Mobilità: scelte “auto centriche” o “umano centriche”?

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doppio senso eccetto bici

«Le nuove “Linee guida” per la modifica del Codice della Strada in discussione in Parlamento affermano con chiarezza il principio che nel governo della mobilità urbana le norme devono evolversi da una cultura “auto centrica” a una “umano centrica”

Nel caso della circolazione delle biciclette nel centro storico, alcune delle condizioni previste dalle “Linee guida” appaiono però quasi proibitive: ad esempio, le strade devono essere larghe almeno 4 m senza parcheggi auto per consentire la circolazione delle bici in entrambi i sensi di marcia nelle strade a senso unico. Questa norma non solo sarà inutilizzabile nel centro cittadino, ma fornirà un alibi a chi non considera la mobilita ciclistica una risorsa per la sostenibilità ambientale.

Ne è un esempio eclatante la recente dichiarazione sull’ argomento dell’Assessore comunale all’ Ambiente, Simona Arletti, nella quale ha detto che darà mandato ai tecnici di verificare la presenza di questi requisiti. Non occorre essere tecnici per anticipare che in centro sarà pressoché impossibile individuare una strada con tali caratteristiche. Argomento chiuso? No.

Prima di archiviare la pratica, occorrerebbe osservare i comportamenti reali dei ciclisti, chiedendosi ad esempio che percorso dovrebbe fare chi ha deciso di fare la spesa al mercato di via Albinelli e deve rientrare in via Buon Pastore? Si scoprirebbe così che il percorso imposto ai ciclisti dalla segnaletica attuale (pensata in funzione degli autoveicoli) raddoppia la lunghezza del percorso (1.400 m invece di 700 m). Non è un caso che il ciclista sceglie regolarmente quello più corto, anche se questa scelta lo porta a violare le norme stradali percorrendo al contrario alcuni sensi unici (del che, naturalmente, si assume tutti i rischi del caso).

Lo stesso discorso vale per la ciclabile di via Giardini. Le associazioni ambientaliste considerano la proposta dell’Amministrazione sul lato ovest meno sicura, meno utile e più costosa, evidenziando che sul lato est si potrebbe ricavare una ciclabile più sicura, più economica e di grande interesse per i ciclisti. Il principale difetto di questa proposta è che richiede la rimozione di posti auto non regolamentati, cioè abusivi, cioè illegali.

E torniamo al quesito iniziale: vogliamo una città “auto centrica” o “umano centrica”?»

A. F.
(Gazzetta di Modena 22.2.2014)

La ciclabile di Via Giardini: le Circoscrizioni 1 e 4 bocciano il progetto comunale

Logo del Coordinamento

Logo del Coordinamento

Dopo le critiche circostanziate sollevate dal Coordinamento delle Associazioni per la Mobilità Nuovaal progetto di pista ciclo-pedonale sulla via Giardini proposto dal Comune di Modena, arrivano anche le bocciature politiche delle due Circoscrizioni interessate: la 1 (Centro storico) e la 4 (San Faustino), che a grande maggioranza hanno espresso parere contrario all’ipotesi prevista dal Comune.

L’esito di queste consultazioni conferma la necessità urgente di una revisione e di una più ampia condivisione di quel progetto, ritenuto dalle associazioni ambientaliste obsoleto rispetto alle soluzioni di nuova concezione, presentate nel “Decalogo per la Mobilità Nuova”.

Oltre agli elementi più evidenti, come la discontinuità del tracciato spezzato in due tronconi, ed ai costi che appaiono eccessivi, il Coordinamento ha focalizzato la propria attenzione sulla promiscuità ciclabile e pedonale quale elemento di conflittualità tra queste due categorie costrette in spazi contenuti e agli elementi di pericolosità che ciò può provocare.

Le proposte del Coordinamento espresse nel “Decalogo” sono inquadrabili nell’ottica della realizzazione di una rete ciclabile efficiente (BiciPlan) in cui visibilità e sicurezza dei ciclisti, continuità e scorrevolezza dei percorsi pedonali e ciclabili e loro fruibilità in assenza di conflitto reciproco siano caratteristiche inderogabili.

