Sicurezza ciclisti e pedoni: riserve indiane o condivisione?

zona 30

Sicurezza ciclisti e pedoni: riserve indiane o condivisione?

La sicurezza stradale di ciclisti e pedoni è un argomento ricorrente nella comunicazione sociale, che riemerge dal fondo carsico in cui è relegato ogni qualvolta le vittime sono personaggi pubblici.

Al di là delle considerazioni fatalistiche (‘Poveretto…’) e delle valutazioni recriminatorie (‘Se la sono cercata…’), spesso la reazione dei cittadini s’incentra su un argomento paradossale: gli incidenti accadono perché… si muovono insieme alle automobili.

Benché assai diffusa, tale opinione rivela un pregiudizio antico e una tentazione autoritaria: i pedoni e ciclisti sono un corpo estraneo nel flusso del traffico e andrebbero relegati in spazi specifici, riservando la strada alle quattro ruote.

La realtà è diversa. Non la convivenza, ma la velocità eccessiva costituisce il primo fattore di incidentalità. Contrariamente a quanto si pensa, infatti, la presenza diffusa di pedoni e ciclisti in strada crea le condizioni per una più elevata sicurezza per tutti.

Un vero piano della sicurezza richiede pertanto di moderare la velocità dei veicoli più pericolosi (le auto), conseguibile con misure sperimentate: ampliamento dei marciapiedi, costruzione delle isole spartitraffico salvagente, ridimensionamento delle corsie di marcia.

Agendo sulla percezione del rischio, tanto più alta quanto più ristretti sono gli spazi e più frequentata la strada, si consegue una guida più controllata, adatta all’ambito cittadino. È contro intuitivo, ma è perfettamente dimostrabile sul campo.

Risulta quindi controproducente (oltreché costoso) moltiplicare nelle strade urbane segnali luminosi, cartelli, cordoli, semafori: in questo campo troppi messaggi inducono alla desensibilizzazione e alla rimozione. Al contrario, la semplicità essenziale delle zone a 30 km/h, dove valgono solo due regole (limitazione della velocità e dare precedenza a chi viene da destra), favorisce una sicurezza effettiva e permanente ineguagliabile con altri sistemi.

Giuseppe Marano
www.modenainbici.it

Quattro Regioni in ‘guerra’ contro lo smog?

città inquinata

Quattro Regioni in ‘guerra’ contro lo smog?

In vista del G7 sull’Ambiente (Bologna 11-12 giugno), il Ministero dell’Ambiente e e le Regioni Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte e Veneto, fra le più inquinate d’Europa, hanno firmato un «Nuovo accordo di programma per l’adozione coordinata e congiunta di misure per il miglioramento della qualità dell’ aria nel bacino padano».

Lo scopo dell’iniziativa è il contrasto all’inquinamento atmosferico attraverso misure mirate alla mobilità, alle energie rinnovabili e all’agricoltura sostenibile.

In particolare, si punta a rendere omogenei i divieti di circolazione in caso di superamento della concentrazione delle polveri sottili. Sono poi previsti eco-bonus per la sostituzione dei veicoli più inquinanti, misure su mobilità alternativa, energie rinnovabili e agricoltura eco-compatibile. In tutto, verranno investiti 32 milioni di euro.

Qual è il significato di questo «Nuovo accordo di programma» fra Stato e Regioni? Certamente è positivo per il coordinamento istituzionale in funzione anti-smog e per l’impegno di significative risorse finanziarie per gli interventi concreti.

Ma che effetto avrà sulla situazione ambientale? L’inquinamento atmosferico è allarmante: nel 2016 sono stati registrati 33 sforamenti dei limiti del PM10 a Bologna, 43 a Piacenza, 42 a Reggio Emilia, 49 a Modena e 50 a Rimini. Il 2017 si annuncia più pesante: in soli 5 mesi Bologna ha già toccato quota 24, Reggio 45, Modena 40 e Parma 35.

Purtroppo, la maggior parte delle risorse sosterrà la sostituzione dei veicoli più inquinanti (con altri veicoli comunque inquinanti). La filosofia generale dell’«Accordo di programma» non appare dunque nuova: punta a mitigare le emissioni inquinanti (prodotte da circa il 20% dei veicoli circolanti) piuttosto che a modificare il modello di mobilità autocentrico a favore dei mezzi ecologici. Per questo vizio d’origine, i risultati non potranno che essere al disotto delle necessità di tutela della salute dei cittadini.

