La provincia pedala, rassegna stampa di dicembre 2013

CARPI – Occorrono più soldi per sistemare le ciclabili

La “Consulta per l’Ambiente” lancia l’appello: servono soldi per la manutenzione delle piste ciclabili. Occorre eliminare pericolosissime buche, dossi ed elementi che intralciano il passaggio delle biciclette. I punti critici sono òolti, ne citiamo alcuni: la pista di via Nuova Ponente, di viale Peruzzi e di via Guido Fassi. Per il fondo malmesso molti ciclisti preferiscono circolare sul marciapiede anziché sulla ciclabile. Di conseguenza non capita di rado che tra pedoni e ciclisti vi sia qualche scambio “acceso” sull’uso improprio del camminamento pedonale.

 

CARPI – C’è l’ok alla nuova ciclabile. Sarà pronta a primavera

Si realizza un desiderio di tantissimi carpigiani: la pista ciclabile di collegamento tra la zona piscine e l’area che oggi ospita, oltre al cinema Spacecity, la nuova “Palestra della solidarietà”, inaugurata recentemente. Sarà un’opera strategica per la mobilità scolastica, ne gioveranno gli istituti d’istruzione che la mattina utilizzano la nuova palestra: a piedi, in pochi minuti, dal polo scolastico, si potrò raggiungere la struttura sportiva. Tra pochi mesi, dunque, stop al dispendioso utilizzo di bus per raggiungere via dell’Industria, oggi unico punto d’accesso alla palestra.

 

FORMIGINE – Punta sulla bici. Meno smog e più salute

Prosegue il percorso verso la Formigine del futuro. La parola chiave è “mobilità dolce” una rete che permetta collegamenti in tutte le direzioni raggiungendo le frazioni senza utilizzare l’auto. La città ha già 34 chilometri di piste ciclabili; gli interventi sulla mobilità hanno lo scopo di consentire ai cittadini di trovare un’alternativa “sostenibile” alle auto riducendo le emissioni e aumentando l’attività fisica. Per realizzare la ciclo pedonale Modena-Formigine è stato avviato un percorso di collaborazione con l’amministrazione di Modena; sarà possibile andare in bici fino all’ospedale di Baggiovara.

Ciò che conta è la bicicletta. La ricerca della felicità su due ruote

penn - ciò che conta è la bicicletta

penn – ciò che conta è la bicicletta

Robert Penn, Ciò che conta è la bicicletta. La ricerca della felicità su due ruote, Ponte alle Grazie 2011

Robert Penn va in bicicletta da quando ha memoria, ci ha anche fatto il giro del mondo. Tuttavia, nessuna delle innumerevoli due ruote che ha posseduto è riuscita a incarnare fino in fondo questa sua autentica devozione. A un certo punto è arrivato il momento di farsi fare una nuova bicicletta, un gioiellino costruito su misura, in grado di riflettere appieno lo stato di grazia in cui si trova mentre pedala, quello di “un comune mortale in contatto con gli dèi”.

Il libro è dunque un viaggio nella progettazione e nella costruzione della bici dei sogni. Da Stoke-on-Trent, dove un artigiano gli cuce addosso un telaio fatto a mano, alla California, patria delle mountain bike, dove nel retro di un anonimo negozio Robert assiste alla nascita delle ruote, passando per Portland, Milano e Conventry, culla della bicicletta moderna, è il racconto di una storia d’amore.

E già che c’è, pezzo dopo pezzo, Penn coglie l’occasione di esplorare la cultura, la scienza e la storia della bicicletta, per narrarci come abbia cambiato il corso della storia dell’uomo: dall’invenzione del “cavallo della gente comune” al suo ruolo nell’emancipazione della donna, fino al fascino immortale di Giro d’Italia e Tour de France.

