La fornace mangiasoldi del Novi Park

ingresso novi park

ingresso novi park

La tariffazione della sosta veicolare, come pure le sanzioni per le infrazioni alle norme del Codice della Strada, sono state concepite in origine come fattori di governo della mobilità, sia per il corretto utilizzo dello spazio pubblico che per la sicurezza della circolazione: le strade e le piazze non sono private e vanno rispettate e rese accessibili a tutti.

Tuttavia, nel corso del tempo, queste due importanti misure hanno cambiato notevolmente di significato: si sono trasformate in modalità di drenaggio di risorse finanziarie da parte degli enti locali per rimpolpare bilanci sempre più anemici e incerti.

Modena non sfugge a questa prassi ormai consolidata, ma non per questo più giustificata, in coerenza con la politica autocentrica dell’ultimo decennio. Ne sono un esempio lampante i prossimi incrementi (significativi) del miniticket per la sosta in ztl e delle tariffe per la sosta in alcune aree limitrofe alla ztl, di imminente esecuzione.

Questi interventi, unitamente alla trasformazione di Corso Cavour in corridoio agevolato fra centro e ingresso del Novi Park, rivelano la vera natura dell’operazione: trasferire risorse aggiuntive dalle tasche dei cittadini a quelle della società (privata) che gestisce il parcheggio, ancora in affanno per il mancato decollo della propria creatura (740 accessi auto al giorno sui 1.720 posti potenziali, con basso tasso di copertura oraria).

Proiettate nei 42 anni della concessione prevista dal contratto Comune-Gestore, queste manovre assicureranno alle casse del soggetto privato ben oltre gli 80 milioni di euro inizialmente previsti. Risorse preziose gettate in una voragine senza fondo, che avrebbero potuto essere destinate ad altri scopi, come promuovere la mobilità sostenibile o a iniziative di valore sociale e culturale.

Giuseppe Marano
www.modenainbici.it

Sono aperte le iscrizioni al corso di ciclomeccanica e cicloturismo

alcune regolazioni sulla bici

alcune regolazioni sulla bici

Sono aperte le iscrizioni al CORSO DI CICLOMECCANICA E CICLOTURISMO

Il corso è a numero chiuso, con iscrizione obbligatoria, per garantire la necessaria assistenza a tutti i partecipanti.

E’ necessario che ognuno porti la propria bicicletta per prendervi confidenza e acquisire una buona manualità.

Il corso è riservato ai soci e si svolge in via Zannini 1B a Modena (di fronte alla caserma dell’Ottavo Campale) nei lunedì 9, 16 e 23 di febbraio.

Il costo è di 10 € per il rimborso delle spese.

Per info e iscrizioni tel Giorgio 3662674669

Il pedone invisibile e l’inerzia delle istituzioni

mancata precedenza sulle strisce pedonali

mancata precedenza sulle strisce pedonali

Chiara, Enrica e Annalisa sono tre giovani amiche modenesi che tornano da una serata in discoteca. Sono a piedi e, mentre chiacchierano allegramente, iniziano ad attraversare sulle strisce pedonali all’intersezione fra Viale Storchi/Via Zucchi. Sono tranquille, il semaforo è verde e a quell’ora c’è poco traffico in strada.

È un giovane italiano anche l’automobilista che, sopraggiunto dal Cavalcavia Cialdini, le investe e le ferisce, lasciandole sull’asfalto e allontanandosi. Fa di più: ci ripensa, torna a piedi sul luogo dell’incidente e accusa le vittime (sotto choc e fratturate) di essere passate col rosso. Dopo di che eroicamente se la squaglia. Un vero gentleman della strada.

Le tre ragazze se la caveranno con ricoveri in ospedale, convalescenze e riabilitazioni. Se la sono cavata, certo, ma il ricordo spaventoso della disavventura non sarà facilmente dimenticato.

Le statistiche vengono aggiornate e tutto resta come prima. Così ogni anno si contano 550 pedoni e circa 300 ciclisti vittime degli automobilisti. È la vita: il più grosso ammazza il più piccolo nella giungla delle strade italiane, nell’inerzia delle autorità nazionali e locali.

D’altronde, l’identikit del pirata stradale modenese non è quello di un marziano, ma di un italiano normale che non desidera ostacoli fra sé e la sua meta. Fa parte di quella nutrita schiera (60% degli automobilisti) che in Italia non riconosce la precedenza ai pedoni e ai ciclisti sugli attraversamenti, in barba alle norme. E che sia avvenuto a Modena non è così strano, visto che da anni la politica municipale della mobilità è risolutamente autocentrica.

Dunque, largo alle auto. E chi se ne frega se pedoni e ciclisti vengono percepiti come fantasmi. Tanto nessuno se ne preoccupa. Buon 2015!

