSC potremo verificarne la coerenza con tutti gli altri progetti e provvedimenti che riguardano le infrastrutture e la gestione della mobilità.

Non ci incoraggia apprendere che prima di Natale è stato separato l’ufficio che si occupa delle biciclette dal settore Mobilità, come se la bicicletta non fosse un mezzo di trasporto.

Ci si chiede: quando si tratterà di realizzare progetti o opere per la mobilità ciclabile, quale percorso sarà seguito?