Ecco perché pedaliamo. Ecco perché questa macchina così semplice rimane al centro della nostra vita oggi

Ciclabile Via Giardini: lettera per il Sindaco e Assessori Arletti, Giacobazzi e Marino

Cari amici,
la Fiab e le principali sigle ambientaliste di Modena (riunite nel Coordinamento delle Associazioni per la Mobilità nuova) hanno espresso severe critiche al progetto del Comune per realizzare il tratto di ciclo-pedonale di Via Giardini, nel tratto compreso tra viale Corassori e Largo Risorgimento, ritenendolo insufficiente a garantire la fruibilità, la sicurezza e la continuità dei percorsi.
Il parere del Coordinamento è stato formalmente presentato al Comune di Modena e alla Regione Emilia Romagna, che cofinanzia l’opera.
Nell’intento di rafforzare la richiesta di modifica del progetto, abbiamo deciso di avviare diverse azioni pubbliche, fra cui l’invio di email di protesta e di proposta al Sindaco e ai due assessori competenti, Arletti e Giacobazzi, coinvolgendo soci e amici.
Vi chiediamo perciò di inviare l’email col testo agli indirizzi sotto riportati, tenendo conto che ognuno potrà aggiungere al testo standard ulteriori ed eventuali considerazioni personali ritenute più adeguate.
Diffondete l’appello del Coordinamento anche ai vostri amici, per incrementare il numero degli invii.Grazie.
Giorgio Castelli
Presidente Fiab Modena
Testo base da spedire con email:
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Al Sindaco e Assessori Arletti, Giacobazzi e Marino,
il  percorso ciclabile di Via Giardini, nel tratto compreso tra viale Corassori e Largo Risorgimento, è un’opera necessaria e da lungo attesa dai cittadini, ma il progetto elaborato dal Comune non risulta sufficiente a garantire la continuità, la fruibilità, la sicurezza dei pedoni e dei ciclisti.

Il percorso individuato e le soluzioni adottate hanno suscitato un diffuso disagio e sollevato obiezioni di merito che non si possono liquidare con superficialità. Prima di tutto risulta inspiegabile la segmentazione dell’itinerario in due tratti, collocati parte sul lato est e parte sul lato ovest della strada. Una soluzione irrazionale e inaccettabile, destinata a generare insicurezza nelle percorrenze ed a provocare uno scarso utilizzo del tratto ovest da parte dei cittadini. Altrettanto incomprensibile appare la decisione di prevedere la gran parte del percorso in uno spazio promiscuo tra ciclisti e pedoni, sacrificandoli entrambi in un tratto assai frequentato.

Si perde anche l’occasione di riqualificare il tratto ciclo pedonale fra l’incrocio con viale Corassori e viale Amendola, ricavato in modo del tutto inadeguato su uno stretto marciapiede, lasciando mal servito l’accesso alle scuole medie Guidotti ed incompiuto il collegamento con Baggiovara.
In linea con quanto formalmente richiesto dal Coordinamento delle Associazioni per la Mobilità nuova al Comune di Modena e alla Regione Emilia Romagna, cofinanziatrice dell’opera, vi invitiamo a modificare il progetto predisposto, adottando le seguenti modifiche:

1) collocazione della pista ciclabile integralmente sul lato est di Via Giardini, utilizzando senza particolari modifiche la sottostrada esistente, che copre circa la metà del tratto tra via Pace e largo Risorgimento;

2) usare le risorse, risparmiabili con l’utilizzo della sottostrada, per riqualificare il tratto di ciclo pedonale Corassori/Amendola, separando la ciclabile dal pedonale, per connetterla in modo funzionale con la pista per Baggiovara.

Si tratta di proposte plausibili e praticabili, sia sotto il profilo tecnico e che  finanziario, che possono rendere usabile e sicura una strada assai trafficata e pericolosa.

Conto su un vostro impegno e saluto cordialmente.

(Segue firma personale).

