Le Pale di San Martino

Treno-bici: una santa alleanza contro l’inquinamento

treno più bici, accoppiata felice

Spostamento casa-scuola, bike-to-work, cicloturismo: sono tante le strade che portano a valorizzare la bicicletta come mezzo di trasporto economico, salutare ed ecologico. Una risorsa molto importante, tuttora sotto utilizzata, è certamente il treno. Presente in tutte le regioni, già usato quotidianamente da studenti, lavoratori e turisti, da sempre costituisce un ausilio per gli spostamenti sia brevi che medio-lunghi.

Purtoppo, nel Belpaese l’offerta di servizi ferroviari per i ciclisti è così gravemente irregolare da limitarne la fruizione: i treni veloci consentono solo il trasporto di biciclette smontate e di quelle pieghevoli; i treni regionali e interregionali propongono soluzioni variabili in base al materiale rotabile e al diverso tipo di servizio a cui è destinato il treno (ad es. se dedicato ai pendolari).

A partire dal 2019, entreranno in servizio nuovi treni regionali Trenitalia nei quali si prevedono spazi per 8 biciclette sui convogli a media capacità e per 16 su quelli ad alta capacità.

L’impegno di Trenitalia appare significativo. Tuttavia, esso dev’essere completato da interventi che favoriscano la circolazione delle bici da e verso i treni: questi devono essere dotati di spazi per il trasporto delle biciclette complete; su quelli regionali e interregionali deve essere predisposto un minimo di 1 posto bicicletta ogni 20 posti passeggero; gli spazi dedicati alle bici dovrebbero essere multifunzionali e consentire la ricarica delle bici elettriche; le normative dovrebbero essere uniformate e armonizzate con quelle europee. Grande attenzione dovrebbe essere rivolta ai servizi fuori e dentro le stazioni (ad es. parcheggi protetti, approdo facilitato ai treni).

Nei paesi europei più evoluti, gli operatori hanno incrementato la capacità di trasporto di bici. E all’aumento dell’offerta ha sempre corrisposto un maggiore utilizzo del servizio e, spesso, un ulteriore aumento della domanda. L’Italia ha tutte le energie per farcela: deve solo convincersi che l’alleanza fra treno e bici è la strada giusta.

Giuseppe Marano
www.modenainbici.it

Modena Park: Se la città torna a respirare

Modena Park: Se la città torna a respirare

via emilia chiusa al traffico

Mentre si spengono i riflettori sul “Modena Park” e la città ritorna ai suoi ritmi normali, possiamo delineare un primo consuntivo del grande evento appena concluso, con particolare attenzione alla mobilità: come ha reagito l’ex capitale estense all’ assalto del popolo di Vasco?

Il tema degli spostamenti (insieme a quello della sicurezza) ha prevalso su qualsiasi altra problematica. Le ordinanze municipali si sono moltiplicate, sfiorando in taluni casi l’isteria sconsiderata (“Modenesi, chiudete gli uffici e abbandonate la città nel weekend del concerto”).

Le reazioni non si sono fatte attendere: «Trovo assurdo che Modena possa essere così “maltrattata” solo per permettere a Vasco Rossi un mega concerto che, a dir poco, paralizza la città». Di segno diametralmente opposto le valutazioni di baristi, ristoratori e albergatori, primi beneficiari della manifestazione.

Quantomeno disarmanti le reazioni all’ aspetto insolito della città: «situazione quasi surreale: strada (via Emilia est) vuota, traffico sempre scorrevole, nessuna fila ai semafori»; «molti hanno deciso di usare la bicicletta o di andare a piedi lasciando l’ automobile in garage»; «nessun ingorgo, niente traffico congestionato: anzi, strade mai così deserte»; «in effetti la strada è vuota il silenzio tombale. Zero macchine. Zero motorini». In realtà, fiumi di ciclisti e pedoni hanno invaso il centro saturando parcheggi presso negozi e bar, riassaporando il gusto della passeggiata e della conversazione rilassata fra amici.

A ben considerare, le reazioni di sorpresa evidenziano un nostro limite inconsapevole: abbiamo fatto l’abitudine al rumore, all’ occupazione degli spazi pubblici da parte delle auto e alla nevrosi che ci insegue anche nel tempo libero.

