E io pedalo

Grande successo ieri sera a Sant’Agata Bolognese alla prima dello spettacolo di Donatella Allegro con Irene Guadagnini : “E io pedalo” , durante il quale si racconta un secolo di storia attraverso la bicicletta e tra un giro di ruota e il successivo  si riflette su aspetti culturali, politici e sociali legati a questo mezzo sempre attuale,  che ieri come oggi corre libero e veloce, alimentando sogni e speranza, il desiderio di riscatto e di ribellione, la lotta per la resistenza, il bisogno di autonomia.

Una parte dello spettacolo si è ispirato ai corsi che la Fiab di Modena svolge da diversi anni per insegnare l’uso della bicicletta alle donne straniere

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Nomina amministratore AMO: una soluzione ‘opaca’

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Andrea Burzacchini

NOMINA AMMINISTRATORE AMO: UNA SOLUZIONE ‘OPACA’

L’assemblea dei soci AMO ha dunque deciso: Andrea Burzacchini sarà il nuovo amministratore unico dell’Agenzia per la Mobilità, in sostituzione dell’uscente Maurizio Maletti. Benché relativamente giovane (48 anni), il neo-responsabile di AMO vanta un curriculum tecnico ed esperienze di tutto rispetto. Le sue competenze e le sue prime dichiarazioni lasciano sperare che nel tempo Modena possa somigliare un po’ più a Friburgo (la città tedesca dove svolge la sua attività professionale) che alla città estense, orgogliosamente autocentrica, ereditata dalle ultime amministrazioni comunali.

Consapevole che i problemi della mobilità sono molto difficili da risolvere e richiedono ampie convergenze fra l’ente locale e le istanze della società civile, la Fiab non può che augurare al nuovo amministratore di AMO buon lavoro, al contempo dichiarandosi pienamente disponibile a qualsiasi forma di collaborazione egli volesse attuare per la promozione della mobilità sostenibile, ancor più se intesa a ridimensionare gli spostamenti con gli autoveicoli (oggi al 75%) a favore del trasporto pubblico, della ciclabilità e pedonalità.

Ciò detto, restano valide tutte le obiezioni a suo tempo formulate dall’associazione sulle modalità di nomina del nuovo amministratore. Appare a tutti evidente che è avvenuta in primis grazie all’appartenenza politica (PD) e solo in seconda istanza per le competenze tecniche, e non è poco. A differenza di Ennio Cottafavi e Lorenzo Carapellese, i due candidati presentatisi alla scadenza del bando pubblico per la scelta dell’amministratore di AMO e sottopostisi anche ad un esame – audizione nella commissione comunale competente, Burzacchini è stato scelto al di fuori della procedura e successivamente ad essa.

Ci si chiede dunque quale sia il significato del bando pubblico per l’amministratore di AMO se le persone che vi partecipano possono essere escluse senza che se ne presentino le motivazioni in modo ufficiale e argomentato. Inoltre, ci si chiede perché -fallito un bando- non ne sia stato indetto un altro. Avrebbe rappresentato certamente un metodo più trasparente di quello poi praticato.

Così non è stato. Un’occasione per cambiare metodi arbitrari e ‘opachi’ di gestire la ‘cosa pubblica’ è andata dunque perduta. Riteniamo peraltro che la modalità prescelta rappresenti un notevole passo indietro, se non l’umiliazione, del ruolo dello stesso Consiglio Comunale, pur investito della funzione di controllo dell’operato dell’amministrazione comunale.

Risultato? D’ora in poi tutti saranno autorizzati a credere che i bandi per la selezione di funzioni dirigenti negli organismi di nomina politica rappresentino delle pure e semplici coperture per scegliere persone ‘fedeli’ piuttosto che competenti e indipendenti, come invece avrebbe richiesto il ruolo di amministratore di AMO e come sempre più richiede la cittadinanza nella nuova stagione segnata dalla diffusa contestazione dei metodi ‘politici’ (arbitrari) nella gestione della pubblica amministrazione.