Proposte realizzabili per buona parte del tracciato per le caratteristiche geometriche di Via Giardini, in cui la misura della sezione stradale in entrambi i sensi di marcia, è ampiamente superiore a quella prevista dal Codice della Strada. Una sezione che consentirebbe il mantenimento delle due corsie per senso di marcia, della sosta dei veicoli e della separazione dei percorsi dei ciclisti e pedoni.

Per tutte queste motivazioni, ancor più rafforzate dai pareri negativi delle Circoscrizioni 1 e 4, coinvolte territorialmente dal progetto, considerando l’importanza strategica di un percorso ciclabile su una via radiale di ingresso in città, il Coordinamento delle Associazioni per la Mobilità Nuova ribadisce la richiesta di modifica del progetto comunale e invita l’Amministrazione a valutare le proposte migliorative formulate e ad un maggiore coinvolgimento della cittadinanza.

Il Coordinamento delle Associazioni per la Mobilità Nuova di Modena(*)

Cerchiamo volontarie per il corso per insegnare alle donne straniere ad andare in bicicletta

Cerchiamo volontarie per il progetto “I diversi colori della mobilità sostenibile”: corso per insegnare alle donne straniere ad andare in bicicletta

Durante il mese di aprile partirà un nuovo ciclo di incontri che la Fiab organizza per insegnare l’uso della bicicletta alle donne straniere. Il corso si svolgerà a Modena, presso il Parco Novi Sad, data e orario sono in corso di definizione. Cerchiamo volontarie che ci aiutino a realizzare il nostro progetto

per informazioni e adesioni contattate Luana cell. 3371024234 luanamara@hotmail.it

Per dettagli leggi qui

COLAZIONE A RUBIERA: Rompiamo il digiuno, senza fretta

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COLAZIONE A RUBIERA: Rompiamo il digiuno, senza fretta
di Maria Chiara Marchiò

Herberia è l’antico nome di Rubiera (lo conserva il suo teatro): sembra, dal celtico her-beria, “in mezzo alla pianura”. Anche per chi come me si confonde sempre con la geografia locale, la notizia è rassicurante: la “colazione a Rubiera” non comporta salite, e va proprio bene così, dopo il letargo dell’uggioso inverno.

Bello riprendere fuori la bici, sentire le gambe che assecondano contente il girare delle ruote, raggiungere la fatidica piazza Primo Maggio (chissà se fra 200 anni oltre al cippo che ricorda Ciro Menotti ci metteranno anche una targa per consacrare il punto di raduno Fiab?), ritrovare gli amici, e ce ne sono tanti, carichi come te di voglia di andare fuori città.

Bello pedalare senza doversi preoccupare di nulla: il percorso, stradine basse e ciclabili, lo hanno già studiato le organizzatrici; del poco traffico non ti devi dar pensiero se, al primo rumorino, almeno in quattro esclamano “Macchina!!”. Unica attenzione, una giusta distanza da chi ti precede. Quindi, puoi respirare a pieni polmoni negli spazi aperti di questa primavera precoce, e lasciar fluire dolcemente il movimento e tante tante chiacchiere: è un po’ che non si pedala insieme, nessuno vuole correre, si va solo, in compagnia, a far colazione … e buona stagione ciclistica a tutti.

Mobilità: incentivi per chi rispetta l’ambiente

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inquinamento in città

L’elevato tasso d’inquinamento che affligge Modena deriva principalmente dagli scarichi dei veicoli a motore. Per ridurlo è quindi necessario puntare a ridimensionare l’elevatissima quota di spostamenti urbani effettuati con gli autoveicoli tradizionali (circa l’80% sul totale), rafforzando le alternative al mezzo privato.

