Ciclabili e passi carrai: lo sapevi che…?

Chi esce da un passo carraio deve dare la precedenza a chi circola sulla strada. Ma … la ciclabile è una strada?

I ciclisti hanno pieno diritto di precedenza lungo la pista ad essi riservata fino a quando essa termina e incrociano una strada. Tuttavia, specialmente nei centri urbani, lungo il percorso incrociano spesso i passi carrabili, una delle intersezioni più insidiose e pericolose, anche perché ha scarsa visibilità.

Il Codice definisce i passi carrabili come «accesso ad un’area laterale idonea allo stazionamento di uno o più veicoli» (art. 3 -37). Essi devono «essere individuati con l’apposito segnale, previa autorizzazione dell’ente proprietario» (art. 22-comma 3).

Nel caso di incrocio, i veicoli uscenti dai carrabili devono dare precedenza a quelli che transitano sulle ciclabili: « Negli sbocchi su strada da luoghi non soggetti a pubblico passaggio i conducenti hanno l’obbligo di arrestarsi e dare la precedenza a chi circola sulla strada» (art. 145-com- ma 6). Occorre però chiarire che, a tutti gli effetti, la ciclabile essendo percorso di pubblico passaggio è assimilabile alla strada.

FIAB Modena

5 anni persi

Le ciclabili ci sono, mancano solo i ciclisti: è un rebus comune a molte amministrazioni, ma per capire i motivi basta guardare a ciò che è stato fatto a Modena nelle ultime due legislature. L’ultima ha ereditato dalla precedente:

  1. il ponte ciclopedonale sulla tangenziale, per anni non collegato a nessuna ciclabile – bello, usato però da pochi esigui cittadini
  2. la ciclabile di via giardini, stretta, promiscua, spezzata su due lati della strada – progetto nato vecchio e sbagliato, che abbiamo provato a ridefinire senza successo.
  3. la ciclabile via Emilia est, non ancora terminata dopo 5 anni, che a termine prevederà 11 tratti diversi di piste per larghezza, pavimentazione, segnaletica, cambi di lato della strada – una babele così inospitale che non abbiamo nemmeno provato a migliorarla.

Proprio per rispondere a questo modo disorganico di procedere, senza standard di qualità e senza una visione complessiva della mobilità sostenibile, 5 anni fa avevamo stilato, insieme ad altre 10 associazioni, un decalogo sottoposto a tutte le forze politiche. Prevedeva tra l’altro:

  • Moderazione del traffico a 30 Km orari in tutti i quartieri residenziali con forte riduzione delle auto in sosta, e riduzione della larghezza delle carreggiate
  • Realizzazione di percorsi ciclabili su tutte le radiali urbane
  • Adeguamento degli incroci e degli attraversamenti per dare continuità e sicurezza ai percorsi pedonali e ciclabili (cosa che si poteva cominciare a fare subito)
  • Obbligo nel Regolamento Urbanistico di un deposito protetto per biciclette nelle grandi strutture e nei centri aggregatori
  • Potenziamento del trasporto pubblico con l’incremento delle corsie preferenziali e riduzione dello spazio occupato dalle auto in sosta
  • Messa in sicurezza dei percorsi casa-scuola
  • Riorganizzazione dello spazio pubblico con riduzione di quello assegnato alla mobilità privata
  • senso unico eccetto bici nelle strade del centro ove possibile (cosa che si dovrebbe cominciare a fare SUBITO)

A parte Pellacani (Forza Italia), 5 anni fa ogni partito aveva approvato i contenuti del decalogo. Chi sarebbe poi diventato sindaco, Giancarlo Muzzarelli, nel faccia a faccia giornalistico con lo sfidante al ballottaggio aveva promesso di estendere le zone 30, completare la rete ciclabile, mettere in sicurezza i percorsi casa scuola, il ridimensionamento delle sedi stradali a favore di ciclabili e marciapiedi, discussione immediata del progetto per Gigetto, senso unico eccetto bici nelle strade del centro ove fosse possibile.

