Una domenica ecologica … e poi?

domeniche ecologiche FIAB

domeniche ecologiche FIAB

Domeniche ecologiche? Nelle nostre città l’aria è così inquinata da creare problemi alla salute dei cittadini. Per questo motivo la Comunità Europea ha imposto alla Regione il pagamento di multe e l’obbligo di adottare una serie di provvedimenti.

La Regione, tra le varie iniziative messe in campo, ha chiesto ai Comuni di organizzare tre domeniche in cui ridurre il più possibile l’uso dell’auto in città, avendo accertato che l’automobile è una delle principali cause dell’inquinamento urbano.

Queste giornate, definite “Domeniche ecologiche”, a Modena sono organizzate con iniziative che coinvolgono varie associazioni che, per l’occasione, svolgono attività ludiche, sportive e commerciali.

La FIAB, invece, ritiene che le “domeniche ecologiche” devono essere momenti in cui fare proposte e coinvolgere i cittadini su come operare per migliorare la qualità dell’aria attraverso un reale sostegno alla mobilità sostenibile.

Con questa motivazione, durante le domeniche ecologiche, ci siamo confrontati in piazza con i cittadini su tre nostre proposte: ampliamento della zone con moderazione del traffico in città (zone 30), contrasto ai furti di biciclette, modifiche alla segnaletica per favorire l’accessibilità al centro storico in bici.

Le proposte che abbiamo portato avanti hanno costi di realizzazione irrisori per l’Amministrazione, richiedono solo la volontà politica di attuarle e, in questo modo, favorire la mobilità sostenibile ed il miglioramento della qualità dell’aria nella nostra città.

A scuola di bici

corso ciclomeccanica

corso ciclomeccanica

CORSO DI MECCANICA E CICLOTURISMO
9, 16, 23 FEBBRAIO 2015

A scuola di bici
(*) Piero Busso

Modesto cicloturista da sempre, ho partecipato quest’anno al corso di ciclo meccanica organizzato dalla FIAB di Modena e tenuto dal chiarissimo Giorgio Castelli, al fine di acquisire quel minimo di conoscenze meccaniche per poter almeno “tornare a casa” in caso di guasto alla bici. Eccomi per tre serate in un garage / officina ad iniziare il corso in compagnia di variegata scolaresca.

Le prime due lezioni hanno carattere pratico, supportate però da brevi nozioni teoriche necessarie per scegliere il giusto materiale di scorta (non dobbiamo ad esempio trovarci, nel momento del bisogno, con la camera d’aria o la pompa sbagliata); tutti effettuiamo prove pratiche di riparazione di foratura sotto l’occhio vigile del maestro e dei suoi collaboratori, che lasciano fare ma intervengono quando necessario (così al momento del rimontaggio di un copertone mi trovo con le unghie che rischiano di spezzarsi; il buon Giorgio, sempre vigile, mi mostra la posizione corretta delle mani…).

Si parla di tutti i componenti della bici, della loro manutenzione e regolazione; così regoliamo i freni della bici di un partecipante (che finalmente smettono di far rumore in frenata…), impariamo a sostituire i cavi dei freni (ma pure i cavi dobbiamo saper sostituire per poter “tornare a casa”?), impariamo a regolare il cambio e il deragliatore (finalmente in salita la mia catena non salterà più da un pignone a un altro…), così come la lunghezza dei cavi e della guaina (perché i cavi si allungano e le guaine si accorciano, o è viceversa? devo ripassare…).

Eccoci ora alla terza serata finale, di carattere teorico, incentrata sul viaggio in bici, sull’equipaggiamento e sulla filosofia del viaggio; “meno roba si porta, più si è leggeri, più si gode il viaggio e più si è liberi…” è il concetto trasmesso; Beppe, aiutante teacher, ci mostra la sua piccola borsa da viaggio contenente però tutto quanto può servire per un viaggio anche di alcune settimane (così dice!) e capace anche di trasformarsi in cisterna d’acqua e oggetto di segnalazione notturna!; così Beppe estrae dalla piccola borsa, senza interruzione, materiale ripiegato con cura ed astuzia, tanto che pare faccia giochi di prestigio…; ci vengono anche impartiti preziosi consigli: “… con il caldo sotto la pioggia meglio stare quasi nudi e conservare i vestiti asciutti per la sera…” (finalmente le mie serate, tutto inzuppato con i vestiti pure bagnati, saranno solamente un lontano ricordo).

