“L’uso del velocipede, come definito ai sensi dell’art. 50 del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, e successive modificazioni, deve, per i positivi riflessi ambientali, intendersi sempre necessitato.”
Questa affermazione perentoria, espressa nell’urticante forma del burocratese più puro, pone termine ad una durissima disputa durata 9 anni che ha contrapposto la Fiab e l’INAIL, l’ente che sovrintende alle assicurazioni sugli infortuni dei lavoratori.
La questione è di rilevante interesse. Fino al dicembre 2015, ai dipendenti che utilizzavano la bici per recarsi in azienda non era riconosciuta la copertura assicurativa in caso di infortuni sul percorso casa-lavoro, in quanto l’uso del loro mezzo non era ritenuto “necessitato”. In concreto, un lavoratore coinvolto in un incidente stradale che usava il mezzo pubblico veniva risarcito, mentre se usava la bicicletta non lo era.
La nuova normativa estende i benefici assicurativi anche ai ciclisti, in base ad una considerazione ambientale (il loro gesto contribuisce a ridurre l’inquinamento dell’aria), e quindi va premiato per la sua valenza civica (legge n° 221/2015).
Il successo della Fiab corona 9 anni di una dura battaglia. La campagna dell’associazione era iniziata nel 2007 e ha coinvolto un crescente numero di enti locali. In questa circostanza, va dato atto che il Comune di Modena è stato fra gli enti che hanno aderito fra i primi alla campagna con una propria deliberazione di Consiglio Comunale risalente al 2008. Un piccolo gesto che ha contribuito certamente a sbloccare la situazione verso un esito positivo.
Le bellezze della città di Modena Venerdì 19 (conferenza) e domenica 21 (visita in bicicletta) febbraio 2016
Gli ideali collettivi dell’architettura modenese tra gli anni ’50 e ’70
Un ‘ iniziativa che ha riscosso molta partecipazione e grande interesse si è articolata in due appuntamenti: la sera di venerdì 19 l’ architetto Rossella Cadignani ha mostrato immagini e spiegato tutti i perché dell’ itinerario ciclistico su cui ci avrebbe condotto la domenica successiva in città. L’ oggetto della visita guidata, piuttosto particolare, erano i progetti architettonici di Modena degli anni ’50-’70, che furono espressione di una politica lungimirante che primariamente cercava risposte alle necessità contingenti della cittadinanza, immaginandone anche gli sviluppi futuri.
Un ‘ iniziativa che ha riscosso molta partecipazione e grande interesse si è articolata in due appuntamenti: la sera di venerdì 19 l’ architetto Rossella Cadignani ha mostrato immagini e spiegato tutti i perché dell’ itinerario ciclistico su cui ci avrebbe condotto la domenica successiva.
L’ oggetto della visita guidata, piuttosto particolare, era la Modena degli anni ’50-’70 del ‘900. Non si poteva però non partire da Piazza Grande, dall’ ombra di quel Duomo la cui edificazione, nel 1099, i rappresentanti di tutte le classi sociali riuniti in assemblea deliberano di finanziare: si imponeva alle autorità tradizionali la volontà del “comune”; ci si determinava orgogliosamente come una collettività non di sudditi ma di cittadini. Questa eredità non la dovremmo mai dimenticare…
Qualche analogia fra la rinascita dell ‘ XI secolo ed il secondo dopoguerra c’ è : venti anni di sudditanza sotto la dittatura, cinque anni di guerra che è stata anche guerra civile hanno stremato e dilaniato il tessuto sociale della città, ma c’è una grande voglia di ricostruire, di partecipare, per inverare i valori di democrazia e uguaglianza sanciti dalla Costituzione. E Modena trova il suo Sindaco, Alfeo Corassori, che circondandosi di collaboratori capaci come l’ ingegner Pucci effettua scelte urbanistiche lungimiranti ; ecco viale Storchi, con le sue botteghe e tettoie, la ciclabile e il pedonale; ecco il Villaggio Artigiano, che – pensato per rispondere ad una situazione di grande povertà, disoccupazione, violenti conflitti- contribuisce a fare di Modena l’ avanguardia di quello sviluppo economico che verrà denominato “modello emiliano”.
Dopo la ripresa economica, i progetti per intervenire sulla città vengono affidati a grandi nomi dell’ architettura: Aldo Rossi e Gianni Braghieri nel ’71 vincono il concorso per l’ ampliamento del Cimitero, a tutt’oggi solo in parte realizzato. Dopo le spiegazioni di Rossella sull’ intero disegno lo abbiamo guardato con occhi nuovi, lasciandoci coinvolgere dalla poetica di questa suggestiva “città dei morti”.