In seguito alla sua elezione, visto che sappiamo bene che questi sono temi divisivi e impopolari, avevamo garantito il nostro supporto al Sindaco nel caso si fosse impegnato in almeno uno dei punti del decalogo, ben coscienti che realizzarli tutti sarebbe stata una utopia. Ricordiamo ancora le parole del nostro ex presidente: “siamo un po’ stanchi di fare proposte e non vederne mai realizzate neanche una. Non dico che siano tutte condivisibili, ma almeno su una avremo ragione?”

Purtroppo, i fatti di questi 5 anni fotografano un altro zero assoluto: nessuna vera zona 30 nuova, nessun doppio senso ciclabile, nessuna ciclabile sulle radianti, (quasi) nessuna messa in sicurezza di incroci e nessun percorso casa scuola. Gigetto è ancora “il trenino del cuccio”, le carreggiate sono sempre larghe uguali, la segnaletica sulle ciclabili è spesso contraddittoria e sbagliata, nei centri commerciali e luoghi di aggregazione si continuano a mettere vecchi ed insicuri scolapiatti invece che depositi protetti (fa eccezione solo quello a Porta Nord).

Se vogliamo trovare i simboli di questa incoerenza, possiamo ricordare queste vicende:

  1. Il sottopasso BenFra, scollegato dalla rete ciclabile, lungo, nascosto, mezzo ciclopedonale, mezzo ciclabile, con 3 curve cieche – un collage di superficialità progettato da chi non è mai andato in bici
  2. Porta Nord, una ampia zona a vocazione pedonale dove sono state disegnate piste promiscue ciclo-pedonali, con intersezioni solo pedonali tra le piste … in mezzo ad un mare di auto parcheggiate fino a 5 metri dall’ingresso della stazione.
  3. viale Barozzi, che è passata da autostrada a 3 corsie cittadina … ad autostrada a 2 corsie, nessun rallentamento del traffico – con una pista bidirezionale larga 2 metri – nemmeno il minimo di legge previsto – neanche uno spazio di sicurezza per l’apertura improvvisa della portiera lato passeggero
  4. Piazzale Sant’Agostino, a soli 300 metri e a quasi 10 anni dalla realizzazione del Novi Park che avrebbe dovuto determinarne la restituzione alla cittadinanza, è ancora incredibilmente un parcheggio che deturpa una delle principali piazze di Modena, ingresso al salotto della città, tra i Musei ed il nuovo polo culturale del S.Agostino.

Basta dire che ancora nelle scorse settimane è stata approvata una nuova infrastruttura ciclo-pedonale promiscua ai Torrazzi, di quelle che la normativa vieta se non nei parchi e dove non c’è spazio per altre soluzioni. Tutto questo inibisce molti cittadini ad usare la bici, e quindi induce l’opinione pubblica a pensare che i soldi spesi in ciclabilità siano sprecati, e ad opporsi a nuovi interventi. Sinceramente, nel 2019 preferiamo non vedere realizzare nulla se la qualità e la filosofia del costruito deve essere a livelli di 50 anni fa.

Tanto è stato insignificante e dannoso quel poco che è stato fatto, che alle elezioni dello scorso mese abbiamo deciso di non sottoporre ai candidati sindaci le nostre richieste per una mobilità sostenibile, per evitare così una inutile adesione di tutti, o quasi tutti, salvo dimenticarsene subito dopo.

Infatti, come al solito, i partiti che in questi anni si sono occupati solo della mobilità delle auto e delle merci, sostenendo ed approvando la realizzazione di altre autostrade bretelle e tangenziali con l’impiego di ingenti risorse pubbliche, o che hanno parlato solo della “mobilità” degli immigrati, sono diventati improvvisamente ambientalisti e sostenitori della pedonalità diffusa.

Ora il Sindaco ha ricevuto un ampio mandato, ha in giunta un assessore alla mobilità che conosce le nostre proposte, ha davanti un quinquennio ma i problemi sono ancora tutti sul tavolo e le difficoltà di portare avanti una nuova mobilità non sono diminuite. Anzi, si sono radicate nuove resistenze e le nuove chimere della mobilità automobilistica elettrica e delle guida autonoma tendono a raccogliere sponsor importanti ed influenti. Temiamo che risorse ed attenzioni prioritarie verranno dedicate a questi argomenti, che purtroppo non risolveranno problemi di traffico, parcheggio congestione e degrado cittadino, riproponendo di fatto un modello di mobilità auto centrico ormai messo in discussione in tutti i paesi avanzati.

