Perdersi nel labirinto inghiotti-ciclisti

gruppo fontanellato

gruppo fontanellato

Modena-Parma in treno, con qualche disavventura. E poi via in bicicletta verso Fontanellato, tra stradine basse e ciclabili lungo il fiume Taro, per arrivare infine al Labirinto della Masone, un parco culturale progettato da Franco Maria Ricci, che ospita la sua collezione d’arte (circa 500 opere dal Cinquecento al Novecento), nonché la collezione storica di tutti i libri curati da Franco Maria Ricci in cinquant’anni di attività editoriale.
Imperdibile l’attraversamento del labirinto, realizzato interamente con piante di bambù di specie diverse. Dentro il labirinto è bello perdersi e ritrovarsi.


 

Ritrovo alle 7.50 alla stazione di Modena. Dopo una settimana di tempo incerto, caldo e freddo che si alternano con un’escursione di 20 gradi, gli amici della Fiab di Modena passano i primi 10 minuti a spiegare perché alcuni hanno le braghette corte e altri tre pile più piumino più antivento! Immersi tra saluti e commenti sull’abbigliamento ecco la nostra magnifica capogruppo Emanuela nonché organizzatrice con la prima notizia terribile: un treno è guasto e avrà ben 35 minuti di ritardo. Sarà mica il nostro? Ovviamente sì! Ma cosa sono 35 minuti per un gruppo pieno di voglia di pedalare e divertirsi? Niente… se non fosse che avevamo un appuntamento con un altro socio Fiab che doveva salire a Rubiera e altri 20 amici soci Fiab che ci accoglievano all’arrivo di Parma.
Emanuela non si lascia prendere dal panico. Decisa e con le mani nei fianchi si presenta davanti al capostazione e spiega che non possiamo accettare una situazione del genere. Prontamente le Ferrovie dello Stato che capiscono le esigenze di un folto gruppo di ciclisti ci indica un nuovo treno che con soli 20 minuti di ritardo rispetto al programma ci avrebbe portati a Parma. Agilmente sul binario 2 fitto di gente si vedono 12 biciclette pronte a salire sul treno. Emanuela nomina un responsabile di logistica per la sistemazione delle bici e due responsabili al carico. Il loro intervento è stato talmente professionale che abbiamo ricevuto i complimenti non solo dalla gente attorno, ma anche dal capotreno. Il complimento più bello è stato quello di una coppia che ha detto: si vede che questi girano molto insieme, guarda che affiatamento!

In realtà c’erano persone che uscivano la prima o la seconda volta. Ma in quel gruppo non v’era differenza, si era tutti uniti. Il viaggio dura mezz’oretta e a Parma il personale della stazione, allertato da Silvia, capogita degli amici Fiab di Parma, ci accoglie prontamente e ci fa passare sopra i binari, tutti compatti!

Davanti alla stazione di Parma troviamo un gruppo di una ventina di amici di Parma, allegri nonostante il nostro ritardo, attendiamo il membro che doveva salire a Rubiera e finalmente ci siamo tutti, con un ritardo che recupereremo sicuramente ma che abbiamo già compensato con un sacco di risate e simpatia. Intanto anche la temperatura è salita e la giornata si prospetta veramente bene.

Partiamo in fila emiliana verso quel di Fontanellato. Usciamo dal centro e costeggiamo per un bel tratto il fiume Taro sulla sua bella ciclabile. Tutte stradine pochissimo trafficate, lontane da statali, passando da Vicofertile, Collecchio, Fontevivo. Una sana biciclettata con chiacchiere e sorrisi tra i membri, senza differenza tra chi si conosce da sempre e chi partecipa per la prima volta. Quasi senza accorgercene, giungiamo in centro città di Fontanellato dopo circa 30 km di pedalata. E qui 40 minuti di libertà per pranzare o visitare la rocca o il santuario. Ci sparpagliamo liberamente tra la gran folla presente per il mercato domenicale per ritrovarci 5 minuti dopo sulle mura della Rocca circondata dal fossato di acqua. Meraviglioso tutto, il paesaggio, la compagnia, le condizioni meteo e la nostra forma fisica e mentale.