Gli anni ’70 vedono anche la realizzazione del quartiere Giardino, le case immerse nel verde che è però, appunto, un giardino non limitatamente “condominiale” bensì aperto a tutta la città. Ultima tappa, il Parco Ferrari. Anche di questo avevamo visto il disegno di Leonardo Benevolo e di Sir Jellico, ben diverso dall’ attuale sistemazione ( o meglio per molti aspetti non-sistemazione)
Era un periodo fertile di sogni, di idee. Penso ad un’altra analogia: assieme alle cattedrali romaniche dopo l’ anno Mille fiorivano le lingue romanze ; parallelamente ai progetti urbanistici nella Modena degli anni ’60 e ’70 si realizzava un modello di scuola , dai nidi alle materne, ancora oggi preso ad esempio in tutta Europa.
Una pedalata estremamente interessante.. pensare che la Modena del ‘900 sia già Storia fa un po’ effetto ma è proprio così, se pensiamo al malinconico presente, così privo di ideali collettivi e povero di futuro
L’incalzare delle cattive notizie sugli elevati livelli di inquinamento nelle aree urbane e, più in generale, delle emissioni nell’aria che stanno provocando il grande cambiamento climatico in corso, richiede risposte proporzionali alla gravità della situazione ambientale. Chiarezza di obiettivi, trasparenza nelle decisioni e costanza nell’attuare le attività programmate costituiscono i requisiti essenziali di cui gli enti decisori dovrebbero dotarsi per affrontare fenomeni di enorme portata, prodotti localmente e a livello planetario.
Oltre ai citati attributi, i decisori dovrebbero affidarsi anche alla creatività, nel senso di immaginare soluzioni originali e concrete capaci di contribuire a risolvere i problemi individuati. In altre parole, per promuovere l’uso dei mezzi alternativi all’auto privata (trasporto pubblico, bicicletta e pedonalità) occorre anche mettere in campo forme di incentivi reali per modificare stili di mobilità divenuti ormai contrari al bene comune.
Sotto questo aspetto, la Francia sta mettendo in cantiere misure inedite e di lungo periodo. Il governo ha deciso di prevedere un’indennità di 25 centesimi a chilometro percorso per i cittadini che vanno al lavoro in bicicletta. Il Comune di Parigi ha adottato proprio questo strumento a vantaggio dei suoi 63.000 dipendenti.
E in Italia? Alcune aziende private importanti da tempo praticano questa misura semplice e concreta, a volte con qualche variante interessante. Un’azienda ospedaliera ferrarese ha previsto un incentivo temporale: accantona il tempo di spostamento in bici dei lavoratori e lo trasforma in tempo da recuperare come congedo. Le vie della mobilità sostenibile sono infinite, basta cercarle.
14/02/2016 Mostra Giovanni Fattori al Palazzo Zabarella Padova
Innamorarsi di Fattori il giorno di San Valentino
Seguendo una guida dall’insolito nome, Mosè, andiamo alla scoperta di Fattori, a Padova.
L’originalità di questo pittore sta nel rifiuto dell’uso del disegno come guida alla pittura, tant’è che nelle sue opere è particolarmente evidente che i quadri non si possono vedere solo in fotografia o sullo schermo di un computer, perché in realtà sono anche un po’ sculture, piene di rilievi e avallamenti.
A Padova una pioggia discreta ci accompagna lungo il percorso che ci porta a Palazzo Zabarella e che si interrompe brevemente per una sosta irrinunciabile al Caffè Pedrocchi per degustare il noto caffè e respirare l’atmosfera elegante e signorile.
Al Palazzo Zabarella la guida che ci accoglie si presenta: “Mi chiamo Mosè”, un nome che suona strano, non comune, pervenuto direttamente dalla Bibbia a noi, suggerendo quasi riverenza, soggezione. Iniziamo il viaggio nella mostra di Fattori con Mosè che ci racconta, con fare personale e appassionato, di come sia differente vedere i quadri in foto o su un monitor di computer. Infatti sostiene che anche i quadri potrebbero essere visti come sculture in quanto anch’essi presentano rilievi e spessori visibili solo con l’opera davanti agli occhi. Fattori viene “dipinto” come un precursore rispetto alle correnti artistiche successive, anche se lui, come altri del suo tempo, si è tenuto lontano da Parigi.