Giorgio Castelli
Presidente FIAB di Modena
www.modenainbici.it

Tresigallo, la città dell’utopia

Tresigallo – città d’arte – Domenica 12 giugno 2016

Situato sulla sponda sinistra del Po di Volano, nella pianura orientale della provincia di Ferrara, Tresigallo vive il suo periodo più importante a partire dai primi anni ’30, quando viene iniziata la progettazione a tavolino e la costruzione di una città in stile razionalista. Anche qui arrivano le biciclette Fiab, sfrecciando sui rettifili e negli incroci dalla facciate simmetriche.

Tresigallo, la città dell’utopia
Eugenia Coriani

Sogni… Sogni… Sogni…
SOGNI era la grande insegna sistemata sul tetto dell’ultimo edificio visitato a Tresigallo.
Agli inizi del secolo scorso, Tresigallo non era niente più di una piccola borgata; lì era nato il futuro Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri del Regno d’Italia e successivamente Ministro dell’Agricoltura e foreste nel periodo di Mussolini, Edmondo Rossoni, uomo dalla personalità eclettica, sindacalista, giornalista, tra i più atipici tra tutti i gerarchi fascisti.

Con le sue direttive il paese viene completamente ricostruito con architetture razionaliste (è per questo che ha ottenuto la denominazione di Città d’Arte, quale esempio di città di nuova fondazione caratterizzata dalla modernità architettonica e urbanistica). Nessuno dei grandi architetti dell’epoca è intervenuto; il piano urbanistico stava nella testa di Rossoni che, da Roma pensava alle costruzioni e a come dovevano essere realizzate. Poi inviava le istruzioni al suo uomo di fiducia, Livio Marani, il macellaio del paese, il quale le trasmetteva a Carlo Frighi, giovane ingegnere tresigallese che Rossoni aveva fatto studiare a Roma a sue spese. Spesso, poi, tornava al paese per controllare lo stato dei lavori.

Ecco allora la Casa della Cultura, luogo della formazione ideologica e fisica dei giovani, il campo sportivo, la piazza centrale circondata da case popolari, la casa del ricamo con annesso asilo per la ragazze madri, un cinema-teatro.

Ma prima di fare le case e gli edifici pubblici e aggregativi, Rossoni fa le fabbriche, tutte attorno alla circonvallazione e soprattutto punta sulla diversificazione produttiva.

Forte della sua posizione politica, convince gli imprenditori a stabilirsi lì. In pochi anni sorgono, tra le altre, una distilleria per l’estrazione dell’alcol dalle bietole con annesso zuccherificio, un burrificio per la trasformazione del latte prodotto nelle stalle della zona, un canapificio per la lavorazione della canapa, un’industria metalmeccanica per la costruzione di macchine agricole, una cartiera per la lavorazione di rayon e cellulosa.

Rossoni, memore dei suoi trascorsi da sindacalista (fu tra i fondatori della U.I.L.), aveva sviluppato una visione politica ed economica molto personale, in cui capitale e lavoro devono unire le forze per favorire gli obiettivi dell’intera comunità. I suoi sogni furono interrotti, sul più bello, dall’alleanza con la Germania nazista e dall’entrata in guerra.

La grande zona industriale con i suoi enormi e utopici stabilimenti degli anni ’30 è ora in stato di abbandono. Un tesoro di archeologia industriale che aspetta solo di essere sfruttato e valorizzato per riprendere a… sognare!

Le proposte della FIAB: le 2500 rastrelliere a forma di P sono poche e mancano in luoghi chiave

«Servono più parcheggi. E sì alle bici ‘contromano’»

Le proposte della FIAB: «le 2500 rastrelliere a forma di P sono poche e mancano in luoghi chiave»

Di interventi mirati per invogliare maggiormente i cittadini a muoversi in bici se ne sono visti pochi. Interventi che coinvolgono non solo il problema del fondo sconnesso. ma anche sicurezza e parcheggi, cavalli di battaglia della Fiab.

 NON solo scomodità dovuta al tipo di manto stradale. Sulla viabilità ciclabile in centro storico la Fiab (Federazione Italiana Amici della Bicicletta) tiene particolarmente a sottolineare tre aspetti, ognuno dei quali è stato espressamente richiesto alle ultime due amministrazioni. Il primo aspetto riguarda la fruibilità logistica, messa in crisi dalla scarsezza di parcheggi. Troppo pochi infatti, secondo la federazione provinciale della Fiab, i 2500 portabici a forma di P messi nel 2009 e il risultato è che luoghi particolarmente frequentati dai cittadini, come le poste di via Modonella, ne siano completamente sguarniti.

