Come si muove il nuovo PSC?

un piano per la mobilità a modena?

un piano per la mobilità a modena?

Con la presentazione del PSC (Piano Strutturale Comunale) in Consiglio Comunale, giovedì 15 ottobre, è iniziato il percorso verso un nuovo strumento di governo del territorio. È auspicabile che la città sia coinvolta con modalità efficaci per tentare di sintonizzare il PSC sulle esigenze effettive della comunità, piuttosto che sugli interessi delle (numerose) lobby economiche attive sulla piazza modenese.

Dalla comunicazione in Consiglio, è possibile trarre alcune valutazioni sugli indirizzi generali del PSC. Condivisibili sono le finalità di lungo periodo (città europea, crescita intelligente sostenibile ed inclusiva), come pure il nesso fra città compatta e riduzione dell’uso dell’automobile privata: «La città compatta si fonda sul trasporto pubblico e sulla mobilità dolce». Si va dunque nella direzione di superare il paradigma autocentrico vigente (75% di spostamenti effettuati con l’auto)?

Il documento chiama in causa il Piano della mobilità ciclistica (contestato da più parti e non ancora approvato) quale strumento per conseguire gli (ambiziosi) obiettivi di mobilità del PSC. Nulla viene detto a proposito del trasporto pubblico e della pedonalità.

Al contrario, il modello della «città sostenibile» dell’Assessora Vandelli contempla la realizzazione della Bretella Campogalliano-Sassuolo, il completamento della Tangenziale sud, la connessione tra Scalo merci e zone industriali, il prolungamento dello scalo di Marzaglia e, l’ultima trovata, la Diagonale polo fieristico-Centro storico.

La domanda è: questo PSC potrà contribuirà a riorientare le scelte collettive verso un nuovo modello eco-compatibile?

Giuseppe Marano
www.modenainbici.it

La valvola, un dettaglio importante

Taccuino: in bici tra tecnica e salute

La valvola, un dettaglio importante
Rubrica a cura di Sandro Galtarossa e Armando Gualandrini

Vi sarà capitato di dover cambiare una camera d’aria e, dopo averla comprata, vi siete accorti di non esservi ricordati di indicare la valvola di gonfiaggio.

La principale differenza riguarda il loro utilizzo su cerchioni stretti con relativo foro di passaggio della valvola da 6,5 mm, o su cerchioni larghi con relativo foro da 8,5 mm.

Sui cerchi stretti, di solito si utilizzano camere con la valvola Presta, che hanno la particolarità di avere il dado prigioniero; una volta svitato, il dado permette il gonfiaggio, non è separato dal corpo della valvola, e richiede un po’ di attenzione mentre si gonfia la gomma. Per il serraggio sul cerchio della valvola occorre un dado di fissaggio che tenga conto del diametro inferiore della valvola rispetto al foro sui cerchioni.

Per i cerchi larghi, abbiamo vari tipi: valvola Regina o Italiana, valvola classica o Dunlop, che ha la particolarità di avere la parte interna estraibile. In tutti i casi bisogna prestare attenzione a serrare bene il dado di fissaggio della valvola sul cerchio, un movimento della camera d’aria all’interno del cerchio potrebbe provocare lo strappo della valvola dalla sua sede sulla camera.

modelli di valvole

modelli di valvole

Mobilità ciclistica: circolazione stabile negli ultimi anni

rossella-rilevazione-flussiI flussi ciclistici rilevati dalla Fiab a Modena risultano stabili rispetto a 12 mesi orsono ma in netto rialzo su sei mesi fa. Le cifre sono chiare: nei 17 incroci presidiati dai volontari dell’associazione il 22 settembre scorso, fra le 7.30 e le 8.45, sono stati contati 4.278 passaggi, in lieve decremento sul settembre 2014 (- 1,3%) ma in ripresa sull’aprile 2015 (+10,4%).

Solo 3 intersezioni hanno fatto registrare una riduzione di biker in entrambe le direzioni di marcia (centro / periferia). Negli altri punti si è assistito a dati variabili e spesso contraddittori (aumenta in una direzione, diminuisce nell’altra). Anche questa volta l’incrocio che si guadagna l’alloro del più frequentato è il Buon Pastore/Sigonio (384 passaggi), seguito da Emilia Est/Menotti (349) e Canalchiaro/Ruà Frati (325).