Diciamolo: in occasione del “Modena Park” la città ha respirato ed è stata riscoperta dai suoi abitanti. É stato divertente e benefico. E allora perché non ripartire da questa esperienza per il cambiamento di trend della mobilità, da autocentrico ad ecologico? In fondo, il diritto alla bellezza e alla salute non dovrebbe valere solo in occasione di eventi come il “Modena Park”, ma tutti i giorni.

Giuseppe Marano
www.modenainbici.it

2 Luglio 2017: di che pasta sei! Partiamo dai produttori dei grani antichi

pasta fresca

Di che pasta sei! Partiamo dai produttori dei grani antichi

Uno degli scopi del gruppo di acquisto di Modena, Gasmo, con cui Fiab Modena collabora, è di fare acquisti consapevoli, e quindi conoscere i produttori a cui si rivolge.

Andiamo a scoprire l’ azienda agricola Stefania Severi, a Torre Maina, e la sua produzione di grani antichi, farro, di cocco e monococco, ci farà scoprire la loro storia. Da questi grani, ricava farine integrali bio per le sue paste che fa produrre da un pastificio esterno alla sua azienda.

Dopo la visita, proseguiremo per un giro nelle nostre colline, con pranzo al sacco a Marano beach, poi rientro nel pomeriggio.

Ritrovo al parcheggio di via Panni 2 luglio 2017 alle 7,15, partenza alle 7,30.

Percorso strade sterrate e secondarie.
Assicurazione Fiab
Pranzo al sacco.

Visita possibile anche ai non cicloturisti!
Info – Armando 339 6678412

Il grande caldo e Ponzio Pilato

città inquinata

Il grande caldo e Ponzio Pilato

Per qualcuno poco informato, il ‘grande caldo’ che brucia l’Italia apparirà come un imprevisto colpo mancino della sorte. Eppure, da decenni gli scienziati lo avevano annunciato, e paventato, tentando di allertare i decisori e i cittadini affinché adottassero contromisure preventive.

Data l’acutezza della situazione, l’azione meno auspicabile è cavalcare l’onda negazionista rilanciata dal presidente statunitense Trump, in nome di un diritto allo sviluppo economico illimitato.

Purtroppo, non occorre essere dei brutali oltranzisti per favorire il cambiamento climatico, tanto più che in Europa è politicamente scorretto ed esporrebbe all’isolamento.

Nel settore della mobilità, uno dei più coinvolti nella crisi ambientale, anche la neutrale inerzia può condurre al medesimo risultato. L’obiettivo vero della politica è mantenere la posizione al centro degli schieramenti sociali pro o contro la ‘mobilità sostenibile’. E così, dopo più di 15 anni di interventi all’acqua di rosa, gli spostamenti con mezzi inquinanti a Modena si confermano in vetta al 75% del totale.

Molti sono gli indizi che questa pratica pilatesca ha trovato sotto la Ghirlandina dei magistrali epigoni: la ciclabile di Via Giardini è stata ‘spezzata’ per non disturbare gli automobilisti; 78 portabici sono stati eliminati dal centro storico per ricavarne parcheggi auto e aree per i ristoranti; lo ‘Share’ ngo’, il nuovo car sharing elettrico, è attrezzato con appena 20 veicoli, un niente rispetto alle migliaia di auto circolanti.

Più di tutte, è paradigmatica la vicenda del bike sharing regionale ‘Mi Muovo’, trenta biciclette dislocate in tre postazioni a Modena. Costato circa 2.5 milioni di euro nel 2014 e attivo in 13 città, si sta risolvendo in un flop annunciato: oggi viene considerato antieconomico, insostenibile e scarsamente usato.