Secondo punto evidenziato è la sicurezza del mezzo: «Il timore che la propria bici venga rubata – spiega Giuseppe Marano, dirigente della Fiab di Modena – rappresenta la seconda ragione per la quale il cittadino sceglie di muoversi con un mezzo diverso (macchina o a piedi). Eppure il dilagante fenomeno dei furti si può combattere, aumentando i parcheggi a P, che consideriamo innovativi e sicuri, e soprattutto i depositi protetti come quello della stazione. Attualmente i depositi in città sono sette, ma nessuno di questi si trova dentro le mura del centro storico.

Infine suggeriamo – conclude Marano – di riprendere il progetto della targatura delle bici, che inizialmente aveva dato segnali confortanti nella lotta ai ladri di biciclette ».

Il terzo e ultimo aspetto ha a che fare con la viabilità in senso stretto: per favorire la mobilità ciclabile in centro la Fiab suggerisce di permettere alle bici la circolazione in entrambi i sensi laddove ci sia il senso unico per l auto, adeguando opportunamente la segnaletica. Un’agevolazione che renderebbe più serena la vita dei ciclisti, senza il rischio di multe e insulti da parte degli automobilisti.

Articolo sul "Resto del Carlino"

Articolo sul “Resto del Carlino”

 

 

 

Segnali di fumo 2016 in tema di vita urbana (3)

La crescente attenzione dei cittadini all’ambiente, alla vita all’aria aperta, alla qualità dello spazio urbano e la sempre più marcata presenza di pedoni e ciclisti nelle strade richiedono un cambiamento nella gestione dello spazio pubblico. A Modena come si risponde a questa domanda emergente di qualità e salute?

Da due anni l’assessore comunale alla mobilità, Gabriele Giacobazzi, sbandiera un pomposo ‘Piano della mobilità ciclabile’, panacea d’ogni male. Tuttavia, col passar del tempo, lo fa con crescente fretta e superficialità, come nell’incontro del 21 aprile con le associazioni di volontariato.

Il ‘Piano’ scatta una foto impietosa della realtà attuale: piste ciclabili promiscue, attraversamenti ciclabili solo… pedonali, spesso con segnaletica verticale incongruente con quella orizzontale, troppi incidenti con ciclisti sulle strade di accesso al centro.

Nel ‘Piano’ appaiono numerosi studi di ciclabili e di nuovi collegamenti con le frazioni, a cui l’assessore ha aggiunto promesse di ulteriori piste. La realtà è ben più prosaica ed è sotto il segno della pista-gimcana per Baggiovara, dell’irreale attraversamento pedonale e ciclabile Cividale/Salvo d’Acquisto, dell’inquietante spezzatino della pista di via Giardini.

Giacobazzi non considera che ogni cittadino che si sposta a piedi, in bicicletta o col trasporto pubblico merita maggiore rispetto perché produce meno inquinamento, conduce una vita più sana e favorisce anche la circolazione del traffico. Narcotizzato dai suoi ‘Piani’ fumosi, l’assessore non distingue i veri segnali di fumo che gli lancia la comunità.

Giorgio Castelli

(presidente Fiab Modena)

www.modenainbici.it

(3 – fine)

Articolo sul giornale

Articolo sul giornale

Segnali di fumo in tema di vita urbana (2)

ciclistiurbani

ciclisti urbani

La crescente presenza di pedoni e ciclisti nelle strade e la loro riconquista dello spazio pubblico sta spostando gli equilibri raggiunti dopo mezzo secolo di predominio della motorizzazione privata, ponendo fine alla marginalizzazione degli ‘utenti deboli’ nello spazio stradale.