Indirizzi cui destinare l’email:
segreteria.particolare@comune.modena.it
maurizio.malavolta@comune.modena.it
gabriele.giacobazzi@comune.modena.it
assessore.ambiente@comune.modena.it
antonino.marino@comune.modena.it

Mobilità elettrica: UE corre, Modena ci ripensa

auto elettrica

Il rapporto “Ecosistema urbano 2012” di Legambiente collocava Modena al 19° posto nella graduatoria delle città capoluogo per gli interventi di tutela ambientale e risparmio energetico. In quello sulla “Mobilità sostenibile”, presentato da Euromobility nel 2013, la ritroviamo al 23° posto (su 50 centri monitorati). Non c’è da stare allegri: sprechiamo troppa energia e ci muoviamo troppo in automobile.

Nell’ inerzia letargica dell’Amministrazione comunale sulla mobilità sostenibile, che dura da almeno un quinquennio, i cittadini possono comunque adottare misure più amiche dell’ambiente e di se stessi. L’opzione dei mezzi elettrici (bici e auto), ad esempio, è ormai alla portata di tutti, grazie alla maggiore efficienza degli accumulatori e al contenimento dei prezzi. Peraltro, fin da 2001 il Comune meritoriamente eroga contributi per l’acquisto dei veicoli elettrici.

L’orientamento a favore della mobilità elettrica trova ora anche l’alleanza dell’Europa, ben più lungimirante dell’Italia: sarà approvato nel 2014 un ambizioso piano per realizzare entro il 2020 una rete di colonnine di ricarica dei mezzi elettrici (72.000 punti solo nel Bel Paese). L’obiettivo è di sostituire nel tempo i veicoli funzionanti a idrocarburi. Sulla carta è un ottimo progetto, ma richiederà un forte impegno promozionale per favorirne la fruizione, se non si vuole assistere allo stesso fallimento cui è andato incontro il progetto di Hera (che ha dislocato in città 10 colonnine, abbandonate a se stesse, pressoché sconosciute e inutilizzate!).

Nel campo delle politiche a sostegno della mobilità elettrica, dobbiamo infine riportare la notizia che il Comune di Modena -sorprendendoci una volta tanto per la sua prontezza decisionale- ha riscoperto … l’acqua calda. Con una specifica ordinanza nel 2013, infatti, ha aperto la ZTL ai veicoli elettrici e ha concesso loro la sosta gratuita nelle aree tariffate. Peccato che queste stesse decisioni fossero state assunte già nel 2001, per poi essere fatte colpevolmente decadere negli ultimi anni. Ma va bene così: meglio ri-tardi che mai!

Giuseppe Marano
Gazzetta di Modena, 22-12-2013

Thelma che va in bici …

Via Ciro Menotti

Pubblichiamo la lettera di una ciclista che – come accade fin troppo spesso – ha rischiato di essere investita da un automobilista in una normale mattina di dicembre, mentre si recava al lavoro, in una normale città italiana. Ricordiamo che gli attraversamenti ciclopedonali (contraddistinti da strisce e rettangoli) obbligano gli autoveicoli a dare precedenza alle biciclette. Il buon senso, peraltro, obbligherebbe alla prudenza e alla tutela della vita umana, la propria e l’altrui, soprattutto se si guidano veicoli di oltre una tonnellata di peso.

“Martedì 3 dicembre, attorno alle 7.50, mentre mi recavo in ufficio in bicicletta, stavo per essere investita da un’automobile che percorreva a velocità piuttosto elevata via Monte Grappa, nonostante la presenza del segnale di stop. L’automobile intendeva svoltare a destra per immettersi in viale Menotti in direzione del cavalcavia della Maserati. Io provenivo proprio dal cavalcavia e stavo per affrontare l’attraversamento ciclo pedonale quando ho dovuto frenare bruscamente per non essere investita dall’ auto che sopraggiungeva. Per evitare l’impatto, lo stesso conducente ha dovuto sterzare bruscamente per evitarmi.

