Il GRAB: la capitale si muove (in bici)

GRAB Roma

GRAB Roma

Dopo Mestre, Reggio Emilia e Bologna, anche la capitale comincia a pedalare verso la mobilità ciclistica con un primo nucleo di programma organico. È stato infatti lanciato il progetto GRAB (Grande Raccordo Anulare delle Biciclette), un intervento destinato a mettere a sistema ciclabili esistenti o in progetto per i collegamenti est-ovest e nord-sud della città, per un totale di 44,2 km di percorsi.

Naturalmente, nessuno si illude che questo progetto possa risolvere istantaneamente i problemi della mobilità nella metropoli romana, che pure vede una percentuale di uso delle automobili nettamente inferiore a quella di Modena, grazie soprattutto al trasporto pubblico urbano.

Quello che colpisce favorevolmente è la scelta strategica di individuare direttrici di collegamento in alcuni quadranti della città, evitando la costruzione di tratti indipendenti al di fuori di una logica di trasporto urbano efficiente.

Questo approccio strategico è finora mancato a Modena. Dopo anni di sollecitazioni, nel gennaio scorso l’Amministrazione comunale ha presentato un Piano della Mobilità Ciclistica che doveva costituire -nelle intenzioni dichiarate dal Sindaco- un punto di svolta per la promozione della mobilità ciclistica e la tendenziale riduzione di quella automobilistica. Purtroppo, in una città con oltre 200 km di ciclabili il Piano -che nel frattempo è evaporato dalla discussione pubblicaevita clamorosamente di affrontare i nodi della mancanza o carenza di ciclabili nelle direttrici chiave della città: Emilia Ovest (dalla Bruciata alla Madonnina), Corassori (nell’ultimo tratto verso Giardini), Morane, Vignolese, il tratto centrale di Nonantolana, Gramsci, Canaletto, Amendola-Don Minzoni-Gobetti (completamento).

E dunque ci si chiede: a che serve un Piano del genere?

Giuseppe Marano

Cerchiamo bici da donna inutilizzate da recuperare e regalare

rossella-donne-straniereAPPELLO AI SOCI

Anche quest’anno si é concluso con successo il primo dei due corsi annuali che la Fiab promuove per  insegnare alle donne straniere l’uso della bicicletta.

Agli incontri hanno partecipato nove donne di diversa nazionalità, affiancate da un gruppo di volontarie che hanno reso possibile il loro percorso di avvicinamento alla bicicletta.

Completato il corso, abbiamo però bisogno di aggiungere un ulteriore tassello per permettere alle future cicliste urbane di rendersi autonome utilizzando la bici.

Per questo rivolgiamo un appello ai soci ed ai simpatizzanti affinché ci aiutino a recuperare delle biciclette da donna che “riposano” magari nei loro box o cantine in quanto non più utilizzate.

La Fiab le rimetterà in uso, riparandole laddove necessario e le consegnerà, attraverso la intermediazione della Casa delle Donne a coloro che hanno frequentato il corso.

Per comunicare con noi telefonare ore serali a:

Luana      3384882782
Gabriella 3332897771
Diana       3474506510

 

Troppa velocità sulle strade italiane

rossella-auto-biciSi è tenuta fra giovedì 16 e venerdì 17 aprile in tutta Europa la Speed Marathon,  un’iniziativa di sensibilizzazione contro l’eccesso di velocità sulle strade cui hanno partecipato gli agenti delle polizie continentali. I risultati sono stati rilevanti: solo in Italia sono state rilevate 8.000 infrazioni e ritirate 166 patenti per eccesso di velocità.

La velocità è il grande killer nelle strade, insieme al mancato rispetto delle regole di precedenza e delle distrazioni alla guida, causando circa 3.500 vittime solo nel nostro Paese, per non citare i feriti, i mutilati e i costi finanziari. Due terzi degli incidenti si verificano nelle aree urbane, che si dimostrano le più rischiose. Qui dunque occorre attuare lo sforzo maggiore per ridurre gli incidenti e le vittime.