I tempi stanno cambiando. Mettendosi alle spalle un sentimento di rassegnata accettazione della propria minorità rispetto agli automobilisti, i nuovi ciclisti non rasentano più i marciapiedi né le auto in sosta, riservandosi il necessario spazio di manovra e segnalando col braccio la svolta a sinistra, compiuta senza timori reverenziali. Nelle rotatorie occupano le corsie per non farsi travolgere dalle auto; seguono una traiettoria lineare nelle strade strette per evitare sorpassi ravvicinati. Negli scarsi attraversamenti ciclabili pretendono la precedenza.

Questi comportamenti suscitano accuse roventi e generalizzate. Al sito della FIAB fioccano le lamentele degli automobilisti contro i ciclisti “scorretti”.

Pur condannando senza ‘se’ e senza ‘ma’ i comportamenti sbagliati dei ciclisti, la nostra associazione è preoccupata dell’attenzione ossessiva verso di essi. In realtà, la polemica incendiaria contro i pedoni e i ciclisti nasconde più probabilmente l’insofferenza verso chi è percepito come ‘intralcio’ alla circolazione delle quattro ruote.

I dati sugli incidenti stradali confermano che i ciclisti e i pedoni rischiano la vita tutti i giorni, al di là del rispetto del Codice della Strada, nonostante testimonino la possibilità di spostarsi e vivere in città senza ingombrare, inquinare e sopraffare gli altri.

Giorgio Castelli (presidente Fiab Modena)
www.modenainbici.it
(2 – segue)

2 ruote - gazzetta di modena - 12 giugno 2016

2 ruote – gazzetta di modena – 12 giugno 2016

Segnali di fumo in tema di vita urbana (1)

Traffico in Via Giardini

Traffico in Via Giardini

Da alcuni anni molte città americane ed europee investono ingenti risorse nella riorganizzazione dello spazio pubblico per ridurre l’inquinamento e migliorare la vita dei cittadini: mentre liberano strade e piazze dalle auto, estendono nei quartieri residenziali le aree a moderazione di traffico. Gli abitanti rispondono riappropriandosi degli spazi e svolgendovi attività sociali.

Ma si colgono anche altri ‘segnali di fumo’ in tema di vita urbana: la diffusione delle attività sportive percepite come sinonimo di ‘star bene’, l’associazione delle immagini di podisti e biciclette a prodotti/servizi di largo consumo (viaggi, strumenti tecnologici e perfino automobili) nelle campagne pubblicitarie. E poi lo sviluppo del cicloturismo, la richiesta di molte scuole di corsi per insegnare ai ragazzi l’uso e la manutenzione della bicicletta…

Nonostante a Modena si sia registrato nell’ultimo biennio un calo dei ciclisti, si notano molti più giovani che circolano con biciclette nuove fiammanti e, in generale, tantissime persone che usano la bicicletta come mezzo di trasporto quotidiano.

Dunque tutto bene?

Quasi tutto, perché la riconquista dello spazio stradale da parte di pedoni e ciclisti suscita anche reazioni miopi ed egoistiche. Ne è un esempio l’alleanza improbabile emersa spesso tra sostenitori dell’illimitata circolazione degli autoveicoli in città e commercianti che ritengono l’accessibilità in auto alla loro attività come fattore di successo indiscutibile. E questo nonostante infinite esperienze nazionali e internazionali di segno opposto e il confronto fra il costo dei negozi in centro e nel resto della città dimostrino il contrario.

Giorgio Castelli
(presidente Fiab Modena)
www.modenainbici.it

(1-segue)

Raduno di bici elettriche in collina

La pericolosità degli inquinanti emessi nell’ambiente dagli autoveicoli tradizionali espone la salute a gravi rischi, come evidenziato dalle istituzioni sanitarie nazionali e internazionali. Non ci sono alternative: per bonificare gli spazi urbani è necessario ridurre l’uso dei mezzi tradizionali. Molte speranze si focalizzano sui veicoli elettrici.

Il Comune di Modena ha incentivato l’acquisto e l’utilizzo dei veicoli elettrici con contributi economici e agevolazioni per la loro circolazione e sosta. Il risultato è stato notevole: oggi in strada circolano circa 5.000 veicoli elettrici.

Non è quindi sorprendente che il 19 giugno a Castelvetro (MO) si tenga CastELbike, un raduno di bici a pedalata assistita, una mostra mercato di veicoli elettrici, una cicloescursione e un laboratorio sulla sostenibilità per bambini.