Piuttosto frastornata, ho alzato un braccio per segnalare all’automobilista la mia rabbia per l’accaduto. Per tutta risposta, vedendo il mio gesto, l’uomo ha abbassato il finestrino dalla parte del passeggero e ha inveito contro di me, sostenendo che avrei dovuto attraversare con bici alla mano. Soprattutto, sosteneva che avrei dovuto fermarmi e dare a lui la precedenza.

Allibita da affermazioni del tutto infondate, ho risposto che invece era lui a non conoscere il codice della strada. Dopo l’alterco, sgommando, il conducente si è immesso a tutta velocità su Ciro Menotti e si è allontanato.

Oltre all’ignoranza palese del Codice della Strada, ciò che mi ha maggiormente frustrata nell’accaduto è il senso di impotenza nei confronti di individui poco o per niente informati e tuttavia così arroganti da inveire contro chi è invece la vittima del loro comportamento sconsiderato. T. G.”

Giuseppe Marano
Gazzetta di Modena – 15/12/2013

Parere del Coordinamento delle Associazioni per la Mobilità nuova sul progetto della Ciclo-pedonale in Via Giardini

Via giardini - Direzionale 70

Via giardini – Direzionale 70

Il progetto, elaborato dal Comune e finanziato dalla Regione nel Programma sulla Qualità dell’aria, non tiene abbastanza conto della esigenze dei ciclisti e sembra più preoccupato di tirare via le biciclette dalla strada, per facilitare le auto, che facilitare i ciclisti e i pedoni, che assieme vengono relegati ai margini angusti di una strada molto ampia.

Il 28 Novembre gli Assessori Arletti e Giacobazzi hanno presentato, assieme ai tecnici incaricati, il progetto esecutivo del tanto atteso tratto di ciclabile sulla Via Giardini, da Viale Corassori a Piazzale Risorgimento.

Una infrastruttura essenziale per la mobilità urbana, su una delle più storiche radiali della città. In particolare negli anni ‘60 e ’70, prima della costruzione delle tangenziali, questo ultimo tratto, svolgeva il ruolo di circonvallazione della città in direzione di Bologna, assieme ai viali J.Barozzi e Muratori.

L’attuale conformazione presenta ancora tutte le caratteristiche di una strada di scorrimento, con corsie che vanno da 3,50 a 5.00 m., l’uso di alti filettoni di granito e l’illuminazione centrale a doppio sbraccio.

Le velocità abituali nelle tre corsie a senso unico di J. Barozzi e la sincronizzazione dei semafori sui Viali del Parco, rendono ancora molto conveniente questo percorso di attraversamento della città, attraendo una quantità di traffico incompatibile con la qualità urbana e ambientale necessaria.

Tuttavia il PSC ed il POC vigenti hanno previsto la realizzazione delle ciclabili su entrambi i lati ed hanno declassato questo tratto a strada urbana di quartiere (art.10.7 1e), che prevede corsie da 3,00, con la maggiorazione di quella a destra a 3,50m. per la presenza del trasporto pubblico, ciclabili da 2,50 (minimo) e marciapiedi da 1,50 (minimo).

Vi sono quindi le condizioni per dare alla strada tutti i caratteri di strada di quartiere: pedonali ampi per il passeggio e gli acquisti, spazi per il transito dei ciclisti in sicurezza, velocità dei mezzi compatibile, attraversamenti facili e sicuri.

Queste sono del resto le finalità del Piano di Azione Ambientale 2011/ 2013 per il risanamento della qualità dell’aria e la riqualificazione delle aree urbane, che nel finanziare il progetto promuove il completamento e la messa in sicurezza di tratti ciclabili esistenti, per collegare i servizi e dare sicurezza ai percorsi casa scuola, alleggerendo la congestione stradale e contribuendo alla riduzione della CO2 e dei gas serra.

Nel realizzare questa ciclabile si possono attuare contemporaneamente le previsioni urbanistiche di riclassificazione della strada e dare sicurezza ai collegamenti tra le abitazioni, i servizi e le scuole e tra il centro storico all’ospedale di Baggiovara.
Particolare cura è quindi richiesta nella scelta dei materiali da impiegare, che devono concorrere a caratterizzare una vera strada di quartiere.