Giuseppe Marano
www.modenainbici.it

Se il Consiglio dimentica i furti di bici …

catena furti bici

catena furti bici

Nella seduta del 1 dicembre 2014, il Consiglio Comunale di Modena ha approvato importanti mozioni riguardanti la mobilità sostenibile: istituzione del senso unico eccetto bici, nuove zone a 30 km/h e pedonalizzazione delle aree circostanti le scuole. La Fiab Modena ha accolto con soddisfazione le mozioni approvate e si augura che vengano seguite da interventi concreti.

Purtroppo il Consiglio ha dimenticato un tema di vitale importanza per i ciclisti: i furti di biciclette. Le stime della Fiab parlano chiaro: annualmente a Modena vengono inghiottite nella voragine dei furti circa 5.000 bici, per un danno economico di almeno mezzo milione di euro. Subito dopo quello della sicurezza stradale, esso costituisce la massima preoccupazione dei ciclisti e certamente un grave motivo di limitazione dell’uso della bici per numerose persone.

La dimenticanza del Consiglio rispecchia il sentimento di diffusa rassegnazione sulla risolvibilità del problema. In realtà, oltre che negli aspetti relativi al comportamento inadeguato dei ciclisti, esso andrebbe affrontato nei suoi aspetti economici, la ricettazione, che ne giustificano la pratica. All’inizio del 2012, la Fiab ha sottoposto a tutte le forze dell’ordine, alla Prefettura e al Comune di Modena il progetto B.U.S (Biciclette Usato Sicuro) con cui promuovere il mercato legale delle bici usate, isolando e contrastando la rete commerciale della ricettazione. Pur avendo ricevuto un ampio consenso, a causa del terremoto il progetto non è stato ancora realizzato.

Una prima iniziativa concreta potrebbe consistere nel promuovere una mozione in Consiglio Comunale che richieda all’Amministrazione un progetto organico in questo settore, articolato in più azioni fra cui il progetto B.U.S. che, a fronte di un basso costo, promette sicuri vantaggi per i cittadini.

Ciclabilità a Modena: quante difficoltà!

ciclabile ad ostacoli

ciclabile ad ostacoli

Mentre Modena soffoca in una nuvola di smog, per il 73% generata dal traffico, invece di promuovere le modalità di spostamento ecologiche, l’assessore comunale alla “mobilità automobilistica”, Gabriele Giacobazzi, si dà molto da fare per complicare la vita ai ciclisti.

Raggiungere il centro dalla periferia in bicicletta è sempre più difficile e pericoloso: provenendo da Marzaglia sulla Emilia Ovest si deve transitare nel pericoloso sottopasso della nuova ferrovia, perché da oltre due anni non viene aperto la ciclabile esistente; la nuova pista ciclabile sulla via Giardini imporrà ai ciclisti di passare da una parte all’altra della strada; per raggiungere il centro da Buon Pastore si può scegliere tra un giro vizioso di sensi unici e il rischio della contravvenzione; da via Vignolese è meglio non provarci nemmeno e da Est, quando sarà realizzata la pista su un solo lato sulla via Emilia, occorrerà circolare un po’ di qua e un po’ di là della strada.

Per gli abitanti dei quartieri nord la circolazione non è meno ardua. L’assessore ha spolverato l’ipotesi di una pista ciclabile (perché una sola?) sul cavalcavia Cialdini, inutilmente richiesta dalla FIAB nel 2010. Ma qualche giorno dopo, visto il traffico nei pressi di una nuova attività commerciale vicino al Mef, ha lanciato l’idea di cancellare la più trafficata pista cittadina sul vicino cavalcavia della Maserati. Dell’accesso naturale per i ciclisti attraverso il cavalcavia Mazzoni nemmeno l’ombra.

Manca solo che, per fare cassa, imponga ai ciclisti il balzello medievale di un fiorino…

Giorgio Castelli
Presidente Fiab Modena

Il tavolo della mobilità del Comune di Modena

rossella_associazioni_mobilitaLa Giunta di Modena ha istituito il “Tavolo di consultazione per la mobilità urbana”, rispettando un impegno assunto dal Sindaco in campagna elettorale.

Come si può immaginare il Coordinamento per la Mobilità Nuova e la FIAB che ne fa parte hanno espresso soddisfazione perché era una nostra esplicita richiesta.

Ma l’entusiasmo si è spento già al primo incontro perché l’assessore Giacobazzi ha presentato il progetto di ciclabile della via Emilia, precisando che era già stato concordato con i commercianti e che doveva essere approvato per non perdere il finanziamento.