Fuori dall’agone elettorale torniamo a dare la nostra diponibilità “critica” ancora una volta al Sindaco ed alla sua giunta, a sostenerlo se vuole fare queste battaglie: il PUMS appena approvato prova a dare risposte a tutte le questioni rimaste sotto il tappeto in 20 anni di inconcludenza e negligenza, di cui gli ultimi davvero in controtendenza rispetto alle migliori prassi. Speriamo che la prossima giunta le affronti nei primi 2 anni, perché dopo sappiamo che ci si preparerà ad altre elezioni e quindi non si farà nulla per paura di scontentare chicchessia.

Il nostro supporto ci sarà solo quando:

  • Si vorrà una città davvero più sicura per giovani ed anziani e più accogliente per tutti,
  • Si proporranno “salotti” e spazi vivibili in ogni quartiere, e non solo nel centro storico
  • Si vorrà contrastare l’abuso del mezzo privato
  • Si vorrà contrastare l’occupazione sistematica ed illegale di spazio pubblico sui marciapiedi, negli incroci, nelle piste ciclabili, davanti alle scuole;
  • Si vorrà riorganizzare un trasporto merci cittadino, che adesso vede camioncini da 35 quintali consegnare la spesa ad un anziano, o un telefonino ordinato su uno shop online cinese.

Si tratta, insomma, di dare risposte a tutte quelle persone che ogni venerdì manifestano per l’ambiente. Se non ora, quando?

Critical Mass: facciamoci sentire

Comunicato Stampa.

Venerdì 21 giugno alle ore 18.30 le associazioni FIAB Modena, Ciclofficina Rimessa in Movimento, Comitatatissimo la Balorda, con la partecipazione di #mobastacemento e i ragazzi e le ragazze del FridayForFuture Modena, organizzano una Critical Mass in bicicletta, che partendo dal Parco Novi Sad farà un ampio giro della città, per far sentire il “popolo della bici”.

Usciamo infatti dal un quinquennio che non ha dato alcuna risposta alle principali questioni della mobilità sostenibile, continuando così un lungo periodo di inconcludenza e negligenza delle recenti amministrazioni, tanto che alle recenti elezioni abbiamo deciso di non sottoporre ai candidati sindaci le nostre richieste, per evitare così una inutile adesione di tutti, o quasi tutti, salvo dimenticarsene subito dopo.

Non ci eravamo sbagliati: infatti in campagna elettorale i partiti che in questi anni si sono occupati solo di tangenziali e complanari per la mobilità delle auto e delle merci, o solo di quella degli immigrati, sono diventati improvvisamente ambientalisti e sostenitori della pedonalità diffusa.

Ora però la fase elettorale è finita e il Sindaco ha ricevuto un ampio mandato, ed ha scelto un assessore alla mobilità che conosce bene le nostre principali proposte: moderazione del traffico a 30 Km/h, realizzazione di percorsi ciclabili su tutte le radiali urbane, messa in sicurezza degli incroci e degli attraversamenti ciclo pedonali e dei percorsi casa-scuola, senso unico eccetto bici nelle strade ove possibile, depositi e portabici sicuri, potenziamento ed ammodernamento del trasporto pubblico, riduzione dello spazio assegnato al parcheggio e alla mobilità privata.

La nuova giunta ha davanti un quinquennio con un PUMS appena adottato che prova a dare risposte a tutte le principali questioni rimaste sotto il tappeto: chiediamo che vengano affrontate nei primi 2 anni e che vengano impegnate adeguate risorse, per dimostrare ai cittadini che qualcosa è cambiato.

Venerdì ci faremo sentire con i nostri campanelli, ma nei prossimi mesi non mancheremo di far sentire le nostre ragioni per restituire lo spazio cittadino ai modenesi e non alle loro auto.