Puntualissimi rispetto alla tabella di marcia imbocchiamo tutti compatti la strada che ci avrebbe portato attraverso la frazione Priorato con la sua bellissima Abbazia fino al labirinto della Masone.
Anche qui ci aspettavano già le guide che ci avrebbero, purtroppo, guidato solo per la parte del Museo con le collezioni d’arte di Franco Maria Ricci e non per il labirinto, dove dovevamo perderci da soli.

Molto interessante conoscere il grafico editore che inizia la sua attività a Parma nel 1963. Un editore molto particolare che segue determinate peculiarità nella realizzazione dei suoi raffinati tomi, come i caratteri in oro zecchino sulle copertine e la pregiata carta azzurra di Fabriano. La nostra guida, un bellissimo giovane ragazzo molto bravo a spiegare le opere, ci riempie di affascinanti curiosità su ogni opera esposta. Tra le sculture e i dipinti di epoche estremamente diverse, falsi riprodotti nelle epoche passate e interessanti informazioni sui materiali e le tecniche adottate, tutti gli amici della bicicletta erano a bocca aperta, coinvolti dai racconti e trasportati in un passato mai immaginato.

Poi la gentile e bella guida ci accompagna all’ingresso del labirinto, ci mostra una piantina che non possiamo avere, ci indica dei numeri che non sono in fila, ci dice che non ci sono teorie da seguire per uscire e ci augura buon divertimento. Seguono 40 minuti di cammino in un labirinto fatto di canne di bambù con di tanto in tanto un numero grandissimo, li vediamo tutti, si presentano a sorte, e ogni volta c’è qualche esperto che guardando il sole o la direzione delle foglie indica, sicuro di sé, una via che immancabilmente ci porta in un vicolo cieco. Tutte le varie soluzioni alternative (passiamo in mezzo ai canneti, saltiamo, ci arrampichiamo)… non sono fattibili, ma ci fanno un sacco divertire. E visto che esiste un Dio anche per i ciclisti, abbiamo trovato l’uscita, divertiti con un’ultima salita su una torretta da dove si presentava una vista infinita sull’impareggiabile bellezza del luogo e sul labirinto inghiotti-ciclisti.

Riunitici e spogliatici dagli ultimi strati di vestiti che ancora avevamo addosso ci prepariamo al ritorno. La temperatura era salita a quasi trenta gradi, incredibile. Silvia ci fa ritornare da una meravigliosa stradina che si sviluppa tra alberi di frutta fioriti, cespugli in fiore, campagne verdissime. Troviamo anche un guardrail che ad un tratto ci blocca la strada, ma prontamente si riunisce l’equipe di logistica e, come nelle migliori organizzazioni, le bici vengono sollevate e portate dall’altra parte.

Ormai la fatica incomincia a sentirsi, ma come per magia, e come si usa a Parma, un amico parmense, durante una piccola sosta lungo la strada, passa tra gli amici con in mano un bel pezzo di Parmigiano che per la gioia di tutti sparisce in men che non si dica e ci fa recuperare tutte le energie per arrivare sani e salvi alla stazione di Parma.

Un grazie di cuore a tutta l’organizzazione, a tutti gli amici della bicicletta e un bel “aripedalarci” presto.

Beatrice Vandelli

I ciclisti possono salvare il mondo stando anche più a destra

gruppo di ciclisti per strada

gruppo di ciclisti per strada

I ciclisti possono salvare il mondo stando anche più a destra” è una battuta che circola sui social media per denunciare la propensione dei ciclisti a dirsi salvatori del mondo pur senza rispettare le regole stradali.

Tralascio i commenti sulla voglia di “stirare un ciclista”; mi soffermo sulle motivazioni che inducono i ciclisti a occupare il centro della strada. Anzitutto, occorre distinguere 2 ambiti: quello cittadino e quello extra-urbano. Nel primo la scelta del ciclista di non procedere sul bordo destro della carreggiata gli consente di rendersi maggiormente visibile agli autoveicoli, evitare di prendere una sportellata in faccia dall’automobilista che ha parcheggiato, o di finire sul cofano dell’auto che sporge dall’incrocio oltre la linea dello stop o dall’uscita del cancello di casa, ed infine di scansare sbrecciature dell’asfalto, caditoie, brecciolino, foglie ed altri oggetti pericolosi a bordo strada. Al loro posto chi viaggerebbe confinandosi sulla destra?