Per conseguire risultati concreti, è necessario riconvertire le politiche di governo locale del traffico, generalmente orientate a favore dell’automobile, promuovendo la mobilità sostenibile: incentivare l’uso dei mezzi ecologici in alternativa all’auto, costosa ed inquinante.

Le misure coerenti con questo obiettivo sono ben note e praticate nelle città più moderne: sviluppare il trasporto pubblico e favorire l’uso della bicicletta, diffondere le zone a 30 km/h nei quartieri residenziali, estendere la tariffazione della sosta e l’impiego delle moderne tecnologie per rilevare e sanzionare le infrazioni. A livello nazionale, occorre che il nuovo Codice della Strada preveda due reati chiave: l’omicidio stradale e l’ergastolo della patente contro chi uccide in strada.

Giuseppe Marano
www.modenainbici.it

In morte di Matteo T., 15 anni

incidente con bicicletta

incidente con bicicletta

Da padre mi ha colpito molto la morte di un quindicenne sulle strisce pedonali, travolto da un motociclista. A prescindere di chi sia la responsabilità dell’incidente, mi sembra che si possa già affermare con certezza di chi sia quella sugli effetti mortali, da suddividere in parti uguali tra velocità e l’infrastruttura che doveva proteggere il pedone/ciclista.

Rispettare i limiti implica avere molte più probabilità di evitare l’impatto o di ridurne di molto gli effetti. Ed invece una superstrada a 4 corsie dritta e larga per 2 km induce tutti noi automobilisti a superare regolarmente ed abbondantemente i limiti di velocità. Anche perché l’impianto semaforico a chiamata non è uno scudo spaziale che evita qualsiasi danno, e non ripara agli errori di un ragazzino distratto o di un anziano traballante. In quel punto, quel passaggio pedonale semaforizzato è una classica trappola dove l’utente debole si sente al sicuro, mentre invece è in balia degli eventi.

D’altronde non c’è incrocio di Viale Italia, Cavalcavia Cialdini o Via Montecuccoli che non abbia il suo morto. Allora cosa aspettiamo a mettere davvero in sicurezza gli attraversamenti e restringere le carreggiate di queste autostrade cittadine? In alternativa, togliamo pure quei passaggi pedonali.

Ermes Spadoni
www.modenainbici.it

MARC CHAGALL, Mi è rimasto nel cuore …

chagall - milano

chagall – milano

ARTEBICI
MARC CHAGALL – UNA RETROSPETTIVA 1908-1985
18 GENNAIO 2015

Mi è rimasto nel cuore …
Diana Altiero

Ci sono mostre che ci sorprendono e ci emozionano come mai altre, così capita anche che alcuni quadri, visti dal vero, ci rimangano nel cuore più di altri.
Della mostra retrospettiva di Chagall a Milano mi è rimasto nel cuore “La passeggiata”, lei in volo con la mano appoggiata su quella di Chagall. Due mani accostate, educate, rispettose, ispiratrici e che fanno volare entrambi. Lui pronto a spiccare il volo, lei già in volo ma … in attesa che lui la segua, uno scambio tra amanti.

Mi è rimasto nel cuore anche “Il compleanno”, lui che, svolazzando allegramente, si contorce a baciare lei che gli ha appena regalato un mazzo di fiori. Per Chagall l’amore fu sempre al centro della sua vita affettiva e professionale.

Più in generale, mi è rimasta nel cuore la capacità di Chagall di dipingere liberamente, aldilà di ogni canone e senza perdere in naturalezza e semplicità, cogliendo spunto dalla vita reale ricca di episodi al limite del fantastico.

Non ultimo, mi è rimasto nel cuore il viaggio di ritorno in treno che da Milano ci ha riportato a Modena. Uno scambio di commenti sulla mostra appena visitata ha innescato l’interesse di un’altra passeggera a noi sconosciuta, e l’avvio di un piacevole scambio di opinioni/informazioni su vari argomenti compresa la simpatica disputa storica tra reggiani e modenesi conclusasi con un pareggio.
Evviva Chagall!