Modena, 19 Giugno 2019
Direttivo FIAB Modena

Costituzione del Comitato per la Pista Ciclabile Modena-Nonantola

COMUNICATO STAMPA

Nonantola, 17 giugno 2019

Costituzione del Comitato per la Pista Ciclabile Modena-Nonantola

Le Associazioni Legambiente Nonantola, Legambiente Modena e FIAB Modena si sono costituite parte attiva nel promuovere un Comitato per chiedere la realizzazione di un collegamento ciclabile tra Nonantola e Modena.

Le ragioni che giustificano quest’opera non più rimandabile sono molteplici:

1- Creare un’alternativa all’automobile che sia praticabile ed incentivante, a disposizione del cittadino che desideri ricorrervi. La distanza dal centro di Nonantola a quello di Modena (Via Roma a Nonantola – Piazza Grande a Modena) è di 10 Km: un ciclista a passo lento impiega poco più di mezz’ora, in auto nelle ore di punta ci si mette fino a un’ora, senza contare i tempi per trovare parcheggio;

2- Molte persone sono costrette a rinunciare alla bicicletta, a causa della pericolosità del traffico sulla via Nonantolana e della velocità sostenuta dei veicoli. La Nonantolana è l’arteria più trafficata della Provincia, con 11 milioni di veicoli l’anno a fronte di 9,9 milioni per la Via Emilia Est e di 7,8 milioni per Via Canaletto;

3- Una pista ciclabile separata dalla via Nonantolana, con alti standard di qualità e sicurezza, potrebbe assorbire un traffico di ciclisti consistente e contribuire ad alleviare la congestione sulla strada. Potrebbe essere il primo esempio in Italia di tangenziale ciclabile di tipo olandese, un’opera di cui essere fieri;

4- La costruzione di Eurovelo 7, l’autostrada ciclabile europea che connette Capo Nord a Malta e passa per Bologna con una variante su Modena, offre un’occasione unica in termini di cicloturismo: una rete di diramazioni, di cui la pista ciclabile lungo la Nonantolana farebbe parte come pista ciclabile provinciale principale, permetterebbe al cicloturista di approfittare appieno delle ricchezze storiche, architettoniche, culturali, ambientali, enogastronomiche locali. Un chilometro di pista ciclabile turistica porta un indotto economico annuo tra i 110 e i 350 mila euro, ma occorre muoversi in fretta per non essere tagliati fuori;

5- Oggi promuovere una mobilità attiva più dolce, razionale e meno impattante dal punto di vista ambientale, è un imperativo ed una prova di responsabilità per contrastare lo squilibrio ecologico che si è creato negli ultimi decenni; ne trae beneficio anche la salute di chi pedala, con una riduzione di problemi legati a sovrappeso, diabete, malattie cardiovascolari, una diminuzione di ansia e stress, un maggiore rendimento sul lavoro e un maggior benessere psicofisico generale;

6- Nel 2018 abbiamo fatto una richiesta alle rispettive Amministrazioni Comunali, perché si attivi un tavolo progettuale concertato; si sono tenuti già due incontri preliminari per valutare le opportunità e le criticità. L’aspetto economico può essere ritenuto “il problema”, ma crediamo che investire in miglioramento ambientale significhi investire in qualità di vita per il presente ed il futuro di tutti. Occorre procedere con decisione e rapidità e per questo è necessaria una mobilitazione dal basso.

Chiediamo che si proceda in tempi brevi ad elaborare uno studio di fattibilità da presentare alla Regione Emilia-Romagna, affinché si possa cogliere l’opportunità di finanziamenti che saranno disponibili nel prossimo futuro. Ci attiveremo con una raccolta di firme a sostegno di questa nostra richiesta e del progetto della Pista Ciclabile Modena-Nonantola.