La Fiab ha eseguito anche il rilievo dei pedoni: in cinque incroci sono stati totalizzati 1079 passaggi (+ 5,6% sul 2014). I dati evidenziano una stabilizzazione di ciclisti e pedoni negli ultimi due anni, dopo una crescita sostenuta fra il 2008 e il 2013 (+ 35% circa), seguendo un trend nazionale.

Si deve puntare a risultati più consistenti per elevare la quota della ciclabilità (oggi al 10% circa) sul totale della mobilità urbana. A tal fine, occorre che l’Amministrazione Comunale attui scelte politiche coraggiose e coerenti, inserendole nel Piano della Mobilità ciclistica (presentato a gennaio e mai approvato). C’è molto da fare. Chi usa la bicicletta si scoraggia se deve proteggersi da troppi nemici: l’elevata incidentalità stradale, i furti, la mancanza di depositi e parcheggi moderni, una rete ciclabile limitata e scollegata, l’assenza di zone a 30 km/h.

Giuseppe Marano
www.modenainbici.it

A ruota libera: sentirsi a casa

Sentirsi a casa
Rubrica a cura di Luana Marangoni

Una volta ho letto una frase in un bellissimo libro di Abraham Yehoshua, un libro che parla di fuga da un paese e del tentativo di ricostruire una vita altrove, le esatte parole non le ricordo ma il senso che la frase racchiude è la capacità che hanno le persone di abituarsi ad un paesaggio nuovo, un paesaggio che non è quello in cui sei nato e vissuto.

C’è poi un’altra frase che mi sovviene sull’argomento, non ne ricordo la fonte ma in questo caso il senso è ancora più profondo: “casa” non è dove tu sei nato e vissuto, ma dove ti senti bene.

Il pensiero a questo punto va inevitabilmente a coloro che fuggono dalle miserie, dalla guerra, dalle sofferenze e a cosa possa significare per loro “essere a casa” e soprattutto quanto ed in che misura possiamo noi contribuire per farli sentire a casa. Penso anche che se io fossi al posto loro vorrei, sì, essere accolta, ma, superata la prima necessaria fase, vorrei poter riconoscere, restituire, rendere ciò che mi viene dato, vorrei potermi sentire integrata, riconosciuta, cittadina attiva della comunità in cui vivo.

Questo ragionamento potrà sembrare troppo astratto, invece il nostro progetto per insegnare alle donne straniere l’uso della bicicletta è la prova concreta di quanto sia importante questa circolarità, di quanto l’accettazione dell’altro determini un circolo virtuoso, un cammino verso l’integrazione e la co-partecipazione, che è alla base della convivenza civile.

Chi ci segue da tempo sa – e lo sanno molto bene le nostre volontarie “storiche” – che il nostro piccolo sogno con gli anni è cresciuto, si è arricchito , ha allargato il suo centro, fino a diventare la bellissima esperienza dei nostri giorni.

Quest’anno infatti (ma già si notavano le prime avvisaglie nel corso dei mesi precedenti), abbiamo visto confluire all’interno del nostro progetto le volontarie di altre associazioni, alcune facenti parte della Casa per la Pace, altre della Casa della Donna, dapprima curiose e desiderose in qualche modo di rendersi utili, infine entusiaste alla scoperta che il nostro “fare concreto” sfociava in qualcosa di veramente utile per queste persone che si rivolgevano a noi con la necessità di rendersi autonome oppure con il semplice desiderio di… “osare volare” e sentirsi libere. Può sembrare strano per chi non l’abbia vissuto, ma la felicità che si legge negli occhi di queste donne una volta superata la paura di cadere ci esalta e ci rende felici, così come ci è di insegnamento la loro tenacia e determinatezza .

Ma non bastano queste poche parole a spiegare la circolarità, da quest’anno infatti la nostra storia si è arricchita di un valore aggiunto: le donne che frequentano i nostri corsi ed imparano ad andare in bicicletta tornano da noi, tornano per aiutarci, tornano per presentarci altre donne che, come loro, hanno il desiderio o la necessità di inforcare la bicicletta, tornano per restituire ciò che è stato loro dato, per riconoscenza e per rendersi utili a loro volta. Mentre scrivo mi viene in mente proprio la frase di una di loro: “Voi siete state preziose per me ed io sono fiera di potervi aiutare”.

