“Dimmi che mobilità vuoi, e ti dirò che infrastrutture progettare”: è uno dei principi fondamentali della pianificazione urbana. Vuol dire che bisogna pianificare sulla base del tipo di traffico che si vuole, e non di quello che si ha già: se si vogliono più auto in circolazione, occorre investire in nuove strade, o allargare quelle che ci sono. Se si vuole che più persone si spostino in bici, occorre investire nel miglioramento dei percorsi ciclabili; se si vuole incentivare gli spostamenti a piedi, occorre ampliare i marciapiedi, magari dotarli di panchine e mettere in sicurezza gli attraversamenti pedonali.
Questo è ormai un principio talmente assodato che qualsiasi tentativo di sostenere che “qui non può funzionare perché il contesto/le condizioni/la mentalità sono diversi” è come sostenere che ci sono delle eccezioni alle leggi di gravitazione universale. Per confutare il principio, occorrerebbe presentare le eccezioni, ma eccezioni al momento non se ne conoscono.
Un po’ di esempi. Offenbach, comune di 150mila abitanti nell’area di Francoforte: l’asse principale della città a 4 corsie veicolari è stato riorganizzato trasformando due corsie in ciclabili. Risultato: nessun aumento di ingorghi o traffico sulle strade parallele, ma un boom di transiti in bicicletta. Parigi: Rue de Rivoli viene chiusa temporaneamente al traffico veicolare in favore di biciclette e pedoni. Risultato: i passaggi in bicicletta sono aumentati vertiginosamente, tutti sono soddisfatti e la chiusura al traffico veicolare viene resa permanente. Siviglia: dal 2006 al 2011 vengono creati 164km di percorsi ciclabili, quasi tutti eliminando i parcheggi lungo le strade. Risultato: si passa dallo 0,5% di transiti in bici al 9%, cioè 70mila transiti in bici al giorno (ora sono oltre 111mila). Più vicino a noi, Bologna: con la tangenziale ciclabile lungo i viali, diverse corsie ciclabili e la città 30, a gennaio 2024 si è registrato un aumento del 30% dei transiti in bici rispetto alla media dei cinque anni precedenti.
E dove si aumentano o allargano le strade? Gli studi confermano che per ogni aumento dell’1% di capacità veicolare, ci si può aspettare dopo 5 anni un aumento del numero dei veicoli di circa l’1%.
E’ tempo di campagna elettorale: per capire se davvero le soluzioni anti-traffico che verranno presentate potranno funzionare, basta guardare a quanto si investe in mobilità alternativa. Se vuoi meno auto, investi in mobilità pedonale e ciclabile: è la legge della strada.