Il mercato è in fermento. La notizia più interessante è che scende in campo anche la Piaggio con Wi-Bike, una bici elettrica dotata di cambio elettronico, telaio in alluminio, un potente motore e un interessante sistema antifurto con gps che funziona come chiave di autenticazione. Prodotta in Italia, sarà offerta a un prezzo dai 2.600 ai 3.500 euro. La scelta tecnica e di mercato operata dalla Piaggio è destinata nel tempo ad affermare prodotti tecnicamente più evoluti e a superare le pseudo bici-elettriche, che altro non sono che bici normali integrate da motore elettrico. Se le risposte del mercato saranno incoraggianti, potremmo assistere in futuro a un deciso calo dei prezzi, precondizione per il successo di massa dei nuovi veicoli ecologici.

Giuseppe Marano
www.modenainbici.it

Articolo sul giornale

Articolo sul giornale

Modena tra 2 fiumi

Domenica 29 maggio 2016 – Modena tra 2 fiumi

Debutto di fuoco (o meglio di acqua) di Lucia come capogita. Incerti fino all’ultimo se partire, approfittiamo di un momento asciutto per decidere che si va.

E invece, i 30 KM all’andata sono sotto un’acqua fitta e implacabile. A Solara (Lanterna di Diogene) veniamo rifocillati e dotati di phon
(tutto squisito, dall’ambiente al cibo); appare anche – per un’oretta – il sole e stendiamo i nostri vestiti e le nostre scarpe.

Poi si riparte e – dopo una mezz’oretta di luce, ancora acqua. Molte risate; luci spettacolari quando – ogni tanto – si affaccia il sole tra le nubi nere. Il paesaggio si può ben definire “lavato”.

Ad un avventore della locanda che ci ha chiesto: “Quando siete partiti da Modena”?. Silvio ha risposto: “Abbiamo aspettato che piovesse”.

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Un viaggio di maturità alternativo

Concluso un viaggio è già ora di ripartire per il prossimo! Anzi, in realtà, un viaggiatore sa che il viaggio è terminato nel momento stesso in cui ha pensato e deciso la data.
Una nova meta, una nuova traccia, che prima di disegnare su una mappa organizza nella mente. Il viaggiatore assapora i motivi e le ragioni per cui ripartire, che in realtà si riducono ad un’ unica motivazione: il viaggio è il miglior investimento che puoi fare per la tua vita! Una di quelle cose che nessuno ti può togliere. Viaggiare in bicicletta è, oltretutto, uno dei due, forse tre, modi migliori per viaggiare semplicemente perché la ”lentezza” del pedalare consente la microesplorazione del mondo che è la vera ricchezza del viaggio: partire da A arrivare a B e fare esperienza di tutto quello che c’è nel mezzo. Con questo spirito Federico ha già percorso la Modena-Abetone-Lucca-Massa Carrara!
Raccontare di viaggi è sempre complicato, si ha sempre il sospetto che la gente si accontenti della lettura e non ne faccia una reale esperienza. Naturalmente si è smentiti dai sempre più numerosi ciclisti che caricano borse, tenda, sacco a pelo e ogni genere di stranezze sulle bici e seguono la loro ispirazione.
Comincerà presto una nuova avventura. Tutto è pronto, o quasi, per il prossimo viaggio! A Luglio si riparte… destinazione Caponord: circa 45 giorni alla fine del mondo, dall’ Italia all’ Estonia per poi attraversare e risalire lungo la Finlandia fino a raggiungere la Norvegia lungo una galleria (250 m sotto il livello del mare) arriva a Honningsvåg per raggiungere NordKapp. Si pernotterà il più delle volte in tenda e qualvolta in campeggi per ricaricare il necessario!