Una domenica ecologica … e poi?

domeniche ecologiche FIAB

domeniche ecologiche FIAB

Domeniche ecologiche? Nelle nostre città l’aria è così inquinata da creare problemi alla salute dei cittadini. Per questo motivo la Comunità Europea ha imposto alla Regione il pagamento di multe e l’obbligo di adottare una serie di provvedimenti.

La Regione, tra le varie iniziative messe in campo, ha chiesto ai Comuni di organizzare tre domeniche in cui ridurre il più possibile l’uso dell’auto in città, avendo accertato che l’automobile è una delle principali cause dell’inquinamento urbano.

Queste giornate, definite “Domeniche ecologiche”, a Modena sono organizzate con iniziative che coinvolgono varie associazioni che, per l’occasione, svolgono attività ludiche, sportive e commerciali.

La FIAB, invece, ritiene che le “domeniche ecologiche” devono essere momenti in cui fare proposte e coinvolgere i cittadini su come operare per migliorare la qualità dell’aria attraverso un reale sostegno alla mobilità sostenibile.

Con questa motivazione, durante le domeniche ecologiche, ci siamo confrontati in piazza con i cittadini su tre nostre proposte: ampliamento della zone con moderazione del traffico in città (zone 30), contrasto ai furti di biciclette, modifiche alla segnaletica per favorire l’accessibilità al centro storico in bici.

Le proposte che abbiamo portato avanti hanno costi di realizzazione irrisori per l’Amministrazione, richiedono solo la volontà politica di attuarle e, in questo modo, favorire la mobilità sostenibile ed il miglioramento della qualità dell’aria nella nostra città.

A scuola di bici

corso ciclomeccanica

corso ciclomeccanica

CORSO DI MECCANICA E CICLOTURISMO
9, 16, 23 FEBBRAIO 2015

A scuola di bici
(*) Piero Busso

Modesto cicloturista da sempre, ho partecipato quest’anno al corso di ciclo meccanica organizzato dalla FIAB di Modena e tenuto dal chiarissimo Giorgio Castelli, al fine di acquisire quel minimo di conoscenze meccaniche per poter almeno “tornare a casa” in caso di guasto alla bici. Eccomi per tre serate in un garage / officina ad iniziare il corso in compagnia di variegata scolaresca.

Le prime due lezioni hanno carattere pratico, supportate però da brevi nozioni teoriche necessarie per scegliere il giusto materiale di scorta (non dobbiamo ad esempio trovarci, nel momento del bisogno, con la camera d’aria o la pompa sbagliata); tutti effettuiamo prove pratiche di riparazione di foratura sotto l’occhio vigile del maestro e dei suoi collaboratori, che lasciano fare ma intervengono quando necessario (così al momento del rimontaggio di un copertone mi trovo con le unghie che rischiano di spezzarsi; il buon Giorgio, sempre vigile, mi mostra la posizione corretta delle mani…).

Si parla di tutti i componenti della bici, della loro manutenzione e regolazione; così regoliamo i freni della bici di un partecipante (che finalmente smettono di far rumore in frenata…), impariamo a sostituire i cavi dei freni (ma pure i cavi dobbiamo saper sostituire per poter “tornare a casa”?), impariamo a regolare il cambio e il deragliatore (finalmente in salita la mia catena non salterà più da un pignone a un altro…), così come la lunghezza dei cavi e della guaina (perché i cavi si allungano e le guaine si accorciano, o è viceversa? devo ripassare…).

Eccoci ora alla terza serata finale, di carattere teorico, incentrata sul viaggio in bici, sull’equipaggiamento e sulla filosofia del viaggio; “meno roba si porta, più si è leggeri, più si gode il viaggio e più si è liberi…” è il concetto trasmesso; Beppe, aiutante teacher, ci mostra la sua piccola borsa da viaggio contenente però tutto quanto può servire per un viaggio anche di alcune settimane (così dice!) e capace anche di trasformarsi in cisterna d’acqua e oggetto di segnalazione notturna!; così Beppe estrae dalla piccola borsa, senza interruzione, materiale ripiegato con cura ed astuzia, tanto che pare faccia giochi di prestigio…; ci vengono anche impartiti preziosi consigli: “… con il caldo sotto la pioggia meglio stare quasi nudi e conservare i vestiti asciutti per la sera…” (finalmente le mie serate, tutto inzuppato con i vestiti pure bagnati, saranno solamente un lontano ricordo).