Il corso volge al termine, sono molto soddisfatto, mi sentirò più sicuro nei vagabondaggi in bici, nessuna critica… anzi no; una serata aggiuntiva di carattere ancora pratico sarebbe la benvenuta.

Comunque mi sono già messo in lista per il prossimo anno; frequenterò come ripetente (Giorgio, mi farai un piccolo sconto ?).

Ciclisti maleducati o cittadini che cercano di sopravvivere?

rossella-auto-bici

auto e bici

I pedoni e i ciclisti sono sicuramente le specie urbane più adatte all’habitat cittadino, perché non inquinano e non ingombrano lo spazio pubblico, ma questo non li autorizza a comportarsi in modo maleducato. Anzi il comportamento poco rispettoso di alcuni (probabilmente poco civili anche quando guidano altri mezzi) diventa il pretesto per demonizzarne l’intera categoria e serve a nascondere le responsabilità di una gestione della mobilità centrata solo sulle auto.

Vi sono tuttavia alcuni comportamenti “al limite” dei ciclisti che non possono essere confusi con la maleducazione stradale,  perché consentono loro di sopravvivere in un territorio ostile.

Come si possono biasimare i ciclisti che:

  • pedalano un po’ distante dal bordo strada per evitare i pozzetti stradali e gli sportelli della auto aperti sbadatamente
  • vanno sul marciapiede lungo strade a scorrimento veloce per salvarsi dalle auto
  • superano le auto ferme ai semafori per partire davanti all’arrivo del verde
  • attraversano in bicicletta i passaggi pedonali che uniscono due piste ciclabili
  • vanno in entrambi sensi di marcia nelle strade urbane a senso unico per le auto, per evitare di raddoppiare le distanze.

Tutti questi casi, più che rappresentare comportamenti scorretti dei ciclisti, denunciano una errata gestione della mobilità urbana, centrata solo sulle esigenze delle auto.

Sono infatti situazioni facili da superare con provvedimenti ormai diffusi in molte altre città europee e ampiamente collaudati:

  • tracciatura di fasce protette al lato destro della strada
  • dotazione di piste ciclabili sulle strade principali di accesso alla città
  • inserimento di “case avanzate per ciclisti” nei principali incroci semaforizzati
  • tracciatura di passaggi ciclabili negli attraversamenti e negli incroci semaforizzati per dare continuità ai percorsi ciclabili
  • previsione di “sensi unici eccetto bici” dove le dimensioni delle strade lo consentono.

Vi è una responsabilità ancora maggiore se, dichiarando di aiutare i ciclisti, si sceglie di rubare lo spazio dei marciapiedi per inserire una pista ciclabile striminzita e promiscua o, peggio ancora, stalli di sosta per le auto.

Sono i ciclisti i maleducati o i gestori irresponsabili della vita e della salute dei propri cittadini?

Riprendiamoci gli spazi della socialità

città assediata

città assediata

Riprendiamoci gli spazi della socialità
(*) Giorgio Castelli

Le nostre città appaiono segnate da due problemi: la microcriminalità che mina la sicurezza urbana e lo stillicidio degli incidenti stradali. Le ricette sono sempre le stesse: più agenti nelle strade e maggiori controlli, magari con l’ausilio di gruppi di volontari, ma il senso di insicurezza permane. Intanto i cittadini dormono in quartieri deserti durante il giorno, mangiano vicino al luogo di lavoro, comprano nei centri commerciali e si svagano in auto o nei “divertimentifici”.

La nostra vita si svolge all’interno della brown cloud, la nuvola di smog sulla Pianura Padana che, secondo gli esperti è generata per più del 70% dall’inquinamento da traffico. Per respirare meglio alcuni ristrutturano case in campagna o in collina in cerca di natura, così intasano due volte al giorno le strade di accesso alle città e sprecano ogni giorno due ore della propria vita in auto.

Le Amministrazioni investono le scarse risorse disponibili nella costruzione di nuove strade e autostrade, motivandole con previsioni di traffico vecchie e gonfiate. Anzi, non avendo risorse disponibili, utilizzano concessioni e convenzioni coi costruttori, impegnando anche i soldi dei nostri figli. I cittadini, privi di speranze, chiedono nuove strade veloci, ma lontane dalle proprie abitazioni. Il traffico è odiato e temuto da tutti, ma viene considerato un effetto collaterale e inevitabile della vita in città.

In campagna elettorale tutti promettono città smart, con tanto di nuvola informatica per internet (cloud), ma intanto respiriamo tutti i giorni la “brown cloud” di smog.