Giuseppe Marano
www.modenainbici.it

Se la bici entra nel dibattito elettorale

Se la bici entra nel dibattito elettorale

E’ noto che nulla è più aleatorio della dichiarazione di un candidato a una qualche carica pubblica nella fase pre-elettorale: la tentazione di alimentare le più varie richieste dei cittadini per acquisirne il consenso è troppo forte per essere arginata.

Una volta nella stanza dei bottoni, le spinte innovative e le promesse roboanti si affievoliscono a vantaggio degli impegni assunti con il potere economico egemone, abituato a muoversi dietro le quinte con maggiore efficacia e senza clamore.

Ciononostante, vale la pena di riflettere sulla risposta che Paolo Scarpa, candidato a sindaco di Parma per la coalizione di centro sinistra, ha dato alla Fiab cittadina sui temi della mobilità urbana (parmadaily.it del 30.05.2017), d’interesse quindi anche per Modena.

Scarpa ha citato 4 importanti misure del suo programma, molto innovative: allargamento delle zone a 30 km/h, doppio senso per bici nei sensi unici per le auto, navette parcheggi scambiatori/ centro storico, incentivi per gli spostamenti ciclo pedonali sui percorsi casa-lavoro e casa-scuola.

Insieme ad altre iniziative, già note e praticate a Modena, ritiene di poter promuovere la mobilità ciclistica e contenere l’inquinamento e il degrado, obiettivi di per sé condivisibili e urgenti. Qui occorre essere chiari e mettere a frutto l’esperienza storica: tanti interventi pro-biker possono essere utili, vanno sostenuti e attuati, ma non fanno una politica e sono destinati a dare risultati limitati.

Lo dimostra la storia della nostra città dove, in assenza di una strategia della mobilità sostenibile, i pur numerosi interventi isolati per la ciclabilità non hanno smosso di una virgola la quota di spostamenti degli auto-moto veicoli in vent’anni (inchiodata al 75%). Solo una politica che incroci forti disincentivi all’uso dei mezzi inquinanti e altrettanto consistenti incentivi all’uso dei mezzi ecologici potrà conseguire risultati seri. Per tutti i cittadini.

Giuseppe Marano
www.modenainbici.it

Modena pedala assieme alla 100 km del Secchia

Modena pedala assieme alla 100km del Secchia

venerdì 2 giugno, in occasione della tradizionale e ormai mitica 100km del Secchia
(www.modenainbici.it/evento/festa-sul-secchia-2017/?instance_id=971)
organizziamo una breve ma intensa escursione in bicicletta da Modena fino a Campogalliano, dove al punto di ristoro presso Casa Berselli incroceremo i partecipanti alla 100km. Percorreremo assieme a loro un tratto dell’argine Secchia per poi rientrare a Modena da percorso alternativo.

Ritrovo ore 8,45 in P.zza 1° Maggio per iscrizione, partenza ore 9,00 rientro a Modena previsto per ore 12,30. Percorso di Km. 30 circa in buona parte su ciclabile, adatto anche a bambini.

Costo escursione: euro 2.00 per i soci ed euro 4.00 per i non soci.

Per Info: Nicola 3397693497 – Ermes 3406764713

La sostenibile leggerezza della bicicletta

La sostenibile leggerezza della bicicletta.

In uno dei miei tanti percorsi urbani in bicicletta, mi è capitato in breve sequenza di trovare diverse auto posteggiate ad occupare quasi interamente la pista ciclabile. Prima mi sono arrabbiato, poi ho rallentato e sono passato stando attenti a pedoni e portiere. Poco dopo, finita la ciclabile, ho scelto di non attraversare la strada perché a 150 metri avrei dovuto svoltare di nuovo verso il lato che stavo percorrendo: in questo caso sono stato io ad occupare un marciapiede, ben stando attento a rallentare quasi del tutto la mia velocità.

In entrambi questi comportamenti, irregolari dal punto di vista del Codice della Strada, ma soprattutto irrispettosi sotto l’aspetto della civile convivenza, è però possibile scorgere il vero vantaggio dell’uso della bici in città. Oltre alla riduzione dell’inquinamento, del rumore e del degrado dei luoghi, la due ruote propone uno stile di relazione sociale basato sulla tolleranza, soprattutto nelle nostre storiche e piccole città. La bicicletta perdona l’assedio delle auto girandoci intorno, e occupa lo spazio strettamente indispensabile di cui una persona ha bisogno per muoversi.