Come mai la stessa stringente logica amministrativa non viene adottata per valutare la raccapricciante involuzione del Novi Park, un parcheggio sempre più costoso per le tasche dei modenesi e poco utilizzato? A ben riflettere, Ponzio Pilato era un innocuo dilettante…

Giuseppe Marano
www.modenainbici.it

Venerdì 7 luglio: direttivo FIAB Modena

E’ convocato per  venerdì 7 luglio alle 21,00 il consiglio direttivo di FIAB Modena presso la nostra sede, con il seguente l’OdG :
– nomina formale e insediamento del nuovo presidente
– illustrazione del nuovo numero del giornalino discusso in Commissione comunicazione
– organizzazione delle attività dei prossimi mesi
– organizzazione della nostra partecipazione al Settembre formiginese
– resoconto iniziativa sulla sicurezza a Sassuolo della settimana scorsa
– esame documento Fiab nazionale sul bici-treno
– Varie
Tutti i soci sono invitati a partecipare

Giorgio Castelli
Presidente FIAB Modena

Alla scoperta delle antiche vie d’acqua: una pedalata per la ricerca

partenza – vie d’acqua

Alla scoperta delle antiche vie d’acqua: una pedalata per la ricerca

Questa seconda tappa alla scoperta in bici delle antiche vie d’acqua ci ha portato nella pianura a nord di Modena a conoscere il Canale Naviglio o canale delle navi. Questo canale, che oggi ha solo la funzione di deflusso delle acque della città, era infatti un canale navigabile, la via d’acqua del ducato Estense, che collegava Modena con Ferrara e l’Adriatico.

Il Canale Naviglio, per essere navigabile, ha richiesto nei secoli un’opera assidua di manutenzione e la costruzione di manufatti che consentissero di mantenere un livello dell’acqua sufficiente per il transito delle imbarcazioni e un vero e proprio porto fluviale.  Alcuni di questi manufatti si sono conservati e si possono osservare percorrendo la sponda del canale.

Il timore di pedalare con una temperatura elevata è svanito subito; un’aria frizzante ci ha accompagnato per tutta la giornata anche nella terra della Bonifica nonantolana e nell’area del Canal Torbido.

Una gioia per gli occhi sono stati gli immensi campi di grano maturo. E che dire della sosta pranzo nell’area naturalistica del Torrazzuolo? Meravigliosa! Le torte buonissime. Il ricavato del pranzo è stato devoluto all’Associazione A.I.M.E.D.  che sostiene la ricerca sulla distrofia muscolare.

Sicurezza ciclisti e pedoni: riserve indiane o condivisione?

zona 30

Sicurezza ciclisti e pedoni: riserve indiane o condivisione?

La sicurezza stradale di ciclisti e pedoni è un argomento ricorrente nella comunicazione sociale, che riemerge dal fondo carsico in cui è relegato ogni qualvolta le vittime sono personaggi pubblici.

Al di là delle considerazioni fatalistiche (‘Poveretto…’) e delle valutazioni recriminatorie (‘Se la sono cercata…’), spesso la reazione dei cittadini s’incentra su un argomento paradossale: gli incidenti accadono perché… si muovono insieme alle automobili.

Benché assai diffusa, tale opinione rivela un pregiudizio antico e una tentazione autoritaria: i pedoni e ciclisti sono un corpo estraneo nel flusso del traffico e andrebbero relegati in spazi specifici, riservando la strada alle quattro ruote.

La realtà è diversa. Non la convivenza, ma la velocità eccessiva costituisce il primo fattore di incidentalità. Contrariamente a quanto si pensa, infatti, la presenza diffusa di pedoni e ciclisti in strada crea le condizioni per una più elevata sicurezza per tutti.

Un vero piano della sicurezza richiede pertanto di moderare la velocità dei veicoli più pericolosi (le auto), conseguibile con misure sperimentate: ampliamento dei marciapiedi, costruzione delle isole spartitraffico salvagente, ridimensionamento delle corsie di marcia.

Agendo sulla percezione del rischio, tanto più alta quanto più ristretti sono gli spazi e più frequentata la strada, si consegue una guida più controllata, adatta all’ambito cittadino. È contro intuitivo, ma è perfettamente dimostrabile sul campo.

Risulta quindi controproducente (oltreché costoso) moltiplicare nelle strade urbane segnali luminosi, cartelli, cordoli, semafori: in questo campo troppi messaggi inducono alla desensibilizzazione e alla rimozione. Al contrario, la semplicità essenziale delle zone a 30 km/h, dove valgono solo due regole (limitazione della velocità e dare precedenza a chi viene da destra), favorisce una sicurezza effettiva e permanente ineguagliabile con altri sistemi.

Giuseppe Marano
www.modenainbici.it

Quattro Regioni in ‘guerra’ contro lo smog?

città inquinata

Quattro Regioni in ‘guerra’ contro lo smog?

