Grazie a Banca Interprovinciale per il supporto al nostro corso per donne straniere

Ringraziamo la Direzione Provinciale di Banca Interprovinciale che ci ha donato una bicicletta da utilizzare per il corso per insegnare ad andare in bicicletta alle donne straniere.

Il primo dei due corsi previsti nel 2018 si concluderà proprio domenica 22 aprile con una gita in bicicletta per la città

Un ringraziamento sincero a tutte le volontari e i volontari che anche quest’anno hanno reso possibile lo svolgimento di questa preziosa iniziativa organizzata da Fiab Modena ormai da parecchi anni: più biciclette in giro per la città, più libertà e integrazione per le donne straniere.

Biciclettando, andare in bici diventa un gioco istruttivo

Fra le numerose attività svolte, nei mesi di aprile e maggio, dalla FIAB modenese spicca per impegno e originalità «Biciclettando», il modulo didattico offerto alle scuole primarie e secondarie per avvicinare i ragazzi al mondo delle due ruote e alla mobilità sostenibile. L’iniziativa è presente da anni nel catalogo ufficiale degli itinerari scuola-città offerti da MeMo (Comune di Modena) e ha suscitato un interesse crescente. Il successo dell’attività è originato dal mix di storia, cultura, tecnologia ed escursioni che la FIAB ha messo a punto nel tempo, confezionato abilmente con comunicazione verbale, video, dimostrazioni pratiche, sintetizzato in due ore e veicolato dalla travolgente passione (e competenza) dei ciclisti per il loro amatissimo mezzo.

«Biciclettando» si articola in un modulo teorico in classe, a sfondo culturale, e in un laboratorio all’aria aperta, più pratico. L’attività in classe presenta la bicicletta nella sua evoluzione storica, come mezzo di trasporto meccanico che richiede conoscenze tecniche elementari e rispetto delle norme, e come protagonista della mobilità sostenibile. Un’interessante momento è l’osservazione delle carte del territorio in cui è ubicata la scuola e lo studio delle piste ciclabili più vicine, ponendole a confronto con i percorsi automobilistici del quartiere.

Straordinariamente coinvolgente è poi il laboratorio pratico, durante il quale i ragazzi apprendono le principali attività di controllo, manutenzione e riparazione della propria bicicletta, ricevendo aiuto e consigli per metterla a punto e dotarla di tutte le componenti necessarie per migliorarne la visibilità sulla strada. Come momento culminante delle attività, ricco di gratificazione e avventura urbana, «Biciclettando» offre la possibilità di compiere insieme agli esperti della Fiab un’escursione in città, progettata insieme ai docenti e agli studenti.

Tutte le attività sono svolte dai soci dell’organizzazione, a titolo volontario.

Giuseppe Marano
www.modenainbici.it

Il 10 aprile FIAB rileva i flussi ciclistici- pedonali di Modena.

Il 10 aprile 2018 Fiab Modena svolgerà il primo rilevamento annuale dei flussi ciclistici nella città di Modena, monitorando i percorsi da e verso il centro storico di biciclette e pedoni.

Dal 2008, due volte all’anno, in aprile e in settembre, dalle 7,30 alle 8,45, i volontari dell’associazione conteggiano il numero di biciclette che transitano per determinati luoghi della città per monitorare la mobilità ciclo-pedonale di Modena. I dati così raccolti vengono regolarmente trasmessi al comune a titolo assolutamente gratuito.

Questo è il primo rilevamento che la federazione effettua nel 2018.

Purtroppo, anche nel 2017 non abbiamo rilevato un aumento del numero dei ciclisti: 2907 ciclisti sono stati conteggiati nel settembre scorso, contro i 3120 dell’aprile precedente.