Forse sarà infantile o da sognatori, ma questa circolarità, questo scambio continuo ci commuove, ci rende orgogliosi e ci convince che questa è la strada giusta da percorrere.

Quando la bici «libera» le donne

rossella-donne-straniereFra le numerose attività realizzare dalla Fiab ci sono anche alcuni corsi per insegnare l’uso della bicicletta alle donne. L’iniziativa potrebbe far sorridere chi vive in una città dove la due ruote fa parte del paesaggio urbano da 150 anni.

In realtà, merita molta attenzione: infatti le donne che partecipano ai corsi sono perlopiù migranti e provengono da tutto il mondo. Per loro la bici assume davvero un valore di «liberazione», inimmaginabile per un modenese: grazie alla ciclo infatti possono accompagnare i bambini a scuola, fare la spesa, recarsi al lavoro senza dover dipendere dagli uomini o farsi carico dell’acquisto di una costosa (e inquinante) automobile. Nessuno meglio di queste donne sa che la bici è tanto più preziosa in quanto non solo favorisce gli spostamenti stradali, ma anche quelli mentali e psicologici, ampliando la sfera di vita a tutta la città. In realtà, sulle due ruote corre una parte della loro libertà.

Il corso è particolarmente gradito alle interessate: nel 2015 è già il secondo che viene organizzato. Negli ultimi tre anni, si contano almeno 60 partecipanti, «laureate» in ciclomobilità. Per rendere possibile queste attività, la Fiab ha costituito un gruppo di donne volontarie e ha raccolto le biciclette adatte. Il corso è gratuito e prevede 6 incontri (24.9 – 29.9 – 1.10 – 6.10 – 8.10 – 13.10), fra le 18 e le 19.30, in un piazzale presso la sede dell’Arci (Modena, Via IV Novembre 40/L).

L’iniziativa è resa possibile da una rete di collaborazioni ormai collaudate da anni: l’Arci, la Uisp, il Centro Territoriale Permanente, la Casa della Donna, associazioni della Casa della Pace.

Un ruolo speciale è svolto dalle volontarie, non solo della Fiab ma anche di altre associazioni. Peraltro, quest’anno sono state coinvolte anche ex allieve, ormai divenute esperte, che offrono il loro aiuto per realizzare il progetto.

Giuseppe Marano
www.modenainbici.it

Pedalare con gusto sulle strade della Bassa

autunno a tavola

autunno a tavola

Fra le numerose ciclo escursioni d’inizio autunno, si segnala quella organizzata dall’Unione Comuni Modenesi Area Nord alla scoperta di luoghi e gusti del territorio, sabato 26 settembre 2015 (inizio ore 8.45 presso Garden Vivai Morselli di Medolla, rientro ore 13.30).

Si chiama «Pedalare con gusto» e intende promuovere gli itinerari cicloturistici ed enogastronomici locali. Nel programma figurano degustazioni presso aziende del settore e «Un territorio da scoprire», una degustazione teatralizzata a cura di Koine’ – Teatro sostenibile.

L’escursione rientra nella nuova tendenza dell’Unione dei Comuni alla promozione turistica, intesa quale risorsa per lo sviluppo economico e sociale. Un ulteriore passo in tale direzione sarà l’appuntamento all’Expo milanese (26 ottobre) con un incontro pubblico di presentazione del grande progetto dell’Euro Velo 7, la ciclovia europea che transita fra Verona e Firenze e che presenta un lungo ramo modenese. Si tratta di un tracciato lungo 341 km da percorrersi in 7 tappe: Verona-Lago di Garda, Lago di Garda-Mantova, Mantova-Mirandola, Mirandola-Modena, Modena-Zocca, Zocca-Lago Suviana (BO), Lago Suviana-Firenze. Il percorso è già pronto e fruibile, salvo alcuni tratti da completare e adeguare agli standard europei.

L’offerta cicloturistica modenese sarà quindi promossa in pompa magna già nella primavera 2016 a livello continentale, contribuendo a orientare le scelte dei ciclisti del nord Europa verso le bellezze naturalistiche e del buon cibo di questa parte dell’Italia.