 

Circolo Legambiente Nonantola “Il Ponte”

Circolo Legambiente Modena “Angelo Vassallo”

FIAB Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta – Modena

 

Per adesioni e informazioni:

e-mail: ciclabile.nonantolana@gmail.com

https://modenanonantolaciclabile.home.blog/

firma la petizione online

https://www.change.org/p/per-una-pista-ciclabile-modena-nonantola

MODULO PER RACCOLTA FIRME CICLABILE MODENA NONANTOLA

FIAB Modena ha un nuovo presidente

Coerente con il principio della rotazione, Paola Busani rimette il suo mandato coprendo ora il ruolo di vicepresidente. Durante il suo mandato l’associazione è grandemente cresciuta in termini di impegno in difesa dell’ambiente, sotto il profilo specifico di una mobilità più sostenibile. Il nuovo presidente, Eugenio Carretti, è consapevole di assumersi un impegno importante.

“So che mi aspetta un lavoro non da poco, ma mi rasserena l’avere collaboratori, la vicepresidente, la segreteria e tutto il direttivo che non mi lasceranno certo solo. Una delle tante cose di FIAB che apprezzo è che si tratta di un’associazione davvero democratica, le decisioni si prendono assieme e gli impegni si condividono. Ciò che vorrei è una FIAB sempre aperta verso le altre associazioni e non solo, che si spendono realmente per sensibilizzare le persone verso la difesa dell’ambiente ed una mobilità attiva che si traduca in una trasformazione di Modena, affinché diventi una città dei Modenesi e non delle loro automobili come ora.”

Eugenio Carretti, 58 anni, è già un elemento molto attivo e conosciuto dai soci. Il direttivo esprime il suo grande apprezzamento per il lavoro svolto da Paola Busani e porge i migliori auguri al nuovo presidente.

Modena, 11 Giugno 2019

Direttivo Fiab Modena

Il Nuovo Codice della Strada

Il nuovo Codice della Strada è uscito dalle commissioni del Senato ed è stato adottato un testo base che prevede alcuni punti di indubbio valore come le strade scolastiche e la casa avanzata per i ciclisti ai semafori.

Più controversa la possibilità per le bici di usare le corsie preferenziali degli autobus: in alcune città funziona bene, ma non tutti gli esperti sono d’accordo con mettere le bici in concorrenza con il TPL.

C’è poi l’introduzione della distanza minima di un 1,5 metri in fase di sorpasso di un ciclista: è un messaggio importante perché è giusto che la sicurezza di chi pedala sia soprattutto a carico dell’utente motorizzato. Qualcuno dice che sarà una violazione difficile da accertare: secondo noi è semplice perché conti alla mano la bici occupa quasi 1 metro, a cui si aggiungono 2 metri dell’auto e 1,5 metri di distanza di sicurezza, che fanno 4,5 metri in tutto. Non sono molte le corsie stradali di tali dimensioni e quindi se non vedremo sanzionare i sorpassi fatti senza mettere la freccia e superare la mezzeria, sapremo se la norma sarà solo simbolica o no.

Mancano però due tasselli fondamentali per migliorare la sicurezza e la fruibilità delle strade per tutti: l’introduzione del limite di 30 km/h come velocità standard nelle strade locali in città e il doppio senso ciclabile: FIAB ed altre associazioni hanno presentato un emendamento in tal senso, perché in tutti i paesi che hanno a sorte la mobilità sostenibile rappresentano il vero punto di svolta. Vigileremo perché non vogliamo che la montagna partorisca un topolino. Ancora una volta.

Basta percorsi ciclopedonali!

Il Comune di Modena ha appena annunciato la costruzione dell’ennesimo percorso ciclopedonale a due sensi di marcia, della larghezza di 2 metri e mezzo, che “funge da collettore per gli spostamenti all’interno dell’area industriale dei Torrazzi” e lo collegherà “con via Cavo Argine e con l’area urbana interna alla tangenziale attraverso il sottopasso già presente”.

Anche un profano, non ciclista, comprende che due biciclette e due pedoni affiancati in tale spazio non riescono a passare. Infatti la normativa vigente (D.M.557 del ’99, Caratteristiche tecniche delle piste ciclabili) stabilisce che la realizzazione di una pista bidirezionale sul marciapiede è consentita solo all’interno di parchi o di zone a traffico prevalentemente pedonale, se non reca pregiudizio alla circolazione dei pedoni (Art.6c.2c) e lo spazio pedonale deve essere almeno due volte quello ciclabile, partendo da una larghezza minima di 3,20m.