Nel traffico extra-urbano invece quelli al centro della strada sono sempre i ciclisti della domenica. Sì, quelli affiancati per 4 … E allora via con l’aggressività a suon di clacson, gesti scurrili, insulti da stadio (3 settimane fa ci è scappato il morto in Puglia!). Ma da dove viene questo astio, questo senso di lesa maestà alla vista di pacifici ciclisti che chiacchierano mentre pedalano? Non sono forse anche loro lavoratori, macellai, impiegati, benzinai che alla domenica hanno diritto di usufruire dello spazio pubblico stradale? In fondo dove dobbiamo andare di tanto importante da non poter attendere qualche secondo in più per  sorpassare, come faremmo per un trattore? Siamo lì a correre in auto per salvare il mondo, o semplicemente stiamo andando dalla nonna a mangiare i tortellini? E non si dica che gli automobilisti rispettano sempre tutte le regole della strada! Ed allora solo un po’ più di tolleranza e tutti insieme potremo salvare il mondo dalla inciviltà.

Ermes Spadoni
www.modenainbici.it

Nomina amministratore unico AMO (Agenzia Mobilità Modena): appello della Fiab per la candidatura dell’urbanista Lorenzo Carapellese

Lorenzo Carapellese

Lorenzo Carapellese

Nomina amministratore unico per AMO (Agenzia Mobilità Modena).
Appello della Fiab per la candidatura dell’urbanista Lorenzo Carapellese

La nomina del nuovo Amministratore unico al vertice di AMO costituisce una importante occasione per migliorare la città e il territorio modenese, attraverso una più incisiva politica sul trasporto pubblico locale ed una mobilità più sostenibile, fortemente integrata con la pedonalità e la ciclabilità.

È evidente che il potenziale del trasporto pubblico è notevole, sia per i mezzi che per le competenze tecniche e professionali in dotazione. Se ben diretti, potrebbero validamente contribuire a praticare un nuovo modello di mobilità più rispettoso della qualità urbana, dell’ambiente e della salute, in sintonia con un nuovo Piano Strutturale Comunale adeguato alla sfida degli anni a venire.

In particolare, occorre che AMO svolga un ruolo strategico, alla cui base siano posti tre principi ispiratori fondamentali:

  • una visione unitaria di Modena e dei territori limitrofi di maggiore interesse (area vasta: Reggio Emilia, Modena, Ferrara)
  • il trasporto pubblico come un diritto, al pari di altri diritti elementari, accessibile anche per i ceti popolari
  • il trasporto pubblico come leva per favorire lo sviluppo economico e sociale.

Perché possa svolgere tale funzione, AMO ha bisogno di essere diretta da una personalità esperta sul piano tecnico (urbanistico e trasportistico), indipendente dalle forze politiche, capace di aprire nuove e originali relazioni con Enti e Istituzioni impegnate sul terreno della mobilità sostenibile e di incoraggiare il rapporto diretto con i cittadini.

L’urbanista modenese Lorenzo Carapellese risponde alla figura cercata, in virtù delle sue documentate esperienze professionali nazionali e internazionali, sia in campo urbanistico che della mobilità, della sua sensibilità ai temi della tutela ambientale e della coesione sociale, perfettamente attrezzato per fronteggiare la responsabilità che comporta la direzione di AMO.

Per queste ragioni, la FIAB di Modena lancia un appello alle forze politiche e sociali e alle istanze del territorio affinché sostengano la nomina dell’urbanista Carapellese al ruolo di Presidente di AMO, sottoscrivendo la richiesta formale indirizzata al Sindaco del Comune di Modena (il modulo di candidatura ed il curriculum di Carapellese sono scaricabili dal sito www.modenainbici.it).