L’uso dell’auto invece implica un ingombro di 8/10 mq, a prescindere dal tragitto e dallo scopo, e questo non viene più tollerato nemmeno dagli automobilisti stessi che, infatti, si lamentano continuamente del traffico eccessivo e dell’indisponibilità dei parcheggi.

E visto che lo spazio cittadino non è più considerato una risorsa infinita, è ora che gli amministratori pubblici convincano i cittadini, con gli incentivi (miglioramenti di infrastrutture e servizi) e con i disincentivi (sanzioni e tasse di transito e parcheggio), che è l’ora di ri-valutare, di tanto in tanto, l’uso del mezzo meno ingombrante, salutare, silenzioso e figo che ci sia: la bici! Naturalmente non sui marciapiedi, mi raccomando!

Ermes Spadoni
FIAB Modena

Codice di Sicurezza: il Parlamento approvi nuove regole

codice di sicurezza

Gli incidenti stradali costituiscono la principale preoccupazione dei ciclisti e tende a limitarne la propensione ad usare la bici nei loro spostamenti. Purtroppo, il timore dei biker non è infondato: solo nel 2015 hanno perso la vita 251 ciclisti e 602 pedoni, ma anche 2.575 conducenti di veicoli a motore. I feriti sono numerosissimi: 16.454 ciclisti, 20.511 pedoni e 209.955 conducenti dveicoli a motore. Come è facile notare, i costi umani e sociali sono gravissimi ed ingenti: si stima che i soli costi economici ammontino a 23 miliardi di euro l’anno, di cui 4 a carico di pedoni e ciclisti.

Rispondendo alle sollecitazioni degli organismi aderenti alla Mobilità nuova, fra cui in prima linea la Fiab, la Camera dei Deputati ha approvato il 9 ottobre 2014 il Disegno di Legge‐delega per la riforma del Codice della Strada. Purtroppo tale disegno di legge (n. 1638/2014) è fermo al Senato.

I punti di forza del nuovo Codice della Strada sono affidati a poche, precise misure innovative: controllo della velocità, condivisione dello spazio pubblico, riorganizzazione del traffico urbano, monitoraggio dell’incidentalità extraurbana, regolamentazione separata del ciclismo amatoriale e sportivo, promozione della mobilità pedonale e ciclabile e del Trasporto Pubblico Locale, per citare solo alcuni dei punti salienti.

Riunita nell’Assemblea nazionale a Monza il 29 e 30 aprile 2017, la Fiab ha approvato un appello alle istituzioni nazionali per approvare la riforma del Codice della Strada e la tanto attesa legge‐quadro sulla mobilità ciclistica. A tale scopo, invita anche i cittadini, gli enti locali, le associazioni di volontariato a inviare ai presidenti della Camera e del Senato messaggi diretti affinché il Parlamento legifichi rapidamente su temi tanto importanti.

http://www.fiab-onlus.it/bici/attivita/proposte-di-legge/item/1714-codicedisicurezza.html

Giuseppe Marano
www.modenainbici.it

Se 140 portabici vi sembran tanti …

Se 140 portabici vi sembran tanti …

Il 2 maggio scorso l’Assessorato alla Mobilità del Comune di Modena ha annunciato l‘installazione di 140 portabici ‘Modena’ in centro storico e l’avvio dei lavori della nuova ciclabile di via J. Barozzi. L’assessore Gabriele Giacobazzi ha ribadito che «i portabiciclette in centro storico non sono diminuiti, come denunciato dalla Fiab» e che quelli effettivamente tolti «sono stati ricollocati nelle immediate vicinanze», precisando che l’associazione dei pedoni e dei ciclisti ha preso un abbaglio presentando dati «viziati da un equivoco», come nel ‘caso Delfini’: laddove prima c’erano 26 posti bici, ora in via Goldoni se ne trovano 44, che fra breve saranno portati a 46.

La Fiab accoglie con favore la posa di portabici in centro e la realizzazione della ciclabile di viale Barozzi, sperando che non si tratti un altro attacco di “annuncite” dell’Assessore. Del resto anche a marzo, sui portabiciclette tolti in centro, l’Assessore si era impegnato a contestare puntualmente i dati della Fiab, cosa che non è avvenuta anche perché è difficile contestare dati facilmente verificabili da chiunque.