Questa tendenza negativa perdura almeno dal 2013, e da una successiva analisi dei dati crediamo che le motivazioni sostanziali siano:

  1. la percezione da parte dei ciclisti della carenza di sicurezza nel percorrere le strade della città in bicicletta, a causa del traffico intenso e dell’elevato numero di strade a scorrimento veloce.
  2. la percezione da parte dei ciclisti d’un elevato numero di furti di biciclette, cui si accompagna la percezione d’una mancanza di politiche di contrasto atte a ridurli.
  3. la creazione di due grossi parcheggi scambiatori (ex-AMCM e NoviSad) a ridosso del centro storico che spinge gli automobilisti a raggiungere il centro città in auto.

La mobilità pedonale, anch’essa monitorata dai volontari Fiab, è invece in costante aumento. La possibilità di poter parcheggiare la propria auto in prossimità del centro storico sembra invogliare i pendolari a recarsi in città utilizzando l’auto. Dopo aver attraversato quindi buona parte della città, gli automobilisti utilizzano i due parcheggi scambiatori menzionati qui sopra per lasciarvi l’auto e raggiungere poi il centro storico a piedi.

FIAB MODENA
www.modenainbici.it

La prova del passeggino … the buggy test!

“Prendi un passeggino, mettici un sacco di patate, perché un bambino è troppo prezioso, e vai in giro per la città con una cartina. Quando c’è una buca, un gradino troppo alto, un marciapiede che sparisce, prendi nota, segnalo e vai dal Sindaco; digli che la città ti sta invitando ad andare in macchina, non ti sta invitando ad andare a piedi. Se la tua città ti invita ad andare in macchina è quello che farai, e non c’è da sorprendersi che tutti vogliano andare in macchina o in motorino e che quelli che vanno in bicicletta o a piedi hanno qualcosa di strano”.

È la prova del passeggino; l’architetto urbanista Riccardo Andrea Marini, collaboratore dello studio Gehl di Copenaghen, invita noi cittadini a fare questo semplice test nella nostra città, per definire il suo stato di vivibilità. Allora chiediamoci anche: quanto Modena ci invita ad andare a piedi, in bicicletta o in autobus; se lo spazio pubblico a nostra disposizione è sufficiente, se è sicuro per nostro figlio di otto anni ed accessibile per nostro nonno di ottant’ anni. Quante panchine ci sono nelle piazze e nei parchi; com’è possibile che manchino marciapiedi e che spesso ci troviamo di fronte a ciclabili interrotte; abbiamo un buon motivo per camminare nei nostri quartieri, i percorsi sono confortevoli mi fanno sentire sicuro, sono interessanti da vivere? Abito in un posto dove vivo soltanto, dove lavoro soltanto, dove vado solo a fare compere? Tutte quelle macchine inquinanti, che invadono marciapiedi e ciclabili, sono necessarie? E tutti quegli enormi parcheggi?

Semplici domande che ognuno di noi si può porre, che ognuno di noi si deve porre, per provvedere attivamente al proprio benessere, per ritornare al centro, nel processo di creazione delle nostre città e ripensare gli spazi esistenti. D’altra parte, quante volte vi è stato chiesto dall’amministrazione, che tipo di città volete? E se non si conosce che tipo di città si vuole, come si fa a creare la città più giusta per noi?

Marina Beneventi
www.modenainbici.it

Ecco tutti i testi vincitori del concorso “andiamo a scuola in bicicletta”

CATEGORIA SCUOLA PRIMARIA
1° classificato:

Con la neve in bicicletta
di Elena Montanari e Sofia Ganzerli, classe 3 A scuola primaria Marco Polo Bomporto