A tale scopo, il Comune di Modena dovrebbe attuare una serie di misure finalizzate a promuovere i mezzi ecologici per aumentarne la quota utilizzata in città dal misero 20% attuale al 50% circa. Queste percentuali rispecchiano gli standard delle città europee più evolute, dove il trasporto pubblico e la bicicletta sono in vetta alla graduatoria dei mezzi più utilizzati dai cittadini.

Fra le numerose iniziative suggerite dalle buone esperienze italiane e internazionali, il Comune di Modena dovrebbe riprendere e sviluppare quella degli incentivi ai comportamenti eco friendly, avviata nel lontano 2001 e ridimensionata negli ultimi anni. A suggerirlo è anche il punto 5 del Decalogo per la mobilità nuova predisposto dalle associazioni ambientaliste modenesi e inviato al Comune di Modena affinché lo adotti e lo metta in pratica.

In concreto, di che si tratta? Viene richiesto al Comune di adoperarsi affinché le aziende pubbliche e private modenesi prevedano incentivi per i propri dipendenti che si spostino sui percorsi casa/lavoro con i mezzi ecologici. Ne sono stati sperimentati di diverso tipo: per chi usa la bicicletta possono funzionare da incentivo i parcheggi aziendali, le convenzioni con negozi di prodotti ciclistici e le botteghe per la manutenzione, i contributi per l’acquisto di mezzi elettrici (oggi fissati al 14% per tutti i cittadini).

Interessanti due esperienze condotte a Ravenna e a Milano. Un ospedale privato ravennate concede incentivi orari per chi si sposti in bicicletta, proporzionali alle distanze coperte, che si traducono in ore/giorni di congedo su base annua. Nel capoluogo meneghino, invece, sono oltre 4.000 i lavoratori che hanno adottato Pass Mobility, un benefit fornito dall’azienda gratuitamente ai dipendenti che scelgono il trasporto pubblico.

Giuseppe Marano

Trasite, favorite. Calabria in bici, storie di immigrazione ed accoglienza

foto di gruppo

foto di gruppo

Il nostro cicloviaggio alla scoperta delle realtà territoriali “resistenti” quest’anno ci ha portato in Calabria, nella parte più a sud dell’Appennino Meridionale, in Aspromonte e poi tra i due mari, lo Ionio e l’Adriatico.

La prima tappa ci ha condotto ad incontrare gli amici di “Sos Rosarno“, Peppe, Michele, Nino e tutti gli altri, nella colorata ed accogliente fattoria delle Terre di Vasia, circondata da distese di uliveti. Ci hanno accolto in tanti quella prima sera, tutti sorridenti e desiderosi di conoscerci, con una superlativa cena assolutamente vegetariana, carica dei sapori e degli odori di questa terra così fertile. Ci hanno raccontato la loro esperienza, il loro sogno. Un sogno nato dal desiderio di coniugare desiderio di legalità, emancipazione ed accoglienza.

Non è detto che a Rosarno e nella Piana l’unica maniera che hanno i contadini per sopravvivere alla miseria ed allo sfruttamento della grande distribuzione è quello di entrare in un circolo vizioso che provoca nuovi abusi su chi è già precario. Non è vero che si può uscire dalla povertà solamente provocando altra miseria.

Quella sera gli amici di Rosarno ci hanno raccontata un’altra storia. Ci hanno raccontato come sono riusciti, facendo rete ed utilizzando i G.A.S., a pagare un prezzo equo al bracciante e a ricavare una somma dignitosa per la solo sopravvivenza. Certo le difficoltà non mancano, ma hanno volontà e fiducia, fiducia che abbiamo deciso di fare nostra, acquistando subito i loro prodotti.

Alcuni li abbiamo apprezzati in loco: l’olio, la deliziosa marmellata di clementine, il miele al bergamotto, tutti rigorosamente biologici. Il tempo delle arance era già quasi scaduto, così, nell’attesa del prossimo inverno, ci siamo “accontentati” di inebriarci del dolce profumo delle zagare, che a tratti inondava la campagna, mentre scivolavamo via con le nostre bici, la mattina dopo, allontanandoci da Serrata per andare a visitare la Cooperativa Frutti del Sole, dove vengono immagazzinate e smistate le arance prima di prendere la strada dei gruppi di acquisto in tutta Italia. Ci siamo lasciati con una promessa: non perdiamoci di vista. E intanto, arrivederci a questo inverno, con le prime arance e clementine!