Sembra che non vi sia la capacità di immaginare una mobilità più equilibrata e meno autocentrica, mentre altre città italiane ed europee, grandi e medie, investono idee e risorse per spostare quote di mobilità dalle automobili private ai mezzi pubblici, alle biciclette e alla pedonalità.

Queste città moderne (cioè “attuali” nel significato originale del termine) agiscono su cinque filoni di intervento: incremento delle strade pedonali nei centri urbani e nelle zone residenziali, allargamento dei marciapiedi, diffusione delle zone a 30 km/h nei quartieri residenziali, dotazione di servizi per i ciclisti (depositi, parcheggi, trasporto delle biciclette sui mezzi pubblici extraurbani), miglioramento dell’efficienza del trasporto pubblico con aumento del confort dei mezzi e delle fermate, riduzione degli spazi pubblici occupati dalle auto in transito e in sosta.

Sul piano urbanistico le stesse città accompagnano la riqualificazione dello spazio pubblico con la realizzazione di fabbricati con piani terra ricchi di attività commerciali di qualità, abbandonando la cultura dei centri commerciali ormai obsoleti.

Le strade e gli spazi pubblici ritornano così ad essere il luogo sicuro dell’incontro, della socialità e della bellezza che tutto il mondo ci ha sempre invidiato, perché il “compito della politica pare essere soprattutto il creare amicizia tra i cittadini, cioè legame sociale” (Aristotele).

Codice della Strada: good news dal Parlamento

Zona 20 - Città Moderna

Zona 20 – Città Moderna

Buone nuove dal Parlamento: la riforma del Codice della Strada, il cui iter è iniziato nell’ottobre 2014, è in dirittura d’arrivo, essendo stata licenziata dalla Commissione Trasporti della Camera una proposta che sintetizza 22 bozze di legge. La riforma dovrà ora passare alla discussione e approvazione in aula.

L’evento riveste un notevole interesse per tutti gli utenti della mobilità, e in particolare per i ciclisti. Fra le altre norme, emerge per importanza una misura che responsabilizza gli automobilisti: l’ergastolo della patente. La patente viene revocata nel caso sia commesso l’omicidio colposo in stato di ebbrezza o di alterazione psicofisica. Se il conducente non è provvisto di patente, non potrà più ottenerla.

Di una seconda importante misura caldeggiata da molte forze politiche, il reato di omicidio stradale, per il momento escluso dal testo approvato, c’è un generale impegno a reinserirlo durante la discussione in aula.

I ciclisti vedono premiati i loro sforzi, tesi ad adeguare le regole della circolazione per promuovere la mobilità sostenibile, vedendo accolte due norme: il senso unico eccetto bici e la sosta sui marciapiedi e nelle zone pedonali delle biciclette.

Per la prima norma, viene prevista la condizione del limite di velocità entro i 30 km/h nei centri urbani. Per renderla operativa, occorre un’ordinanza comunale e l’aggiunta ai segnali di senso unico del pannello integrativo “a eccezione dei velocipedi”.

Per la seconda, è consentita in mancanza di parcheggi bici nelle vicinanze e a condizione di non intralciare il flusso dei pedoni e dei disabili.

Pur tra tanti limiti, se approvata la riforma del Codice lo renderebbe meno autocentrico. Naturalmente, restano invariate tutte le altre condizioni, a carattere locale, per conseguire la riduzione dell’uso dell’automobile a favore dei mezzi ecologici.

Giuseppe Marano
www.modenainbici.it

Corso Cavour: l’attacco alla ZTL continua

corso cavour

corso cavour

La riorganizzazione del traffico in Corso Cavour e nelle strade vicine attua una strategia dell’Amministrazione comunale in evidente contrasto con le recenti dichiarazioni del Sindaco sulla mobilità ciclistica in Consiglio Comunale, e costituisce un case study esemplare della comunicazione politica.

L’obiettivo del progetto di Corso Cavour è di favorire “l’uscita dei veicoli dal centro storico” e “massimizzare la possibilità di parcheggio”. In concreto, mentre si favorisce il movimento degli autoveicoli da Piazza Roma a Via Berengario, si pongono a pagamento 39 posti auto (fra vecchi e nuovi).

I risultati della manovra sono evidenti: aprire un altro pezzo di centro storico ai mezzi più inquinanti, le auto, agevolandone la circolazione e la sosta per i non residenti. Nel contempo, alcun miglioramento è previsto per i mezzi ecologici (ad es. nessun adeguamento dei parcheggi bici davanti all’ intasatissmo Liceo S. Carlo).