Il corso volge al termine, sono molto soddisfatto, mi sentirò più sicuro nei vagabondaggi in bici, nessuna critica… anzi no; una serata aggiuntiva di carattere ancora pratico sarebbe la benvenuta.

Comunque mi sono già messo in lista per il prossimo anno; frequenterò come ripetente (Giorgio, mi farai un piccolo sconto ?).

Ciclisti maleducati o cittadini che cercano di sopravvivere?

rossella-auto-bici

auto e bici

I pedoni e i ciclisti sono sicuramente le specie urbane più adatte all’habitat cittadino, perché non inquinano e non ingombrano lo spazio pubblico, ma questo non li autorizza a comportarsi in modo maleducato. Anzi il comportamento poco rispettoso di alcuni (probabilmente poco civili anche quando guidano altri mezzi) diventa il pretesto per demonizzarne l’intera categoria e serve a nascondere le responsabilità di una gestione della mobilità centrata solo sulle auto.

Vi sono tuttavia alcuni comportamenti “al limite” dei ciclisti che non possono essere confusi con la maleducazione stradale,  perché consentono loro di sopravvivere in un territorio ostile.

Come si possono biasimare i ciclisti che:

  • pedalano un po’ distante dal bordo strada per evitare i pozzetti stradali e gli sportelli della auto aperti sbadatamente
  • vanno sul marciapiede lungo strade a scorrimento veloce per salvarsi dalle auto
  • superano le auto ferme ai semafori per partire davanti all’arrivo del verde
  • attraversano in bicicletta i passaggi pedonali che uniscono due piste ciclabili
  • vanno in entrambi sensi di marcia nelle strade urbane a senso unico per le auto, per evitare di raddoppiare le distanze.

Tutti questi casi, più che rappresentare comportamenti scorretti dei ciclisti, denunciano una errata gestione della mobilità urbana, centrata solo sulle esigenze delle auto.

Sono infatti situazioni facili da superare con provvedimenti ormai diffusi in molte altre città europee e ampiamente collaudati:

  • tracciatura di fasce protette al lato destro della strada
  • dotazione di piste ciclabili sulle strade principali di accesso alla città
  • inserimento di “case avanzate per ciclisti” nei principali incroci semaforizzati
  • tracciatura di passaggi ciclabili negli attraversamenti e negli incroci semaforizzati per dare continuità ai percorsi ciclabili
  • previsione di “sensi unici eccetto bici” dove le dimensioni delle strade lo consentono.

Vi è una responsabilità ancora maggiore se, dichiarando di aiutare i ciclisti, si sceglie di rubare lo spazio dei marciapiedi per inserire una pista ciclabile striminzita e promiscua o, peggio ancora, stalli di sosta per le auto.

Sono i ciclisti i maleducati o i gestori irresponsabili della vita e della salute dei propri cittadini?

Riprendiamoci gli spazi della socialità

città assediata

città assediata

Riprendiamoci gli spazi della socialità
(*) Giorgio Castelli

Le nostre città appaiono segnate da due problemi: la microcriminalità che mina la sicurezza urbana e lo stillicidio degli incidenti stradali. Le ricette sono sempre le stesse: più agenti nelle strade e maggiori controlli, magari con l’ausilio di gruppi di volontari, ma il senso di insicurezza permane. Intanto i cittadini dormono in quartieri deserti durante il giorno, mangiano vicino al luogo di lavoro, comprano nei centri commerciali e si svagano in auto o nei “divertimentifici”.

La nostra vita si svolge all’interno della brown cloud, la nuvola di smog sulla Pianura Padana che, secondo gli esperti è generata per più del 70% dall’inquinamento da traffico. Per respirare meglio alcuni ristrutturano case in campagna o in collina in cerca di natura, così intasano due volte al giorno le strade di accesso alle città e sprecano ogni giorno due ore della propria vita in auto.

