Mobilità ecologica: l’opzione elettrica

ebike a castelvetro

ebike a castelvetro

Good news nel settore della mobilità elettrica. Il Comune di Milano ha realizzato un piano per moltiplicare le colonnine per la ricarica veloce dei mezzi elettrici: 12 delle 34 esistenti gestiste dalla società elettrica cittadina possono effettuare ricariche dell’80% degli accumulatori in dotazione ai veicoli elettrici in 20 minuti, al costo di 60 euro l’anno (ricariche illimitate).

Il campionato ufficiale FIA di Formula E(lettrica) ha acquisito la collaborazione di Enel per produrre l’energia necessaria alle gare. La società pubblica italiana realizzerà per i gran premi elettrici una mini-grid per monitorare i consumi dei vari team, fornirà l’illuminazione a led per le zone limitrofe al percorso di gara e installerà le colonnine di ricarica elettrica.

La cooperativa modenese Insieme, supportata da Itas Assicurazioni e My-Close, ha lanciato un kit composto da lucchetto intelligente e polizza assicurativa contro i furti delle bici elettriche. Il dispositivo comunica al proprietario i tentativi di furto e localizza la posizione della bici. Inizialmente, la polizza viene offerta a organizzazioni professionali, ma è facile immaginare che presto sarà estesa a tutti i cittadini.

Per i veicoli elettrici, valgono sempre gli incentivi del Comune di Modena: per l’acquisto il premio ammonta al 14% del prezzo fatturato (con alcuni massimali); i possessori di tali veicoli possono richiedere l’accesso alla ZTL e l’esenzione del pagamento della sosta.

Giuseppe Marano
www.modenainbici.it

Parigi pedala, e Modena che cosa fa?

Si concretizza il ‘Piano bicicletta 2015-2020’ del Comune di Parigi. La sindaca di Ville Lumière, Anne Hidalgo, ha fissato il proprio obiettivo: entro il 2020 triplicare – dal 5 al 15 per cento – l’uso della bicicletta. Il ‘Piano’ dispone di 150 milioni di euro per creare spazi e servizi a favore del vélo.

Verranno costruite piste ciclabili, parcheggi di scambio bici/trasporto pubblico, parcheggi bici, riqualificate strade e piazze per renderle idonee alla rete ciclabile, incentivato l’acquisto di veicoli elettrici e potenziato il bike sharing. Altri interventi riguarderanno la sicurezza: ciclabili con doppio senso di circolazione per le bici nei sensi unici, diritto di precedenza al ciclista con aree di arresto ai semafori, incentivi ai condomini che offrono posti bici, zone a 30 km/h nei quartieri residenziali.

Raffrontato a quello parigino, il ‘Piano della mobilità ciclabile‘ dell’ex capitale estense, fermo da due anni, appare un residuo del secolo passato, un irrealistico (e non finanziato) elenco di ciclabili. Il ‘Piano’ non convince lo stesso autore, l’assessore alla mobilità, Gabriele Giacobazzi: infatti non ha indicato alcun obiettivo verificabile e non dispone di risorse. Il ‘Piano’ si rivela perciò un bluff, forse utile per la propaganda elettorale, ma certo inutile per cambiare il modello autocentrico di mobilità imperante a Modena.

Proposta: 60 dei 120 milioni di euro destinati a recuperare il S. Agostino siano dirottati a realizzare un vero piano triennale della ciclabilità, necessario per far respirare una delle città più inquinate d’Europa.

Giuseppe Marano
www.modenainbici.it

2ruote_10luglio2016

Bike2work‬: andare a lavorare in bicicletta è una scelta di libertà

Anche se sulla nuova ciclabile di via Giardini il nostro giudizio non è per nulla positivo, a causa di tutte le scelte progettuali sbagliate e dimostrate anche dal test di lunedì scorso, Amici della Bicicletta FIAB Modena ha voluto partecipare alla biciclettata che il PD ha organizzato sul percorso Baggiovara – Modena perché lo scopo dichiarato era incentivare l’uso della nuova ciclabile nelle percorrenze casa-lavoro, per i pendolari che possono scegliere un’alternativa all’ automobile per raggiungere Modena e il polo ospedaliero di Baggiovara.