Un tavolo prendere o lasciare, al quale sono invitate le 10 associazioni del Coordinamento e altre 42 organizzazioni, ma mancano l’ACI, AMO, SETA, FER, TPER, COTAMO ed altri importanti attori della mobilità.

Nel segnalare tale assenza abbiamo chiesto di definire prioritariamente le finalità del tavolo, le modalità di partecipazione, di definizione del programma dei lavori e di invio della documentazione.

La FIAB ha poi consegnato l’elenco delle principali questioni sospese, che attendono ancora una risposta: l’accesso facilitato al centro storico, il collegamento con la Sacca, il contrasto ai furti di biciclette, l’eliminazione delle interruzioni e degli ostacoli sulle piste, l’apertura della pista del sottopasso di Cittanova sulla via Emilia chiuso da due anni, la realizzazione di parcheggi per biciclette nei centri commerciali e nei servizi, ridurre la velocità a 30 km/ora nelle zone residenziali.

Attendiamo risposte concrete sperando che il Tavolo diventi lo strumento per raccogliere i bisogni dei cittadini e non un luogo di validazione di scelte costruite in altri luoghi.

Non si possono spendere risorse pubbliche per il trasporto collettivo e la mobilità dolce pensando solo agli interessi di bottega.

Incidenti stradali: una strage infinita

incidente con bicicletta

incidente con bicicletta

Gli incidenti stradali continuano a rappresentare un enorme problema irrisolto, particolarmente a Modena. Lo conferma l’ultimo studio pubblicato da ACI-Istat sull’incidentalità del 2013, che ci consegna dati ancora una volta drammatici: 1.254 sinistri, 15 morti e 1.679 feriti. I danni materiali globali conseguenti sono stimati in oltre 250 milioni di euro.

La velocità eccessiva continua a rappresentare di gran lunga -a pari merito con la distrazione- il principale fattore degli incidenti (25% del totale). Le associazioni ambientaliste e gli esperti da tempo la considerano l’elemento chiave su cui intervenire per contrastare il fenomeno.

Dopo aver migliorato le tecniche mediche e di pronto soccorso, come pure la sicurezza intrinseca degli autoveicoli, resta il fattore umano. Nello studio pubblicato, Aci propone di potenziare l’educazione stradale e la formazione. Queste azioni appaiono largamente insufficienti: si può davvero credere che il motivo principale degli incidenti sia la scarsa conoscenza del Codice della Strada?

Purtroppo, il problema riguarda la filosofia di gestione dello spazio pubblico. La politica del Comune di Modena ha consegnato le strade e le piazze agli autoveicoli, riducendo il diritto degli altri mezzi a circolare e parcheggiare e facendoli percepire come alieni.

Ciò ha pesato nel decidere le priorità e le caratteristiche tecniche degli investimenti nel settore della mobilità: mentre si realizza a tamburo battente il mega parcheggio Novi Park investendo 82 milioni di euro nei 41 anni del contratto Comune-gestore, si perdono anni per realizzare tratti di ciclabili in strade pericolose come Via Giardini o Emilia est, con progetti deludenti, dettati dalle direttive dei commercianti più retrivi.

Una città orientata al cambiamento dovrebbe muoversi diversamente da Modena, realizzando le zone a moderazione di traffico (30 km/h) nei quartieri residenziali, le rotatorie compatte, una più estesa pedonalizzazione del centro storico, una rete di ciclabili e pedonali ben collegati e con diritto di precedenza, una segnaletica che consenta alle bici di circolare nei sensi unici per le auto, nuovi servizi per proteggere le bici dai furti, attraversamenti ciclabili e pedonali ampi e prioritari sulle automobili, un adeguamento del servizio di trasporto pubblico.

Una più spiccata promiscuità degli utenti della strada e nuove regole del gioco, incentrate non sul potere del più forte ma sui diritti dei più deboli e rispettosi dell’ambiente, produrrebbe certamente una riduzione della velocità e dell’inquinamento. L’obiettivo finale da perseguire è la riduzione dell’uso degli autoveicoli negli spostamenti urbani a favore degli altri mezzi di spostamento, dall’attuale 75% al 35%-40%, dando spazio alle modalità di spostamento ecologiche.

Giorgio Castelli
Giuseppe Marano

Via Emilia est: se il ciclista invoca “fate presto”

rossella-bici-a-ostacoliMercoledì 10 dicembre un quotidiano cittadino ha pubblicato la lettera di un lettore (ff) titolata “Ciclabili, fate presto”. Il lettore faceva riferimento alla carenza di ciclabili in una strada pericolosa e trafficatissima (Emilia est), particolarmente nel tratto fra Viale Menotti e Via Campi.