CHI SONO:

Federico, ha 20 anni e la sua più grande passione è viaggiare. Afferma: “Adoro stare a contatto con la natura e fare tutto ciò che è legato ad essa, dal nuoto, che mi permette di cullarmi tra le onde del mare, al trekking e alla bicicletta che mi danno l’opportunità di immergermi nella natura. Credo che ognuno di noi abbia dei sogni nella vita e penso fortemente che questi vadano realizzati”. Per questo motivo ha deciso di armarsi di coraggio e di concretizzare un progetto, un viaggio in bici dall’ Emilia alla Norvegia in solitaria. “Mi piacerebbe conoscere nuove realtà, nuovi paesi, vedere il mondo da nuovi punti di vista, visitare città nuove, ecovillaggi, musei, mescolarmi fra la gente ed inseguire il mio sogno fra una pedalata e l’altra, unendo la passione per i viaggi alla possibilità di aiutare gli altri”.
Nata a Sassuolo (MO) nel 1996, è sempre stato da sempre interessato a tematiche ambientali e sociali di vario genere, gli piace viaggiare e conoscere culture nuove, è una persona sensibile ed attenta al benessere di chi gli sta accanto. Gli piace stare a contatto con la natura, cucinare, fotografare e apprezzo le cose semplici.
 Queste sue attitudini lo hanno portato a scegliere l’Istituto Tecnico Agrario con curriculum “gestione dell’ambiente e del territorio”.
Ha trascorso i primi 12 anni della mia vita, inserendosi in un contesto associativo “Agesci” e vivendo esperienze personali forti che hanno forgiato il suo carattere regalandogli un’esperienza unica ed indelebile. Nel 2013 ha percorso la route estiva, con il gruppo scout, pedalando lungo la tratta Passau-Vienna. “Scopri proprio lì la bellezza dello viaggiare in modo sostenibile e come cicloturista inizio già a pensare nuovi tour.”
Ama la vita, l’avventura, il senso di libertà ed il contatto con la natura; osserva sempre le cose dal lato positivo e coinvolgendo chi lo circonda. Ha svolto varie attività di volontariato, tra le quali un anno di servizio all’interno dell’associazione S.Gaetano, che ospita ragazzi e persone con handicap mentale, in cui vengono svolte attività di riabilitazione per mantenere le abilità acquisite e di socializzazione nel grande gruppo per mantenere le capacità relazionali

I MIEI VIAGGI:
Chi non viaggia vive solo una vita a metà. Questo è quello che penso da ormai 5 anni, da quando il viaggio è diventato il mio stile di vita, la concretizzazione del concetto di libertà. Il mio primo vero viaggio è stato un cicloviaggio. Avevo 18 anni e ricordo che i miei amici per il loro compleanno chiedevano ai loro genitori come regalo una festa di compleanno con i fiocchi in ristoranti super costosi. A me del cellulare super tecnologico, del ristorante di lusso, delle grandi marche non è mai importato nulla e non ho voluto una festa così. Il primo viaggio l’ho fatto quindi ecosostenibile con un mio amico e siamo state ospiti a casa dei genitori di un’ amica conosciuta in una vacanza studio.. Crescendo, il viaggio è diventato per me una costante ed infatti le mie partenze sono diventate sempre più numerose. Ho continuato a fare viaggi anche in Europa e il viaggio mi ha cambiato tanto. Ho avuto la possibilità di conoscere nuove culture, persone adorabili diverse da me che mi hanno arricchito tantissimo.
Cosí da qualche mese dentro di me si e’ scatenato un uragano di emozioni, una forte voglia di viaggiare che mi caratterizza da sempre, mi ha spinto ad unire due mie grandi passioni: la bici e i viaggi e mi sono detto: “perchè’ non partire in bici dall’ Emilia alla Norvegia da solo come viaggio di maturità?” Circa un mesetto fa ho scritto su un po’ di siti per trovare b&b disposti ad ospitarmi per un giorno durante questo viaggio in cambio di recensioni sulla mia pagina facebook, sono ancora alla ricerca di altre strutture che possano ospitarmi soprattutto all’estero.se c’e’ qualcuno disposto ad aiutarmi, si faccia avanti e si metta in contatto subito con me!
La cosa più bella dei viaggi è proprio tornare diversi, con la consapevolezza che c’è sempre però ancora qualcosa da scoprire.
I 4.400 km da Formigine a Capo Nord saranno percorsi in 45 giorni ad una media di 130 km al giorno per circa 8-9 ore di bici quotidiane, con qualche pausa negli uffici turistici.
Il percorso prevede dieci stati europei da attraversare, con il passaggio in prossimità di sette grandi capitali.
La data prescelta per la partenza è il 10 Luglio circa appena terminerà la prova orale con la luce del sole che sarà sempre più a lungo al mio fianco all’avvicinarsi alla meta.
Paesi attraversati: Italia, Austria, Repubblica Ceca, Polonia, Lituania, Lettonia, Estonia, Finlandia, Svezia, Norvegia.