Ciao… siamo Sofia ed Elena.
Oggi andiamo a scuola in bicicletta!
La bici di Sofia è bianca, nera e fucsia, invece quella di Elena è lilla, bianca, rosa e nera.
Apriamo le catene che le tengono al sicuro, saliamo e partiamo respirando ľ aria fresca e sentendo
il fruscio del vento.
Pedaliamo lentamente mentre inizia a nevicare.
Noi e le nostre bici diventiamo sempre piú bianche. Arriviamo dal vigile e lo salutiamo con calma,mentre lui se ne va in mezzo alla strada per fermare il traffico e ci sorride. Arrivate al cancello siamo tutte congelate, ma,in
quelľ istante, ecco il sole che punta i suoi raggi
su di noi.
Ancora quattro o cinque pedalate ed eccoci al portabiciclette. Mentre infiliamo le biciclette in un buco esse scivolano,ma non piangiamo! Ridiamo!
Guardandoci intorno vediamo i pini verdi che cominciano ad imbiancarsi e una quercia spoglia.
Abbiamo ancora gli stivali un pó sporchi di neve, entriamo e la bidella ci dice:
“Ferme lì! Vi pulisco le scarpe con la scopa!”
Facciamo tre rampe di scale, dalla finestra vediamo le nostre due biciclette.
Entriamo in classe orgogliose e salutiamo tutti con un bel “Buongiorno !”
Questo viaggio in bicicletta è stato meraviglioso.

 

2° classificato:

Filastrocca della bicicletta
di Sonia Diana, Federico Raimondi, Riccardo Santori, classe 3 A scuola primaria Marco Polo Bomporto

Vado a scuola in bicicletta,

poi quando ho freddo,

mi sento una polpetta .

In inverno non sempre ci puoi andare,

altrimenti ti puoi gelare .

Quando andiamo in bicicletta

ci mangiamo una barretta,

perché quando si deve pedalare

 non c’è da scherzare!

E sentiamo un’ emozione

come giocare col pallone …

Davvero ci piace in sella stare

anche se ci fa sudare .

Quando piove

e in bicicletta andiamo a scuola

ci bagniamo delle scarpe la suola .

La mia bicicletta
è veloce come un cavallo

e mi fa sentire uno sballo!

 

 

3° classificato due racconti pari merito:

Vado a scuola in bicicletta
di Rita Delle Noci, classe 5 scuola Sacro Cuore

Fasce verdi, gialle, azzurre e bianche mi corrono accanto mentre i capelli volano liberi nell’aria; il viso è accarezzato dal vento, le mani vibrano e il cuore scoppia di gioia.

Sono felice e nessuno mi può fermare, sono invincibile, è magia!
 Un sasso sul sentiero mi fa tornare con i piedi per terra, anzi tutta per terra! I fiori fucsia che sembrano di velluto, l’edera verde scura dell’asse e il cestino bianco si sono rovinati, il campanellino dorato continua a scampanellare, i pedali girano su se stessi, il manubrio nero è a testa in giù e io mi ritrovo stesa sul selciato.

Mi alzo, solo qualche graffietto al braccio, per fortuna la mamma non mi ha vista.
La mia mamma non può capire, io mi fido della mia bicicletta, lei è un’ottima amica, insieme a lei mi sento libera da tutti gli “schemi”. Velocità, coraggio, passione, sono tre cose che provo mentre vado in bici. Con le sue grandi, potenti e magiche ruote mi porta ovunque: nei sentieri di campagna, nelle stradine della mia città, in riva al mare, sui sentieri montuosi.

Lei è anche amica della natura perché non inquina. Io penso che oggi l’automobile sia usata anche per tratti molto brevi, uccidendo la natura. L’inquinamento ci rende tristi e grigi, ci toglie quel sorriso che ognuno di noi dovrebbe avere sul viso per sorridere al mondo che ci circonda, non dobbiamo inquinarlo e rovinarlo, perché poi su questo brutto e sporco mondo ci viviamo noi! Io in “primis” mi impegnerò a inquinare meno e farò del mio meglio.


Un mio grande dispiacere è non poter andare a scuola in bici perché abito lontano, ma se un giorno mi dovessi trasferire, andrei in bici tutti i giorni. Sarebbe bellissimo e divertentissimo, mi sentirei meglio e forse anche più sveglia e pronta per la lezione; inoltre la bici è pratica e veloce. Spero che quando frequenterò la seconda o la terza media la mamma mi lascerà più libera di muovermi da sola e andare dove voglio.
Ah dimenticavo, la mia bicicletta si chiama Dalia.