Sostenuto dalla Fiab, il progetto si propone la creazione di infrastrutture e servizi di accoglienza per i cicloturisti e la valorizzazione delle attrazioni artistiche-ambientali e delle produzioni tipiche, molto apprezzate dagli amanti delle due ruote.

Giuseppe Marano
www.modenainbici.it

programma della giornata

programma della giornata

I diversi colori della mobilità sostenibile: Corso Autunnale per insegnare l’uso della bicicletta

rossella-donne-straniereI diversi colori della mobilità sostenibile: Corso Autunnale per insegnare l’uso della bicicletta

dal 24 settembre al  13 ottobre

A partire dal prossimo giovedi 24 settembre la Fiab riparte con il nuovo corso per insegnare alle donne straniere l’uso della bicicletta. Negli ultimi anni la nostra associazione é riuscita ad organizzare cicli di incontri con cadenza semestarle, raccogliendo ogni volta le istanze di circa 8/10 donne di varia nazionalità.

Il corso autunnale 2015 ha raccolto le adesioni di 12 aspiranti allieve e si svolgerà, come oramai da tre anni a questa parte, grazie alla collaborazione dell’Arci di Modena e della Uisp che hanno messo a disposizione gli spazi ed i locali per poter svolgere il corso. La presenza delle donne é assicurata , oltre che dalla mediazione del Centro Territoriale Permanente, da quella della Casa della Donna, quest’ultima mettendo a disposizione anche delle volontarie in ausilio a quelle della nostra associazione.

Ed é proprio la presenza entusiasta delle volontarie che merita un accenno particolare, perchè soprattutto quest’anno le nostre volontarie “storiche” si sono viste affiancate da altrettanto entusiaste volontarie provenienti da altre associazioni aderenti alla Casa della Pace e dalle nostre “ex allieve” che offrono il loro riconoscente aiuto, mettendo a disposizione un po’ del loro tempo e permettendoci in questo modo di poter realizzare appieno il nostro progetto.

Giornate ed Orari del corso:

24/9 – 29/9 – 1/10 – 6/10 – 8/10 – 13/10 – dalle 18 alle 19.30 presso sede Arci Modena

 

 

 

Bici da leggere: Hai voluto la bicicletta. Il piacere della fatica

copertina

copertina

Hai voluto la bicicletta. Il piacere della fatica

a cura di L. Grandi e S. Tettamanti, Sellerio 2015

Questa antologia che raccoglie racconti ciclistici di giornalisti che sono in realtà grandi narratori (Gianni Brera, Gianni Mura, Orio Vergani, Manlio Cancogni tra gli altri) e di narratori che si fanno cronisti (tra cui Vasco Pratolini, Dino Buzzati, Achille Campanile, Piero Chiara): cronache come racconti e racconti come cronache del grande mito del ciclismo.

Quando il tema è il ciclismo, il racconto assume immediatamente la forma del mito. E infatti quali sono quasi sempre gli elementi della narrazione? Il gruppo, ovvero la massa dei ciclisti. Dentro il gruppo numeroso l’eroe solitario, circondato dai suoi fedeli, i gregari. Intorno il paesaggio, epico e vivente, non la scatola chiusa di uno stadio; e del paesaggio lo scrittore ferma sempre la natura e l’anima, la geografia fisica ma anche la storia, il costume, la cultura. E poi, il paesaggio umano che circonda i ciclisti, la “carovana” piena di umori, di storie, di masserizie, di tecniche e segreti, tutti da raccontare. Così, per questa appartenenza al campo del mito ben oltre la povera realtà ordinaria, le migliori cronache del ciclismo sono opera di scrittori, così come i cronisti diventano a tutti gli effetti narratori nel momento di grazia del loro “pezzo” sulla corsa.

Con scritti di: Marco Ballestracci, Stefano Benni, Gianni Brera, Dino Buzzati, Achille Campanile, Manlio Cancogni, Piero Chiara, Franco Cordelli, Paolo Di Stefano, Paolo Facchinetti, Gian Luca Favetto, Cesare Fiumi, Alfonso Gatto, Fabio Genovesi, Claudio Gregori, Daniele Marchesini, Gianni Mura, Rino Negri, Alfredo Oriani, Anna Maria Ortese, Marco Pastonesi, Vasco Pratolini, Mario Soldati, Giovanni Testori, Guido Vergani, Orio Vergani.