L’originalità sta nel rifiuto dell’uso del disegno come guida alla pittura e nella scelta del formato stretto e lungo, per alcune opere, quasi a suggerire un movimento dello sguardo che conduce al soggetto protagonista. Le opere di guerriglie risorgimentali sono trattate non com’era d’obbligo al suo tempo, cioè come una storia celebrativa, ma come una storia delle retrovie, dell’uomo soldato. I luoghi di battaglia erano scelti e divenivano oggetto di osservazione per la successiva ambientazione nella quale inscenare la sua verità di guerriglia; infatti in “Posta militare sul campo“ vi sono raffigurati momenti di vita quotidiana.
Non mancano altri soggetti quali ritratti e marine, come “La rotonda di Palmieri“, in cui le donne sono appena accennate da figure essenziali, quasi delle macchie; e poi animali, quali i bovi nel “Pio bove”, in sintonia con l’omonimo sonetto di Carducci.
Mosè ha compiuto in modo esaustivo e professionale la sua missione traghettandoci da una sponda all’altra della mostra e lasciandoci innamorati di Fattori proprio nel giorno della festa degli innamorati.
Per la partecipazione alla Domenica ecologica, la Fiab ha scelto di affrontare il tema dei furti di biciclette, un fenomeno molto diffuso in città che crea allarme sociale e inibisce o riduce l’uso di questo mezzo di spostamento ecologico strategico (insieme al trasporto pubblico) per contenere l’inquinamento dell’aria. Annualmente, è stato stimato che solo a Modena vengono rubate circa 5mila bici, per un danno di mezzo milione di euro.
La lotta efficace ai furti di bici richiede l’attuazione di due misure concorrenti finalizzate a incidere sui furti e la ricettazione.
Alcuni consigli pratici per difendersi dai furti: legare ruota e telaio a un portabici, dotarsi di un antifurto di buona qualità, targare la bici per poterla identificare, denunciare il furto alle forze dell’ordine, non comprare bici usate da venditori irregolari. In caso di sparizione dell’amato velò, verificare all’Ufficio comunale oggetti rinvenuti e presso le forze dell’ordine se è stato ritrovato. Conviene acquisire la chiave per l’accesso ai depositi protetti comunali per bici, presenti in diversi punti della città.
La ricettazione va contrastata isolando i venditori illegali di usato da quelli corretti. A tale scopo la Fiab sostiene il progetto B.U.S. (Biciclette Usato Sicuro) con cui offre una convenzione ai venditori che li impegna a vendere usato di provenienza certa e targato.
L’Ente locale dovrebbe diffondere i portabici “Modena” (quelli a P), costruire nuovi depositi protetti, potenziare il bike sharing. Le Forze dell’ordine dovrebbero attuare controlli dei venditori illegali, ben noti in città.
Alla trasmissione mattutina “Detto tra noi” di TRC abbiamo presentato le attività 2016 e lo spirito che caratterizza la nostra associazione, perchè i nostri non sono giri in bicicletta ma viaggi nel territorio.
Nel suo rapporto “Qualità dell’aria in Emilia-Romagna”, l’ARPA ha rilevato che nel 2015 a Modena sono stati registrati 55 superamenti dei limiti del PM10, confermando Modena e provincia fra le zone più inquinate d’Europa. L’agenzia ha precisato che il traffico contribuisce per il 34% alle emissioni delle polveri cancerogene, cui occorre aggiungere il 57% di ossidi di azoto, il 39% di monossido di carbonio e il 25% dell’anidride carbonica.
Di fronte ai dati di ARPA, gli enti responsabili delle politiche ambientali e della salute hanno assunto atteggiamenti “negazionisti”, deresponsabilizzanti e intimidatori: i problemi dipendono dalla natura e dalla geografia, non dal traffico. Inoltre, il PM10 è un indicatore della ricchezza e del successo: non vorremo mica impoverirci? Di conseguenza, le misure di contrasto di Comune e Regione sono state emergenziali e rassicuranti, limitandosi a perseguire un lieve contenimento del traffico. Salvo poi dichiarare grottescamente che i blocchi del traffico sono “inefficaci”.
Come stanno le cose?