Le biciclette nei sensi unici: perché no?

Eccetto bici

Eccetto bici

La battaglia nazionale per la circolazione delle biciclette in entrambi i sensi di marcia nelle strade a senso unico, fatta propria anche dalla Fiab di Modena (a partire dalla manifestazione in centro del 19 marzo 2011), sembra aver prodotto un effetto positivo. Il sottosegretario ai Trasporti, Erasmo D’Angelis, ha dichiarato che entro l’estate verrà introdotta nel Codice della Strada una norma che consente tale facoltà ai sindaci, sia pure con alcuni limiti. Sulla scorta di numerose esperienze italiane ed europee, D’Angelis attesta che il provvedimento non è destinato ad aumentare gli incidenti. Ha anche rivelato che sono in corso contatti con le società assicuratrici per predisporre polizze a copertura degli infortuni (peraltro la Fiab dispone di una polizza convenzionata per meno di 100 euro l’anno).

Il Governo sembra aver invertito le priorità in tema di mobilità, proponendo una nuova scala di priorità: “In futuro vogliamo che si parta innanzitutto dai pedoni, poi ci si occupi di biciclette, e solo alla fine delle automobili”. E i sindaci? Gli amministratori locali possono modificare autonomamente la segnaletica prevedendo nei sensi unici l’eccezione per le biciclette.

L’ordinanza del Comune di Reggio Emilia in proposito risale al 2005, sostenuta dall’istituzione della zona a 30 km/h. Alessandro Meriggiato, dirigente al Settore Mobilità di Reggio Emilia, ha opportunamente precisato: “Quando ci sono le dovute motivazioni e si applicano le dovute cautele, si può farlo in ogni città, perché il responsabile della mobilità nelle amministrazioni comunali è il sindaco”.

Una bella differenza con Modena! La lettera con cui la Fiab nel 2012 chiedeva di sperimentare in poche strade del centro la deroga per le bici nei sensi unici non ha mai ricevuto risposta dal Sindaco.

Giuseppe Marano

Lo smog va a scuola: troppi studenti in auto

rossella-3-bimbe-scuolaUna delle principali fonti dell’inquinamento urbano è rappresentata dagli spostamenti casa-scuola effettuati con veicoli a motore. Una recente ricerca di Legambiente e Euromobility, attuata in 8 città italiane fra cui Bologna, rivela che gli studenti delle superiori impiegano mediamente 25 minuti per recarsi a scuola, percorrendo circa 8 km, perlopiù con motorino e auto (80% dei casi).

Questa diffusissima pratica genera un volume rilevante d’inquinanti gassosi, particolarmente di PM10 e anidride carbonica, direttamente proporzionale alla percentuale di utenti motorizzati: se a Torino producono 10 milligrammi/km di PM10, a Roma salgono a 29; per l’anidride carbonica, se a Torino risultano 50 g/km, a Roma salgono a 120.

Il generalizzato utilizzo dei veicoli inquinanti sui percorsi casa-scuola, che contribuisce all’ avvelenamento delle città e all’ incidentalità stradale, risulta tanto più paradossale se si considera che l’86% delle famiglie abita a meno di un quarto d’ora a piedi dai servizi scolastici.

A Modena la situazione rispecchia i dati nazionali e gli sforzi generosi fatti da genitori e insegnanti in alcuni poli scolastici per promuovere l’autonomia degli studenti non ha modificato sostanzialmente la realtà: Anche perché l’Amministrazione comunale non ha mostrato negli ultimi anni alcuna intenzione di intervenire sul problema, evitando accuratamente di investire per quelle soluzioni più volte indicate dalle associazioni ambientaliste e dai comitati locali in vari quartieri.

