FIAB e Modena
È tempo di bilanci
di Giorgio Castelli
Alla fine di Maggio si svolgeranno le elezioni per la scelta di numerosi sindaci e, come abbiamo fatto prima delle ultime elezioni, abbiamo invitato tutti i candidati a illustrare i propri programmi sulla mobilità ed ambiente. Sarà un’occasione pubblica per conoscere la loro sensibilità su questi temi e per un confronto sui contenuti del decalogo, che abbiamo stilato assieme alle altre associazioni del Coordinamento della Mobilità Nuova.
Questo è anche il tempo dei consuntivi di una legislatura, che era iniziata con impegni e speranze, che poi sono state in gran parte tradite.
Numerose sono state le richieste avanzate dalla FIAB al Comune di Modena nel corso di questi 5 anni:
- la realizzazione dei tratti mancanti sulle principali strade di accesso al centro città (Via Emilia Est, Vignolese, Giardini e Cialdini),
- il miglioramento dei percorsi di accesso in bicicletta al centro storico,
- la rimozione delle numerose barriere che ostacolano il transito delle biciclette nelle piste esistenti,
- il posizionamento dei segnali di precedenza prima delle piste, affinché anche i ciclisti vengano rispettati,
- la modifica di alcuni semafori per renderli meno penalizzanti per pedoni e ciclisti,
- la riduzione della velocità nelle zone residenziali,
- una politica sistematica di contrasto ai furti di biciclette, promossa con una impegnativa azione dalla FIAB, al livello locale e nazionale, e concordata con tutte le Forze dell’ordine.
Non sono richieste da ciclisti intransigenti, che pretendono il primato della bicicletta, ma sono proposte per favorire una migliore integrazione ed un maggiore equilibrio tra i diversi mezzi di trasporto. Sono in gran parte provvedimenti che non richiedono ingenti investimenti, anzi molti sono a costo zero.
Nell’insieme si è chiesto alle amministrazioni pubbliche di destinare alla mobilità pedonale e ciclabile attenzione e risorse almeno proporzionali agli spostamenti che si compiono giornalmente con queste modalità. E l’esperienza di numerose città italiane ed europee dimostra che decisioni politiche coerenti possono affermare modi di trasporto rispettosi delle persone e dell’ambiente, aumentando il consenso dei cittadini.
Ma dal Comune abbiamo ricevuto risposte scarse e negative: non una di queste richieste ha trovato soluzione e spesso è stato difficile farci ascoltare.
Gli assessori competenti hanno fatto fatica a riceverci, spesso non hanno dato risposte, neanche negative. L’assessore Sitta si è distinto per insensibilità ed arroganza promettendoci, nel caso del cavalcavia Cialdini, soluzioni fantasiose ed irrealizzabili, per poi lasciare tutto come prima.
Nel frattempo prosciugava il bilancio per realizzare costose passerelle, che collegano il niente col nulla, inutili piste ed un parcheggio per il centro storico in gran parte inutilizzato.
Gli assessori che gli sono succeduti, Arletti e Giacobazzi, hanno disfatto il settore traffico e si sono barcamenati fino alla fine della legislatura.
Poi, a pochi mesi dagli esami, hanno cercato di recuperare con proposte di ciclabili in via Giardini e in via Emilia Est, scontentando tutti.
Purtroppo anche Modena conferma quanto è scritto nel Manuale della Commissione Europea “Città in bicicletta” indirizzato ai politici delle città medie: “I politici e i tecnici sono più cauti di qualsiasi altro gruppo di persone interrogate, compresi gli automobilisti, forse perché confondono le proprie esigenze di mobilità con quelle della media dei cittadini. Il pubblico è in realtà maturo per un cambiamento di atteggiamento da parte delle autorità, sono questi ultimi ad essere in ritardo rispetto all’opinione pubblica”.
Noi, col nostro inguaribile ottimismo, insisteremo anche con i prossimi amministratori, continuando a collaborare alle iniziative rivolte ai cittadini e alle scuole, sperando di essere percepiti per ciò che siamo: una risorsa.