La bicicletta
di Margherita Tamburini, classe 5 scuola Sacro Cuore

Era una calda estate del 2011.

Il 09 luglio conobbi una bambina di nome Mita. Era minutina, capelli biondi, due occhi azzurri e un sorriso che trasmetteva felicità.

Mita era molto timida e quando i suoi occhi mi incrociavano erano spaventati. Pian piano Mita, incoraggiata dalla sua mamma e dal suo papà, si fece coraggio e si avvicinò a me.

Passammo tanti pomeriggi insieme. Il nostro gioco preferito era il “Girotondo a tutta velocità”.

Un giorno Mita e si suoi genitori decisero di andare a fare un bel giro fino a Modena e mi portarono con loro.

Dimenticavo Mita e io vivevamo a Bomporto!

Quel pomeriggio partimmo per Modena, con merenda e acqua per una tappa lungo la ciclabile di Albareto.

Lungo la ciclabile abbiamo visto la natura: garzette, girasoli, zucchine e interi prati pieni di colori e profumi.

Fu un pomeriggio indimenticabile, ma di questi ce ne furono tanti altri.

Purtroppo riuscivamo a vederci solo nel pomeriggio. Mi sarebbe piaciuto accompagnarla a scuola, ma era troppo lontana e al mattino Mita era sempre di fretta. Tanto che non mi salutava nemmeno.

Passarono le estati e gli inverni fino a quando Mita diventò grande.

La nostra amicizia cambiò un po’. Ci frequentavamo meno, ma quando Mita mi sorrideva pensando a tutti i pomeriggi passati insieme. All’inizio era un po’dispiaciuta di non giocare più con lei come una volta, ma ero sicura che mi voleva ancora bene.

Mita il prossimo anno non cambierà casa e io non andrò con lei, ma sono sicura che nel suo cuore io rimarrò sempre la sua Prima Bicicletta, Aurora.

CATEGORIA SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO

Unico premio

A scuola in bicicletta
di Francesca Andreotti, Morgana Dardi, Sara Ghinelli, Vittoria Tinti, Viola Rossi, Beatrice Vezzelli

Il viaggio comincia e, seduti sulla sella, siamo tutt’uno con la nostra bicicletta. Come una penna che scrive sulla carta le ruote disegnano la strada, pedaliamo leggeri, i raggi sembrano le lancette di un orologio, girano lentamente ma non si fermano mai.

L’aria ci viene incontro, gli alberi e le case lontane si affacciano curiose sul nostro cammino, superiamo le automobili in fila ed orgogliosi della nostra velocità salutiamo un gruppo di ciclisti che ci incrocia sorridente. Inizia la salita, accendiamo le nostre gambe, pedaliamo forte ed infine stanchi ma felici arriviamo a destinazione: ad un passo dal cielo ammiriamo il mondo dall’alto.

Note delle autrici:

“L’unica catena che ti rende libero è quella della bicicletta” e “Anche una strada piatta in bicicletta è una scoperta”

I vincitori sono …

Seguono a queste poche righe di ringraziamento, i componimenti vincitori del concorso letterario “Vado a scuola in bicicletta”. FIAB Modena ringrazia per l’estrema generosità ricevuta da tutti i giovani ciclisti/e che hanno scritto, dimostrandoci che le parole sono importanti, dando voce ai loro pensieri autentici, estemporanei e spensierati.

Con la neve in bicicletta
di Elena Montanari, Sofia Ganzerli, classe 3°A Scuola primaria “M. Polo”- Bomporto, Modena.