Da questi obiettivi, definiti nella pianificazione comunale e nei Piani di azione e di finanziamento regionale, nascono gran parte delle osservazioni che di seguito vengono illustrate.

1. Posizionamento della ciclabile.
Pur essendo prevista su entrambi i lati dalla pianificazione, appare inopportuno e forzato realizzare un primo un tratto della pista sul lato est, per poi continuare sul lato ovest nel secondo. Le osservazioni, sia di carattere generale, che specifico, sono le seguenti:

a) Osservazioni di carattere Generale
Sul lato Est è localizzata gran parte delle attività commerciali e dei servizi, che certamente sono i luoghi di maggiore attrazione per i ciclisti, i pedoni ed in genere per tutti i cittadini. Porre la ciclabile sul lato opposto non può che determinare maggiori attraversamenti, per raggiungere i servizi essenziali, con un aumento considerevole del rischi di incidentalità. In altre parole si porterebbero i ciclisti dal lato opposto a quello del bisogno, determinando così anche un sensibile calo di interesse verso gli esercizi posti lungo la strada.

b) Osservazioni di carattere specifico
Portare sul lato Ovest la pista comporta che i ciclisti debbano attraversare ben 4 strade (via Fattori, Spallanzani e due immissioni di J.Barozzi), mentre sul lato est, nello stesso tratto, sono solamente due (via Vaccari e Via Lana), meno pericolose e meno trafficate.

Questa soluzione costringe inoltre il ciclista ad attraversare Via Giardini, all’altezza di Via Pace, in un incrocio semaforizzato con un ciclo di tre tempi e, subito dopo, attraversare Via Gaddi aspettandone altrettanti.

I due successivi incroci, con via Fattori e via Spallanzani, sono con strade in salita verso la Via Giardini, che portano gli automobilisti meno abili a salire direttamente sulla via Giardini, senza dare la precedenza ai pedoni. E’ molto probabile che lo facciano anche con i ciclisti.

L’attraversamento di Via Jacopo Barozzi è un altro punto assai difficoltoso, perché la corsia libera in direzione di Baggiovara è assai ampia e notoriamente veloce. Nel progetto la pista viene proposta lungo una corsia promiscua con i pedoni, senza alcuna misura di mitigazione, senza rettifica della curva e con la sola la segnaletica orizzontale. Lo stesso si prevede per l’attraversamento dell’aiuola. Si tratta di un doppio passaggio mal risolto, che aumenta sensibilmente il rischio di incidentalità.

Poi vi è l’attraversamento di viale Tassoni, diviso in due e con due tempi diversi e un ciclo semaforico a tre tempi. Già oggi questo incrocio è quanto mai pericoloso per i pedoni e per i ciclisti a causa della conformazione delle strade e dell’organizzazione a senso unico del viale, che facilita l’accelerazione delle auto.

Anche l’attraversamento di viale Veneto è problematico, per l’elevato numero di autobus urbani ed extraurbani e di taxi sia in entrata che uscita.

Infine vi è Calle di Luca, che termina in largo S. Francesco e deve dare la precedenza ai veicoli diretti in via Rua Muro, interrompendo così per l’ennesima volta la continuità ciclabile verso il Centro Storico.

A questi aspetti generali e specifici, che riguardano la funzionalità la linearità e la sicurezza, ne vanno aggiunti altri, che suggeriscono di realizzare per prima la pista sul lato est:
• prima di tutto vengono maggiormente riequilibrate le principali direttrici ciclabili al centro, attualmente costituite dalle piste di via Marconi/Luosi/ Riccoboni e via Rosselli/Buon Pastore, coprendo quella parte di quartiere compresa tra via Giardini e via Guarini, ricca di residenza, servizi scolastici, sociali e commerciali;
• il percorso è più lineare e continuo, anche nelle lunghe percorrenze;
• l’intervento risulta meno costoso, perché permette di sfruttare il lungo tratto di sottostrada esistente, che non richiede modifiche alla sagoma stradale; diviene superflua la realizzazione di 250 metri di pista in sede propria su un totale di 530 metri di questo tratto.