BICI E CANOA NEL PARCO DEL SECCHIA: Acqua sotto e acqua sopra

foto storica mutina canottieri

foto storica canottieri mutina

Racconti di Viaggio: BICI E CANOA NEL PARCO DEL SECCHIA
13 SETTEMBRE 2015

Acqua sotto e acqua sopra
Paola Busani

Raggiungere in bicicletta i laghetti di Campogalliano, nel cuore del Parco del Secchia, è una piacevole e facile escursione che abbiamo fatto altre volte. Domenica 13 settembre, però, la vera destinazione è stata la sede della Canottieri Mutina, la società sportiva che dal 1930 opera a Modena promuovendo la canoa: il canottaggio negli anni ’30 sul Secchia, la canoa fluviale immersi nella natura, le prestazioni atletiche del kayak olimpico, il gioco di squadra nella canoa polo, la canoa slalom, le faticose maratone… tante sono le specialità che si praticano alla Canottieri Mutina, una storia mai interrotta e con ottimi risultati.ù

Per noi, alle prime armi, è stata predisposta una prova in acqua (con canoe inaffondabili!) e, accompagnati dagli istruttori e dagli atleti della Canottieri, abbiamo potuto sperimentare come sia piacevole e rilassante questa attività fisica sull’acqua, circondati dal verde degli alberi e quanto possa essere tonica e affine all’amata bicicletta.

“Acqua sotto e acqua sopra”, dicono i canottieri quando inizia a piovere e sono in allenamento e in effetti una pioggia sventurata ci ha perseguitato per il resto della giornata, rovinando un po’ la festa a noi e agli amici della Mutina, che avevano organizzato “Acqua e… vento”, la festa che ogni anno fanno per raccogliere fondi per la paracanoa (attività in canoa per i disabili). Quest’anno il grande obiettivo è portare una loro atleta alle Paraolimpiadi del 2016 e noi tiferemo tutti per lei.

Un bel sodalizio, un’accoglienza magnifica, mi sa che ci torneremo.

Il Duomo, la mobilità e le politiche urbane

corso duomo

corso duomo

La riqualificazione di Corso Duomo ha evidenziato il valore potenziale del patrimonio storico monumentale nel definire il rapporto fra i cittadini e l’ambiente di vita.

L’intervento di sistemazione viaria, unito alla chiusura al traffico della strada su cui affaccia il gioiello di Wiligelmo e dei Maestri Campionesi, ha creato uno spazio perfettamente fruibile a piedi e in bici, prima molto scadente.

È chiaro a tutti che i modenesi hanno assaporato il piacere della bellezza e l’hanno pienamente apprezzato. D’altronde, non potrebbe essere diversamente: le cose belle sono desiderate e piacciono. Il problema quindi è trasformare tutta la città da luogo di sola produzione e consumo in un luogo bello da vivere.

L’intervento ha anche suscitato il dibattito sulla chiusura permanente di Corso Duomo e sull’eliminazione delle linee del servizio pubblico. Come al solito, sono alcuni vocianti commercianti a dettare la linea al Comune nel campo della mobilità (Via Giardini, Emilia est, Piazza Roma docet). L’interruzione delle linee di bus e filovia avrebbe portato meno clienti nell’area: pertanto, occorre assumere una decisione capace di riportarli in zona.

Ci si chiede a che titolo un pugno di esercenti abbia la legittimità di decidere le politiche della mobilità che interessano tutti i cittadini.

In realtà, Corso Duomo dev’essere fruibile dai pedoni, dai ciclisti e dai cittadini che scelgono il mezzo pubblico in quanto modalità di spostamento più rispettose dell’ambiente.

Nella città dei giganti dell’arte mondiale domina la bassa politica, quella che ha inventato la “soluzione modenese”, ossia la mezza scelta, perché non sa scegliere per il bene comune. Purtroppo, i problemi dell’inquinamento e della qualità urbana non si risolvono con le mezze scelte.

Giuseppe Marano
www.modenainbici.it