FIAB Modena
29 marzo 2016

I DIVERSI COLORI DELLA MOBILITA’ SOSTENIBILE: corso per insegnare alle donne straniere ad andare in bicicletta

I DIVERSI COLORI DELLA MOBILITA’ SOSTENIBILE: corso per insegnare alle donnrossella-donne-stranieree straniere ad andare in bicicletta

La Fiab parte con un nuovo corso per insegnare alle donne straniere l’uso della bicicletta: i corsi si terranno il martedi ed il giovedi a partire dal 29 marzo fino al 14 aprile presso la sede Arci di Via IV Novembre 40 Modena dalle h. 18 alle h. 19,15

Anche quest’anno, grazie all’aiuto ed alla disponibilità dell’Arci e della Uisp che ci concedono di essere presenti in un luogo protetto e di lasciare in deposito le biciclette che utilizzeremo per il corso, cercheremo di dare delle risposte al bisogno di autonomia di 9 donne di varia nazionalità.

Collaborano con noi tante volontarie e l’associazione Casa della Donna contro la Violenza.

Siamo dunque pronte per questa nuova avventura!!

CALENDARIO

  • Martedi 29/03/2016 – sede Arci – Dalle 18 alle 19,30
  • giovedi 31.3.2016 – sede Arci – Dalle 18 alle 19,30
  • martedi 05.04.2016 – sede Arci – Dalle 18 alle 19,30 – lezione teorica
  • giovedì 07.04.2016 – sede Arci – Dalle 18 alle 19,30
  • martedi 12.04.2016 – sede Arci – Dalle 18 alle 19,30
  • giovedi 14.04.2016 – sede Arci – Dalle 18 alle 19,30

Per Informazioni telefonare a Luana 3384882782 – Gabriella 3332897771 – Diana 3474506510

Venire con scarpe basse e vestiti comodi – Le biciclette le forniamo noi

«L’uso della bicicletta è stato fondamentale

per l’emancipazione della donna

più di qualunque altra cosa al mondo»

SUSAN B. ANTHONY, 1896

corso donne

corso donne

Attraversamenti ciclo-pedonali: questi pericolosi sconosciuti

attraversamento ciclo pedonale

attraversamento ciclo pedonale

Commentando un post pubblicato sul sito web della Polizia Municipale per chiarire che gli attraversamenti ciclo-pedonali (quelli con i quadrotti bianchi) sono percorribili in sella alla bicicletta, il sig. Maurizio ha reagito in modo tranchant: “Sono contrario al fatto che i ciclisti possano passare sulle strisce pedonali. Pedalando, infatti, sono molto pericolosi in quanto la loro velocità è molto superiore a quella di un pedone e può causare confusione perché te li trovi davanti all’improvviso”.

In questa argomentazione possiamo cogliere tutti i frutti avvelenati di decenni di motorizzazione selvaggia nelle nostre città, che ha portato la stragrande maggioranza delle persone a ritenerla perfino ragionevole: possibile che un ciclista abbia il diritto di andare “veloce” in città?

Il ciclista salta sempre fuori all’ultimo secondo? Tutti incoscienti kamikaze autolesionisti che vogliono provare l’ebbrezza di una roulette russa stradale? Invece, non è per caso che in quell’ultimo secondo l’auto ha percorso uno spazio eccessivo in quanto l’automobilista non ha regolato la sua velocità per fronteggiare gli eventuali ostacoli? A proposito di ostacoli: chi è ostacolo di chi, il ciclista per l’automobilista o l’automobilista per il ciclista? Il Codice della Strada stabilisce chiaramente che i ciclisti sono equiparati agli altri veicoli circolanti, non sono certamente da considerarsi veicoli di serie B.

Considerando anche lo stato delle segnaletiche della nostra città, quanti attraversamenti ciclo-pedonali sono chiaramente visibili da 70-100 mt dal cruscotto della nostra auto a 50 all’ora? A quella velocità, come facciamo a sapere se dovremo o no dare la precedenza?
Non è ora, a prescindere dalla precedenza, di alzare il pedale dell’acceleratore e prendersi cura, da buoni cittadini, anche della sicurezza altrui?

Ermes Spadoni
(Fiab Modena)

Aggiusta la bici e pedala felice

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corso manutenzione bici

Le limpide giornate di primavera suscitano in voi un naturale desiderio di strappare le ragnatele che avvolgono la bici relegata in cantina, inforcarla e lanciarvi in escursioni salutari fra i campi in fiore. Mentre procedete spensierati e felici, un fruscio inconsueto attira la vostra attenzione: vi fermate e scoprite con raccapriccio che una gomma si è sgonfiata. Disarmati, impreparati, senza il ‘necessaire’ e le competenze per porre rimedio all’incidente, venite assediati dalla sensazione che la jella vi perseguita. Presi dall’ira, decidete su due piedi un irrevocabile ‘mai più in bici!’