2. Soluzioni possibili

Si propone che, nel tratto compreso tra via Lana e via Sigonio, si realizzi la pista in sede propria, ristrutturando ed adeguando il marciapiede alle norme. Questo richiede di traslare l’attuale parcheggio a pettine verso la carreggiata, con la riduzione della sezione delle corsie verso il centro e la riduzione ad un sala corsia in direzione di Baggiovara, già proposta nel progetto presentato.
La pista può così collegarsi con quella esistente, su questo lato in largo Risorgimento e raggiungere agevolmente corso Canalchiaro.

Le Associazioni rilevano inoltre che su un itinerario così rilevante sia inadeguata la totale promiscuità con i pedoni, che va prevista solo negli incroci e nei punti nei quali sia impossibile fare altrimenti.
In particolare appare ingiustificato prevedere il percorso promiscuo con i pedoni dall’incrocio con viale Corassori a via Pace, dove la larghezza della carreggiata di 10,50 metri consente di mantenere il marciapiede, realizzare la pista e mantenere il parcheggio in linea, dove esistente.

Inoltre, per coerenza con le finalità del finanziamento, non devono essere sacrificati i pedoni ed i ciclisti per ricavare ulteriori posti auto lungo il tratto di quartiere.

Si propone che le eventuali risorse, risparmiabili con l’utilizzo di 250 metri di sottostrada esistente, vengano impiegate per il rifacimento e l’allargamento dei percorsi ciclabili e pedonali in sede propria, nel tratto compreso tra il centro commerciale e le scuole medie Guidotti, per offrire maggiore sicurezza agli studenti e facilitarne l’accesso in autonomia.

Auspichiamo che la volontà di dialogo, espressa dai due assessorati nei tre incontri interlocutori svoltisi da Giugno ad oggi, porti ad un ripensamento del progetto, basato su di una più condivisa visione della mobilità cittadina e dello spazio comune.

Il confronto su un diverso e più efficiente utilizzo dello spazio pubblico, permetterebbe di accelerare e consolidare il dialogo continuo e costante sul tema della mobilità, che tutte le associazioni sotto elencate si sono impegnate a costruire con la municipalità.

CICLABILE GIARDINI parere coordinamento

CICLABILE GIARDINI estratto del progetto del Comune

all'incrocio via della pace-gaddi la ciclabile passa sul lato ovest di via giardini, mentre potrebbe proseguire sul lato est nella sottostrada. Una soluzione molto più economica!

Incrocio via della pace-gaddi la ciclabile passa sul lato ovest. Il progetto è visionabile nell’estratto da scaricare

 

 

Biciclette a fiumi – Presentazione a Mirandola

Logo "Biciclette a Fiumi"

Logo “Biciclette a Fiumi”

Biciclette a fiumi – Progetto per Io sviluppo del cicloturismo nelle zone terremotate

Presentazione mercoledì 11 dicembre alle ore 15.30, presso la Sala Consiliare del Comune di Mirandola, via Giolitti 22

La Provincia di Modena, la FIAB (Federazione Italiana amici della Bicicletta) e il Circuito Città d’Arte della Pianura Padana, stanno realizzando il progetto ” Biciclette a Fiumi” con la preziosa collaborazione delle Unioni dei Comuni modenesi dell’Area Nord, delle Terre d’Argine e del Sorbara, il Ministero dell’Ambiente, la Regione Emilia Romagna, la Legambiente, l’Uisp, le Acli, ed altre Associazioni nazionali e locali.

Il Progetto prevede la costruzione di tre percorsi ciclabili nei territori della Bassa Modenese che, integrati nelle reti ciclabili internazionali e raccordati alla rete locale, favoriscano l’afflusso nella nostra zona, dei cicloturisti italiani ed europei diretti a Firenze e a Roma.