PERCHE’ IN SOLITARIA?
Viaggiare da soli è importante perchè impari a risolvere problemi in un paese straniero e ci dà la consapevolezza che alla fine possiamo farcela anche da soli. Quando non si ha un compagno di viaggio, si deve comunicare necessariamente con la gente del posto, si viene a contatto maggiormente con le culture locali (mentre partendo con un amico quasi sicuramente si finisce per parlare italiano e isolarsi senza conoscere fino in fondo le tradizioni del paese che si è deciso di visitare). Gli amici alla fine, li ho sempre trovati nei paesi che decidevo di visitare e sono diventati in quel contesto, la mia famiglia.
Ciò che ho imparato da tutti questi viaggi è che non bisogna mai smettere di sognare, non bisogna mai fare in modo che gli altri decidano per noi. Bisogna vivere di sogni, vivere in base a ciò che davvero vogliamo fare noi, perchè come ha affermato Galeano “l’utopia è all’orizzonte, mi avvicino di due passi, lei si allontana di due passi. Cammino per dieci passi e l’orizzonte si sposta di dieci passi più in là. Per quanto io cammini, non la raggiungerò mai. A cosa serve l’utopia? Serve proprio a questo: a camminare.

IL PROGETTO:
“E’ andando in bicicletta che impari meglio i contorni di un paese perchè devi sudare sulle colline e andare giù a ruota libera nelle discese. In questo modo te le ricordi come sono veramente, mentre in automobile ti restano impresse solo le colline più alte e non hai un ricordo tanto accurato in macchina come ce l’hai passandoci in bicicletta”.

Sono questi i suggestivi versi di E. Hemingway che hanno ispirato il viaggio.

La vista è uno dei sensi più importanti che abbiamo e a volte siamo così immersi nella routine quotidiana da dimenticare che la bellezza delle cose sta soprattutto nell’osservare nuovi paesaggi, viaggiare, guardare con occhi curiosi il mondo, stupirci anche scoprendo che a pochi km di distanza, ci sono già usanze diverse, nuove lingue, piatti tipici differenti. E’ questo ciò che amo dei viaggi, la scoperta. Spesso siamo così concentrati sul tempo che scorre, guardiamo costantemente l’orologio e dimentichiamo di vivere nel presente perchè siamo già in ansia per quello che verrà. “Tra vent’anni sarai più infastidito dalle cose che non hai fatto che da quelle che hai fatto. Perciò molla gli ormeggi, esci dal porto sicuro e lascia che il vento gonfi le tue vele. Esplora. Sogna. Scopri”.

Un viaggio affascinante e molto duro, che ha richiesto una grande preparazione non solo fisica, ma anche mentale e psicologica, per avere la giusta forza d’animo nei momenti di fatica, affrontando con lucidità ogni inconveniente, compresi guasti meccanici e forature. Ma un viaggio è anche godere della libertà, come un motore che a benzina infinita spinge sui pedali: «Amo il senso di libertà di quel metro quadrato rappresentato dalla mia bici – confessa Federico – svuoto la mente. Quel senso di conquista e di avventura che la strada e la conoscenza di nuovi luoghi mi danno, sembrano annullare quasi la fatica nelle gambe».

Si può seguire il viaggio di Federico Fiorentini sulla pagina facebook “Fife on the raod_ from Modena to Nordkapp”, nella quale pubblicherà giorno dopo giorno le tappe e i bellissimi scorci del suo “andare” e molto altro. Rimane fondamentale sostenermi anche da casa e seguirmi virtualmente per vivere in seconda persona le avventure che dovrò attraversare.

 

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Federico Fiorentini