Disinformazione e ipocrisia imperano e la verità latita. I blocchi del traffico non sono veri blocchi: riguardano una categoria ridotta di veicoli, un’area limitata della città, una fascia oraria ininfluente (gli automobilisti anticipano e posticipano gli spostamenti rispetto agli orari del blocco), i controlli sono inesistenti. L’ordinanza comunale dei blocchi prevede 22 deroghe, compresi i veicoli commerciali, i più inquinanti. Le misure “negative” non sono accompagnate da misure “positive”: non c’è un Piano della mobilità ciclistica né un programma di rilancio del trasporto pubblico. Nel frattempo, però, il complesso politico-economico (politici, commercianti, costruttori) solo pochi giorni fa ha festeggiato il varo di due nuove autostrade e il potenziamento delle due esistenti. Questo sì che è parlar chiaro!
FIAB ospite di “Detto tra noi” la trasmissione mattutina di TRC, nella quale il Museo della Bilancia di Campogalliano presenta le attività che nel 2016 ruotano intorno “Tesoro a Pedali”, la mostra sulla tecnica della bicicletta. FIAB è tra gli Enti che collaborano con il Museo per realizzare incontri e cicloescursioni a Campogalliano.
Le grandi manovre condotte in nome del paradigma autocentrico hanno conseguito un successo strabiliante: in un’area tra le più densamente infrastutturate d’Europa saranno realizzate nei prossimi anni altre due autostrade (Cispadana e Sassuolo-Campogalliano) e potenziate quelle esistenti (A1 e A22). Oltre alle new entry, infatti, le sempre più faraoniche autostrade storiche saranno arricchite di complanari (A1 nel tratto Cantone del Mugnano-Modena sud) e di una nuova corsia (Brennero). L’investimento (iniziale) previsto ammonta a ben 2,8 miliardi di euro, una cifra da capogiro che farà stappare molte bottiglie di champagne ai costruttori e ai politici che li sostengono a oltranza.
Nella colata di cemento e asfalto programmata, enorme e ingiustificata, spicca peraltro la più incredibile distorsione della razionalità economica e sociale mai architettata: in presenza di un collegamento autostradale esistente (Modena-Sassuolo) se ne costruirà un doppione parallelo.
Facilmente prevedibile l’impatto sul territorio e sulla vita quotidiana dei cittadini: più autostrade vuol dire più circolazione autoveicolare, più inquinamento e riduzione della speranza di vita per gli abitanti (lo attestano le ricerche dell’Unione Europea e dell’OMS).
La situazione appare ormai chiara: le strategie della mobilità sono dettate da un complesso politico-economico ben consolidato ed efficiente, capace di condizionare la gestione del bilancio pubblico con modalità amministrative acrobatiche. La mobilità sostenibile, sbandierata in periodo elettorale e richiamata in testa al Piano della Mobilità ciclistica, riguarda ormai gli studi di archeologia del consenso. Il re è nudo e danza intorno a noi.
A 12 anni dalla sua fondazione, la Fiab modenese si dimostra più vitale che mai. Nata per promuovere la mobilità sostenibile e un concetto di spazio pubblico accogliente, l’associazione conferma e rilancia tutti i suoi impegni assunti al momento della nascita, nel 2004, coinvolgendo sempre più cittadini: nel 2015 ha totalizzato 192 soci, un incremento di quasi un terzo rispetto all’anno precedente.
Ma è il programma delle iniziative 2016 (significativamente intitolato “Dalla parte di chi pedala ogni giorno”) a rappresentare la sfida più ambiziosa per l’organizzazione, un’attenta miscela di cicloescursionismo, corsistica, iniziative culturali e sociali, e collaborazioni con altri enti e associazioni del territorio. Anzitutto sono ben 51 le escursioni previste in Emilia Romagna e nel resto d’Italia, a cui possono partecipare tutti i cittadini. Spiccano per impegno “Alba sull’Adriatico e tramonto sul Tirreno” (7 gg.), la “Verona-Firenze” (2 gg.), il “Gran tour delle Dolomiti” (3 gg.) e il “Salento e la taranta” (9 gg.). 4 sono gli incontri dedicati alla meccanica e al cicloturismo, per le manutenzioni normali e la pianificazione delle gite. Infine, 11 sono le iniziative sociali e culturali, fra cui si distinguono due “Rilevazioni dei flussi ciclabili” e “M’illumino di più”, tradizionale manifestazione ideata per sensibilizzare i ciclisti a usare i dispositivi luminosi e circolare tranquillamente anche di notte.
Alle attività riportate nel programma ufficiale della Fiab, si aggiungono 10 interventi a carattere educativo nelle scuole modenesi, iniziative pubbliche a sostegno della mobilità sostenibile, realizzazione di attività pubbliche nel campo della mobilità in collaborazione con Comuni e Unioni di Comuni.