Il Cicloturismo è una forma di viaggio e di vacanza molto diffusa in Europa (7 milioni solo in Germania) ed è praticato in Italia da alcune centinaia di gruppi locali, tra i quali 130 della Fiab con oltre 18.000 iscritti. Anche nel nostro Paese si sta sviluppando, soprattutto nelle regioni settentrionali fino al Po, con il Trentino Atto Adige in testa.

Tuttavia lo sviluppo del cicloturismo, e del turismo più in generale, richiede che le opere infrastrutturali siano affiancate da un’ offerta turistica adeguata, in grado di accogliere gli ospiti e di valorizzare le tante ricchezze ambientali, architettoniche ed enogastronomiche locali.

Per illustrare il progetto infrastrutturale e per sviluppare la rete di accoglienza turistica, i promotori indicono un incontro di tutti i soggetti economici e culturali del territorio, con la fattiva partecipazione dell’Assessore Regionale al Turismo Maurizio Melucci, del Presidente della Provincia di Modena Emilio Sabattini e dei Rappresentanti delle Istituzioni e delle Organizzazioni economiche locali.

L’appuntamento è rivolto particolarmente ad albergatori, gestori di agriturismo e di B&B, ai produttori di prodotti tipici, commercianti del settore ciclistico (e non solo), curatori di attrattive artistiche e naturalistiche, organizzatori di eventi e di spazi, addetti e promotori turistici e alle loro Organizzazioni ed Associazioni di Categoria.

Il territorio di "Biciclette a Fiumi" è proprio all'intersezione di Eurovelo 7 ed 8

Il territorio di “Biciclette a Fiumi” è proprio all’intersezione di Eurovelo 7 ed 8

Un coordinamento per la mobilità nuova

Una buona notizia per coloro che sono impegnati per la difesa dell’ambiente e soluzioni innovative nel campo della mobilità urbana: un ampio pool di associazioni modenesi ha deciso di avviare un processo di consultazioni per definire le proposte sui principali problemi del traffico e dell’inquinamento da sottoporre ai cittadini e agli enti locali.

Incrocio Via Giardini - Amendola

Incrocio Via Giardini – Amendola

L’iniziativa è frutto di una comunanza di interessi e di iniziative di mobilitazione sociale attuate da organizzazioni che -pur nate per obiettivi specifici- hanno scoperto col tempo di condividere sensibilità e punti programmatici concreti.

Si chiama “Coordinamento delle associazioni per la mobilità” e raggruppa ACSI Ciclismo, Associazione democrazia dal basso, Ciclofficina, Ciclostile, Comitato Sacca, Comitato utenti ferrovia Modena-Sassuolo, Fiab, Ingegneria senza frontiere, Legambiente, Salvaciclisti e Uisp Ciclismo.

Il “Coordinamento”, che presto si darà una struttura organizzativa e di rappresentanza, ha affrontato subito la valutazione del progetto esecutivo di ciclo pedonale di Via Giardini che l’Amministrazione comunale ha già approvato e che lunedì 9 dicembre presenterà pubblicamente presso Memo.

L’intervento prevede la realizzazione di un percorso in sede propria di una ciclo pedonale fra Viale Corassori e Piazza Risorgimento. Il “Coordinamento” presenterà al Comune le proprie considerazioni e le richieste di adeguamento, nell’intento di rendere il percorso più sicuro e completo.

In particolare, sono apparsi subito discutibili sia la limitazione del percorso all’incrocio di Viale Corassori (perché non proseguire fino all’incrocio con Viale Amendola, completando la pista che arriva a Baggiovara?) che il suo spezzettamento in due tronconi, uno ricavato sul lato est e l’altro su quello ovest di Viale Giardini.