E’ un obiettivo importante per migliorare la mobilità della nostra città e ridurre il traffico e ci auguriamo che venga promosso con coraggio e coerenza dalla amministrazione comunale. A dimostrazione che Amici della Bicicletta FIAB Modena non è sempre contro, ma presente e collaborativa se le scelte sono nella direzione giusta

Mobilità sostenibile: incentivi efficaci

bus seta

bus seta

La notizia è di quelle ‘storiche’: Seta permetterà di caricare gratuitamente la bicicletta pieghevole a bordo dei propri mezzi nelle reti urbane di Modena, Carpi e Sassuolo, mentre trasporterà qualsiasi tipo di due ruote sulle linee extraurbane. Cade finalmente un’incongruenza ingiustificata che penalizzava l’intermodalità ecologica.

C’è dell’altro: l’azienda offrirà ai propri passeggeri uno sconto del 50% sull’acquisto di un abbonamento mensile, mentre agli abbonati annuali concederà un contributo fino ad un massimo di 250 euro per l’acquisto di 60 bici pieghevoli.

Sull’argomento degli incentivi la Fiab da tempo rivolge al Comune ed agli enti pubblici l’appello a intervenire con strumenti innovativi per premiare i comportamenti ‘civici’ dei propri collaboratori che si spostino a piedi, con la bici o col trasporto pubblico. Considerando la vastità della platea potenziale (solo il Comune ha un organico di 1.800 dipendenti, cui si aggiungono altre migliaia dell’Ausl, delle scuole e di altri uffici statali), i benefici ambientali potrebbero essere molto significativi.

Tre sono le possibili offerte ai lavoratori: incentivi economici, tempo libero e servizi. In relazione alle distanze coperte sui percorsi casa-lavoro, il personale potrebbe ricevere un bonus in busta paga, in giorni di ferie aggiuntivi e in strutture dedicate (deposito protetto).

Questi sistemi, soprattutto il tempo libero e i servizi, potrebbero essere molto efficaci e realizzati con investimenti modesti. L’invito pertanto è al Comune di Modena affinché adotti incentivi ‘ecologici’ per i propri dipendenti, svolgendo al contempo un’azione di moral suasion nei confronti di altri enti territoriali perchè facciano altrettanto.

Giuseppe Marano
www.modenainbici.it

E io pedalo

Grande successo ieri sera a Sant’Agata Bolognese alla prima dello spettacolo di Donatella Allegro con Irene Guadagnini : “E io pedalo” , durante il quale si racconta un secolo di storia attraverso la bicicletta e tra un giro di ruota e il successivo  si riflette su aspetti culturali, politici e sociali legati a questo mezzo sempre attuale,  che ieri come oggi corre libero e veloce, alimentando sogni e speranza, il desiderio di riscatto e di ribellione, la lotta per la resistenza, il bisogno di autonomia.

Una parte dello spettacolo si è ispirato ai corsi che la Fiab di Modena svolge da diversi anni per insegnare l’uso della bicicletta alle donne straniere

IMG-20160623-WA0009 IMG-20160623-WA0011 IMG-20160623-WA0013

Nomina amministratore AMO: una soluzione ‘opaca’

andrea burzacchini

Andrea Burzacchini

NOMINA AMMINISTRATORE AMO: UNA SOLUZIONE ‘OPACA’

L’assemblea dei soci AMO ha dunque deciso: Andrea Burzacchini sarà il nuovo amministratore unico dell’Agenzia per la Mobilità, in sostituzione dell’uscente Maurizio Maletti. Benché relativamente giovane (48 anni), il neo-responsabile di AMO vanta un curriculum tecnico ed esperienze di tutto rispetto. Le sue competenze e le sue prime dichiarazioni lasciano sperare che nel tempo Modena possa somigliare un po’ più a Friburgo (la città tedesca dove svolge la sua attività professionale) che alla città estense, orgogliosamente autocentrica, ereditata dalle ultime amministrazioni comunali.