Le Amministrazioni investono le scarse risorse disponibili nella costruzione di nuove strade e autostrade, motivandole con previsioni di traffico vecchie e gonfiate. Anzi, non avendo risorse disponibili, utilizzano concessioni e convenzioni coi costruttori, impegnando anche i soldi dei nostri figli. I cittadini, privi di speranze, chiedono nuove strade veloci, ma lontane dalle proprie abitazioni. Il traffico è odiato e temuto da tutti, ma viene considerato un effetto collaterale e inevitabile della vita in città.

In campagna elettorale tutti promettono città smart, con tanto di nuvola informatica per internet (cloud), ma intanto respiriamo tutti i giorni la “brown cloud” di smog.

Sembra che non vi sia la capacità di immaginare una mobilità più equilibrata e meno autocentrica, mentre altre città italiane ed europee, grandi e medie, investono idee e risorse per spostare quote di mobilità dalle automobili private ai mezzi pubblici, alle biciclette e alla pedonalità.

Queste città moderne (cioè “attuali” nel significato originale del termine) agiscono su cinque filoni di intervento: incremento delle strade pedonali nei centri urbani e nelle zone residenziali, allargamento dei marciapiedi, diffusione delle zone a 30 km/h nei quartieri residenziali, dotazione di servizi per i ciclisti (depositi, parcheggi, trasporto delle biciclette sui mezzi pubblici extraurbani), miglioramento dell’efficienza del trasporto pubblico con aumento del confort dei mezzi e delle fermate, riduzione degli spazi pubblici occupati dalle auto in transito e in sosta.

Sul piano urbanistico le stesse città accompagnano la riqualificazione dello spazio pubblico con la realizzazione di fabbricati con piani terra ricchi di attività commerciali di qualità, abbandonando la cultura dei centri commerciali ormai obsoleti.

Le strade e gli spazi pubblici ritornano così ad essere il luogo sicuro dell’incontro, della socialità e della bellezza che tutto il mondo ci ha sempre invidiato, perché il “compito della politica pare essere soprattutto il creare amicizia tra i cittadini, cioè legame sociale” (Aristotele).

Codice della Strada: good news dal Parlamento

Zona 20 - Città Moderna

Zona 20 – Città Moderna

Buone nuove dal Parlamento: la riforma del Codice della Strada, il cui iter è iniziato nell’ottobre 2014, è in dirittura d’arrivo, essendo stata licenziata dalla Commissione Trasporti della Camera una proposta che sintetizza 22 bozze di legge. La riforma dovrà ora passare alla discussione e approvazione in aula.

L’evento riveste un notevole interesse per tutti gli utenti della mobilità, e in particolare per i ciclisti. Fra le altre norme, emerge per importanza una misura che responsabilizza gli automobilisti: l’ergastolo della patente. La patente viene revocata nel caso sia commesso l’omicidio colposo in stato di ebbrezza o di alterazione psicofisica. Se il conducente non è provvisto di patente, non potrà più ottenerla.

Di una seconda importante misura caldeggiata da molte forze politiche, il reato di omicidio stradale, per il momento escluso dal testo approvato, c’è un generale impegno a reinserirlo durante la discussione in aula.

I ciclisti vedono premiati i loro sforzi, tesi ad adeguare le regole della circolazione per promuovere la mobilità sostenibile, vedendo accolte due norme: il senso unico eccetto bici e la sosta sui marciapiedi e nelle zone pedonali delle biciclette.

Per la prima norma, viene prevista la condizione del limite di velocità entro i 30 km/h nei centri urbani. Per renderla operativa, occorre un’ordinanza comunale e l’aggiunta ai segnali di senso unico del pannello integrativo “a eccezione dei velocipedi”.

Per la seconda, è consentita in mancanza di parcheggi bici nelle vicinanze e a condizione di non intralciare il flusso dei pedoni e dei disabili.

Pur tra tanti limiti, se approvata la riforma del Codice lo renderebbe meno autocentrico. Naturalmente, restano invariate tutte le altre condizioni, a carattere locale, per conseguire la riduzione dell’uso dell’automobile a favore dei mezzi ecologici.

Giuseppe Marano
www.modenainbici.it