Giuseppe Marano
Pubblicato su “La Gazzetta di Modena” 8/12/2013

30 km/h: la proposta Anci fa discutere

Zona 20 - Città Moderna

Zona 20 – Città Moderna

Le proposte dei Comuni italiani (Anci) di apportare modifiche innovative al Codice della Strada sono state al centro di un interessante incontro-dibattito a Roma fra diversi enti, fra cui l’Automobile Club d’Italia (Aci), la Rete per la Mobilità Nuova (associazioni ecologiste e movimenti di ciclisti, pedoni, pendolari), parlamentari e studiosi di mobilità.

La misura più commentata è stata quella che prevede la generalizzazione delle zone a 30 km/h nelle aree urbane. I vantaggi che presenta sono numerosi, a cominciare dalla generale riqualificazione della qualità della vita delle strade, ottenibile attraverso la riduzione del rumore e dell’inquinamento.

Un altro aspetto migliorativo delle zone a 30 km/h, evidenziato dall’ACI, riguarda la riduzione dell’incidentalità stradale, la prima tragedia del nostro Paese: moderare la velocità è uno dei primi e fondamentali atti per diminuire numero e gravità degli incidenti stradali.

Le zone a 30 km/h possono determinare un’utile misura preventiva anche per gli attraversamenti ciclo pedonali, oggi uno dei punti di maggiore pericolosità in città.

L’istituzione del limite di 30 km/h in ambito urbano favorisce la riduzione dei consumi di carburanti e conseguentemente delle emissioni inquinanti da traffico. è noto infatti che i consumi dipendono dalla velocità del motore (non da quella delle ruote) e aumentano in caso di accelerazioni elevate e ripetute.

A proposito d’inquinamento, è emerso anche il ruolo del parco veicolare del trasporto pubblico locale, costituito da 51.400 bus, di cui almeno 21.400 sono del tutto inadeguati rispetto alle normative anti inquinamento. Sono necessari investimenti pubblici per ammodernare i mezzi e migliorare l’offerta.

Giuseppe Marano
Due Ruote -Gazzetta di Modena – 1/12/2013

Qualità e difetti della ciclomobilità modenese

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famiglia in bici al parco ducale

La pubblicazione di un’indagine sulla mobilità effettuata dall’associazione Ingegneria senza frontiere (ISF) ha evidenziato alcuni aspetti di forza e di criticità della situazione modenese. I dati confermano l’elevato inquinamento atmosferico generato dal traffico autoveicolare (emissioni triple rispetto ai limiti dell’Unione Europea per PM10 e Ozono).

Questa pericolosa realtà riflette lo squilibrio acuto fra le varie modalità di spostamento: le auto rappresentano circa il 79% del totale, contro il 10% delle biciclette, il 7% del trasporto pubblico e il 4% della pedonalità. Nelle città più avanzate le auto coprono una quota inferiore al 50% degli spostamenti complessivi.

Questo spread è ancora più ingiustificabile disponendo Modena di 120 km di piste ciclabili, di un patrimonio familiare di circa 200mila biciclette e di un buon servizio di trasporto pubblico locale (sia pure con limiti evidenti). Cosa non funziona dunque a Modena rispetto alle altre aree urbane simili?

Per il trasporto pubblico prevale una concezione residuale della sua funzione: orari, linee e qualità dei mezzi sono concepiti quasi esclusivamente per studenti, pensionati ed extra comunitari poveri.

Per la mobilità ciclistica sono evidenti l’incompletezza dei percorsi, l’assenza di piste su direttrici fondamentali, la pericolosità degli attraversamenti, la virulenza del fenomeno dei furti, la scarsità dei servizi logistici (depositi protetti, portabici di qualità…).

Urge un cambio di rotta nelle politiche della mobilità. Simbolo e strumento concreto di inversione di tendenza potrebbe essere l’adozione del Biciplan, un vero e proprio piano strategico alla cui realizzazione dovrebbero essere destinate adeguate risorse finanziarie, comprimendo drasticamente quelle (ingenti) assorbite dalla mobilità automobilistica.

Giuseppe Marano

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