Possiamo tranquillizzare il signor f.f.: facendo propria la posizione di un pugno di commercianti ecologisti, dotati di una visione civica disinteressata e d’avanguardia, il Comune realizzerà un tratto di ciclabile in Via Emilia est. Certo, sarà su un solo lato (nord), lasciando sguarnito l’altro lato (sud), non ricongiungerà i 9 tratti di ciclabile esistenti, tutti diversi l’uno dall’altro, costruiti senza un disegno unitario in una strada peraltro amplissima … Pazienza, il mondo non è perfetto.

D’altronde, il signor f.f. riconoscerà agevolmente che, nel progettare l’intervento, l’Amministrazione ha tenuto in debito conto le sue esigenze di salute e sicurezza: egli infatti potrà esibirsi in uno slalom quotidiano fra un tratto e l’altro di ciclabile, ora a destra ora a sinistra della strada, oplà!, schivando agevolmente i pochi autoveicoli circolanti, rinvigorendo i muscoli e respirando l’aria purissima della zona.

Non pago di tanto risultato, il Comune si è strenuamente battuto per due iniziative decisive finalizzate alla mobilità sostenibile e alla sicurezza dei ciclisti come il signor f.f.,: la realizzazione della Bretella Sassuolo-Campogalliano e la Cispadana. Troppa grazia, e tutta d’un colpo!

Animo, signor f.f., sia ottimista: detto da ciclista a ciclista, pedalare a Modena sarà sempre più facile, sicuro e divertente, e naturalmente ecologico!

Giuseppe Marano
www.modenainbici.it

Abbiamo pubblicato il Calendario ed il Programma Attività 2015

Sono stati distribuiti alla festa degli auguri di fine anno, il nuovo calendario e il pieghevole delle attività per il 2015. Nelle prossime settimane arriverà insieme al primo “infobici” del 2015. Chi vuole scaricare una copia digitale in PDF può farlo qui sotto. Diffondete e … partecipate!

Depliant Attività 2015 FIAB Modena

Pieghevole Attività 2015 FIAB Modena

Calendario 2015 FIAB Modena

Calendario 2015 FIAB Modena

Per partecipare alle gite è necessario contattare i referenti, essere in buone condizioni fisiche ed avere una bicicletta efficiente. Le gite sono rivolte ai soci Fiab che contribuiranno alle spese sostenute dall’Associazione e l’assicurazione. Il tesseramento 2015 si può fare durante le gite, in sede, oppure on line  compilando questa form.

II costi annuali della tessera sono:

  • 5 euro socio junior fino a 14 anni
  • 20 euro socio ordinario
  • 25 euro socio ordinario + abbonamento rivista BC
  • 30 euro socio sostenitore
  • 35euro socio sostenitore + abbonamento rivista BC.

Nella quota sono compresi il periodico Infobici e la polizza assicurativa annuale RC.

Parcheggiare la bici? Mica facile…

catena furti bici

catena furti bici

I Modenesi posseggono 115.000 autoveicoli (650 x 1.000 abitanti) e oltre 200.000 biciclette (1.111 x 1.000 abitanti). Come mai però effettuano il 75% degli spostamenti urbani (molti inferiori ai 3 km) in auto contro il 10% in bici?

La domanda non è oziosa, visto che questo modello autocentrico di mobilità contribuisce a fare dell’area padana la più inquinata d’Europa, provocando un’elevata mortalità e gravi patologie.

La risposta è multipla: i fattori negativi sono l’insicurezza stradale, i furti e l’incompletezza della rete ciclabile. Nell’inibire un maggior uso della bici c’è però anche la difficoltà di trovare un parcheggio dignitoso, accessibile e sicuro in prossimità della meta prescelta.

Lo squilibrio fra domanda e offerta di parcheggi bici è risultato da un rilievo effettuato dalla Fiab pochi anni fa nei principali poli attrattori della città: 5.000 posti bici sono garantiti da rastrelliere obsolete, spesso collocate in modo irrazionale o opportunistico (interdire il parcheggio di auto davanti ai negozi). Di questi solo 2.400 sono stati sostituiti con portabici “Modena” (quelli a P). I depositi protetti e custoditi offrono meno di 500 posti.

La disattenzione del Comune di Modena è clamorosa: un regolamento che prescrive come realizzare i parcheggi e quali portabici usare è ignorato dagli stessi uffici comunali, che infatti continuano a collocare rastrelliere inadeguate e insicure (es. scuola media Marconi in Largo Pucci). È chiaro che non esistono né una vera strategia per i parcheggi bici né i necessari finanziamenti per realizzarli, a differenza dei parcheggi auto (es. i milioni per il Novi Park).

Giuseppe Marano
www.modenainbici.it