Ciao… siamo Sofia ed Elena. Oggi andiamo a scuola in bicicletta!
La bici di Sofia è bianca, nera e fucsia, invece quella di Elena è lilla, bianca, rosa e nera.
Apriamo le catene che le tengono al sicuro, saliamo e partiamo respirando ľ aria fresca e sentendo
il fruscio del vento.
Pedaliamo lentamente mentre inizia a nevicare.
Noi e le nostre bici diventiamo sempre più bianche. Arriviamo dal vigile e lo salutiamo con calma, mentre lui se ne va in mezzo alla strada per fermare il traffico e ci sorride. Arrivate al cancello siamo tutte congelate, ma, in
quell’ istante, ecco il sole che punta i suoi raggi
su di noi.
Ancora quattro o cinque pedalate ed eccoci al portabiciclette. Mentre infiliamo le biciclette in un buco esse scivolano, ma non piangiamo! Ridiamo!
Guardandoci intorno vediamo i pini verdi che cominciano ad imbiancarsi e una quercia spoglia.
Abbiamo ancora gli stivali un po’ sporchi di neve, entriamo e la bidella ci dice:
“Ferme lì! Vi pulisco le scarpe con la scopa!”.
Facciamo tre rampe di scale, dalla finestra vediamo le nostre due biciclette.
Entriamo in classe orgogliose e salutiamo tutti con un bel “Buongiorno !”.Questo viaggio in bicicletta è stato meraviglioso.

A scuola in bicicletta
di Francesca Andreotti, Morgana Dardi, Sara Ghinelli, Vittoria Tinti, Viola Rossi, Beatrice Vezzelli , Scuola Media “G. Sola” ic5, Modena.

Il viaggio comincia e, seduti sulla sella, siamo tutt’uno con la nostra bicicletta. Come una penna che scrive sulla carta le ruote disegnano la strada, pedaliamo leggeri, i raggi sembrano le lancette di un orologio, girano lentamente ma non si fermano mai. L’aria ci viene incontro, gli alberi e le case lontane si affacciano curiose sul nostro cammino, superiamo le automobili in fila ed orgogliosi della nostra velocità salutiamo un gruppo di ciclisti che ci incrocia sorridente. Inizia la salita, accendiamo le nostre gambe, pedaliamo forte ed infine stanchi ma felici arriviamo a destinazione: ad un passo dal cielo ammiriamo il mondo dall’alto.

Con questa iniezione di energia, inizieremo anche quest’anno il 4 aprile “Biciclettando”, incontreremo altri ragazzi/e, in diverse scuole della città, per avvicinarli al mondo della bici con un po’ più consapevolezza teorica e pratica.

E io pedalo. Donne che hanno voluto la bicicletta.

E’ in libreria E io pedalo. Donne che hanno voluto la bicicletta (Donatella Allegri, Ed. del Loggione, 2017). Tra tanti libri sulla bicicletta, questo ha un taglio speciale: la mette in relazione al cammino di autodeterminazione delle donne, da fine ‘800 ad oggi.

“Le figlie d’Eva non montino in velocipede, se .. vogliono conciliare igiene e moralità” scrive il fisiologo Mantegazza nel 1861. Annie Londonderry invece, pioniera del ciclismo femminile, nel 1898: “Nel momento in cui sale in sella [una donna] .. se ne va come l’immagine della femminilità libera e incondizionata”.

Insomma, lo avevano capito subito tutte e tutti (grande opportunità / pericolosa minaccia: punti di vista!!): la bicicletta era strumento di emancipazione. Certo che le donne la volevano, e il libro racconta come sia stata loro preziosa compagna di strada e di lotte, una fra tutte la Resistenza.

Lotte non certo alla fine: oggi il contrattacco al terreno conquistato tocca punte di violenza feroce, dalle parti nostre, e quanto alla bicicletta in molti Paesi per le donne è ancora tabù. Una finestra su questi mondi ce la schiudono le testimonianze delle migranti che imparano a pedalare nei corsi FIAB di Modena: che iniezione di autostima, che brivido di libertà i primi colpi di pedale in autonomia! L’ autrice racconta solo storie vere, documentate con scrupolo storico ma usando una scrittura calda, empatica che le rende vive e coinvolgenti. Leggetelo questo libro, leggete alle bambine e ai bambini di oggi la storia di Alfonsina Strada, unica donna a partecipare al Giro d’ Italia, 1924, con sovrumana determinazione. Tra tanti supereroi di fantasia, una volta tanto una supereroina: e vera, mica inventata!