Se mai queste norme fossero sfuggite, sono anche ampiamente contenute nelle “Linee guida per il sistema regionale di ciclabilità” appena approvate dalla Regione E.R.

Questa superficialità contraddice anche i criteri adottati per la pianificazione degli interventi dal Piano della mobilità ciclabile, approvato dal Comune nel 2016, che sono: l’attrattività, la continuità, la brevità, la riconoscibilità e la coerenza normativa”.

Inoltre nel il Piano per la Mobilità Sostenibile (PUMS), che il Comune ha appena approvato, si afferma che “gli interventi a favore della pedonalità si pongono l’obiettivo di qualificare la mobilità pedonale mitigando i conflitti con le altre componenti di traffico e mettendola in sicurezza”.
E’ difficile immaginare che si tratti di una svista dei progettisti, perché purtroppo sono stati appena realizzati altri percorsi ciclopedonali bidirezionali in via Paolucci, in via Breda e in via Emilia Ovest vicino al Bricoman, per non parlare di via Giardini.

E mentre realizza infrastrutture scadenti e fuori norma nelle zone industriali, il Comune pretende, attraverso incentivi economici, di far crescere i lavoratori che vanno al lavoro in bicicletta col progetto Bike to Work, al quale partecipa anche la FIAB.

Noi ciclisti abbiamo la netta impressione che vi sia la malcelata intenzione spingerci nelle aree dei pedoni per toglierci dalla strada, che vogliono lasciare alle auto. Peccato che il Codice della Strada non preveda l’obbligatorietà per i ciclisti di transitare sulle piste promiscue coi pedoni, così ci tocca litigare anche con gli automobilisti disinformati che ci suonano e ci vogliono spingere sulla pista, come avviene abitualmente in via Giardini.

E’ così difficile comprendere che sulle radiali cittadine e sulle strade con mezzi pesanti, come via Martin Luther King, si devono realizzare piste monodirezionali su entrambi i lati, affiancate dai marciapiedi di almeno 2 metri per tutelare i pedoni, come prescrivono il buon senso, le norme e come fanno in tutti i Paesi evoluti?

Tribuna Ambientale – Le risposte dei candidati al Comune di Modena

Quanto sono ambientalisti i candidati sindaco di Modena? Quanto hanno a cuore le sorti del nostro pianeta e di Modena che ne abita una infinitesima parte condividendone la sorte?  Le associazioni:
● FIAB Amici della Bicicletta Modena https://www.modenainbici.it/
● ISDE Medici per l’ambiente https://isdemodena.net/
● INCO.SCIENZA https://www.inco-scienza.org/
● Ingegneria Senza Frontiere Modena http://isf-modena.org
● Legambiente Modena http://www.legambientemodena.it/
● WWF Emilia Centrale https://www.facebook.com/wwfemiliacentrale/

Lo hanno chiesto ai candidati sindaci sottoponendo loro una selezione di domande.

Riportiamo qui allegate le risposte ricevute dai candidati sindaco ai quesiti a loro posti. Si tratta di una iniziativa che mira a raccogliere informazioni precise e comparabili da parte dei candidati Sindaco per il Comune di Modena, su alcuni temi su cui si dibatte spesso e non sempre in modo chiaro, come quelli ambientali.

A voi la lettura!

Cycling for All

La Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta (FIAB) e l’European Cyclists’ Federation (ECF) si rivolgono a tutti i candidati al Parlamento Europeo a pochi giorni dalle elezioni di domenica 26 maggio: “Sarete sostenitori della mobilità in bici in caso di elezione a eurodeputati?” L’appello è una richiesta di impegno sulle tematiche bike friendly che dovranno essere centrali nella nuova legislatura 2019-2024.