Consapevole che i problemi della mobilità sono molto difficili da risolvere e richiedono ampie convergenze fra l’ente locale e le istanze della società civile, la Fiab non può che augurare al nuovo amministratore di AMO buon lavoro, al contempo dichiarandosi pienamente disponibile a qualsiasi forma di collaborazione egli volesse attuare per la promozione della mobilità sostenibile, ancor più se intesa a ridimensionare gli spostamenti con gli autoveicoli (oggi al 75%) a favore del trasporto pubblico, della ciclabilità e pedonalità.

Ciò detto, restano valide tutte le obiezioni a suo tempo formulate dall’associazione sulle modalità di nomina del nuovo amministratore. Appare a tutti evidente che è avvenuta in primis grazie all’appartenenza politica (PD) e solo in seconda istanza per le competenze tecniche, e non è poco. A differenza di Ennio Cottafavi e Lorenzo Carapellese, i due candidati presentatisi alla scadenza del bando pubblico per la scelta dell’amministratore di AMO e sottopostisi anche ad un esame – audizione nella commissione comunale competente, Burzacchini è stato scelto al di fuori della procedura e successivamente ad essa.

Ci si chiede dunque quale sia il significato del bando pubblico per l’amministratore di AMO se le persone che vi partecipano possono essere escluse senza che se ne presentino le motivazioni in modo ufficiale e argomentato. Inoltre, ci si chiede perché -fallito un bando- non ne sia stato indetto un altro. Avrebbe rappresentato certamente un metodo più trasparente di quello poi praticato.

Così non è stato. Un’occasione per cambiare metodi arbitrari e ‘opachi’ di gestire la ‘cosa pubblica’ è andata dunque perduta. Riteniamo peraltro che la modalità prescelta rappresenti un notevole passo indietro, se non l’umiliazione, del ruolo dello stesso Consiglio Comunale, pur investito della funzione di controllo dell’operato dell’amministrazione comunale.

Risultato? D’ora in poi tutti saranno autorizzati a credere che i bandi per la selezione di funzioni dirigenti negli organismi di nomina politica rappresentino delle pure e semplici coperture per scegliere persone ‘fedeli’ piuttosto che competenti e indipendenti, come invece avrebbe richiesto il ruolo di amministratore di AMO e come sempre più richiede la cittadinanza nella nuova stagione segnata dalla diffusa contestazione dei metodi ‘politici’ (arbitrari) nella gestione della pubblica amministrazione.

Giorgio Castelli
Presidente FIAB di Modena
www.modenainbici.it

Tresigallo, la città dell’utopia

Tresigallo – città d’arte – Domenica 12 giugno 2016

Situato sulla sponda sinistra del Po di Volano, nella pianura orientale della provincia di Ferrara, Tresigallo vive il suo periodo più importante a partire dai primi anni ’30, quando viene iniziata la progettazione a tavolino e la costruzione di una città in stile razionalista. Anche qui arrivano le biciclette Fiab, sfrecciando sui rettifili e negli incroci dalla facciate simmetriche.

Tresigallo, la città dell’utopia
Eugenia Coriani

Sogni… Sogni… Sogni…
SOGNI era la grande insegna sistemata sul tetto dell’ultimo edificio visitato a Tresigallo.
Agli inizi del secolo scorso, Tresigallo non era niente più di una piccola borgata; lì era nato il futuro Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri del Regno d’Italia e successivamente Ministro dell’Agricoltura e foreste nel periodo di Mussolini, Edmondo Rossoni, uomo dalla personalità eclettica, sindacalista, giornalista, tra i più atipici tra tutti i gerarchi fascisti.

Con le sue direttive il paese viene completamente ricostruito con architetture razionaliste (è per questo che ha ottenuto la denominazione di Città d’Arte, quale esempio di città di nuova fondazione caratterizzata dalla modernità architettonica e urbanistica). Nessuno dei grandi architetti dell’epoca è intervenuto; il piano urbanistico stava nella testa di Rossoni che, da Roma pensava alle costruzioni e a come dovevano essere realizzate. Poi inviava le istruzioni al suo uomo di fiducia, Livio Marani, il macellaio del paese, il quale le trasmetteva a Carlo Frighi, giovane ingegnere tresigallese che Rossoni aveva fatto studiare a Roma a sue spese. Spesso, poi, tornava al paese per controllare lo stato dei lavori.