La presentazione del libro al pubblico e l’incontro con l’autrice Donatella Allegro avverrà, martedì 20 marzo, alle ore 18, presso la libreria Ubik in via dei Tintori a Modena.

Marchiò Maria Chiara
www.modenainbici.it

E non chiamiamolo più “lavoretto”

Gli impieghi sorti come risultato di quella che all’inizio si chiamava “sharing economy” (economia collaborativa) sono degenerati in una nuova classe di lavoratori senza diritto di reclamare nulla alla loro azienda, semplicemente perché questa non li considera dipendenti.

Sono i ciclo-fattorini di Deliveroo , Foodora, Just Eat, Glovo, Sgnam e sono chiamati «rider».

Sono organizzati tramite una app, non si conoscono anche se talvolta si incrociano in strada tra una consegna e una pausa.

Poche settimane fa a Bologna, i riders hanno interrotto il servizio il di consegna, per rivendicare diritti e condizioni lavorative e contrattuali degne. In città i riders sono circa duecento, un gruppo eterogeneo fatto di studenti , stranieri, ma anche persone di 40-50 anni rimaste fuori dal mercato del lavoro che hanno trovato un’ancora nella cosiddetta “economia dei lavoretti”, ma che per molti è tutt’altro che un lavoretto. Per ogni turno, che dura in media tre ore, i ciclo-fattorini arrivano a macinare fino a cinquanta chilometri sui pedali. Per ogni consegna hanno circa mezz’ora di tempo da quando il cliente fa partire l’ordine, per una paga oraria che non supera i sette euro e che non contempla indennità in caso di maltempo o lavoro festivo. Non sono previste ferie, malattia, né tariffe differenziate tra consegne notturne e diurne. Dopo mesi di iniziative e pressioni collettive, per il miglioramento delle condizioni di lavoro e sicurezza, la situazione peggiora, per alcuni le retribuzioni passano da 6,40 a 4,40 euro netti; il cottimo, come nell’Ottocento, sembra l’unica forma di retribuzione e il ritmo di lavoro è sempre più intenso.

I riders scioperando si rivolgono anche ai clienti: “Vogliamo far comprendere a tutta la cittadinanza che la nostra battaglia è una battaglia di tutti e per tutti, per un modello di città dove i servizi “on demand” non minino i diritti ad un lavoro degno e sicuro e alla salute. Per questo, a chiunque voglia solidarizzare con noi, chiediamo di far sentire la propria voce: potete telefonare al numero clienti delle piattaforme, dichiarando di sostenere le nostre rivendicazioni”.

Ricordiamocelo tutti, quando li vediamo sfrecciare in strada con una pizza, una birra o un pacco: le nostre consegne.

Marina Beneventi
www.modenainbici.it

In città si parla di … Mobilità in Equilibrio

Quelle del 9 e 10 marzo, a Modena, saranno due giornate intense, dedicate alla mobilità dolce. Palazzo Carandini spalancherà le porte alla città per discutere ed indagare le potenzialità presenti e future legate ai molteplici scenari della mobilità sostenibile, con un’attenzione particolare sull’universo “bicicletta”.

Nella giornata di venerdì 9, ci chiariremo ogni dubbio riguardo la nuova Legge Quadro sulla Ciclabilità, approvata in Senato in via definitiva lo scorso dicembre, insieme ad uno dei padri-promotori: Paolo Gandolfi. Discuteremo di strategie per la mobilità con Marco Passigato, esperto a livello nazionale di progettazione della mobilità ciclistica, di moderazione del traffico e sicurezza stradale. Con uno sguardo territoriale, approfondiremo le politiche della mobilità integrata in Emilia-Romagna, insieme al responsabile del Servizio Trasporto Pubblico e mobilità sostenibile, Alessandro Meggiato; e confronteremo tra loro i Piani Urbani di Mobilità Sostenibile, in corso di definizione a Modena, Carpi e nel Distretto Ceramico.