Portabici in centro storico: il rilievo fotografico della Fiab del 21 marzo 2017  documenta che il saldo finale (fra portabici installati ed eliminati) è negativo di ben 78 portabici, per un totale di 142 posti bici in meno.

Presso la Biblioteca Delfini il rilievo fotografico documenta che ai civici nn.96-103-105 di Corso Canalgrande sono stati eliminati 25 portabici, ossia 50 posti bici. Al loro posto oggi parcheggiano 10 moto e tre auto. In via Goldoni, risultano installati 44 posti bici: mancano così all’appello 6 posti bici.

Del resto anche l’annunciata installazione di 140 nuovi porta bici in città, se si legge attentamente la nota del Comune, precisa che saranno solo 90 i portabici nuovi, perché 30 sostituiranno i portabici già rimossi e 20 serviranno come ‘riserva’ per future sostituzioni. Così in centro l‘incremento reale sarà globalmente di soli 12 portabici, con un incremento di circa l’1%, un po’ poco per tanto annuncio.

La costruzione di una ciclabile di viale Barozzi è già stata “annunciata” dalla precedente Giunta e a più riprese anche dall’Assessore e sembra che ora venga proposta larga 2 metri. E’ difficile comprendere questa scelta, visto la strada è molto ampia e che, se si realizza a doppio senso, deve essere inderogabilmente di almeno 2,50 metri. Due metri sono sufficienti se è pensata a senso unico in direzione della Giardini, ma in questo caso ciclisti saranno costretti a transitare nell’altro senso lungo la corsia preferenziale degli autobus.

Ancora una volta l’assessore Giacobazzi contesta erroneamente i dati della Fiab, annuncia e promette interventi che non realizza.

Le analisi preliminari del Piano della Mobilità Ciclabile, che l’Assessore illustra da oltre due anni, certificano un quadro pietoso: il 55% degli attraversamenti delle ciclabili è solo pedonale e i ciclisti dovrebbero scendere e andare a piedi, il 30% della segnaletica delle ciclabili è da eliminare o da sostituire, l’84% degli attraversamenti è senza protezione, per non parlare delle condizioni delle pavimentazioni che peggiorano costantemente.
Mentre non realizza gli interventi riparativi conseguenti, realizza piste risicate a doppio senso su strade che mantengono comunque la sosta in doppia fila, come via Giardini e via Emilia Est, e inaugura la pista di via Montecuccoli rubando altro posto ai pedoni.

La Fiab non ama polemizzare con le Amministrazioni Comunali con le quali auspica invece un confronto sano e di collaborazione, ma non può rinunciare al proprio compito di difesa di chi cammina e pedala ogni giorno, denunciando le scelte sbagliate e i dati addomesticati, soprattutto in un contesto che vede aumentare l’inquinamento atmosferico e acustico da traffico, che dovrebbe preoccupare prima di tutto i Sindaci che hanno la responsabilità della salute e della qualità ambientale.

I nostri rilevamenti semestrali certificano anche un lieve calo di pedoni e ciclisti in città, mentre gli incidenti che li coinvolgono sono gli unici che continuano a non calare. Cosa altro bisogna certificare per dimostrare che questa politica della mobilità è proprio sbagliata?
Fiab Modena
10 maggio 2017

Cicloturismo, risorsa per lo sviluppo sostenibile

colline e castelli in bici

Cicloturismo, risorsa per lo sviluppo sostenibile

È noto il ruolo che il cicloturismo svolge come fattore non solo di crescita culturale per le persone che lo praticano, ma anche di sviluppo economico sostenibile. Grazie all’onda lunga che dal centro-nord Europa sta dilagando nel sud del continente, l’Italia può così trarre vantaggio da un fenomeno ormai di massa, promuovendo le risorse storico-monumentali, eno-gastronomiche e paesaggistiche sparse nel Belpaese.

Insieme alla mobilità urbana su due ruote, il cicloturismo rappresenta l’altra componente di una politica degli spostamenti a favore del cambio di paradigma da autocentrico a ecologico. Da questi indirizzi generali è nato nel 2012 il progetto “Biciclette a Fiumi“, con cui la Fiab di Modena intendeva contribuire a ramificare la rete ciclabile nell’area nord della provincia colpita dal sisma per aiutarne la ripresa socio-economica. Il progetto è poi confluito nel più ambizioso tratto cicloturistico della Verona-Firenze, segmento dell’autostrada ciclabile EuroVelo 7, che da Capo Nord approderà a Malta passando attraverso i territori modenesi.