Ecco allora la Casa della Cultura, luogo della formazione ideologica e fisica dei giovani, il campo sportivo, la piazza centrale circondata da case popolari, la casa del ricamo con annesso asilo per la ragazze madri, un cinema-teatro.

Ma prima di fare le case e gli edifici pubblici e aggregativi, Rossoni fa le fabbriche, tutte attorno alla circonvallazione e soprattutto punta sulla diversificazione produttiva.

Forte della sua posizione politica, convince gli imprenditori a stabilirsi lì. In pochi anni sorgono, tra le altre, una distilleria per l’estrazione dell’alcol dalle bietole con annesso zuccherificio, un burrificio per la trasformazione del latte prodotto nelle stalle della zona, un canapificio per la lavorazione della canapa, un’industria metalmeccanica per la costruzione di macchine agricole, una cartiera per la lavorazione di rayon e cellulosa.

Rossoni, memore dei suoi trascorsi da sindacalista (fu tra i fondatori della U.I.L.), aveva sviluppato una visione politica ed economica molto personale, in cui capitale e lavoro devono unire le forze per favorire gli obiettivi dell’intera comunità. I suoi sogni furono interrotti, sul più bello, dall’alleanza con la Germania nazista e dall’entrata in guerra.

La grande zona industriale con i suoi enormi e utopici stabilimenti degli anni ’30 è ora in stato di abbandono. Un tesoro di archeologia industriale che aspetta solo di essere sfruttato e valorizzato per riprendere a… sognare!

Le proposte della FIAB: le 2500 rastrelliere a forma di P sono poche e mancano in luoghi chiave

«Servono più parcheggi. E sì alle bici ‘contromano’»

Le proposte della FIAB: «le 2500 rastrelliere a forma di P sono poche e mancano in luoghi chiave»

Di interventi mirati per invogliare maggiormente i cittadini a muoversi in bici se ne sono visti pochi. Interventi che coinvolgono non solo il problema del fondo sconnesso. ma anche sicurezza e parcheggi, cavalli di battaglia della Fiab.

 NON solo scomodità dovuta al tipo di manto stradale. Sulla viabilità ciclabile in centro storico la Fiab (Federazione Italiana Amici della Bicicletta) tiene particolarmente a sottolineare tre aspetti, ognuno dei quali è stato espressamente richiesto alle ultime due amministrazioni. Il primo aspetto riguarda la fruibilità logistica, messa in crisi dalla scarsezza di parcheggi. Troppo pochi infatti, secondo la federazione provinciale della Fiab, i 2500 portabici a forma di P messi nel 2009 e il risultato è che luoghi particolarmente frequentati dai cittadini, come le poste di via Modonella, ne siano completamente sguarniti.

Secondo punto evidenziato è la sicurezza del mezzo: «Il timore che la propria bici venga rubata – spiega Giuseppe Marano, dirigente della Fiab di Modena – rappresenta la seconda ragione per la quale il cittadino sceglie di muoversi con un mezzo diverso (macchina o a piedi). Eppure il dilagante fenomeno dei furti si può combattere, aumentando i parcheggi a P, che consideriamo innovativi e sicuri, e soprattutto i depositi protetti come quello della stazione. Attualmente i depositi in città sono sette, ma nessuno di questi si trova dentro le mura del centro storico.

Infine suggeriamo – conclude Marano – di riprendere il progetto della targatura delle bici, che inizialmente aveva dato segnali confortanti nella lotta ai ladri di biciclette ».

Il terzo e ultimo aspetto ha a che fare con la viabilità in senso stretto: per favorire la mobilità ciclabile in centro la Fiab suggerisce di permettere alle bici la circolazione in entrambi i sensi laddove ci sia il senso unico per l auto, adeguando opportunamente la segnaletica. Un’agevolazione che renderebbe più serena la vita dei ciclisti, senza il rischio di multe e insulti da parte degli automobilisti.