In uno dei punti (il settimo) del proprio Decalogo per la mobilità a scala cittadina, il Coordinamento della mobilità nuova delle associazioni modenesi chiede al Comune di ridurre l’uso dei veicoli motorizzati sui percorsi casa-scuola mettendoli in sicurezza, realizzando zone protette intorno alle scuole e attuando campagne di comunicazione per l’autonomia degli studenti. Cambiare si può, se si vuole…

Giuseppe Marano
www.modenainbici.it

Il coordinamento per una Mobilità Nuova e gli Amministratori Locali

gli amministratori non pedalano con noi

gli amministratori non pedalano con noi

Quest’anno la Fiab ha lavorato assiduamente con altre associazioni che si occupano di mobilità e che propongono una organizzazione più moderna dello spazio pubblico.

Abbiamo iniziato con Legambiente, Uisp ciclismo e CSI, promuovendo la mobilità ciclistica nelle domeniche senza auto, ed abbiamo proseguito coinvolgendo Salvaciclisti, Ciclofficicna, Ciclostile, Ingegneria Senza Frontiere, Acsi Ciclismo, Comitato Sacca e Comitato utenti della ferrovia Modena Sassuolo.

Assieme abbiamo proposto agli assessori del Comune di Modena, Arletti e Giacobazzi, l’istituzione della Consulta della mobilità, come ha fatto Bologna e, di fronte al rifiuto, abbiamo costituito il Coordinamento delle associazioni per la Mobilità Nuova.

Chi ci amministra non conosce cosa avviene nelle strade, non raccoglie dati sulle diverse modalità di spostamento e nelle classifiche nazionali Modena continua a perdere posizioni. La nostra città, nota in Italia per dinamicità e innovazione, ha ipotecato tutte le risorse dei prossimi decenni per realizzare un parcheggio sovradimensionato, proprio mentre l’ANCI (l’Associazione dei Comuni Italiani) propone 30 km. all’ora come massima di velocità nelle aree urbane, il doppio senso di circolazione alle biciclette nelle vie a senso unico, parcheggi a spina di pesce a sinistra per favorire le corsie ciclabili a destra, linee d’arresto avanzate per le biciclette ai semafori per dare sicurezza ai ciclisti.

Nel rincorrere un ipotetico consenso, che nel frattempo si sposta altrove, propongono iniziative di facciata e cercano di usare le nostre associazioni come manodopera gratuita, salvo scordarsi o respingere le proposte che avanziamo da tempo.

Gli amministratori hanno dimenticato l’impegno assunto per migliorare gli attraversamenti ciclabili della ferrovia e i ciclisti continuano a rischiare sui cavalcavia Cialdini e Mazzone, non hanno tolto gli ostacoli e le continue interruzioni delle piste ciclabili, non facilitano l’accesso al centro storico in bicicletta, non fanno iniziative per il rispetto degli attraversamenti ciclabili e pedonali. Sono provvedimenti che non richiedono investimenti ma sono importantissimi per la mobilità, anzi riducono le spese di manutenzione.

Utilizzano le scarse risorse per migliorare la qualità dell’aria per realizzare la tanto attesa pista di via Giardini, ma divisa in due tronconi su lati diversi, obbligando i ciclisti ad attraversare inutilmente via Giardini, via Gaddi e viale Jacopo Barozzi. Mantengono la via Giardini con i caratteri degli anni 60, soffocata dal traffico e con un commercio che langue, dimenticando di averla classificata di quartiere nel piano regolatore.

Privi di una seria politica sulla mobilità e sull’ambiente, gli amministratori galleggiano sull’esistente, dimenticando che una politica sulle mobilità pedonale e ciclabile facilita anche la mobilità automobilistica: più biciclette uguale meno auto e meno auto uguale meno traffico e più fluidità. Non facilitano i pedoni, i ciclisti ed il trasporto pubblico che possono dare respiro al commercio e dare dignità allo spazio pubblico.

Il Coordinamento si è organizzato per sostenere il cambiamento, nella convinzione che i cittadini siano più avanti dei politici mediocri, che non sanno immaginare una mobilità più efficiente, una città più sicura e più civile.