Sarà l’architetto urbanista Riccardo Andrea Marini, con una visione internazionale, a farci riflettere sul perché è così difficile rendere una città vivibile; e ancora, con l’Associazione Medici per L’Ambiente ISDE Italia, ci soffermeremo su quanto la mobilità influisce sull’inquinamento dell’aria e conseguentemente sulla nostra salute.

Sabato 10, una tavola rotonda metterà in condivisione le buone pratiche di mobilità che nei prossimi mesi saranno attivate in città, progetto “MO.ssa” e “Bike to work”; e quelle che da anni svolgono attività laboratoriali di trasmissione del sapere e di sensibilizzazione all’uso della bicicletta.

FIAB Modena rivolge l’invito a partecipare, non solo ad appassionati attivisti, ma a tutti coloro curiosi di capire “perché” la mobilità sostenibile è l’obbiettivo a cui i Paesi ambiscono nel prossimo futuro.

Marina Beneventi
www.modenainbici.it

Elezioni: segnali di fumo/2

Nelle scorse settimane avevo già fatto notare come i segnali in arrivo dalla campagna elettorale non fossero dei più rosei, per chi come noi ha a cuore una mobilità urbana più sostenibile. Avevo riportato due situazioni, piccole se volete, ma significative, i cui protagonisti erano stati Berlusconi ed il M5S. Concludevo che se queste erano le premesse, uno dei pochi territori che non avrebbe visto la semina di mirabolanti promesse, sarebbe stato proprio quello della mobilità.

Non ci voleva molto per essere facile profeta. Infatti pochi giorni dopo è arrivata la notizia clamorosa che Paolo Gandolfi, padre della Legge Quadro per la Mobilità Ciclistica, non è stato ricandidato dal Partito Democratico alle elezioni del 4 Marzo: è montata subito la protesta sul web utilizzando l’hashtag #iostoconPaoloGandolfi. Tutto inutile.

Ora non sappiamo se questa scelta è stata dettata da ragioni pratiche, tattiche, di corrente od altro. Quello che sappiamo è che abbiamo perso una persona competente, un urbanista e profondo conoscitore delle politiche della mobilità e un punto di riferimento per le nostre battaglie. E non è la prima volta: come ci ricorda BikeItalia.it, esattamente 5 anni fa, lo stesso Partito Democratico decise di non ricandidare Francesco Ferrante, depositario del disegno di legge #salvaiciclisti.

Un caso analogo a quanto avvenuto a Bologna dove nel 2016, l’assessore alla mobilità Andrea Colombo non fu riconfermato (nonostante il secondo più alto numero di preferenze), pagando, su ammissione dello stesso Merola, una certa decisione nel puntare troppo sulle biciclette e sui pedoni per la gestione della mobilità urbana, creando una tangenziale delle biciclette e dando vita ai T-Days. A lui è stata preferita Irene Priolo, moglie dell’onorevole Andrea De Maria, che pochi giorni fa ci ha deliziato sostenendo che la colpa dei frequenti investimenti di pedoni nel capoluogo bolognese è colpa principalmente di quest’ultimi.

Sembra proprio che chiunque osi presentare una visione differente di come possano essere organizzate le nostre città, non abbia un grande futuro politico. Purtroppo a parole i nostri sono obiettivi condivisi da (quasi) tutti i politici, ma poi sappiamo che per essere realizzati con successo, occorre mettere in campo azioni drastiche e piuttosto invasive verso un paese adagiato da anni all’uso indiscriminato del mezzo privato.

Sono battaglie divisive, che non hanno riscontri immediati di voti e popolarità. Anzi, richiedono visione e lungimiranza ed abbiamo il sospetto che non ci siano Politici in campo con queste caratteristiche. Perché se due indizi possono sembrare una coincidenza, il terzo è quasi una prova.

Ermes Spadoni
Modenainbici.it