La Fiab di Modena ha pensato proprio a voi quando ha programmato un corso per la manutenzione della bici e l’organizzazione delle escursioni. Previsto nel calendario 2016 delle attività (3 incontri in tutto), si è svolto a febbraio con un successo così ampio (20 partecipanti) da indurre l’associazione a riproporlo anche a marzo, per rispondere alle insistenti richieste dei numerosi ciclisti (altri 20) ansiosi di apprendere i piccoli segreti per liberarsi dai guai meccanici e pedalare felici.

Il corso di ‘sopravvivenza ciclistica’ della Fiab fornisce elementi per organizzare un viaggio e imparare a risolvere i più comuni guasti meccanici. Chi partecipa non diventa meccanico, ma potrà tornare a casa in autonomia, evitando le amarezze di chi si pianta masticando fiele. Gli ‘allievi’ si esercitano sulla propria bicicletta e imparano a scegliere le attrezzature, regolare la bici e prepararsi al viaggio. Non solo: apprendono a effettuare una riparazione delle gomme, a sostituire un filo del freno o un raggio delle ruote. Infine, apprendono come organizzare l’escursione, scegliendo abbigliamento, attrezzature e alimentazione.

Giuseppe Marano
www.modenainbici.it

Rocca Rangoni di Spilamberto: un libro di pietra, scritto da molte mani

foto di gruppo

foto di gruppo

Domenica 20 marzo, Giornata FAI di primavera – Visita ai beni aperti dal FAI di Modena
Rocca Rangoni di Spilamberto: un libro di pietra, scritto da molte mani

Un libro di pietra, scritto da molte mani, in epoche diverse. Così la giovane studentessa del Wiligelmo che ci ha guidati nella visita a Rocca Rangoni di Spilamberto ha iniziato il suo racconto. E in effetti il “viaggio nel tempo” ci ha portato dal Trecento ai giorni nostri, attraverso i molteplici segni, a volte confusi e sovrapposti, di stili ed utilizzi differenti.


 

Liscio e tranquillo l’itinerario ciclistico che ci ha portato a Spilamberto, dove la giornata Fai si mescolava al mercatino dell’antiquariato e al tradizionali mercato dei piccoli animali, in una mescolanza di colori, suoni e… piume molto curiosa.

Una mescolanza per molti aspetti simile a quella che abbiamo trovato durante la visita a Rocca Rangoni: dai merli e dalle caditoie medievali tipici dell’architettura fortificata, ai pochi segni rimasti sull’intonaco di pitture seicentesche, a decori risalenti ad epoche successive, quando il palazzo, tra XVII e XVIII secolo, accolse in villeggiatura anche esponenti della famiglia ducale modenese.

Infine, il palazzo divenne un’azienda agricola: intonaco bianco per “ripulire” i muri, controsoffitti ora in parte crollati, e ovunque segni di arredi ormai semidistrutti dal tempo.

Nella seconda parte del percorso, novelli Indiana Jones, abbiamo indossato un casco protettivo e percorso stanze e corridoi attrezzati con passerelle di sicurezza, dove i segni del degrado si mescolavano ai resti stratificati di antichi splendori.

Qualcuno ha scelto come “percorso fotografico” proprio quello dei mobili: un tavolino pieno di libri contabili, un divano quasi sbriciolato dal tempo, una pila di vecchi piatti sul camino.

Mirella Tassoni

Archivio e territorio, un legame inscindibile: sinergie di valorizzazione culturale tra Modena e Bologna

longobardi e bizantini

longobardi e bizantini

Salone d’Onore dell’Arcivescovado di Modena, 19 marzo 2016 alle ore 17
Archivio e territorio, un legame inscindibile: sinergie di valorizzazione culturale tra Modena e Bologna

Il 19 marzo, ore 17, la Fiab partecipa alla Tavola rotonda organizzata dall’Archivio di Stato di Modena sul legame inscindibile tra la conoscenza, lo studio della storia e della cartografia e la valorizzazione e lo sviluppo turistico del territorio.