Comunicare, esistere, partecipare: come parla la Fiab

FIAB e Modena

FIAB e Modena

Dal 2004, anno di nascita della Fiab, molto è cambiato (attività, interessi, modalità organizzative, dirigenti…), ma uno degli aspetti che l’organizzazione ha sempre curato con determinazione è la comunicazione, sia interna che esterna. Essa ha contribuito a definire il carattere democratico dell’associazione e il suo profilo esterno. Gettiamo un’occhiata su questo importante versante di attività per conoscere meglio le modalità con cui manifestiamo le nostre idee e posizioni in città.

Il primo strumento di comunicazione attivato è il trimestrale “InfoBici”, l’organo d’informazione della Fiab. Destinato a soci, amici e persone impegnate a vario titolo sui temi della mobilità, è redatto da un gruppo di soci ed è stampato e spedito in circa 500 copie. In esso sono affrontati i temi del giorno e riportate le impressioni dei partecipanti alle ciclo escursioni. Non mancano le segnalazioni degli appuntamenti futuri, di letture selezionate, le curiosità e i consigli tecnici.

Il secondo mezzo di comunicazione è stato modenainbici, il sito web pubblicato nel 2006. Per anni ha presentato le informazioni sulla Fiab e le news sulle iniziative pubbliche, raggiungendo un pubblico certamente non limitato ai soli soci (annualmente sono state documentate circa 20.000 visite del sito, originate in tutta Italia e in alcune regioni europee. Il sito è stato recentemente aggiornato nella grafica e nel linguaggio.

In concomitanza con l’attivazione del sito web, abbiamo attivato la newsletter, a cui ci si poteva iscrivere direttamente attraverso modenainbici. Questo strumento garantisce un contatto diretto con gli interessati, consentendo di informarli tempestivamente sugli eventi organizzati. Anche in questo caso, si contano alcune centinaia di iscritti.

Il primo passo verso il mondo delle televisioni locali è stato effettuato nel 2010: programmati a supporto della campagna “Vèlo Volèe” contro i furti di biciclette, furono prodotti 10 video di tre minuti che – grazie ad una partnership con TRC – furono trasmessi in coda al telegiornale del network più diffuso in provincia nei due mesi dell’iniziativa.

La collaborazione con questa emittente è continuata positivamente: oltre a una trasmissione dedicata al contrasto dei furti nel 2011, nel 2013 abbiamo iniziato a partecipare alla trasmissione mattutina Detto fra noi, condotta da Miriam Accardo. Si tratta di appuntamenti monotematici a cadenza mensile che, iniziati a ottobre 2013, si concluderanno nel giugno 2014. Fra i temi affrontati i furti, la sicurezza stradale, Biciclette a Fiumi (24 gennaio).

Nel frattempo, la Fiab approdava sui social network. Nel 2013 abbiamo aperto la pagina facebook modenainbici, che vanta circa 300 fedeli seguaci. E già s’inizia a parlare di un profilo twitterIniziative, manco a dirlo, condotte da soci e amici a titolo di volontariato.

Infine, Due ruote a cura di Fiab, la rubrica domenicale ospitata dalla Gazzetta di Modena a partire dal 2012, che conta poco meno di un centinaio di articoli già apparsi, sui vari aspetti della mobilità ciclistica. Da circa un anno è attivo anche Modenainbici, un blog gestito direttamente dalla Fiab, collegato alla rete del gruppo Repubblica-L’Espresso.

Nel mondo odierno, comunicare è esistere. Ma è anche promuovere la partecipazione dei soci e degli amici alle attività interne ed esterne. Per questo rinnoviamo l’invito a segnalarci proposte di miglioramento, nuove opportunità di diffusione e la disponibilità a farsi coinvolgere in prima persona nelle iniziative. Insieme agli altri, in un’avventura entusiasmante che arricchisce tutti noi e ci riconcilia con una realtà sociale e politica non sempre esaltante.