In vista del G7 sull’Ambiente (Bologna 11-12 giugno), il Ministero dell’Ambiente e e le Regioni Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte e Veneto, fra le più inquinate d’Europa, hanno firmato un «Nuovo accordo di programma per l’adozione coordinata e congiunta di misure per il miglioramento della qualità dell’ aria nel bacino padano».

Lo scopo dell’iniziativa è il contrasto all’inquinamento atmosferico attraverso misure mirate alla mobilità, alle energie rinnovabili e all’agricoltura sostenibile.

In particolare, si punta a rendere omogenei i divieti di circolazione in caso di superamento della concentrazione delle polveri sottili. Sono poi previsti eco-bonus per la sostituzione dei veicoli più inquinanti, misure su mobilità alternativa, energie rinnovabili e agricoltura eco-compatibile. In tutto, verranno investiti 32 milioni di euro.

Qual è il significato di questo «Nuovo accordo di programma» fra Stato e Regioni? Certamente è positivo per il coordinamento istituzionale in funzione anti-smog e per l’impegno di significative risorse finanziarie per gli interventi concreti.

Ma che effetto avrà sulla situazione ambientale? L’inquinamento atmosferico è allarmante: nel 2016 sono stati registrati 33 sforamenti dei limiti del PM10 a Bologna, 43 a Piacenza, 42 a Reggio Emilia, 49 a Modena e 50 a Rimini. Il 2017 si annuncia più pesante: in soli 5 mesi Bologna ha già toccato quota 24, Reggio 45, Modena 40 e Parma 35.

Purtroppo, la maggior parte delle risorse sosterrà la sostituzione dei veicoli più inquinanti (con altri veicoli comunque inquinanti). La filosofia generale dell’«Accordo di programma» non appare dunque nuova: punta a mitigare le emissioni inquinanti (prodotte da circa il 20% dei veicoli circolanti) piuttosto che a modificare il modello di mobilità autocentrico a favore dei mezzi ecologici. Per questo vizio d’origine, i risultati non potranno che essere al disotto delle necessità di tutela della salute dei cittadini.

Giuseppe Marano
www.modenainbici.it

Se la bici entra nel dibattito elettorale

Se la bici entra nel dibattito elettorale

E’ noto che nulla è più aleatorio della dichiarazione di un candidato a una qualche carica pubblica nella fase pre-elettorale: la tentazione di alimentare le più varie richieste dei cittadini per acquisirne il consenso è troppo forte per essere arginata.

Una volta nella stanza dei bottoni, le spinte innovative e le promesse roboanti si affievoliscono a vantaggio degli impegni assunti con il potere economico egemone, abituato a muoversi dietro le quinte con maggiore efficacia e senza clamore.

Ciononostante, vale la pena di riflettere sulla risposta che Paolo Scarpa, candidato a sindaco di Parma per la coalizione di centro sinistra, ha dato alla Fiab cittadina sui temi della mobilità urbana (parmadaily.it del 30.05.2017), d’interesse quindi anche per Modena.

Scarpa ha citato 4 importanti misure del suo programma, molto innovative: allargamento delle zone a 30 km/h, doppio senso per bici nei sensi unici per le auto, navette parcheggi scambiatori/ centro storico, incentivi per gli spostamenti ciclo pedonali sui percorsi casa-lavoro e casa-scuola.

Insieme ad altre iniziative, già note e praticate a Modena, ritiene di poter promuovere la mobilità ciclistica e contenere l’inquinamento e il degrado, obiettivi di per sé condivisibili e urgenti. Qui occorre essere chiari e mettere a frutto l’esperienza storica: tanti interventi pro-biker possono essere utili, vanno sostenuti e attuati, ma non fanno una politica e sono destinati a dare risultati limitati.

Lo dimostra la storia della nostra città dove, in assenza di una strategia della mobilità sostenibile, i pur numerosi interventi isolati per la ciclabilità non hanno smosso di una virgola la quota di spostamenti degli auto-moto veicoli in vent’anni (inchiodata al 75%). Solo una politica che incroci forti disincentivi all’uso dei mezzi inquinanti e altrettanto consistenti incentivi all’uso dei mezzi ecologici potrà conseguire risultati seri. Per tutti i cittadini.

Giuseppe Marano
www.modenainbici.it