FIAB ed ECF chiedono che l’Unione Europea mantenga la rotta già fissata in questa legislatura. Sono diversi i risultati portati a termine, come il voto del Parlamento per richiedere 8 spazi-bici su ogni treno nuovo e rinnovato in Europa. Sul lungo periodo i candidati dovranno impegnarsi a incentivare la mobilità ciclistica affinché, entro il 2030, la metà degli spostamenti complessivi venga fatta in sella.

Si chiede poi che venga reso obbligatorio l’Intelligent Speed Assistance (ISA) in tutti i nuovi veicoli per tutelare pedoni e ciclisti. In termini economici, l’appello fissa al 3% la fetta del budget del settore trasporti che dovrà essere destinata alle infrastrutture ciclabili nel prossimo bilancio pluriennale (2021-2027). Ad oggi la spesa è dell’1,5%.

Un’altra richiesta è l’impegno a far sì che la bici a pedalata assistita elettrica (con velocità limitata a 25 km/h e potenza entro i 250W) venga classificata come uguale alla bici tradizionale e non come un mezzo a motore. Ultimo, ma non ultimo, FIAB ed ECF puntano alla formazione di un Intergruppo Parlamentare sulla ciclabilità nel prossimo Parlamento.

Comuni ciclabili UCMAN – Unione dei Comuni Modenesi Area Nord

FIAB ha promosso il progetto “Comuni Ciclabili”, un utile strumento per permettere alle amministrazioni di “misurare” le azioni intraprese per migliorare la ciclabilità dei loro territori.

Comuni Ciclabili non è un premio, è non è nemmeno una semplice raccolta di dati, ma un insieme di esempi e sollecitazioni, utili a confrontarsi, attraverso il raggiungimento di alcuni obiettivi, in una gara virtuosa per individuare le città più a misura di ciclista, sia per la mobilità quotidiana, che per l’esperienza turistica, sull’esempio di molte città europee che già adottano standard avanzati. Nei tre anni di adesione all’iniziativa i Comuni devono cercare di migliorare la loro posizione, aggiustando quegli aspetti che Comuni Ciclabili ha evidenziato come carenti e critici.

I comuni che aderiscono possono così contare su:

  • Road Map delle azioni per la ciclabilità
  • Condivisione delle migliori pratiche tra le città della rete
  • Valorizzazione delle politiche attuate
  • Marketing territoriale per la ciclabilità
  • Stimolo ad una competizione virtuosa

Quest’anno tra gli altri hanno deciso di misurarsi con Comuni Ciclabili, tutte le amministrazioni dell’ “Unione dei Comuni Modenesi Area Nord” (UCMAN). Il dato peggiore che accomuna tutti i comuni analizzati è l’alto indice di motorizzazione. Da sottolineare che le cittadine modenesi hanno buoni punteggi rispetto agli altri comuni italiani, ma soffrono il confronto con quelli delle altre province dell’Emilia Romagna.

Andando a vedere le singole sezioni di valutazione, per cercare di dare una valutazione complessiva dei 9 comuni dell’area, possiamo dire che mentre cicloturismo e ciclabili urbane si avvicinano alla sufficienza, quasi a zero stanno i parametri relativi alla moderazione del traffico e della velocità, la governance e la comunicazione.

Da questo si evince come l’impostazione delle politiche in area è vista ancora come nel passato, dove ciclabilità fa rima solo con ciclabili (urbane e turistiche ricreazionali) mentre mancano completamente i tasselli che permetto di migliorare la qualità e la quantità degli spostamenti in mobilità dolce: la moderazione del traffico e della velocità veicolare, la governance delle politiche della mobilità e la comunicazione alla cittadinanza per spiegare con chiarezza i vantaggi e le opportunità dei nuovi modelli di mobilità.

Per migliorare i punteggi, ma soprattutto per convincere più cittadini ad abbandonare l’uso esclusivo dell’auto negli spostamenti, è necessario che i Comuni dell’ UCMAN affrontino questi problemi partendo da politiche di moderazione del traffico e di riequilibrio degli spazi e dei servizi a favore della mobilità dolce (piedi, bici, TPL).

Vedremo alla prossima valutazione nel 2020 se le amministrazioni saranno state capaci di cambiare passo.