Articolo sul "Resto del Carlino"

Articolo sul “Resto del Carlino”

 

 

 

Segnali di fumo 2016 in tema di vita urbana (3)

La crescente attenzione dei cittadini all’ambiente, alla vita all’aria aperta, alla qualità dello spazio urbano e la sempre più marcata presenza di pedoni e ciclisti nelle strade richiedono un cambiamento nella gestione dello spazio pubblico. A Modena come si risponde a questa domanda emergente di qualità e salute?

Da due anni l’assessore comunale alla mobilità, Gabriele Giacobazzi, sbandiera un pomposo ‘Piano della mobilità ciclabile’, panacea d’ogni male. Tuttavia, col passar del tempo, lo fa con crescente fretta e superficialità, come nell’incontro del 21 aprile con le associazioni di volontariato.

Il ‘Piano’ scatta una foto impietosa della realtà attuale: piste ciclabili promiscue, attraversamenti ciclabili solo… pedonali, spesso con segnaletica verticale incongruente con quella orizzontale, troppi incidenti con ciclisti sulle strade di accesso al centro.

Nel ‘Piano’ appaiono numerosi studi di ciclabili e di nuovi collegamenti con le frazioni, a cui l’assessore ha aggiunto promesse di ulteriori piste. La realtà è ben più prosaica ed è sotto il segno della pista-gimcana per Baggiovara, dell’irreale attraversamento pedonale e ciclabile Cividale/Salvo d’Acquisto, dell’inquietante spezzatino della pista di via Giardini.

Giacobazzi non considera che ogni cittadino che si sposta a piedi, in bicicletta o col trasporto pubblico merita maggiore rispetto perché produce meno inquinamento, conduce una vita più sana e favorisce anche la circolazione del traffico. Narcotizzato dai suoi ‘Piani’ fumosi, l’assessore non distingue i veri segnali di fumo che gli lancia la comunità.

Giorgio Castelli

(presidente Fiab Modena)

www.modenainbici.it

(3 – fine)

Articolo sul giornale

Articolo sul giornale

Segnali di fumo in tema di vita urbana (2)

ciclistiurbani

ciclisti urbani

La crescente presenza di pedoni e ciclisti nelle strade e la loro riconquista dello spazio pubblico sta spostando gli equilibri raggiunti dopo mezzo secolo di predominio della motorizzazione privata, ponendo fine alla marginalizzazione degli ‘utenti deboli’ nello spazio stradale.

I tempi stanno cambiando. Mettendosi alle spalle un sentimento di rassegnata accettazione della propria minorità rispetto agli automobilisti, i nuovi ciclisti non rasentano più i marciapiedi né le auto in sosta, riservandosi il necessario spazio di manovra e segnalando col braccio la svolta a sinistra, compiuta senza timori reverenziali. Nelle rotatorie occupano le corsie per non farsi travolgere dalle auto; seguono una traiettoria lineare nelle strade strette per evitare sorpassi ravvicinati. Negli scarsi attraversamenti ciclabili pretendono la precedenza.

Questi comportamenti suscitano accuse roventi e generalizzate. Al sito della FIAB fioccano le lamentele degli automobilisti contro i ciclisti “scorretti”.

Pur condannando senza ‘se’ e senza ‘ma’ i comportamenti sbagliati dei ciclisti, la nostra associazione è preoccupata dell’attenzione ossessiva verso di essi. In realtà, la polemica incendiaria contro i pedoni e i ciclisti nasconde più probabilmente l’insofferenza verso chi è percepito come ‘intralcio’ alla circolazione delle quattro ruote.

I dati sugli incidenti stradali confermano che i ciclisti e i pedoni rischiano la vita tutti i giorni, al di là del rispetto del Codice della Strada, nonostante testimonino la possibilità di spostarsi e vivere in città senza ingombrare, inquinare e sopraffare gli altri.

Giorgio Castelli (presidente Fiab Modena)
www.modenainbici.it
(2 – segue)

2 ruote - gazzetta di modena - 12 giugno 2016

2 ruote – gazzetta di modena – 12 giugno 2016