Che non si trattasse di una ‘fantasia’ della Fiab ma di un disegno concreto e praticabile sta ora a dimostrarlo l’iniziativa del Ministero delle Infrastrutture e del Trasporto guidato da Graziano Delrio che – nell’Allegato al Documento di Economia e Finanza 2017, intitolato ‘Connettere l’Italia: fabbisogni e progetti infrastrutturali’- individua per la prima volta le ciclovie fra le priorità infrastrutturali da perseguire fino al 2030. Insieme ad EuroVelo e Bicitalia, il documento riconosce altre ciclovie strategiche: Acquedotto Pugliese, la ciclovia del Sole, VenTo (VE-TO) e Grab (Roma), a cui si aggiungono quelle del Lago di Garda, della Sardegna, della Magna Grecia, la Tirrenica, l’Adriatica e la Trieste-Venezia. Magari è solo un ‘contentino’ elargito al popolo dei ciclisti, ma dimostra che, nonostante tutto, qualcosa si muove.

Marano Giuseppe
www.modenainbici.it

Rilievo biciclette della Fiab: lieve incremento (+1,7%) rispetto al 2016. Tendenza alla stabilità nel medio periodo

tecnici progettisti ed associazioni

Rilievo biciclette della Fiab: lieve incremento (+1,7%) rispetto al 2016. Tendenza alla stabilità nel medio periodo

Il rilievo dei flussi di biciclette semestrale che la Fiab compie da 10 anni in città (ad aprile e settembre) ha evidenziato un lieve incremento (+1,7%) sullo stesso periodo del 2016 e una sostanziale stabilità di questa forma di mobilità nel tempo.

Il dato è stato registrato dai volontari dell’Associazione che hanno monitorato le 17 intersezioni più importanti di Modena fra le 7.30 e le 8.45 dell’11 aprile scorso. Le bici censite sono state complessivamente 3.763, contro le 3.700 del 2016 e le 3.874 del 2015. In definitiva, nel tempo la curva dei flussi si è assestata sotto le 4.000 unità.

Come sempre, l’incrocio Buon Pastore/Sigonio si è aggiudicato la palma del più trafficato (331 bici), seguito dall’inedito ex-equo Canalchiaro/Ruà Frati ed Emilia Est/Menotti (282 bici); più distanziati Medaglie d’Oro/Muratori (240 bici) ed Emilia Ovest/Aldo Moro (185 bici).

Qualcosa è cambiato nei flussi, in relazione agli spostamenti demografici e alla distribuzione dei poli attrattori nei quartieri cittadini: mentre Buon Pastore/Sigonio ed Emilia Ovest/Aldo Moro fanno registrare incrementi significativi dei ciclisti, al contrario Mazzoni/Crispi, Emilia Est/Menotti, Vignolese/Marzabotto, Medaglie d’Ora/Muratori e Morane/Archirola risultano in decremento, a volte anche molto accentuato.

La validità del rilievo Fiab è naturalmente indicativa, ma riguarda il momento della giornata e gli incroci più trafficati. Inoltre, il confronto metodico nel tempo garantisce una confrontabilità dei dati che non può essere sottovalutata.

La considerazione conclusiva che la Fiab ha maturato negli anni è che le politiche messe in campo dall’Amministrazione comunale non stanno modificando significativamente i rapporti molto squilibrati fra le varie modalità di spostamento, in particolare fra la componente ciclabile (circa il 10% sul totale degli spostamenti) e quella auto-motoveicolare (circa 75%). Purtroppo, il tanto decantato Piano della Mobilità ciclistica -approvato a fine 2016- non sembra capace di sbloccare una situazione che fa di Modena una delle città più inquinate d’Europa.

FIAB Modena
6 maggio 2017

Venerdì 5 maggio ore 21 – Direttivo FIAB Modena

E’ convocato il direttivo per venerdì 5 maggio ore 21, presso la nostra sede di via ganaceto 45 a modena, con il seguente OdG:
– Elezione Presidente
– organizzazione prossime iniziative
– resoconto Assemblea Nazionale
– commento risultati rilevazioni flussi ciclistici
– organizzazione web
– varie ed eventuali.

Tutti i soci sono invitati a partecipare!