Queste iniziative seguono l’incompleta pedonalizzazione di Piazza Roma e l’eclissi totale della pedonalizzazione di Largo Sant’Agostino (disattendendo il Piano sosta del 2006). Inoltre, dettaglio non irrilevante, si è notato che i veicoli uscenti dal Novi Park su Via Berengario godono dell’agevolazione di un ciclo semaforico riservato (com’è possibile per un passo carraio privato?).

In occasione della presentazione del Piano della ciclabilità in Consiglio Comunale, il Sindaco, Giancarlo Muzzarelli, aveva dichiarato che il suo obiettivo è di ridurre l’uso dell’auto nella mobilità urbana e di incrementare quello dei mezzi ecologici. Lo spread fra finalità generali e prassi quotidiana non è mai stato più palese e stridente.

Giuseppe Marano
www.modenainbici.it

Da Ravenna a Comacchio: gallery della giornata

Viaggio in bicicletta in Bosnia Erzegovina: da Dubrovnik a Sarajevo

sarajevo dubrovnik

sarajevo dubrovnik

Dubrovnik – Sarajevo: Bosnia-Erzegovina in bicicletta

Oltre 300 km in bicicletta nel cuore della storia d’Europa, dai paesaggi lunari dell’Erzegovina alle montagne incontaminate del Prenj. Arriveremo a Sarajevo dopo avere attraversato boschi e costeggiato fiumi, visitato antiche necropoli e ammirato il ponte di Mostar ricostruito. Un viaggio tra natura incontaminata, sapori genuini e suggestioni letterarie. Un percorso naturalistico e culturale nel cuore del “secolo breve”, che inizia a Sarajevo nel 1914 con l’assassinio di Francesco Ferdinando e termina con le guerre di dissoluzione della Jugoslavia negli anni ’90.

Il viaggio, ideato da Viaggiare i Balcani e organizzato da Verde Natura, di 8 giorni e 7 notti, è proposto per gruppi di almeno 9 cicloturisti con un buon allenamento. I mesi consigliati sono: maggio, giugno, settembre, ottobre. Le date saranno definite in base alle richieste del gruppo. È possibile ottenere preventivi personalizzati per il trasferimento dall’Italia a Dubrovnik e il rientro da Sarajevo in Italia.

A questo link il programma completo del viaggio:
http://issuu.com/giuliabondi/docs/proposta_viaggio_bosnia_-_dubrovnik

Giornata FAI di Primavera: cosa abbiamo visto?

Ecco un racconto fotografico della giornata FAI di primavera alla Stazione Piccola di Modena

Mobilità urbana sostenibile: tra il dire e il fare …

ciclabile ad ostacoli

ciclabile ad ostacoli

L’assessore Sitta sosteneva che la mobilità pedonale e ciclabile doveva avere la priorità nelle politiche dell’Amministrazione, e intanto impegnava l’introito della sosta a pagamento dei prossimi quattro decenni per far arrivare tutti in auto in centro nel Novi Park, con tanto di navetta gratuita per piazza Grande.

Il suo successore Giacobazzi, dopo aver già dato prova di scarso interesse verso la mobilità sostenibile nella giunta Pighi, guarda la mobilità dal cruscotto della propria auto e propone come azione fortemente innovativa di chiamare il Novi Park “Parcheggio del Centro”. Nel frattempo dichiara: “Per noi è fondamentale favorire chi si sposta in centro sulle due ruote”.

In coerenza con questa visione promozionale della mobilità ciclistica, progetta piste ciclabili costose e contorte, rende difficile l’accesso al centro ai ciclisti, non fa nulla per migliorare la pedonalità e, last but not least, dissemina paletti e transenne sulle piste ciclabili. Di recente ha fatto installare 4 transenne di sbarramento sulla frequentatissima pista di via Monte Kosica, che collega la stazione ferroviaria, la stazione autocorriere ed il principale polo scolastico cittadino, per … facilitare l’uscita delle auto da un passo carraio.

Contemporaneamente, promette di riaprire, entro aprile, il traffico tra via Cavour e via tre Febbraio, faticosamente chiuso 25 anni fa. Verrà così creata in pieno centro una strada di collegamento diretto tra la parte est di Modena e, guarda caso, l’imbocco del mega parcheggio interrato, riempiendo di smog una parte rilevante del centro storico.

Sembra proprio, ma solo per profondità di pensiero, la candidata miss che pensosa dichiara: “voglio la pace nel mondo”.

Giorgio Castelli
(presidente Fiab Modena)
www.modenainbici.it