Si parlerà di una esperienza che ha coniugato l’esame delle fonti dirette, le lezioni di storia e di cartografia e le escursioni en plein air per vedere e riconoscere le antiche reti viarie e le tracce ancora presenti nei nostri territori. Tracce antiche, misconosciute, ma ancora vive e fruibili dagli studenti, dagli abitanti e dai turisti.

Il fil rouge di questa esperienza parte dallo storico viaggio dei Longobardi dalla Scandinavia all’Italia e dalle tracce del loro insediamento sulle nostre terre, radicando longeve tradizioni culturali e creando una frontiera contro i Bizantini lungo il fiume Panaro.

volantino tavola rotonda

volantino tavola rotonda

ANDAR PER MULINI NEL MODENESE: Itinerario ideale tra i mulini da cereali e i corsi d’acqua nel territorio della provincia

mulino di gombola (MO)

mulino di gombola (MO)

Domenica 20 marzo, ore 17 – Palazzo dei Musei, Sala ex Oratorio
ANDAR PER MULINI NEL MODENESE: Itinerario ideale tra i mulini da cereali e i corsi d’acqua nel territorio della provincia

Il progetto Pane a Villa Sorra. Percorso partecipato dalla semina alla tavola, entrato nel suo secondo anno di attività, prosegue nella riscoperta delle tradizioni agricole del nostro territorio sviluppando il tema degli antichi mulini ad acqua. Ne parla Antonella Manicardi che si è spesso occupata dei mulini storicamente presenti nei bacini idrografici di Secchia e Panaro. In passato la presenza dei mulini era strettamente connessa al fitto reticolo di corsi d’acqua del modenese e ha lasciato ampie tracce nei documenti, nelle fotografie e nei toponimi.

Oggi i mulini sopravvivono spesso come edifici irriconoscibili e solo pochissimi ancora lavorano.

Al termine, Giuseppe Marano introduce le attività degli Amici della Bicicletta presentando la “Pedalata Modena-Villa Sorra (e dintorni)” di domenica 10 aprile dal titolo “Alla scoperta del paesaggio agrario della pianura modenese”, percorso illustrato da Eraldo Antonini, in collaborazione con Garden Club Modena.

Alle ore 18.30 aperitivo con ricette a base di “Pane di Villa Sorra” presso la Caffetteria di Palazzo dei Musei (€ 5 su prenotazione, T. 059 2033125,
palazzo.musei@comune.modena.it)

Ingresso libero

Anche Fiab si schiera contro le trivelle per una nuova politica energetica

stop trivelle

stop trivelle

Anche Fiab si schiera per il referendum per fermare le trivelle, che si terrà il 17 aprile, promosso da dieci consigli regionali. Una scelta coerente con le posizioni ambientaliste e per un nuovo modello di sviluppo che caratterizzano da sempre l’attività e le iniziative della Federazione italiana amici della bicicletta. D’altra parte molte associazioni locali avevano già aderito ai diversi Comitati formati o che si stanno formano in tutta Italia per sensibilizzare l’opinione pubblica su un tema intorno al quale si gioca un futuro meno dipendente dal petrolio.

«Occorre investire su un diverso modello energetico che ha poi ripercussioni sulla diffusione di un nuovo modello di mobilità di cui la bicicletta è una parte importante– ha commentato il presidente di Fiab Giulietta Pagliaccio – Questo significa anche riconvertire la politica industriale del nostro Paese per costruire nuove opportunità di lavoro e creare le condizioni per una minore dipendenza da fonti energetiche non rinnovabili».

L’invito è di votare SI’ per abrogare la norma introdotta dall’ultima Legge di Stabilità che permette alle attuali concessioni di estrazione e di ricerca di petrolio e gas che insistono nella zona di mare vicina alla costa di non avere più scadenza. Con la Legge di Stabilità 2016, infatti, le licenze già in essere entro le 12 miglia dalla costa sono diventate “sine die”.

Le trivelle sono il simbolo tecnologico del petrolio: vecchia energia fossile causa di inquinamento, dipendenza economica, conflitti, protagonismo delle grandi lobby.

http://www.fermaletrivelle.it/